BONUS 🔞 - TRE



ATTENZIONE

Se il dettaglio di un rapporto poliamoroso/threesome non fa per te, puoi pure saltare questo capitolo. La vicenda è di fatto conclusa con l'epilogo che hai già letto, puoi andare direttamente ai ringraziamenti.


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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

🔞 capitolo adatto a un pubblico adulto 🔞

🔞 THREESOME/POLYAMORY 🔞


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Hajime aprì la porta del suo appartamento e la scena che lo accolse gli strappò un sorriso, l'ennesimo di quella lunga giornata.

Richiuse con calma la porta alle sue spalle e per sicurezza diede un giro di chiave, così da evitare che qualche cameriera troppo solerte li interrompesse involontariamente.

I suoi passi erano attutiti dai folti tappeti che ricoprivano la fredda pietra e Hajime non fece nulla per palesare la sua presenza, così da potersi gustare quell'immagine meravigliosa ancora per un po'.

L'unica illuminazione della stanza proveniva dal grande camino in cui ruggiva un fuoco vivace.

L'odore della legna che ardeva era mescolato a quella fragranza nuova e meravigliosa che aveva imparato ad amare negli ultimi tempi, il dolce profumo delle mandorle con una punta salata e fresca dovuta al sentore marino di Tobio.

Hajime inspirò a fondo e si concesse finalmente di concentrarsi sulla scena meravigliosa che si parava davanti ai suoi occhi.

Il profilo di Tobio si stagliava scuro nel chiarore delle fiamme, la schiena arcuata e la testa gettata indietro; aveva la bocca socchiusa da cui provenivano gemiti rochi e vibranti che seguivano il ritmo martellante dei suoi fianchi.

La voce di Tooru era invece alta e acuta, lui era sempre molto vocale durante il sesso, come avevano avuto modo di scoprire nelle ultime settimane.

"Ahhh... Sì! Così Tobio-chan..."

Hajime fece ancora un passo uscendo dalle tenebre che oscuravano il resto della stanza e finalmente si palesò alla luce delle fiamme.

Tobio lo scorse immediatamente e si fermò ansimando, piccole perle di sudore che scivolavano lungo il mento e gocciolavano sul petto di Tooru sotto di lui.

"Tobio-ch...?"

Tooru aprì gli occhi e seguì la direzione dello sguardo di Tobio fino al volto sorridente di Hajime.

"Iwa-chan!"

"Continuate pure, non fate caso a me..." borbottò Hajime cercando, con scarso successo, di nascondere il suo divertimento sotto a un tono burbero e piccato.

"Non arrivavi più..." piagnucolò Tooru, il respiro affannato mentre si sollevava sui gomiti "così ci siamo messi a giocare a Shogi e..."

"...sto riscuotendo la mia vincita." concluse Tobio con un sorriso beffardo mentre si staccava da Tooru e si sedeva sui talloni.

Era ancora ansimante lui stesso, ma non poteva certo perdere l'occasione di far sapere a Hajime che aveva di nuovo battuto Tooru a quel gioco originario di Aoba che Takeru aveva voluto lasciare allo zio in ricordo della sua terra natale.

Hajime sorrise a quell'ennesima manifestazione della competitività tra i due; il loro antagonismo aveva raggiunto sin da subito livelli incredibilmente elevati tanto che, dopo le prime accese discussioni, Hajime aveva quasi deciso di impedire loro di sfidarsi a quel gioco. Ma, per fortuna, avevano presto trovato un modo decisamente creativo di scommettere sulla vittoria di ogni singola partita, e l'ebrezza del gioco stesso si sommava ormai all'aspettativa di quello che sarebbe seguito. Chi avesse vinto o perso diventava ormai poco importante, quando il premio era in realtà per entrambi.

Hajime prese una coppa che riempì con del vino dalla brocca accanto alla tavola da gioco.

"Scusate se abbiamo un regno da governare!" si costrinse a puntualizzare, prima di buttare giù tutto d'un fiato il vino che aveva versato nella coppa "Ma vedo che voi avevate cose più importanti da fare. Idiota io che vi ho perfino giustificati con mio padre e il Gran Consiglio. E voi, in tutta la vostra ingratitudine, non mi avete nemmeno aspettato..."

