CAPITOLO 8 🔞 - MERAVIGLIOSA CREATURA
⚠️ ATTENZIONE ⚠️
🔞 capitolo adatto a un pubblico adulto 🔞
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Hajime aprì gli occhi di colpo ritrovandosi da solo sul tappeto di muschio.
Tooru non era accanto a lui e la sensazione di pace che aveva provato nelle ultime ore tenendo stretto a sé il suo corpo addormentato, svanì in un istante lasciando il posto a un gelido terrore.
Si sollevò svelto a sedere e, quando riuscì finalmente a scorgere un piccolo sciame di brilline che ruotavano pigre sopra alla polla d'acqua, rilasciò un profondo sospiro di sollievo.
Tooru era immerso fino alle spalle, il suo profilo deciso che spiccava in controluce sulla superficie luminosa.
Hajime si alzò e lentamente si avvicinò alla polla.
"Ti sei svegliato..." mormorò Tooru inclinando leggermente la testa nella sua direzione e regalandogli un sorriso dolce.
Il suo viso era pallido e sciupato, due occhiaie scure spiccavano sotto gli occhi, e Hajime si domandò come facesse ad essere ancora bello in una maniera devastante.
"Come ti senti?" gli chiese mentre si accucciava sul bordo e posava una carezza sui riccioli umidi.
L'acqua era satura di brilline che nuotavano lentamente sotto la superficie nascondendo quasi del tutto il corpo immerso di Tooru; leggere volute di vapore si sollevavano pigre, il profumo di mandorle che si diffondeva ovunque. Ancora non aveva ben capito se provenisse da Tooru e le brilline lo assorbissero per osmosi, o se fosse il contrario. Ma in realtà non aveva granché importanza.
"Meglio. Ma mi sentivo sporco..." spiegò.
"Ti dispiace se ti faccio compagnia?"
"Tutt'altro, Iwa-chan. Ci speravo."
Hajime sfilò la tunica e la gettò lì accanto prima di entrare lentamente nell'acqua. Tooru gli offrì la mano e lo sorresse mentre scendeva alla cieca su alcuni gradini di roccia che le brilline ancora nascondevano alla sua vista.
"Mmmhhhh" mugugnò mentre scivolava nell'acqua calda e reclinava la testa sul bordo dietro di lui "ma è fantastico! Avremmo dovuto farlo prima..."
"Già..." confermò Tooru scivolando nella stessa posizione con un sorriso pigro rivolto verso il soffitto della grotta.
Hajime cercò la mano di Tooru sott'acqua e intrecciò le dita con le sue.
La sensazione generata dalle brilline era strana ma piacevole, vorticavano piano sulla sua pelle in una leggera carezza rilassante che lo avvolgeva completamente. Era meraviglioso e una piccola parte del suo cervello pensò che avrebbe potuto restare lì con Tooru ancora per un po', ponderando il modo più efficace di agire e regalandosi ancora del tempo insieme a lui.
"Iwa-chan! Non pensarci nemmeno." mormorò come se avesse sentito i suoi pensieri "Devi andare da Tobio-chan!"
Hajime non rispose.
Per quanto volesse disperatamente ricongiungersi con Tobio, non voleva rinunciare a Tooru. Ma rimanere lì con Tooru significava rinunciare a Tobio.
Hajime non poteva scegliere. Non voleva dover essere costretto a scegliere tra Tooru e Tobio.
Li amava entrambi.
E Tooru stava dimostrandogli ancora una volta di essere degno del suo amore, sacrificando la sua felicità per quella di Hajime.
Anche se il cuore di Hajime ormai sapeva che non sarebbe mai stato davvero felice senza Tooru al suo fianco.
E l'unico modo per cercare – non 'cercare', 'trovare', si corresse mentalmente – una soluzione, era tornare a Seijoh. Avrebbe smosso mari e monti per sciogliere quella maledizione, e non si sarebbe arreso fino a che non ci fosse riuscito.
"Sì." confermò Hajime dopo un istante "Andrò da Tobio e insieme troveremo il modo di disfare la maledizione. E poi torneremo a prenderti, dovesse essere l'ultima cosa che faccio. Fidati di me, Tooru."
