Chapter Fourty-Four- Soon
PER FAVORE LEGGETE L'ANGOLO ME
Aldilà del confine troviamo due grandi furgoni, uno grigio ed uno nero.
Da quello nero si affaccia velocemente un uomo dai lineamenti duri che, con sguardo critico, osserva alle nostre spalle le guardie umane.
"Rebecca e Michael?" Domanda lui per avere conferma, ed io e Michael annuiamo all'unisono.
L'uomo mi tende quindi la mano e, con forza, mi solleva sopra alla parte posteriore del camion, dove di solito si mettono le merci.
"I vostri compagni sono nell'altro camion, dobbiamo muoverci e partire." Mi dice l'uomo, guardandomi con i suoi occhi azzurri.
Annuisco velocemente, sedendomi a terra con Michael.
L'uomo chiude il furgone e da una pacca alla spalla dell'autista per farlo partire.
Partiamo con uno scossone, e l'uomo do prima si inginocchia davanti a noi.
"Io sono Paolo, dirigo la spedizione e sono un Mannaro. Gli altri vostri compagni di viaggio sono al sicuro e si stanno riprendendo nel furgone. Il viaggio durerà qualche giorno, ci fermeremo massimo tre ore a giorno. Riuscite a capirmi?" Ci dice lui, con accento strano.
Annuisco, mentre lui fa scontrare la lingua contro il palato. Il suo accento è così diverso che, a pelle, direi che vieni dall'Italia.
È un suono piacevole ma mai quanto l'accento francese marcato di Xavier. Ho scoperto solo poco tempo fa della provenienza della sua famiglia: la Francia.
A quanto mi ha raccontato hanno vissuto a Parigi fino al compimento dei suoi diciotto anni, amministrando il loro branco in quel territorio. Dopo la successione al padre Xavier ha deciso di espandere il proprio dominio come ogni Mannari, arrivando così dove fino a cinque mesi fa abitavamo.
Se ci ripenso, mi manca la Villa: con la sua aria accogliente ed il suo giardino colmo di fiori esotici.
Mi incupisco leggermente, sotto lo sguardo di Michael.
Paolo, intanto, è corso al posto del guidatore per dare il cambio alla donna che prima era al volante della vettura.
"Tutto okay?" Mi domanda lui, guardandomi intensamente e ancora con il fiato corto per la corsa. Annuisco, pensando al salto che mi ha separata per sempre dal mio mondo.
Un mondo fatto di umani, di Adrien, di normalità. Il nome di Adrien spicca subito nella mia testa, ed il solo pensiero mi fa drizzare i peli sulle braccia.
L'ho abbandonato alle cure di una donna che mai avevo incontrato prima d'ora, per tornare con Xavier.
Pensavo che sarei riuscita a stare con Adrien, a vivere una vita normale con lui. E magari, con il tempo, avrei imparato ad amarlo.
Eppure, penso di aver realizzato che l'amore non è una cosa che si può imparare. Devi sentirlo nascere dentro di te, sentirlo crescere e germogliare come la più bella delle rose.
Ho lasciato Adrien per trovare la mia, di felicità, ma non solo. L'ho fatto per ricomporre i pezzi di me, per proteggere il mio bambino e per proteggere Xavier.
Poggio la testa contro la portiera, chiudendo gli occhi e, finalmente dopo tanta fatica, mi addormento.
**
Mi sveglio di soprassalto, avvertendo un tocco forte sulla mia pelle. Con gli occhi gonfi per il sonno tento di mettere a fuoco la figura accanto a me che si rivella essere Xavier.
Il mio cuore accelera mentre lo guardo. Ha una postura rilassata mentre dorme con la testa posata nell'incavo del mio collo. Riesco a sentire le sue labbra sfiorarmi la pelle mentre con il naso si strofina sul mio collo.
Una sua mano è posata sul mio ventre, mentre l'altra è posata mollemente al suo fianco.
