24
Oggi è l'ultimo giorno di permanenza qui alla villa.
Nicolas partirà domattina presto insieme a tutta la famiglia, compresi i genitori di Clara e la tutor, Clarissa.
Stavolta non lo accompagnerò in aeroporto. Mi manca già.
"Ci vedremo l'estate prossima" dice, sdraiato sull'erba del giardino dietro casa.
Il sole splende inconsapevole della tristezza che ci affligge.
"Non puoi tornare almeno per Natale?" gli domando, seduta accanto a lui.
Sembra cresciuto così tanto.
"Se i nonni restassero qui sarebbe un'idea sensata, ma ormai nulla ci lega più a questo posto" risponde, come se nulla fosse.
È rilassato. Stavolta gli è del tutto indifferente separarsi da me e questo non fa altro che farmi stare ancora peggio.
Mi sento così impotente, così triste e già malinconica.
Non voglio che vada via di nuovo per rivederlo tra un anno. A lui, invece, pare vada bene così.
"Ora che hai una nuova famiglia è tutto più facile per te, vero?"
Lui sospira, forse stanco, forse triste, non riesco a capirlo.
"Per me sono come nuovi amici, non la definirei famiglia. E poi, sono così snob. Clarissa ha trovato il suo ambiente naturale, insomma"
Scoppia a ridere e apre gli occhi verso il cielo limpido.
Sorrido guardandolo.
"Mi mancherai, più di prima" gli confesso senza potermi fermare.
Lui torna serio e si mette seduto.
Cerca le mie mani e io gliele stringo.
Mi viene da piangere al pensiero di non poter più avere le sue mani tra le mie, di non poterlo guardare più negli occhi, di non poter più sentire il battito del suo cuore quando mi abbraccia o i suoi baci morbidi e delicati.
Comincio a singhiozzare ma cerco di reprimere le lacrime per non farlo preoccupare.
"Non dovrebbe essere più facile? In fondo, non è la prima volta che me ne vado, dovresti essere abituata alla mia assenza"
Scuoto la testa facendomi scappare un verso strozzato.
"Vera, non piangere, ti prego. Questo non è un addio, non lo sarà mai"
Non resisto più ed esplodo. Le lacrime scendono copiose sul mio viso senza riuscire a fermarle. Abbasso la testa per non guardarlo ma piango solo più forte.
Nick mi accarezza i capelli ma non mi abbraccia come sempre e questo mi rattrista ancora di più.
Cosa gli è successo?
"Lo sarà, invece, l'hai detto tu stesso, non c'è più nulla che vi leghi qui" dico tra un singhiozzo e l'altro.
"È vero, la famiglia resterà unità, ma tu e tua madre siete troppo importanti per noi, non potremmo mai abbandonarvi"
Riporto lo sguardo su di lui. È rigido, senza alcuna espressione sul viso, è troppo indifferente.
"Per te restare o partire è uguale, lo vedo"
Lascio le sue mani e mi allontano da lui. Non mi piace quando fa così, soprattutto in un momento come questo, con me in queste condizioni. Cuore di pietra.
"Non è così, sono solo accondiscendente, non posso decidere nulla. Sono maggiorenne ma pur sempre cieco"
Adesso il suo tono è duro. Per lo meno prova ancora qualcosa.
Mi asciugo il viso con le mani, ora come ora non si merita il mio dolore.
Mi alzo e mi sistemo il vestitino floreale che indosso.
Avverte i miei movimenti e mi imita, avvicinandosi di nuovo a me.
Allarga le braccia ma non mi va di cedere adesso, è stato troppo duro con me, solo perché mi dispiace che parta. Non ci sto.
Gli afferro solo la mano e lo trascino per rientrare in casa ma lui mi strattona con il braccio costringendomi a voltarmi verso di lui.
Mi abbraccia senza il mio consenso ma non riesco a porre resistenza.
Riprendo a piangere sul suo petto. Non so per quanto tempo.
A un certo punto, sento il suo corpo tremare e alzo il viso verso il suo.
Piange.
È la seconda volta che lo vedo piangere, ma così mai.
"Nick" sussurro, commossa quanto lui.
Cade in ginocchio davanti a me e lo seguo cingendogli il collo.
"Scusami, sono stata ingiusta. Pensavo non ti importasse più nulla di me e invece la tua freddezza era solo uno scudo. Perdonami" gli dico con gli occhi di nuovo lucidi.
Come ho fatto a non capirlo?
Restiamo così fino all'esaurimento delle nostre lacrime amare, poi Nick mi circonda il viso con le mani e mi bacia sulla fronte, proprio come la prima volta che è partito.
Sento di stare per esplodere di nuovo ma stavolta mi trattengo, non voglio ricominciare tutto da capo.
