EPILOGO - UN NUOVO REGNO
La sala del trono era gremita di persone. La folla si era disposta ai due lati dell'ampia passatoia turchese che era stata appositamente allestita in onore degli ospiti stranieri in visita a Seijoh.
Il re e la regina sedevano sui grandi scranni di mogano scuro mentre i tre principi erano in piedi, allineati alla destra del re. Tutti e tre indossavano l'uniforme cerimoniale bianca e blu, su cui erano stati aggiunti i fregi turchese tipici del regno di Aoba. Appesa alla cintura dorata, portavano la spada; Tooru in particolare continuava ad abbassare lo sguardo per rimirare ancora una volta la grossa gemma di acquamarina che svettava sull'elsa della sua.
Aveva insistito tanto per avere una spada uguale a quella di Hajime e Tobio. Lui non era un guerriero, era più uno stratega, un topo da biblioteca, ma non aveva voluto sentire ragioni. E alla fine Hajime aveva dovuto ammettere che con la spada al suo fianco, Tooru facesse comunque la sua degna figura.
Anche l'abbinamento con la pietra era venuto naturale, Tooru l'aveva scelta immediatamente in quanto gli ricordava i colori di Aoba, la sua terra natale, e allo stesso tempo rappresentava un colore di transizione tra il verde dello smeraldo di Hajime e il blu dello zaffiro di Tobio.
Accarezzò ancora una volta la pietra scintillante e lo sguardo non poté fare a meno di venire catturato da un altro bagliore, più caldo e soffuso, che avvolgeva il suo anulare destro. L'anello attorno al suo dito, gemello di quello di Tobio e Hajime, era una solida presenza a cui non si era ancora abituato.
Le trombe annunciarono l'ingresso degli ospiti distogliendolo dalle sue fantasie.
Il re e la regina di Aoba procedevano con incedere elegante, immediatamente seguiti da una bellissima principessa che sembrava già sulla trentina, e da un giovane principe adolescente. Dietro di loro procedevano quattro guardie e una dozzina di persone del loro seguito.
Erano a metà della passatoia che improvvisamente il ragazzo sgusciò tra i due sovrani e si mise a correre alla volta del palco reale.
"Zio Tooru!"
Del tutto incurante dell'etichetta, Tooru scese i gradini di corsa e intercettò il ragazzo in un abbraccio avvolgente, proprio al termine della passatoia.
"Takeru! Ma quanto sei cresciuto! Quasi non ti riconoscevo..."
Tooru non riuscì a trattenere le lacrime mentre abbracciava stretto il nipote.
"Benvenuti a Seijoh." il re Iwaizumi si alzò in piedi e scese i gradini per stringere calorosamente la mano al re di Aoba.
"Grazie, maestà. Siamo lieti di essere qui e siamo debitori al principe Hajime per aver salvato Tooru dalla prigionia." rispose immediatamente il re di Aoba, fedele all'etichetta nonostante il momento di grande commozione che aveva contagiato un po' tutti. Aveva infatti gli occhi lucidi, mentre la regina e la principessa piangevano ormai apertamente mentre si univano a Takeru e Tooru in un abbraccio di gruppo.
Hajime sorrise, lieto che anche la regina sua madre mostrasse uno sguardo commosso e, soprattutto, per una volta mettesse da parte l'etichetta davanti a quelle manifestazioni pubbliche di affetto; scese infatti dal palco reale per unirsi al marito nel dare il benvenuto ai sovrani loro ospiti che, per inciso, erano anche i loro consuoceri.
Un caloroso applauso si levò dal pubblico presente, buttando definitivamente l'etichetta alle ortiche.
Ma la famiglia Oikawa era finalmente riunita dopo più di tre anni e bisognava assolutamente festeggiare.
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Erano passati ormai due mesi da quando Hajime e Tobio erano arrivati alla grotta; avevano lasciato il loro esercito appostato sul fianco della montagna per evitare che le guardie di Shiratorizawa intervenissero in qualche modo ma, per fortuna, non ce n'era stato bisogno.