Tooru si mise seduto sul grande gradino sommerso che fungeva da sedile, e si voltò verso Hajime, il volto serio e determinato.
"Iwa-chan, io non posso permettermi di crederci davvero." mormorò "Non voglio contare i giorni aspettando che ritorni. Mi ucciderebbe. Sarei logorato dalla speranza, passerei un giorno dopo l'altro in attesa di vederti ricomparire in questa grotta. E, giorno dopo giorno, verrei lentamente avvelenato dalla delusione nel rendermi conto che non sei ancora tornato."
La determinazione con cui aveva iniziato a parlare si era lentamente sciolta in rassegnazione. I suoi occhi si erano via via riempiti di lacrime e lui le lasciò scivolare lungo le guance già umide dal vapore, senza fare ormai più niente per fermarle.
"Andrò avanti con la mia vita, come ho sempre fatto prima che ti portassero qui." continuò, la voce spezzata dal dolore e dallo sforzo evidente di nasconderlo.
"In fondo, non si sta poi così male... Wakatoshi mi ha portato dei libri" aggiunse indicando col mento il grande baule sul muschio, su cui erano impilati alcuni tomi "e spesso me ne manda di nuovi insieme alle scorte di cibo. Ho vestiti caldi per l'inverno, e ho le mie adorate brilline..."
Hajime non si stupì dell'eco luminosa che attraversò la polla quando Tooru le nominò, ormai aveva accettato il suo legame con le creaturine.
"Starò bene." concluse asciugandosi le guance col dorso delle mani e indossando quello che sperava fosse un sorriso convincente. Ma Hajime aveva visto ormai diverse versioni dei sorrisi di Tooru nei giorni passati, e non si lasciò ingannare da quel tentativo altruistico.
Anzi, proprio per quello sentì di amarlo ancora di più, se mai fosse stato possibile.
"Non ti devi preoccupare per me." aggiunse Tooru, all'apparenza ormai sereno "Dimenticami, Iwa-chan. Dico sul serio."
Hajime attirò Tooru in grembo e avvolse le braccia attorno alla sua vita snella appoggiando la guancia sul suo petto.
Era lui, ora, che faticava a trattenere le lacrime.
Poteva sentire il grande cuore di Tooru battere rapido contro lo sterno, e si chiese se dovesse continuare a convincerlo che sarebbe davvero tornato, anche se ormai aveva capito che non sarebbe servito a nulla.
Piuttosto, glielo avrebbe dimostrato con i fatti.
"Ora però..." Tooru scivolò con le braccia attorno al collo di Hajime, le labbra che sfioravano il guscio del suo orecchio trasmettendogli un lungo brivido caldo "voglio fare l'amore con te" concluse in un bisbiglio.
Non sapeva se fossero state quelle parole pronunciate col tono roco e sensuale o il fiato sulla pelle bagnata del collo, o perché le brilline avevano cominciato ad agitarsi sotto la superficie scivolando con insistenza esattamente nei punti più sensibili...
Forse invece era a causa di quegli occhi scuri e intensi che lo guardavano come se leggessero dentro la sua anima. O era quel profumo dolce e morbido che si arricchiva dell'ormai famigliare tono caramellato sciogliendosi in promesse peccaminose...
Fu tutto quello, o semplicemente il sentimento che Hajime sentiva riempire il suo cuore fino a traboccare, che accese ancora una volta il desiderio, intenso e irresistibile, farcendo impennare l'erezione di Hajime stretta tra i loro corpi abbracciati.
Tooru sorrise e iniziò a ondeggiare lentamente col bacino consentendo ad Hajime di sentire anche la sua erezione che si strofinava pigra contro i suoi addominali, mentre il suo sguardo scandagliava il volto di Hajime con attenzione, come se volesse imprimersi ogni più piccolo dettaglio nella memoria.
Hajime stesso era catturato dall'immagine meravigliosa di Tooru davanti ai suoi occhi.
