12

Mi apposto accanto a mia madre seduta al tavolo mentre parla con la sua migliore amica.

"Non vedo l'ora di iniziare, non lavoro da quindici anni, sono un po' arrugginita" le confida Clara.

"Andrai alla grande, ormai sei una madre lingua" la sostiene mia madre.

Sposto una sedia per sedermi e mi prendo il viso tra le mani.

Mi sento così strana, triste, abbattuta, e non capisco perché stia reagendo così. È una tutor, la sua sexy tutor. Ma ha solo vent'anni, come può fargli da tutor? Però è più grande di lui, i ragazzi preferiscono le più piccole, no? Ma Nick è un amico, solo un amico, e per quella ragazza è solo un ragazzino, non potrà volere nulla da lui. Le ragazze cercano dei ragazzi più maturi, con la macchina e la barba da uomo fatto e finito. Mi sto solo facendo mille paranoie.

Chiedo a Clara un bicchiere d'acqua e lei me lo porge subito continuando a discorrere con mia madre, ma non le sento, sono sola con i miei pensieri.

Bevo un lungo sorso d'acqua cercando di scacciare queste strane sensazioni allo stomaco, senza riuscirci. Ripenso al suo sorriso, ai suoi occhi blu. La guardava negli occhi. Certo non poteva vederla ma non gli è mai piaciuto tenere troppo gli occhi aperti e invece con lei...

E il sorriso, il suo meraviglioso e sincero sorriso. Sono davvero gelosa di un sorriso e di un paio di occhi blu? Sì, lo sono. Nick mi piace tanto, come amico, credo. Non voglio che abbia un'altra amica. Sono così egoista adesso. Voglio essere speciale per lui, non sopporto l'idea di un'altra ragazza insieme a lui, è insostenibile.

Per poco non sbatto la fronte sul tavolo, persa nei miei pensieri. Mi alzo di scatto dalla sedia spaventando le due donne.

"Tutto bene, Vera?" chiede, preoccupata, mia madre.

Annuisco ed esco dalla cucina. Non lo lascerò da solo con quella tipa. Ho dalla mia parte il presupposto che non può preferire nessuna delle due in base all'aspetto, altrimenti avrei perso miseramente, ma solo in base al carattere e io gli sono sempre piaciuta, continuerò a piacergli più di lei.

La porta della sua stanza è rimasta spalancata. Ringrazio mentalmente Leonardo che si è seduto in mezzo ai due voltando la testa a destra e a sinistra per guardarli entrambi. Nick ha richiuso gli occhi e la tutor annuisce a mio fratello ancora con il sorriso stampato in faccia.

Entro senza bussare e mi avvicino velocemente a Nick. Mi siedo accanto a lui sul letto e lui si volta verso di me avvertendo la mia presenza.

"Vera, ma dove sei andata?" chiede cupo.
"Dovevo correre al bagno" mento.

Lui annuisce grave e cerca con le mani il mio viso, poi mi abbraccia.

"Che schifo!"

Fulmino mio fratello con lo sguardo mentre stringo forte il mio amico.
Vedo la ragazza alle sue spalle che mi saluta di nuovo sventolando una mano e ritorno seria separandomi da Nick.

"Piacere, Clarissa, sono la tutor di Nicolas" dice inclinando la testa al di fuori del piano del letto per guardarmi in faccia.

Faccio un gesto distratto con la testa a mo' di saluto, poi mi riferisco a Leo.

"Leo, perché non vai da mamma?"
"Vacci tu!"

Lo guardo severa ma lui non si muove di un millimetro.

Clarissa si schiarisce la gola attirando la sua attenzione.

"Perché non andiamo insieme di là, così finisci di raccontarmi la trama di quel nuovo videogioco?"

Il viso di mio fratello si illumina. I due si alzano dal letto ed escono chiudendosi la porta alle spalle.

"Come stai?" mi chiede subito Nick.

Decido all'istante di non parlargli di Adele, ormai è roba passata.
"Io bene, tu? Perché tenevi gli occhi aperti? Polvere fastidiosa?" chiedo speranzosa.

Scuote la testa.
"Clarissa vuole che li tenga aperti, dice che le fa strano parlare con qualcuno che non la guarda"

Le piace essere guardata anche dai ciechi? Sono sconvolta.

"Volevo presentartela ma tuo fratello non me lo permetterà" continua.
"Non importa, non mi interessa conoscerla, è solo un'insegnante" rispondo seria.