Già dal loro primo incontro era stato subito evidente che l'alchimia tra Tobio e Tooru fosse scattata, Hajime lo aveva percepito sentendo le vibrazioni dei rispettivi profumi, e loro stessi lo avevano subito confermato.
Ovviamente sapevano tutti e tre che trovarsi attraenti e compatibili sessualmente non fosse abbastanza. Per disfare la maledizione occorreva l'amore, bisognava che si creasse un legame tra Tobio e Tooru così forte da chiudere il cerchio, così da incanalare quella porzione dell'amore di Hajime che era sempre stata destinata a Tobio. E doveva valere a doppio senso, Tooru doveva innamorarsi di Tobio con la stessa forza e intensità.
Hajime non aveva alcun dubbio che sarebbe successo, anche se in verità non pensava che sarebbe accaduto così velocemente.
Ma già dal primo istante in cui si erano presentati nella grotta, Tooru aveva mostrato un carattere aperto e solare, e assolutamente sfacciato. Probabilmente il fatto di non dover più mentire sulla sua natura come era stato costretto a fare con Hajime, lo faceva sentire libero di essere davvero sé stesso. E Hajime stesso aveva potuto conoscere un Tooru diverso, sensuale e provocante; senza il terrore di una loro imminente separazione Tooru riusciva finalmente a ridere e gioire di ogni più piccola cosa, e Hajime non poteva negare di essersi innamorato di Tooru una seconda volta.
E anche Tobio era rimasto ammaliato da Tooru; aveva presto superato l'imbarazzo di ricevere effusioni così plateali e dirette, ed era riuscito ad essere sé stesso, limpido e trasparente in ogni suo atteggiamento, e assolutamente incuriosito da questo bellissimo principe che veniva da una terra esotica e lontana.
In pochissimi giorni erano riusciti a conoscersi, apprezzarsi, stimarsi, forse anche grazie all'amore riflesso che entrambi continuavano a ricevere da Hajime stesso.
Nessuno dei tre si sentiva di troppo, al contrario. Sentivano nel profondo del loro cuore che quella situazione li completava, li arricchiva. Che soltanto insieme, la loro felicità riusciva ad essere totale.
E così, dopo soltanto una settimana, Tooru e Tobio erano lì a dichiararsi sincero e imperituro amore, riuscendo a convincere Hajime a fare già un primo tentativo fuori dalla montagna.
Non lo avrebbe fatto in altre circostanze, ma lui stesso si era innamorato di Tooru in pochissimi giorni anche la prima volta, e il fatto che Tooru fosse ancora più affascinante era riuscito ad abbattere una dopo l'altra tutte le sue remore.
Perché era vero che Hajime in vita sua non aveva mai creduto al colpo di fulmine, all'amore a prima vista di cui parlavano i romanzi che piacevano tanto a sua madre. Lo stesso amore che lo legava a Tobio era cresciuto insieme a loro, giorno dopo giorno, cementando una splendida e solida amicizia in un sentimento saldo e profondo.
Ma dopo aver conosciuto Tooru si era dovuto ricredere. Tutte le sue convinzioni sull'amore erano state ribaltate da quella prima settimana nella grotta. C'era stato sicuramente un catalizzatore a quella reazione, i feromoni avevano certamente contribuito a innescare quella parte più fisica e viscerale del sentimento. Ma era stato il carattere di Tooru a farlo innamorare di lui, quel suo mix di forza e fragilità, il suo grande coraggio, la generosità e l'altruismo che aveva subito dimostrato nei suoi confronti.
Era perciò assolutamente possibile che anche Tobio e Tooru si fossero innamorati in così poco tempo, e nessuno di loro tre voleva aspettare oltre. Anche perché, per quanto in quella settimana si fossero dedicati ad attività 'piacevoli e interessanti', Tooru era prigioniero da ormai tre anni e non desiderava altro che andarsene da lì e cominciare una nuova vita.
