Chapter Fourty-five- Love is Pain

ADRIEN

Il mondo sta cambiando, è impossibile non accorgersene. Il lento ma progressivo andazzo delle tecnologie, gli spostamenti sempre più frequenti e molto altro. Matt ha iniziato l'installazione di aeroporti e di traghetti nelle città umane e quelle mannare, facendo ben attenzione a non far arrivare aerei Mannari in città umane e viceversa.

Torno a guardare la Strega davanti a me che, con eleganza, sorseggia indisturbata il suo tè alle erbe. Guardo la tazza che mi ha dato, ancora stretta tra le mie mani, dalla quale si innalza una dolce nuvoletta di vapore.

"Ti ha mandato Matt," dice lei, con la voce delicata. Non la pone come domanda, ma bensì come un'affermazione mentre si stringe le mani rugose. Mi chiedo quanti anni abbia, ma probabilmente supera la soglia massima di una qualsiasi donna anziana umana.

"Come fai a saperlo?" Le domando io, in risposta, facendola scoppiare a ridere. Si sfrega gli occhi con le dita, ridacchiando come se avessi detto la cosa più stupida al mondo.

"Schatz (dolcezza), stai davvero chiedendo ad una strega una cosa del genere?" Mi guarda teneramente, e quasi ho paura che possa tirare fuori una palla di vetro che, effettivamente, è sul tavolo a destra.

"Uhm si, mi scusi." Borbotto io, passandomi una mano tra i capelli. La donna mi liquida con una mano, mentre io prendo a spiegarle ciò che deve fare.

"Matt vuole che lei e la sua congrega instauriate delle barriere magiche che impediscano agli umani di entrare nelle città Mannare e viceversa."

Agatha, la Strega, mi guarda con un sopracciglio inarcato, considerando le mie parole senza più la vivacità di prima. Poi torna a sorridermi, poggiandosi con la schiena alla sua sedia a dondolo.

"Ad una condizione che deve però restare tra noi due." Mi dice lei, ghignando. Esito, facendo scontrare la mia lingua contro il palato mentre esamino la sua proposta. E' rischioso, ovviamente, scendere a patti con una strega, ma se dovessi non gradire l'offerta potrei semplicemente rifiutare.

"Dimmi."

Agatha si sporge in avanti, ed io non posso far a meno di rabbrividire alla vista dei suoi occhi magenta, così inumani.

"Le altre creature magiche potranno attraversare le barriere, eccetto gli umani ed i mannari. Le Fate, le ninfe e molte altre creature non sono affatto felici della situazione visto che non hanno partecipato alla guerra, e non vogliono rimanere bloccate."

Ascolto il suo discorso con un cipiglio, allarmato dalla sua idea. Questo significa disubbidire agli ordini di Matt, mi dice una vocina fastidiosa nella mia testa.

No, Matt non ha mai detto nulla a riguardo delle altre specie.

Guardo quindi Agatha e lei, come se sapesse già la risposta, allunga la mano verso di me per stringermela. Appena le nostre pelli entrano in contatto sento centinaia di scosse percorrermi il braccio e, quando interrompo il contatto, trovo sul mio polso un puntino violaceo.

Gli occhi di Agatha sono agitati, spaventosi.

"Questo simboleggia il nostro accordo, ti è impossibile parlarne con Matt o con un suo funzionale ed ora, Schatz, dimmi qual è la seconda motivazione che ti ha spinto qui." Gli occhi di Agatha si muovono curiosi sulla mia figura, sfidandomi a controbattere.

"Come fai a... no, giusto, domanda stupida." Borbotto io, mentre lei prende un altro sorso di tè. Deglutisco un boccone amaro, distogliendo lo sguardo per qualche secondo.

"Penso che abbiano usato della magia su di me," inizio io, cautamente. Agatha sbarra gli occhi e posiziona le dita davanti al mio volto, tracciando una stella a cinque punte con le dita. I suoi occhi vagano sul mio volto, fermandosi sulla mia fronte.

Evidentemente, sta vedendo qualcosa che un comune umano non può vedere.

Agatha annuisce, alzandosi dalla sua preziosa sedia e abbandonando definitivamente il suo tè. Mi fa cenno di arretrare con la sedia, ed io obbedisco mentre lei si siede sul tavolo, davanti a me.

"Oh si, Schatz, hanno usato molta magia su di te." Borbotta Agatha, legandosi i capelli bianchi in una crocchia veloce. Le sue dita corrono veloci sulla mia fronte, scostandomi un ciuffo ribelle, mentre chiude gli occhi.