"Il tuo ventre è così piatto, nonostante tu sia all'ultimo mese." Borbotta la donna al volante, facendomi sobbalzare. Volgo lo sguardo verso di lei, annuendo lentamente. La donna ha lunghi capelli castani ed un volto dai lineamenti duri ma affascinanti, il tutto abbellito da due occhi grigi. Ha il corpo scolpito, allenato, e ad intuito deduco che sia una Mannara.
"Rose dice che è perchè la gravidanza Mannara è diversa da quella umana, ed io sono praticamente un incrocio quindi la dimensione del mio ventre è quella di una donna umana al quarto mese di gravidanza." Sussurro io.
Abbasso il tono di voce per non svegliare Xavier. La donna al volante rabbrividisce leggermente, cambiando la marcia all'auto. Il suo sguardo si posa su Xavier, quasi fosse intenerita.
"Anche il mio compagno era così," mi dice lei, sorprendendomi. Non ho mai visto questa donna prima d'ora, quindi perchè mai dovrebbe volermi raccontare qualcosa di lei?
Deglutisco, immergendo il naso tra i folti capelli di Xavier, beandomi del suo profumo. "Ora non lo è più?" Le domando io, ormai incuriosita.
La donna si morde il labbro, indicandomi con un gesto del mento l'uomo seduto sull'altro sedile. L'uomo dimostra almeno quarant'anni mentre, con le braccia incrociate, dorme in posizione difensiva.
Capisco quindi che è lui il suo compagno.
"Ero incinta anche io, un giorno abbiamo fatto un incidente d'auto e ho perso la mia bambina. Simon non è più stato lo stesso, si da la colpa per non aver controllato meglio la strada, quel giorno." Sussurra lei, stringendo tra le mani il volante. Schiudo le labbra, colpita dal suo racconto.
Un brivido mi percorre la schiena, ed istintivamente mi stringo un po' di più a Xavier. Sento le mani di quest'ultimo stringersi di più attorno al mio corpo, e le sue labbra che lentamente mi baciano il collo.
E' sveglio.
"Mi dispiace molto," Le dico io, incrociando i suoi occhi malinconici. Non ne ho mai visti di così tristi, rassegnati.
Lei scuote la testa e mi liquida con un cenno della mano. "Sono passati tre anni ormai. Ognuno affronta delle sfide, nella propria vita, e questa è stata la mia, la nostra." Marca l'ultima frase, guardando dolcemente il suo compagno.
Mi chiedo se anche il mio sguardo è come il suo, quando osservo Xavier.
La donna ferma l'auto con delicatezza, sciogliendosi la cintura e sistemando una piccola coperta sul corpo del proprio compagno.
Mi giro verso Xavier, incontrando i suoi occhi.
"Ci fermeremo qui per oggi, credo che dovreste sgranchirvi un po' le gambe." Ci dice la donna e Xavier, senza rispondere, apre velocemente lo sportello, saltando giù.
Faccio per scendere quando le sue mani incontrano i miei fianchi, tirandomi giù con delicatezza. Gli sorrido, posando un piccolo bacio sulla sua fronte. Xavier si allunga verso di me per baciarmi quando sentiamo l'urlo di Annael che, come un pazzo, mi corre incontro.
Annael mi abbraccia, stringendomi a se, posando le sue mani sulle mie goti per ispezionarmi. Con la coda dell'occhio riesco a vedere Xavier esibirsi in espressioni infastidite.
"Oh, eravamo tutti così preoccupati per te e per Michael. Xavier è saltato giù dal furgone per salire sul vostro ma non mi ha fatto entrare per salutarti," mi dice lui, scoccando un'occhiataccia al Mannaro che, innocentemente, mi guarda come a supplicarmi di cacciarlo.
Ridacchio, scompigliandogli i capelli mentre lui mi dice che Erwin è andato nel bosco con altri Mannari per cacciare mentre Rose prepara qualcosa di veloce.
"Posso fare qualcosa anche io, per aiutare?" Domando, esibendomi in uno dei miei migliori sorrisi. Xavier mi afferra gentilmente la mano e, "per oggi hai fatto abbastanza," dice, sotto lo sguardo scontento di Annael.
