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"Buongiorno, culo in dentro"
I miei compagni mi accolgono come sempre ma cerco di fare finta di niente. Velocemente prendo posto e sistemo le mie cose sul banco.
Sento dei passi avvicinarsi a me e non ho bisogno di alzare la testa per capire che si tratta di Adele.
"Si risponde quando qualcuno ti saluta" dice quasi innervosita.
Faccio un bel respiro pensando alle parole del mio migliore amico, la guardo per una manciata di secondi senza rispondere e riabbasso lo sguardo sul mio quaderno.
Sento Adele trattenere il respiro mentre il resto della classe ci osserva in silenzio.
A un tratto batte un pugno sul tavolo facendomi sobbalzare.
"Sei diventata sorda, Vera?" chiede ironicamente.
Mi porto la mano al petto per lo spavento e la guardo per risponderle a tono ma non ci riesco.
In questo momento lei è rossa di rabbia, fa quasi paura. L'ho sempre odiata ma non ho mai avuto paura di lei come ora.
Prima che possa dire altro, entra la professoressa di italiano e Adele è costretta a ritirarsi al suo posto senza staccare gli occhi verdi e penetranti da me.
Per il resto della mattinata, le ore scorrono lente e nei cambi d'ora corro in corridoio raggiungendo la bidella del piano. Stare vicino a un adulto mi calma. Non il professore di ginnastica, naturalmente.
Quando suona l'ultima campanella, vado nel panico più totale. Lancio un'occhiata veloce al posto di Adele che sembra più serena mentre discorre con la compagna di banco riponendo libri e quaderni in cartella.
Io poso tutto velocemente e corro in corridoio. Raggiungo la porta d'ingresso spintonando tantissimi alunni di tutte le età che mi lanciano parole poco carine ma al momento non mi interessa.
Esco all'aria aperta e proseguo a passo spedito in direzione di casa.
Passano dieci minuti e di Adele nemmeno l'ombra. Mi sarò guardata le spalle quasi venti volte.
Rallento ormai esausta, quasi non mi reggo in piedi. Ho il fiatone e lo zaino pesante non aiuta. Mi appoggio al muro e prendo fiato.
"Stanca?"
Sobbalzo e il mio cuore batte a mille.
Da dietro l'angolo, davanti a me, fa capolino Adele.
"Come hai fatto ad arrivare prima di me?" chiedo balbettando.
Vorrei correre via ma sono come incollata all'asfalto.
Adele si avvicina e nel frattempo mi spiega: "Il padre di Giuliana è venuto a prenderla con la macchina e mi sono fatta dare un passaggio fin qui. Ti sto aspettando da un po', sai?"
Sorride diabolica. Non so cosa potrebbe fare ma non sono mai stata più spaventata di così.
Quando è vicinissima a me, mi squadra dalla testa ai piedi come se non mi avesse mai vista prima.
Avvicina il suo viso al mio e sibila: "Nessuno può sfidarmi e passarla liscia, Vera. Tu la pagherai e la pagherai adesso"
Ho un groppo in gola, quasi non respiro.
Adele alza un braccio e, istintivamente, chiudo gli occhi aspettandomi un schiaffo. Invece posa delicatamente la sua mano sulla mia guancia e mi accarezza. Lentamente apro gli occhi e la vedo sorridere. La bocca sorride ma gli occhi lanciano scintille.
"Paura, Vera?" chiede con voce profonda.
So che non dovrei mostrare paura o, come ha detto Nick, resterò intrappolata nella sua rete per i prossimi cinque anni, eppure non riesco a fare altro che annuire appellandomi alla sua pietà.
Sono caduta così in basso.
Adele si allontana da me e con un braccio mi fa segno di camminare davanti a lei.
Lo faccio, forse ha funzionato. Ma appena le passo accanto, un ostacolo sulla strada mi fa perdere l'equilibrio. Cado per terra con le mani protese in avanti che cercano di attutire il colpo. Sento la pelle dei palmi aprirsi e la stoffa dei pantaloni stracciarsi sulle ginocchia.
Fa malissimo ma cerco di non piangere. Mi alzo dolorante con le mani e le ginocchia sanguinanti.
Sento Adele ridere divertita, mi sorpassa e gira l'angolo per tornare a casa sua.
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Mamma finisce di medicarmi, mi cambio i vestiti e raggiungo la cucina, affamata.
"Devi stare più attenta, tesoro, potevi farti molto male" mi rimprovera mamma accarezzandomi.
Annuisco e mangio mentre Leonardo, che ha già finito, mi lancia un'occhiataccia e và in camera sua.
Non le ho detto di Adele, solo che sono inciampata per strada.
Ora ho entrambe le mani fasciate e due brutte croste sulle ginocchia.
Almeno ho una scusa per non fare ginnastica per tutta la settimana.