Avrebbe voluto sembrare asciutto e scostante, ma l'amore che provava per loro era evidente nel tono beffardo e scanzonato con cui aveva pronunciato le ultime parole.

Li amava infintamente entrambi, e averli trovati così, talmente persi l'uno nell'altro da non accorgersi nemmeno che fosse entrato nella stanza, era stata per lui un'immensa gioia.

"Su, su, Iwa-chan, non ti arrabbiare..." mormorò Tooru "piuttosto vieni qui e unisciti a noi!"

La sua voce era roca e suadente, accompagnata da un gesto languido della mano; era un invito decisamente allettante e Hajime fu davvero combattuto per qualche istante.

Posò a terra la spada e la tunica, e sciolse i lacci della camicia mentre si accomodava nella grande poltrona di pelle accanto al camino.

"Andate pure avanti voi, per il momento mi godo lo spettacolo." mormorò infine mentre si sedeva a gambe larghe, il gomito appoggiato a uno dei due braccioli, in una posa più adatta al guerriero che al principe.

Ma, in fondo, Hajime era entrambe le cose.

"Non vorrei mai privare Tobio della sua preziosa ricompensa per la vittoria." aggiunse poi con un sorriso, fissando Tobio dritto negli occhi e facendogli l'occhiolino.

Tobio gli sorrise di rimando, una luce maliziosa nei suoi occhi mentre si posizionava nuovamente tra le gambe di Tooru e lo spingeva di nuovo sdraiato sul tappeto.

"Tobio-chan sei un bruto!" lo ammonì Tooru con quel broncio provocante a cui aveva già capito che Tobio non era in grado di resistere.

"Stai zitto!" rispose Tobio, tappandogli la bocca con le sue stesse labbra.

Scivolò nuovamente nel suo corpo rovente, i fianchi che ondeggiavano lentamente, e il profumo del mare si spanse di nuovo per la stanza sovrastando, ma senza annullarlo, quello più dolce di mandorla.

Era un connubio meraviglioso e divenne ancora più gradito ai loro sensi quando assunse quella punta di resina che la crescente eccitazione di Hajime stava generando.

"Mmmhhh..." mugugnò Tooru, le dita intrecciate tra i capelli di Tobio, mentre si staccava dalla sua bocca per respirare.

Non riusciva a tenere gli occhi aperti, le palpebre che sfarfallavano ad ogni spinta e le sue labbra arrossate e gonfie che si aprivano in cerca di ossigeno.

Hajime li osservava attento, la bellezza intrinseca di quella immagine era quasi commuovente.

Il corpo di Tobio era pura potenza, i muscoli guizzanti e lucidi di sudore che si contraevano catturando il suo sguardo, che scivolava alternativamente sul corpo di Tooru, elegante e flessuoso, le morbide rotondità ora ancora più piene e appetitose dopo aver gustato il cibo delle cucine reali.

Le fiamme donavano bagliori dorati alla pelle abbronzata di Tobio, mentre era il rame che scintillava nei capelli di Tooru a catturare ancora una volta l'ammirazione di Hajime. Erano più corti, ora, la cameriera personale di Tooru – Miwa, la sorella di Tobio – si era presa cura della sua chioma selvaggia restituendogli a tutti gli effetti l'aspetto di un principe. Hajime aveva impiegato qualche giorno ad abituarsi ai corti riccioli di Tooru, ma alla fin fine lo trovava splendido in qualsiasi situazione.

Tooru aprì le palpebre e osservò Hajime per un istante, giusto per essere sicuro che stesse guardando.

Era una 'cosa' degli ultimi giorni, quella, fare l'amore in due mentre il terzo guardava, e Tooru in particolare adorava essere guardato.

Allacciò le caviglie ai fianchi di Tobio e con un colpo di reni scambiò le loro posizioni. Tobio fu docile e arrendevole, amava quando Tooru lo cavalcava e le sue labbra si distesero in un sorriso soddisfatto mentre il corpo di Tooru oscillava sopra di lui.