Quest'ultimo torna poi a guardarmi, indicandomi un punto ad ovest dove hanno allestito diverse brande e dove un piccolo gruppetto tiene vivo il fuoco.
"Io preparerò i conigli, perchè tu non fai una minestra? Qualcosa di leggero, giusto per scaldarci un po'." Mi consiglia Annael ed io annuisco, seguendolo.
Dietro di me Xavier borbotta infastidito, maledicendo Annael sottovoce.
Quando il nuovo gruppo ci vede arrivare fermano il loro chiacchiericcio per posare la loro intera attenzione su noi tre.
"Per quanto ancora hai intenzione di guardarla?" Ringhia Xavier, ad un ragazzo del gruppo che dimostra a malapena diciotto anni. Il ragazzo arrossisce, distogliendo subito lo sguardo da me mentre il resto del gruppo si burla di lui.
"Il ragazzo è umano ed i suoi ormoni sono impazziti, cerca di capirlo." Gli comunica un uomo sui sessant'anni, dando una forte pacca al ragazzo. Xavier se la ride assieme al gruppo mentre il ragazzo, imbarazzato, arrossisce.
"Che bambini," borbotta Annael, mentre io mi avvicino al ragazzo, che grazie ai discorsi del gruppo capisco si chiami Dorian.
Mi inginocchio davanti a lui, sorridendogli. "Che ne dici di venirmi ad aiutare?" Gli domando, sotto lo sguardo stralunato di Xavier che, guardandomi, ringhia.
"Rebecca," pronuncia il mio nome come ad avvertirmi mentre io lo imito con qualche smorfia. Porgo poi la mano al ragazzo che, con sguardo basso, mi segue verso la postazione.
Riesco a sentire i ringhi di Xavier in lontananza ma non me ne curo, afferrando dai bordi il pentolone. Dorian si affretta ad aiutarmi, posandola al suo posto mentre io dispongo le verdure su di un tavolino per iniziare a tagliarle.
Dorian intanto riempe la pentola d'acqua, tagliando erbe per dare più gusto al tutto. Mi racconta quindi della sua vita in un rifugio a Mosca, in Russia. La situazione non era così aggravata come in Canada, e a quanto pare c'era quasi una convivenza pacifica tra i Mannari e gli Umani.
Dopo la rivoluzioni molti Russi hanno accettato di vivere separati dai Mannari, e tra quelli anche i suoi genitori. Lui, invece, ha deciso di arrivare in Antartide per seguire il nonno che scopro essere l'uomo che poco fa gli aveva dato una pacca sulla schiena.
Lo ascolto pazientemente, tagliuzzando le verdure con minuzia e in silenzio.
"Lui è il tuo compagno?" Mi chiede poi, riferendosi a Xavier. Sorrido, annuendo. Lui sorride di rimando, calando le verdure nel brodo insieme a qualche osso che ci ha lasciato Annael.
L'odore speziato mi solletica il naso, facendomi sospirare per la fame. Faccio per dirgli di spegnere il fuoco, ma dalla mia bocca esce solo un gemito strozzato. Dorian mi guarda confuso, mentre a fatica mi siedo per terra, ansimando.
Grido dal dolore, stringendo la stoffa del mio maglione sotto le dita. I miei pantaloni sono completamente bagnati sulla parte superiore. Mi porto una mano alla fronte, vedendo arrivare Xavier, Annael e Rose verso di me, richiamati dai miei gemiti.
Mi si sono rotte le acque.
Angolo Me:
Volevo inoltre comunicarvi che il secondo libro di questa saga si sta evolvendo. Vi allegherò poi, nell'epilogo, la trama del secondo libro. Spero che finito questo andrete a leggere anche il secondo. Mi rimane solo da creare una copertina quindi se conoscete qualcuno di bravo PER FAVORE taggatelo
QUI:
SCUSATE per l'incredibile ritardo ma quest'influenza mi sta letteralmente uccidendo. Penso che morirò agonizzante tra i fazzoletti, oh dio. Comunque: mi aspettano giorni intensi di informazione sui parti per descrivere al meglio tutto l'amplesso nel prossimo capitolo.
HELP
Grazie e buona giornata!
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