XVIII.
A volte mi capita di pensarci,
di pensarlo,
pensarlo profondamente
ma ciò non significa nominarlo.
Sono due cose ben diverse.
Torna tra i miei pensieri
attraverso una parola,
una frase,
un luogo che mi ricorda lui
al punto tale da rendermi conto
che in realtà,
per quanto io voglia crederci,
non è passata.
È sempre lì accanto a me,
dentro me solo che a volte
non ci faccio caso.
Ed è lì che sento la mancanza
sento un peso nel petto,
quel peso che rappresenta la sua assenza.
Ma non è lui fisicamente che mi manca.
Quello che manca è l'effetto che faceva su di me,
ciò che mi provocava il sapere di vederlo,
di poterlo osservare anche solo per un attimo, un minuto, un secondo.
Mi manca il sorriso che mi faceva nascere l'idea di vederlo,
la leggerezza che lasciava dentro.
Mi manca averlo in mente,
mi manca la sua presenza
in ogni mio pensiero,
in ogni mio scritto,
in ogni canzone che ascoltavo.
Quando dedico un attimo di tempo al suo ricordo
mi rendo conto di quanto ora tutto appaia semplicemente
più spento,
e forse meno facile da affrontare.
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