"Iwa-chan... ti piace quello che vedi?"

Hajime rispose con un grugnito, abbastanza sicuro che la sua voce avrebbe tradito l'impennata della sua stessa erezione intrappolata nei pantaloni troppo stretti.

Tooru puntellò le mani sul tappeto accanto alla testa di Tobio e prese a ondeggiare lentamente col bacino, un movimento languido e appena accennato, prima di sollevarsi sulle cosce e poi scendere di nuovo accogliendo l'intera lunghezza di Tobio dentro di sé.

Tobio non riuscì a trattenere un gemito e chiuse gli occhi, mentre Tooru ruotava la testa indietro, cercando gli occhi di Hajime per assicurarsi che non si perdesse nemmeno un affondo.

E in effetti Hajime aveva intenzione di godersi appieno lo spettacolo.

Il culo sodo e rotondo di Tooru era meraviglioso da quella angolazione, le fiamme del camino che creavano un gioco di chiaroscuri davvero ipnotico, mentre Tooru si sollevava ancora e poi scendeva, stabilendo un ritmo sempre più serrato affondo dopo affondo.

Tobio lo afferrò per i fianchi e gli andò incontro nelle spinte aumentando il ritmo.

Un sottile piagnucolio si levò dalla gola di Tooru mentre puntava le mani sul petto di Tobio per sostenersi in quel ritmo sempre più incalzante.

I suoi gemiti si levavano sempre più alti e acuti, e Hajime pensò che sarebbe venuto presto quando invece Tooru si fermò.

"Tobio-chan... aspetta!"

Entrambi ansimavano, sudati e bellissimi, e si guardarono per un istante negli occhi. E quel legame che Tobio aveva tanto desiderato si innescò ancora una volta, portandoli a pensare, volere, desiderare la stessa cosa senza nemmeno dirselo.

Tooru si sciolse dalla presa di Tobio, un gemito frustrato per la sensazione di vuoto quando si staccò completamente e si voltò a carponi gattonando verso la poltrona di Hajime.

"Ho voglia anche di te, Iwa-chan..." mormorò languido mentre armeggiava con i pantaloni di Hajime e li faceva scendere a metà coscia per liberare finalmente la sua prepotente erezione.

Hajime sorrise, ancora una volta incredulo di poter provare una felicità così piena e appagante.

Le labbra di Tooru lo circondarono a fatica, lo sguardo sensuale e provocante fisso nel suo, e Hajime dovette sforzarsi di non chiudere gli occhi per godersi la sensazione, perché era ben conscio che c'era ancora una parte dello spettacolo da guardare.

Fu Tooru a distogliere lo sguardo dal suo, abbassando le lunghe ciglia quando Tobio scivolò ancora una volta dentro di lui, le dita strette nella carne dei suoi fianchi mentre riprendeva a spingere in un ritmo che tornò subito martellante.

Era bellissimo sentirsi così uniti, collegati, il corpo di Tooru a fare da ponte tra loro due, i tre cuori ormai una cosa sola, fusi nel piacere come lo erano ogni istante nell'amore immenso che li legava.

Tobio appoggiò i pollici in quelle fossette appena sopra le natiche di Tooru, sembravano fatte apposta per quello, le dita che affondavano nella carne dei suoi fianchi mentre tornava a penetrarlo con un ritmo sempre più serrato.

I gemiti di Tooru vibravano attorno alla lunghezza di Hajime, il suono ovattato che si spegneva nella sua stessa gola mentre i grugniti di Tobio si levavano più forti e ravvicinati.

Tobio era ormai al limite, Hajime poteva riconoscerlo dalla luce famelica nei suoi occhi blu che non avevano abbandonato quelli verdi di Hajime nemmeno per un istante, e Hajime non riusciva più a distinguere se la fonte del suo piacere fosse la gola profonda di Tooru attorno alla sua lunghezza o l'immagine selvaggia e bellissima di Tobio a un passo dall'orgasmo.