"C'è una cosa che volevo dirti da tempo"
Il suo respiro e la sua voce sono rotti dal pianto.
"Avrei voluto dirtelo all'aeroporto l'anno scorso ma non ho potuto a causa delle nostre madri. Pensavo di averlo superato con l'arrivo di Clarissa ma così non è stato. Quando sono tornato, l'occasione è sfumata per la mia arroganza. Al mio compleanno non ci hanno lasciato un momento da soli. Spero che questa sia la volta buona perché non riesco più a tenerlo dentro, a cercare di reprimerlo. Non immagini quanto sia stato male quando non mi hai detto di Cristiano. Pensavo di non contare più nulla per te, pensavo di aver sprecato tutto il tempo passato insieme"
Parla in modo frettoloso e mi stringe il viso come se potessi davvero scappare da un momento all'altro.
Non scapperei mai da lui.
Cerco di imprimere nella memoria ogni singola sillaba. Le parole di mia madre sulla sua ipotetica promessa d'amore mi affollano la mente.
Era tutto vero? Perché non l'ho capito prima? E io che mi sono fatta abbindolare da uno come Cristiano.
"Il fatto è che non vorrei dirlo perché se lo dicessi diventerebbe vero, tangibile, e farebbe troppo male ripartire. D'altro canto non posso più tenerlo dentro e struggermi così"
Sospira, forse sta cercando le parole giuste.
Trattengo il respiro, in attesa.
Scuote la testa come per scacciare un pensiero.
No, ti prego, non ripensarci, non tornare indietro.
Avvicina il suo viso al mio senza dire una parola e nel frattempo mi accarezza le labbra con il pollice.
Mi sento avvampare come mai prima d'ora. Tutto il mio corpo brucia.
Le sue labbra sono così vicine alle mie. Chiudo gli occhi per prepararmi al primo bacio della mia vita.
"VERA" urla mio fratello.
Nicolas si allontana di scatto facendomi cadere in avanti con le mani sull'erba.
I passi di Leonardo si avvicinano correndo.
Lo odio!
"Vera, mamma sta male" urla appena entra nel mio campo visivo.
È pallido in viso e ha gli occhi lucidi.
Nicolas e io ci alziamo di scatto, corro verso mio fratello mentre lui raggiunge il muro a tentoni, per poter rientrare in casa.
Non ho tempo per accompagnarlo dentro.
Mamma è svenuta sul divano del salotto. Clara, Matteo e mio padre sono chini su di lei, l'amica con una boccetta di spezie che sventola davanti al naso di mia madre, papà le sostiene la testa mentre Matteo le fa vento con un vassoio.
Leonardo si stringe a me senza riuscire a guardare la mamma.
Solo quando Nicolas entra in casa, lei si sveglia.
"È meglio se torniamo a casa. Buon viaggio per domani, Clara. Andiamo, ragazzi" dice mio padre, sostenendo mia madre per la vita.
Prendo tutte le borse e saluto frettolosamente i due adulti.
Nicolas è più triste che mai.
Lo abbraccio forte e corro fuori con Leonardo al seguito.
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Lo stomaco brontola dalla fame, non abbiano ancora cenato. Abbiamo portato mamma in ospedale per dei controlli e ora stiamo aspettando.
Non riesco a non pensare a quello che stava per succedere.
Come siamo stati stupidi, entrambi spaventati dall'idea che l'altro non provasse gli stessi sentimenti quando in realtà era proprio così.
Vorrei tanto dirglielo in qualche modo ma non posso adesso, con mia madre ancora dentro una stanza bianca, ad attendere i risultati sulla propria salute.
Proprio mentre sono con la testa fra le nuvole, entra il dottore.
"Allora?" domanda mio padre, allarmato.
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, è stato solo un mancamento, carenza di zuccheri, pressione bassa, ed emozioni forti. Sta benissimo, può tornare a casa"
Sospiriamo rilassati e usciamo dalla stanza ospedaliera.
"A chi va una bella pizza?" chiede mia madre, di nuovo in forma e allegra come sempre.
"Io" esulta mio fratello, abbracciandola.
In pizzeria mangio poco, la mia testa è altrove.
Non posso dirglielo, non ora che sta per partire, ma lo farò, un giorno, forse l'anno prossimo.
So per certo che la prossima volta che lo vedrò, gli dirò tutto e finalmente potremo stare insieme, spero.
Non devo sognare a occhi aperti, lo so, ma la speranza è sempre l'ultima a morire!
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Angolo scrittrice:
Finalmente Vera ha compreso i propri sentimenti verso Nicolas ma lui deve partire.
Cosa accadrà a questa coppia?
Riusciranno a stare insieme?
Carla sta davvero bene?
P.s. Capitolo non revisionato, se trovate errori non esitate a commentarli, grazie.
Fiordaliso 💙
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