E così, dopo aver preso con sé lo stretto necessario e aver dato un caloroso addio alle brilline, si erano addentrati per l'ultima volta nei cunicoli.
Quando Tooru era finalmente arrivato nella foresta e non si era innescata nessuna trasformazione, tutti e tre avevano finalmente tirato un sospiro di sollievo. Tooru era scoppiato in un pianto liberatorio, poi aveva preso Hajime e Tobio per mano e si erano incamminati verso il porto senza più voltarsi indietro.
👑
"Bene, Tooru. Mi sembra di capire che non tornerai ad Aoba con noi..."
La regina Oikawa fu la prima a spezzare il silenzio al termine del racconto di Tooru.
Erano riuniti nella sala da pranzo privata del re, una cena intima con solo le rispettive famiglie dei tre principi.
"Non ce n'è bisogno, mamma." rispose Tooru sorseggiando l'ennesima coppa di vino "Ormai Takeru è quasi un uomo. Credo che sarà un ottimo re, ci penserà lui a continuare la discendenza del sangue Oikawa..."
"Bada a quello che dici, Tooru. Non sono ancora morto!" lo redarguì il padre, strappando a tutti una sonora risata.
"A proposito di discendenza..." la regina Oikawa si fermò a metà della frase, uno sguardo interrogativo e curioso sul suo bel viso, così simile a quello del figlio che aveva lasciato tutti sorpresi sin da subito.
"Seijoh è un regno inclusivo e moderno, mamma." spiegò Tooru, intuendo subito quali e quante implicazioni fossero celate dietro a quella allusione.
Si puntò coi gomiti sul tavolo e si sporse in avanti così da poter osservare tutti i commensali. Il suo volto trasmetteva tutto l'entusiasmo del suo nuovo progetto che ovviamente non vedeva l'ora di raccontare a tutti.
"Vogliamo restituire a tutto il popolo la dignità per ciascuno di essere e amare chi si vuole! E in qualità di principi, noi siamo i primi a voler dare l'esempio..."
Si voltò verso il re di Seijoh con un sorriso così dolce e affettuoso che Hajime dovette sopprimere una punta di immotivata gelosia.
"Iwa-san è un re saggio e progressista." continuò, del tutto incurante dell'occhiataccia che Hajime gli aveva lanciato all'uso di quel nomignolo verso il padre anche di fronte ad altra gente. Ma il re in realtà ne sembrava compiaciuto perché annuì sorridendo mentre Tooru continuava a parlare.
"Stiamo lavorando insieme a una serie di nuove leggi che consentiranno maggiore libertà e tuteleranno tutte le minoranze che fino ad oggi hanno dovuto nascondersi nell'ombra." e poi aggiunse "Sarà possibile per chiunque prendere in adozione gli orfani, e..."
"Insomma..." intervenne Hajime con fare pratico, interrompendo il fiume di parole di Tooru prima che monopolizzasse la conversazione con il suo entusiasmo contagioso "ci saranno davvero moltissimi cambiamenti nei prossimi anni."
"MadDog dice" proseguì Tobio, guadagnandosi un'occhiata assassina dal mago che sedeva a tavola con loro "che ci sono ancora tante pagine del vecchio tomo delle terre del nord che deve ancora tradurre, ma potrebbe esserci qualche pozione che potrebbe aiutare le persone in diversi frangenti."
"...quindi chissà, magari potresti essere di nuovo nonna!" concluse Tooru facendo l'occhiolino a sua madre mentre allungava la mano sulla sua in una stretta affettuosa.
La notizia sembrò rallegrare gli animi di tutti.
Come aveva detto Tooru, i regnanti di Seijoh avevano accolto con favore dapprima l'amore di Hajime e Tobio, che conoscevano e amavano da sempre come un figlio. E Tooru stesso li aveva conquistati in pochissimo tempo, convincendoli a far diventare Seijoh un regno all'avanguardia e moderno in fatto di tolleranza e inclusione.