Tobio spinse con più foga, il ritmo incalzante e serrato negli ultimi affondi, e poi si sciolse con un sordo grugnito nelle ultime spinte di assestamento.

Calde lacrime scivolarono dagli occhi chiusi di Tooru inzuppando il bordo della camicia di Hajime.

Sollevò la testa con un gemito, spinto dal bisogno di respirare, e trascinò lentamente la lingua fino alla punta prima di liberarlo. I suoi occhi erano caldi e languidi ed ebbero un guizzo nel momento in cui Tobio scivolò fuori da lui per sedersi ansimante sui talloni.

"Cazzo, Tooru, visto da qui sei bellissimo." soffiò fuori Tobio all'immagine che si parava davanti ai suoi occhi, mentre ancora prendeva dei respiri profondi per cercare di calmare il battito.

Tooru sorrise al complimento e si voltò appena mentre impugnava l'erezione di Hajime facendo scivolare lentamente la mano su e giù.

"E tu invece sei così egoista, Tobio-chan..." lo canzonò "sei venuto senza nemmeno aspettarmi. Meno male che c'è qui Iwa-chan che è così duro e già pronto per me..."

Tooru si arrampicò in grembo ad Hajime, le ginocchia comodamente puntate attorno ai suoi fianchi sulla grande seduta di pelle scura, e si fece scivolare lentamente sulla sua erezione.

Tooru era accogliente e incredibilmente stretto, per quanto avesse avuto Tobio dentro di sé fino a un attimo prima; Hajime sibilò, come sempre sopraffatto dalla sensazione di assoluta perfezione che lo assaliva ogni volta che lo penetrava.

Tooru gli circondò il collo con le braccia e scese finalmente a posare le labbra sulle sue.

Il bacio era profondo, caldo e umido, e Hajime poteva sentire il suo stesso sapore nella bocca di Tooru unito all'aroma aspro del vino e a quello più dolce e onnipresente delle mandorle.

"Mmmhhhh... che buon sapore che hai." mormorò sulle sue labbra, le mani che lo afferravano per i fianchi mentre ruotava sperimentalmente il bacino.

"Scopami, Iwa-chan..." mormorò Tooru accanto al suo orecchio, il fiato caldo che gli innescò un brivido e gli sbloccò immediatamente un ricordo.

Quanto tempo era passato da quella prima volta nella grotta. Quante cose erano successe. Quanto amore aveva trovato.

Hajime chiuse gli occhi e appoggiò la testa allo schienale mentre Tooru ruotava lento i fianchi, assaporando la sensazione di avere Hajime dentro di sé, le mani sulla sua pelle, la lingua nella sua bocca.

Hajime sollevò il bacino, le mani a stringere il culo sodo di Tooru mentre iniziava a spingere e spingere, il bisogno di sciogliersi nel suo corpo che ormai aveva raggiunto il limite.

"Iwa..." gemette Tooru, e il piagnucolio che seguì era un suono incoerente e quasi inumano, la bestia che tornava talvolta in acuti uggiolii di piacere mentre il corpo vibrava in tutte le sue terminazioni nervose.

Il piacere cresceva ad ogni spinta, le dita di Hajime lasciavano segni rossi che si sovrapponevano a quelli di Tobio che, seduto sulla poltrona gemella di fronte al fuoco, osservava la scena svuotando lentamente una coppa di vino.

Raggiunsero l'orgasmo nello stesso momento, e anche l'erezione di Tobio si impennò in quell'istante, il loro legame che si faceva di giorno in giorno sempre più viscerale e profondo.

Tobio sbatté ancora una volta le palpebre, quasi incredulo davanti a quella scena meravigliosa.

La schiena di Tooru era sudata e lucida, cosparsa di morsi e succhiotti che risalivano alla sera prima, le grandi mani di Hajime che scivolavano in lente carezze mentre entrambi cercavano di recuperare il controllo dei loro corpi.

E davanti a quell'immagine di sublime perfezione, Tobio ebbe infine la risposta alla sua domanda.

Insieme ad Hajime e Tooru, 'tre' era assolutamente, innegabilmente, meglio di 'due'.


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