Nick fa spallucce e si stende sul letto.
"Che mi racconti di bello?" chiede distrattamente.

Ho forse detto qualcosa di male? Era eccitato all'idea di farmi conoscere la sua tutor ma non capisco il perché.

"Nulla di bello, il solito"

All'improvviso sento la sua mano stretta sulla mia.
"Cos'è questo?" chiede corrucciato mentre tasta la benda.

Allontano la mano e mi alzo.
Nicolas sembra confuso.
Gli racconto ciò che ho raccontato a mia madre, nulla di più. Lui annuisce. Mi ha creduta.

La porta si riapre ed entra Clarissa senza mio fratello.
"Simpatico, il bambino" dice sorridendo.

Mi volto verso il mio amico, non ho voglia di guardarla in faccia.
Lei invece mi affianca e posa una mano sulla spalla facendomi quasi sobbalzare.

"Tu devi essere Veronica, la migliore amica di Nicolas. Mi ha parlato tanto di te, solo però tra una pausa e l'altra"
Mi fa l'occhiolino costringendomi a guardarla.

Le ha parlato di me come la sua migliore amica. Sorrido senza farne a meno e annuisco.

"Clarissa non vedeva l'ora di conoscerti, dalla mia descrizione ti ha subito trovata dolce e simpatica"

Dolce e simpatica. Forse l'ho giudicata male troppo presto.

"Ci sai fare con i bambini" dico riferendomi a mio fratello.

"Ho anch'io un fratello più piccolo che mi fa impazzire ancora adesso che ha 15 anni" risponde fintamente esausta, sedendosi alla scrivania di Nicolas quasi di peso.

Mi siedo di nuovo sul letto, non voglio allontanarmi dal mio migliore amico.

"Come mai fai da tutor ai ciechi?" chiedo curiosa.
Clarissa si irrigidisce, porta le gambe unite e composte davanti a sé, e con la schiena dritta, seduta sulla sedia girevole rivolta verso di me, abbassa leggermente il capo.

"Perché voglio aiutare le persone cieche come mio fratello gemello" risponde monocorde.

Resto a bocca aperta. E chi se lo aspettava!

Prende un lungo respiro e continua: "Mio fratello gemello è nato cieco. L'ho sempre protetto a scuola dai ragazzini più cattivi, mi sono sempre sentita responsabile di lui, ero i suoi occhi, vedeva il mondo attraverso me. Lo aiutavo a studiare al liceo così non ha mai avuto bisogno di un tutor. Quando mia madre me ne parlò capii che in futuro era quello che avrei fatto.
Dopo il liceo, lui si è fidanzato e ora vive con la mia futura cognata, io invece mi sono iscritta come tutor all'albo e da un anno insegno alle medie e alle superiori ai ragazzi ciechi. Sono tutor di una ragazzina che adesso va in seconda media, e ora anche di Nicolas"

Sono meravigliata. L'ho davvero giudicata male e non è da me fare congetture prima di conoscere una persona, mi sento così in colpa per i miei pensieri.

"È davvero bello quello che fai" riesco a dire, sincera.

Clarissa fa spallucce come a scrollarsi di dosso la tristezza e torna a sorridermi.

Passiamo il resto del pomeriggio a chiacchierare come se fossimo un piccolo gruppo di amici in gita.

All'ora di cena arriva a prenderci mio padre e anche Clarissa saluta madre e figlio raggiungendo la sua auto. È una piccola cinquecento, un po' vecchiotta.

Mi saluta con la mano mentre abbandona la campagna attorno alla casa di Nicolas.

"Buona fortuna per il lavoro, cara" dice mia madre salutando l'amica sulla porta.
"Grazie, Carla, buona serata a tutti"

Saliamo in auto e mentre partiamo mi sporgo dal finestrino guardando verso la camera di Nick. Lui è lì, affacciato, con il vento che gli scompiglia i capelli scuri fusi con la notte. Ha gli occhi aperti e sorride ascoltando il rombo della macchina che si allontana.

Automaticamente sventolo la mano per salutarlo rendendomi conto solo dopo che, purtroppo, non può vedermi.













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Angolo scrittrice:

Cosa ne pensate di Clarissa? Diventerà amica di Veronica?

Vera ha i primi veri morsi della gelosia ma crede ancora di volere solo tanto bene a Nick, le cose potrebbero cambiare?

Fiordaliso 💙

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