La pelle umida riluceva di bagliori perlacei, la luce delle brilline in mezzo al vapore le donava un aspetto così etereo che Hajime si sentì invadere da un'emozione che era insieme fisica e spirituale, il bisogno ormai irrinunciabile di amare e venerare quella meravigliosa creatura per tutta la vita.
Il sorriso di Tooru si fece più ampio e malizioso mentre leggeva sul volto di Hajime il suo stesso desiderio.
"E questa volta, Iwa-chan" mormorò prima di posare le labbra sulle sue in un delicato sfioramento "voglio sentirti dentro di me."
Tooru scivolò con la lingua sulla bocca di Hajime, succhiando e mordicchiando la carne tenera delle sue labbra, prima di insinuarsi all'interno e approfondire il bacio.
Hajime lo attirò ancora più vicino, il bisogno ormai irresistibile di essere a contatto con quanta più pelle possibile; strinse forte tra le braccia quel corpo caldo e morbido, la pelle così liscia e setosa che non gli sembrava davvero possibile che potesse ricoprirsi di scaglie dure e taglienti.
Ma non doveva pensare alla bestia.
La bestia era stata saziata, aveva preso quello di cui aveva bisogno e ora sembrava addormentata; l'appetito domato e la stanchezza della trasformazione avevano quietato quella parte più selvaggia dell'indole di Tooru.
Ora c'era solo il ragazzo, splendido e meraviglioso, che chiedeva di essere amato, riempito, che voleva Hajime dentro di sé, nella carne e nello spirito.
E per quanto l'istinto animale fosse ancora presente e vibrante in quell'aroma dolce e seducente, erano ora la sua mente e il suo cuore a guidare il bisogno di Tooru, un riflesso di quello di Hajime chiaramente leggibile in quei gesti sensuali e provocanti mentre lo assaporava lentamente, senza fretta, le sue labbra e la sua lingua che sembravano non averne mai abbastanza di quelle di Hajime.
Ancora una volta erano in sintonia, senza bisogno di esprimersi a parole, i sospiri che entrambi emettevano come unico suono all'interno della grotta.
Le mani di Hajime scivolavano lungo la pelle di Tooru, scorrendo lungo le cosce toniche fino a raggiungere i glutei, sodi e invitanti come due meloni maturi. Hajime strinse la carne tra le dita, e poi scivolò verso l'alto, seguendo la spina dorsale vertebra dopo vertebra e scendendo di nuovo a circondare la vita sottile e i fianchi morbidi.
Le sue dita indugiarono ancora dietro la schiena, scivolando in quelle due fossette sopra le natiche per poi scendere nuovamente verso il basso.
Tooru sembrava estasiato da quelle dolci carezze, le palpebre pesanti che facevano tremolare le lunghe ciglia scure mentre morbidi sospiri uscivano dalle sue labbra socchiuse.
La percezione delle dita di Hajime era falsata dal calore dell'acqua e dalle vibrazioni delle brilline, ma quando scivolò in mezzo alle natiche di Tooru non riuscì a non accorgersi degli umori che fuoruscivano dal corpo di Tooru. L'acqua in quel punto era infatti ancora più calda, quasi bollente, le sue dita riuscivano a percepirne anche la diversa densità ricoprendosi come di una patina spessa e oleosa.
Hajime poteva quasi sentire sulla lingua il sapore di mandorla di quel fluido denso e vischioso che usciva dal corpo di Tooru senza averlo nemmeno mai assaggiato.
Scivolò sperimentalmente con un dito dentro a quell'invitante calore, strappando dalle labbra di Tooru un miagolio peccaminoso. Tooru gettò indietro la testa, i denti che stringevano il labbro inferiore fino quasi a farlo sanguinare, e Hajime spinse lentamente fino in fondo facendo inarcare la sua schiena flessuosa.
"Mmhh..." gemette Tooru e Hajime rabbrividì, il rumore del suo piacere che diventava il suo nuovo suono preferito.
"Dio Tooru quanto sei bello." mormorò sulla sua pelle, le labbra e la lingua che tracciavano percorsi sul petto caldo e arrossato di Tooru.