Finito di mangiare, vado a fare i compiti mentre sento mia madre spiegare la matematica a una ragazzina delle scuole medie.
A un tratto mi arriva una notifica.
Con il cuore in gola vedo chi è, e mi rilasso quando leggo il nome di Nicolas sullo schermo.
"Ciao, Vera, com'è andata a scuola? Io ho iniziato a studiare, è arrivata la nuova tutor. Ha solo vent'anni ma è molto brava e simpatica. Te ne parlerò quando ci vedremo, magari te la presenterò anche"
La sua voce è allegra. Vorrei parlargli di Adele ma significherebbe rattristarlo e non posso farlo.
"Tutto bene. Non vedo l'ora di conoscerla" rispondo invece.
In realtà non mi interessa conoscere una tutor ma per lui fingerò di interessarmi.
Riprendo a studiare smettendo solo all'ora di cena.
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Il venerdì pomeriggio, mamma decide di anticipare la visita a casa di Clara per non so quale motivo.
Studierò domani.
Mi preparo con le lamentele di Leonardo in sottofondo. È evidente voglia rimanere a casa a giocare con i suoi stupidi videogiochi. Bambino!
Io, invece, non vedo l'ora di stare di nuovo con Nicolas dopo una settimana infernale. Adele è ripartita alla carica con le sue compagne, spintonandomi di qua e di là, in aula e nei corridoi. Solo in bagno posso stare tranquilla, per il momento.
Sono ancora ferita, le croste sulle ginocchia persistono e le mani bruciano dopo ogni cambio di fasciature.
Vorrei mettere dei jeans a zampa d'elefante ma le ginocchia fanno troppo male, così mi costringo a mettere una gonna lunga e una camicia semplice. Non fa né troppo caldo né troppo freddo.
Completo il tutto con il solito trucco e un paio di orecchini.
Preparo la borsa e indosso delle scarpette a ballerina.
Prenderemo il treno perché papà è al lavoro. Leonardo è nervosissimo.
"Dai, tesoro, stasera potrai giocare, non faremo tardi" cerca di consolarlo mia madre ma lui scuote la testa con le braccia incrociate al petto. Viziato!
Usciamo di casa e arriviamo alla stazione in un quarto d'ora. Credo che passeremo più tempo in treno che a casa di Clara.
Mi siedo su un sedile sistemando la gonna con eleganza e avverto Nick del nostro arrivo. Mi risponde subito.
"Allora trattengo Clarissa, così vi conoscerete" dice allegro mentre una voce femminile in sottofondo ridacchia.
Che avrà mai da ridere sta tipa?
Ripongo il cellulare in borsa e guardo fuori dal finestrino mentre mia madre e mio fratello litigano sui videogiochi.
Per fortuna arriviamo giusto in tempo alla stazione centrale per prendere il secondo treno. Non vedo l'ora di saper guidare, anche se ci vorranno ancora molti anni. Che ingiustizia.
Arriviamo a destinazione dopo quasi due lunghissime ore. Ormai è pomeriggio inoltrato, tra poche ore papà finirà di lavorare e ci verrà a prendere.
Clara ci accoglie raggiante.
"Finalmente siete arrivati. Brindiamo!"
Non capisco. Guardo mia madre in cerca di risposte.
"Ora Clara lavora come traduttrice di opere letterarie inglesi e francesi" mi spiega orgogliosa della sua migliore amica.
Raggiungiamo la cucina mentre la donna prepara due calici di vino.
"Portami da Nicolas" mi ordina all'improvviso mio fratello.
Sbuffo e usciamo dalla stanza.
Ci avviciniamo alla camera di Nick e sentiamo ridere. Sono lui e la tutor. Si staranno divertendo da matti. Comincio a sentire uno strano dolore allo stomaco.
Leo bussa alla porta e le risate si interrompono.
"Avanti" dice il mio migliore amico. Mio fratello non se lo fa ripetere due volte e la apre di scatto.
Il dolore allo stomaco si infittisce.
Una ragazza, bella e giovane, capelli ramati e pelle olivastra, magra e slanciata, guarda Nicolas negli occhi che lui tiene aperti e splendenti. Sono seduti sul suo letto, né troppo vicini né troppo lontani, si sfiorano appena con le ginocchia. Entrambi sorridono.
Mi sento come se avessi preso uno schiaffo in pieno viso, lo schiaffo che Adele non mi ha mai dato.
Leonardo entra, inconsapevole di tutto, e saluta il mio amico. La ragazza si gira e mi guarda alzando una mano per salutarmi.
Non rispondo, mi volto e corro in cucina.
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Angolo scrittrice:
Un nuovo personaggio è approdato. Cosa pensate accadrà tra Clarissa e Veronica?
Qual è la vostra opinione su Adele? Perché ce l'ha così tanto con Veronica?
Fiordaliso 💙
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