Già i primi editti emanati dal re avevano raccolto il favore dei regni vicini, catturando l'interesse di diversi magnati e investitori. Il commercio ne era risultato da subito avvantaggiato, e la capitale stava rapidamente confermandosi come un punto nevralgico per la diffusione della cultura, delle arti e dei mestieri.
Tutto stava procedendo nel migliore dei modi, il futuro si presentava radioso visto attraverso gli occhi dei tre principi che, oltre all'amore reciproco, avevano scoperto quanto li facesse sentire bene portare l'amore nel mondo, in tutte le sue forme e i suoi colori.
Perché, in fondo, questa è davvero una fiaba, e i tre principi...
...vissero per sempre felici e contenti!
FINE
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POST CREDITS
"Wakatoshi, cosa stai leggendo?"
Il principe alzò la testa dal foglio di pergamena che aveva in grembo, la mano che accarezzava distrattamente la testa della bellissima aquila che era appollaiata sul bracciolo del suo scranno.
"Una lettera di Tooru." rispose, calmo e pacato.
Satori si appoggiò con i gomiti al parapetto della terrazza ed emise un lungo sospiro sconsolato mentre ammirava la vallata verde e rigogliosa che si stendeva davanti a loro a perdita d'occhio.
"Non mi ha ancora perdonato?" domandò dopo qualche attimo, il tono sommesso che aveva sempre quando parlava con Wakatoshi di quello che era successo.
"Lo farà. Non ti preoccupare."
Wakatoshi sciolse i lacci che tenevano legata la custodia di cuoio alla zampa dell'aquila e la liberò nel cielo con un gesto secco del suo braccio possente. L'uccello si librò alto e si diresse verso la torre a nord dove aveva il suo nido.
"Gli ho scritto spiegandogli come hai trasformato il tuo laboratorio..." aggiunse il principe.
"E lui cosa ti ha risposto?"
Wakatoshi cercò per un istante la riga giusta e poi lesse le parole di Tooru dal foglio che aveva in mano.
"Cito..." Wakatoshi si schiarì la voce prima di prodursi in una pessima imitazione di Tooru "Che io sia dannato se assaggerò ancora qualche intruglio creato da quella serpe!"
"Ma è una miscela fondente all'80% proveniente dalle terre di Date! Non troverà niente di così pregiato dalle sue parti!"
Wakatoshi sorrise davanti allo sdegno di Satori, la sua solita compostezza che ogni tanto vacillava davanti ai buffi modi di fare del marito.
"Nella riga sotto dice... Ok, ok, mi devo ricredere. Non ho resistito e ho assaggiato il cioccolatino che hai inserito nella custodia e, forse, possiamo cominciare a parlare di affari..."
Satori sorrise e si sedette sul bracciolo mentre Wakatoshi circondava la sua vita in un abbraccio affettuoso.
"È finito tutto bene, Satori. Non devi più tormentarti."
Satori si sporse e posò un bacio affettuoso sulla fronte del principe e chiuse gli occhi inspirando il suo profumo.
"Grazie di tutto Wakatoshi. Grazie di amarmi. È solo grazie al tuo amore se sono diventato una persona migliore."
"Prego." rispose Wakatoshi con un mezzo sorriso "Ma se vuoi davvero ringraziarmi come si deve, potresti farmi assaggiare ancora quella nuova crema alle nocciole sulla quale stavi lavorando ieri..." aggiunse il principe insinuando una mano sotto alla veste di Satori e risalendo lentamente la sua gamba snella in una carezza sensuale.
"Avrei in mente un paio di posticini su cui mi piacerebbe spalmarla per poi leccarla via..." aggiunse infilando la testa nel suo collo e facendo seguire alle parole una lunga ed eloquente lappata sotto all'orecchio del mago.
"Mmhhh certo, Wakatoshi. Così poi mi dirai se ci vuole più cacao o zucchero o..."
"Penso che dovrò assaggiarne parecchia, allora..." concluse il principe mordicchiando la carne tenera del collo.
"Perfetto Wakatoshi. Tanto abbiamo tutto il tempo del mondo."
FINE
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