XV.

Fa un certo senso tornare indietro a dove tutto è iniziato, dove tutto ha preso forma.
Fa un certo senso persino metterlo per iscritto e lasciare che le sensazioni prendano forma.
Si fa una certa fatica ad affrontarlo, forse perché dopo tanto tempo ormai si presupponeva che tutto fosse ormai insignificante, semplice da superare o che addirittura non facesse alcun effetto.
Invece per l'ennesima volta, dopo un tempo che pareva lunghissimo, ti ritrovi a ricrederti, a dover ammettere a te stesso che non c'è proprio nulla di diverso da prima, al contrario è solo tutto ancor peggiore.
Da fastidio ripercorrere gli stessi corridoi, entrare nelle stesse aule oppure anche solo essere circondato da quelle mura in cui tutto e al contempo niente è successo.
È più forte, più pesante, più fastidioso di un temporale improvviso.
Ti coglie impreparato, buttandosi addosso a te prepotentemente lasciandoti senza le forze per reagire.
Fa un certo effetto anche solo sostare per poco tempo in quello spazio che non fa altro se non riportare a galla i ricordi, quelli straordinari, quelli devastantanti tutti insieme senza il minimo ritegno.
Così ti trovi lì, intrappolato in quella bolla da cui non sai se vuoi scappare il più lontano possibile oppure restare e lasciare che tutto ti travolga come era in un tempo di cui neanche ti ricordi.
Prendere di petto tutto quanto, lasciarti sovrastare da quelle emozioni che mancano ma allo stesso tempo infastidiscono. Perché tutto sembra troppo bello per essere vero e altrettanto tremendo da essere vissuto.
È incredibile come di punto in bianco tutto torni ad essere allo stesso modo, come prima con tutti i suoi colori, le sue sfumature, le sue imperfezioni.
Ed è proprio in quel preciso istante che ti rendi conto di quanto sia stato importante per te, dell'impronta irremovibile che ha lasciato, del ruolo che ha giocato nella tua vita. Un ruolo che credevi non avesse così tanta rilevanza e che invece era più  fondamentale di tutti gli altri messi insieme.

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