Riesco a vedere il suo braccio tremare leggermente ed i suoi occhi muoversi sotto le palpebre mentre io non percepisco assolutamente nulla. Per qualche secondo penso persino che stia fingendo.

Stacca poi le dita dalla mia fronte che, con stupore, scotta. Agatha sembra incupirsi e le sue spalle si incurvano di poco. Pare triste, come se avesse visto qualcosa di estremamente doloroso.

"Ah, arme Junge. (Povero ragazzo)" la sento sussurrare in tedesco, sotto il mio sguardo confuso.

"Hanno messo un sigillo sui tuoi ricordi, eliminando da essi una ragazza. Credo che, da ciò che ho visto, tu ne fossi innamorato." Mi comunica, ed il mio cuore pare fermarsi per qualche secondo. Schiudo le labbra, tirandomi indietro mentre Agatha si alza, cercando tra gli scaffali chissà cosa.

Una ragazza che ho amato.

Perchè mai avrebbero dovuto toglierla dai miei ricordi? Sembra che ciò che dice sia vero.

Faccio un passo indietro, mentre Agatha mi infila con la mano scarna una boccetta contenente un liquido verde. "Questo toglierà il blocco, ma non potrai tornare indietro una volta tolto. E' tuo diritto ricordare, così come è una tua scelta dimenticare, figliolo."

Mi dice Agatha, allontanandosi di qualche passo.

La vedo poi sparire dietro la porta, portando con se i miei ricordi.

**

REBECCA

Stringo con forza i denti, ansimando mentre le mani di Xavier si posano sulle mie guance, imponendomi di guardarlo. Nei suoi occhi leggo eccitazione, paura e felicità.

Tremo sotto le sue mani mentre sento Annael tirarmi indietro i capelli, legandomeli velocemente. Rose è davanti a me mentre, con velocità che non credevo possibile, mi sfila i pantaloni.

"Prendete dei teli, subito!" Ordina lei, come se fosse un'esperta del settore.

Getto la testa all'indietro, guardando le stelle illuminare il paesaggio erboso. Mi sento sollevare di peso, con estrema delicatezza, ma il dolore lo avverto lo stesso. Mi mordo il labbro fino a farlo sanguinare per non lasciare che le mie grida escano da esse.

Mi posano su di un telo azzurro e Rose mi segue a ruota, aprendomi le gambe. Piagnucolo, sentendomi totalmente esposta, mentre Rose mi sfila le mutandine sporche di sangue. Vedo Xavier sobbalzare mentre mi stringe la mano.

"Cerca di calmarla. Non abbiamo anestetici e sono più che sicura che farà male, dannatamente male." E' la donna che guidava il camion a parlare, guardando Xavier come a pregarlo di fare qualcosa.

Le mie orecchie sembrano ovattate ed i miei sensi indolenziti mentre avverto la sesta contrazione. Il mio labbro inferiore scappa dalla presa dei miei denti, rilasciando un urlo. Le lacrime mi bagnano il viso ed il sudore fa si che la maglia che indosso si attacchi totalmente al mio busto.

Le labbra di Xavier si posano sul mio orecchio, sussurrando parole di conforto mentre mi scarica addosso una gran quantità d'energia per calmarmi. Rose lo ferma subito, spezzato il breve momento di tranquillità che Xavier mi aveva regalato.

"Non usare la tua energia o perderà le forze per spingere. Deve restare cosciente, è l'unico modo." Borbotta lei, posando una mano sulla mia guancia, ignorando il ringhio frustrato di Xavier.

Affonda i suoi occhi nei miei, cercando di capire se la sto ascoltando. "Parla," grido io, biascicando le parole.

"Guardarmi Rebecca. Ci sei? Adesso devi spingere, capito? Devi metterci tutta la forza che puoi, ad intervalli di cinque secondi. Spingi ogni cinque secondi e cerca di regolarizzare i tuoi respiri." Mi dice lei, impedendomi di voltare lo sguardo.

Annuisco, sentendo scendere altre lacrime giù per la curva del mio naso, fino a cadermi tra le labbra. Rose si posiziona quindi tra le mie gambe, facendomele allargare più che posso mentre ordina a Michael di posizionare davanti a lei qualche coperta.

Xavier mi stringe la mano ed io restituisco la presa, affondando le unghie nella sua mano. Lui non replica ne si mostra infastidito, totalmente assorto dalle istruzioni che gli sta dando Rose.

Quest'ultima mi guarda.