"Iwa-chan... dentro. Ti voglio dentro di me..." mormorò ancora, la voce spezzata e il fiato che sembrava uscire in piccoli sbuffi dalle sue labbra arrossate e gonfie.
Hajime aggiunse un altro dito, non per necessità ma per il piacere di entrambi. Le sue dita scivolavano infatti in quel calore senza alcuna difficoltà, scorrendo avanti e indietro e strappando un sottile piagnucolio dalle labbra di Tooru.
Quel suono gli arrivò dritto in mezzo alle gambe e Hajime si arrese al bisogno che lo stava ormai divorando.
Doveva prendere Tooru, penetrarlo, farlo suo per sempre.
Tooru emise un lungo gemito quando Hajime lo sollevò appena per i fianchi per poi scivolare lentamente dentro di lui.
La testa era reclinata indietro, la bocca aperta in respiri superficiali e tremanti mentre Hajime avanzava un centimetro per volta dentro al suo corpo senza mai staccare gli occhi dal suo viso stupendo.
Era l'immagine stessa del piacere, le lunghe ciglia scure che tremolavano appena e un lungo sospiro appagato che uscì dalle sue labbra quando finalmente Hajime raggiunse il fondo.
Tooru posò allora le labbra sulle sue, la lingua che si insinuò nella sua bocca mentre infilava le dita tra i capelli aggrappandosi alle ciocche umide di Hajime.
Restarono fermi, immobili, finalmente uno nell'altro, i loro corpi uniti e le loro anime fuse insieme, cercando di calmare il battito impazzito dei loro cuori e regolarizzare il respiro.
Hajime riuscì a percepire il suo stesso profumo di resina che si mescolava a quello di Tooru, un'unione armoniosa e vellutata, che nulla aveva a che vedere con quella selvaggia e istintiva della volta precedente.
Poi Tooru cominciò a muoversi, i fianchi che ondeggiavano piano in un movimento pigro e sensuale, appena accennato, che generava una scarica di sottile piacere nel corpo di entrambi, troppo insoddisfacente e allo stesso tempo inspiegabilmente appagante.
Tooru non accelerò il ritmo, continuò a muoversi con quel dondolio superficiale, una sottile tortura che accendeva il bisogno più che placarlo.
Eppure, a entrambi andava bene così.
Era ormai chiaro che nessuno dei due avesse fretta, sembrava piuttosto che volessero prolungare quell'unione il più a lungo possibile.
Le mani di Hajime scivolavano ancora inesorabili sulla pelle di Tooru, quasi come se volessero mappare tutto il suo corpo, le linee più tese dei muscoli dorsali, quelle due adorabili fossette sopra i glutei, le spalle ampie, la mascella decisa. Tooru era meraviglioso e Hajime cercava di imprimersi quel momento nella memoria, la pelle calda e setosa sotto alle sue dita, il calore stretto che lo avvolgeva, la lingua morbida che lo assaporava come una gustosa pietanza.
"Iwa-chan..." Tooru sospirò sulle sue labbra.
Hajime spinse leggermente col bacino verso l'alto, strappando un altro mugugno dalle labbra di Tooru.
"Ancora." disse inarcandosi appena, gli occhi chiusi e il pomo d'Adamo che oscillava lentamente su e giù catturando lo sguardo di Hajime ancora una volta.
Hajime lo fece di nuovo, una spinta leggera dei fianchi verso l'alto, trattenendosi in fondo per un istante, per poi scivolare di nuovo lentamente fuori di qualche centimetro, e riaffondando ancora dentro di lui.
"Dio, Iwa-chan, è bellissimo sentirti dentro di me..."
Hajime rispose posando le labbra sulle sue, il bacio che diventava sempre più profondo come gli affondi che lentamente si facevano più intensi, la sensazione ottenebrante del calore stretto di Tooru che si alternava al piacevole formicolio delle brilline quando usciva da lui.
Fu Tooru a trasformarlo infine in un ritmo, sempre lento e sensuale, ma il bisogno di arrivare si faceva di minuto in minuto più forte, intenso, ormai irresistibile.
"Iwa..." gemette gettando nuovamente la testa all'indietro, le unghie piantate nelle spalle di Hajime mentre lui lo sosteneva negli affondi sempre più serrati, sollevandolo con le sue forti braccia e poi lasciandolo cadere, ancora, e ancora, una meravigliosa tortura che sembrava non dover finire mai.
"Più... veloce..." gemette ancora Tooru, ormai quasi al limite, il calore che si era costruito dentro di lui spinta dopo spinta, che premeva ormai per esplodere.
Hajime obbedì, nonostante Tooru non avesse usato quel tono imperioso, il suo desiderio restava comunque un ordine per Hajime, che prese a spingere con più forza verso l'alto, incontrando Tooru in ogni affondo, l'acqua della polla che sciabordava ormai attorno a loro come un luminoso mare in tempesta e spruzzava piccole gocce brillanti sui loro corpi.
"Iwa..." Tooru piagnucolò, acuto e sottile, le dita aggrappate ai suoi capelli e la bocca aperta in cerca di ossigeno mentre saliva spinta dopo spinta verso la vetta.
"Tooru..." grugnì Hajime in risposta, le mani strette attorno ai fianchi di Tooru, sollevandolo e spingendolo con forza negli ultimi affondi.
Sentì Tooru gemere ancora una volta, una vibrazione che partiva dal centro del suo essere mentre si stringeva attorno a lui, ancora e ancora, e poi crollava abbandonato tra le sue braccia, la fronte sulla sua spalla, ed emetteva un profondo sospiro soddisfatto.
"Iwa-chan... Hajime... ti amo, Hajime."
Hajime non riuscì a resistere al suo nome di battesimo pronunciato nell'ultimo bagliore di Tooru e lo raggiunse oltre la vetta riversandosi copiosamente nel suo corpo caldo e meraviglioso.
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Non voleva farlo così ma nel profondo del suo cuore sapeva che era la cosa migliore per entrambi.
Tooru dormiva su un fianco, mollemente adagiato sul tappeto di muschio dove Hajime lo aveva trasportato con un po' di fatica, dopo che avevano fatto l'amore nella polla luminosa.
Le brilline erano rimaste quiete sotto al pelo d'acqua, ruotando appena in lenti vortici dopo che i due ragazzi si erano allontanati per sdraiarsi sul muschio e riposare un po'; ma, dopo qualche ora, non appena Hajime si era alzato in piedi, si erano di nuovo radunate in un piccolo sciame e avevano preso a vorticare sopra di loro.
Dovevano avere capito che c'era ancora bisogno del loro aiuto, che ne aveva bisogno Hajime per percorrere per l'ennesima volta quel labirinto insidioso, e allo stesso tempo avrebbero dovuto vegliare su Tooru che dormiva inconsapevole al centro della grotta.
Hajime osservò il suo viso un'ultima volta cercando di non singhiozzare ma lasciando scorrere le lacrime senza nemmeno tentare di fermarle.
Se quegli occhi fossero stati aperti, se quelle iridi calde e golose lo avessero guardato, non avrebbe mai trovato il coraggio di andarsene.
E invece doveva farlo.
Era l'unico modo per trovare una soluzione.
Lo sapeva, ne era intimamente convinto, ma la consapevolezza non faceva nulla per rendere quell'addio meno doloroso.
Era come lasciare lì un pezzo del suo cuore. Non sarebbe mai più stato una persona intera se non fosse tornato a riprenderselo. Così come non era completo senza tornare da Tobio.
A volte amare tanto significava anche soffrire tanto.
Hajime deglutì il nodo che gli bloccava il respiro.
Gettò un ultimo sguardo al volto addormentato di Tooru, a quelle lunghe ciglia che proiettavano un'ombra scura sulle guance pallide. A quelle labbra rosee distese e serene nel sonno. A quelle gambe lunghe e lisce e...
Hajime chiuse gli occhi per staccarsi da quella malia, e si voltò verso la spaccatura nella parete della montagna.
E senza più guardarsi indietro, si incamminò nel cuore della montagna.
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