Cinque secondi,

quattro secondi,

tre secondi,

due secondi,

un secondo.

Arriva la prima spinta.

**

XAVIER

Vedo il volto di Rebecca arrossarsi mentre spinge, affondando la testa nell'incavo del mio collo, sforzandosi con tutte le forze che ha. Rose le tiene le gambe ferme, contando ogni volta fino a cinque.

Rebecca spalanca la bocca ed urla quando spinge per la seconda volta, sbuffando subito dopo mentre tenta di riprendere aria.

Dentro di me c'è il panico più totale perchè non posso aiutarla, non posso fare niente se non guardarla mentre soffre.

Sto solo dicendo che potresti dover scegliere chi salvare tra lei e il bambino.

Le parole di Rose mi rimbombano in testa mentre vedo Rebecca inarcarsi leggermente per dare più forza alle sua quinta spinta.

Mi passo una mano tra i capelli, vedendo lo sguardo preoccupato di Rose.

"Sta andando in iperventilazione," mi dice lei con tono spaventato, mentre Rebecca annaspa, puntando lo sguardo verso le stelle, verso la costellazione di Orione.

Cambio quindi posizione, abbassandole la testa per permetterle di guardarmi. I suoi guizzano su ogni centimetro del mio viso, appannati dalle lacrime, guardandomi come una preda impaurita, sperduta.

E' totalmente terrorizzata, lo leggo nei suoi occhi, tra i suoi pensieri che gridano aiutano, che implorano di far finire tutto. Una gravidanza Mannara, su un'umana, non è qualcosa di semplice o indolore.

Mi guarda e le sue labbra si arricciano mentre trattiene un singhiozzo.

"Devi respirare, ma Belle, " le dico io, vedendola annuire.

Cinque secondi e arriva la sua settima spinta.

Rebecca piange, stringendo la mano dietro il mio collo. Le bacio il palmo aperto e le consiglio di respirare lentamente, con profondità. Riesco a sentire i battiti del suo cuore placarsi di poco e, quando rombo il bacio, sembra più calma.

"Vedo la testa!" Esulta Rose che, aiutata da Annael, incita Rebecca.

"Ancora poco, Rebecca, e sarà fatta. Spingi," dice Annael, prendendo parola per la prima volta. Rebecca annuisce e spinge ancor più forte, mentre io abbasso lo sguardo per incontrare due piccoli occhi serrati.

Il mio cuore si ferma ed è come se rinascessi mentre vedo il corpo del bambino.

"Un'ultima spinta," dice Rose, e Rebecca si concentra, prende un profondo respiro e spinge con tutte le forze che le rimangono. Rose si affretta a tagliare il cordone e a stringere il bambino tra le candide coperte che le avevano portato prima.

Rose scosta di poco le coperte per accertarsi del sesso della creaturina, sorridendo compiaciuta.

"E' um maschietto," dice a Rebecca, facendola sorride come se fosse la notizia più bella della sua vita.

La testa di Rebecca si posa su un tronco d'albero dietro a lei, chiudendo gli occhi e rilassando il respiro mentre io prendo tra le braccia il bambino che ferma il suo pianto non appena le nostre pelli entrano in contatto.

Rabbrividisco e mi chino a baciargli la fronte, con una sensazione di inspiegabile felicità che mi esplode nel petto.

E' mio figlio.

Penso io, trattenendo il respiro mentre mi volto a guardare Rebecca.

No, è nostro figlio.

Mi avvicino a lei che, con gli occhi stanchi, guarda incantata il bambino. Glielo adagio lentamente tra le braccia, ed è come se avessi raggiunto un punto focale della mia vita.

E mi rendo conto che è il momento che ho aspettato per tutta la vita e che ora, tra le mie braccia, posso stringere le due persone che amo e che più amerò nella mia vita.

Rebecca schiude le labbra, alza gli occhi e guarda la costellazione sopra di se, sussurrando poi il nome del bambino, prima di chiudere gli occhi tra i bagliori lunari.

"Orion."

Angolo Me:

Si lo so che vi lascio sempre con l'amaro in bocca ma non posso farci nulla! Non vi spoilero nulla, vi lascerò soffrire un pochino hahaha. Comunque: mancano cinque capitoli alla fine del libro e all'inizio del Sequel. So anche che questo capitolo è corto ma serviva solo a descrivere la scena del parto ecc.

Cosa pensate che sia successo a Rebecca?

Vi piace come idea il nome Orion?

Votate e commentate se il capitolo vi è piaciuto!

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