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La domenica mattina, dopo la messa, aiuto mamma a preparare il pranzo. Tra poco verranno anche Clara e Nicolas.

Sono in ansia perché sicuramente mi farà domande su quella telefonata e sul perché non abbia risposto ai suoi messaggi per tutto il resto della settimana.

Non so davvero come scappare da questa situazione.

"Vera, attenta a non far scuocere la pasta" mi avvisa mia madre.
Torno in me e finiamo di cucinare.

All'una in punto, suonano alla porta e papà va ad aprire.
"Salve, allegra famigliola" saluta Clara su di giri con il figlio a braccetto.

Leonardo corre verso di loro e saluta Nicolas.
Incredibile!
Mio fratello non saluta mai gli ospiti, resta sempre in disparte facendo l'indifferente. A quanto pare Nicolas piace proprio a tutti.

Clara si avvicina a me e alla sua migliore amica e ci saluta calorosamente.

"Devo raccontarti tante cose, Carla" annuncia eccitata, come farebbe una ragazzina che è stata appena invitata da un ragazzo a prendere un caffè.

In effetti è uscita con quell'agente immobiliare. Non ho saputo nulla da Nicolas a riguardo e in parte è colpa mia.

"Ciao, Nick" lo saluto avvicinandomi a lui.
"Ciao, Vera" risponde serio, senza alcun accenno di sorriso.
Mi si spezza il cuore ma l'ho portato io a questo.

Mamma ci invita ad accomodarci tutti e il pranzo ha inizio.

Subito Clara racconta la sua settimana.
"Ricordi quel tipo, l'agente immobiliare? Beh, si è rivelato essere sposato. Non si è nemmeno preso la briga di nascondere la fede. Da brava stalker quale sono sempre stata, ho rintracciato il suo profilo Facebook e ho contattato la moglie inviandole tutta la chat tra me e lui. Sapete il detto "tra moglie e marito non si mette il dito"? Beh, me ne sono altamente fregata. Odio i traditori, di ogni tipo. A ogni modo, la mia notizia è un'altra. Nicolas, dillo tu"

Mia madre è rimasta a bocca aperta per tutto il monologo, mio padre sembrava volesse far finta di non ascoltare, mentre mio fratello non ha staccato gli occhi da Nick nemmeno per un secondo, seguendo con lo sguardo le posate che usa senza problemi.

Appena viene nominato dalla madre, si ferma.

"Venerdì mamma ha ricevuto una mail di risposta al suo curriculum. La aspettano domani per un colloquio" spiega riacquistando magicamente il suo essere solare.

Clara caccia un urletto che fa sobbalzare tutti.
"Capito? Un colloquio. Finalmente lavorerò"

Mia madre si congratula con lei e riprendono a parlottare tra loro del più e del meno.

Dopo il lungo pranzo, mi alzo per aiutare mamma a sparecchiare ma subito l'amica mi precede.

"Perché tu e Nicolas non andate a guardare la TV?"
Mi volto verso Nicolas che intanto è tornato serio ma prima che riesca a dire qualcosa vengo di nuovo preceduta da qualcuno.

"Ti accompagno io alla TV"
Leonardo gli prende la mano con prepotenza e lo trascina sul divano.

Sospiro delusa e mi dirigo in camera mia.
Decido di ripetere qualcosa per domani ma, prima che possa aprire il libro, qualcuno bussa alla porta.

Sembra proprio che oggi tutti vogliano mettermi il bastone fra ruote in qualunque cosa io tenti di fare.

"Avanti" dico sperando sia il mio amico, ma è solo papà.
"Tutto bene, Vera?"

Annuisco e metto a posto il libro.
Si appoggia alla mia scrivania e mi osserva costringendomi ad alzare la testa per guardarlo.

"Avete litigato?" chiede comprensivo.
Annuisco di nuovo e abbasso lo sguardo.
"È colpa mia, l'ho deluso"

Papà si accovaccia accanto a me e mi accarezza.
"Non c'è litigio che non possa essere superato. E poi, non vuoi che se ne appropri tuo fratello, giusto?"

Ride e mi bacia una guancia.
Ha ragione, tutti litigano. Anche mamma e Clara avranno litigato almeno una volta. Devo assolutamente parlare con Nick, è il mio migliore amico e non potrei mai rinunciare a lui.

Mi alzo e mi avvicino alla porta ma per poco non me la ritrovo contro la faccia. Indietreggio giusto in tempo.

Papà mi raggiunge e afferra Leo per le spalle allontanandolo da Nicolas che, ignaro, tiene ancora una mano ancorata alla maniglia della porta.

"Ciao, Nick" saluta mio fratello mentre mio padre lo trascina via per il corridoio.

Nick saluta alzando la mano verso una fonte a caso, precisamente lo stipite della porta.

Deve essere proprio brutto essere ciechi.

Nonostante ciò, mi scappa una risatina ma lui aggrotta solo le sopracciglia, così mi schiarisco la gola e mi ricompongo.

"Ciao" dico solo.

Nicolas si chiude la porta alle spalle e tende le mani contro di me. Prontamente gliele afferro e lo guido verso il letto così che possa sedersi.

"Allora?" domanda semplicemente.

Mi siedo anch'io e mi tormento le mani pensando a cosa dire mentre lui, in silenzio, attende.
Ad un tratto però esplode.

"Vera, mi dici perché mi hai chiamato piangendo? Mi hai fatto preoccupare per tutta la settimana, non sono nemmeno riuscito a dormire bene. Ho pensato a tutte le più disparate possibilità, ho addirittura provato a prendere il treno rischiando il tutto per tutto per raggiungerti ma mi sono quasi perso. Direi che una spiegazione me la devi"

È leggermente adirato, sembra stia cercando in tutti i modi di mantenere l'autocontrollo.

Sospiro sconfitta e, tutto d'un fiato, dico: "A scuola Adele ha fatto in modo che tutti i miei compagni ridessero di me, coinvolgendo anche il professore di ginnastica che mi odia. Poi hanno messo una mia foto come immagine del gruppo su WhatsApp e non è affatto bella.
È peggio di stare alle medie"

Mi salgono di nuovo le lacrime agli occhi. In una settimana non so quanto ho pianto.

"Poi, ogni giorno, quando entro in classe, mi salutano con 'culo in dentro' e ridono. Ridono sempre quando mi guardano"

Non riesco a dire altro perché comincio a singhiozzare ininterrottamente.

Tengo gli occhi fissi sulle mie mani e vorrei tanto che lui non fosse qui a sentirmi oltre che vedermi.

Lo sento muoversi sul letto mentre le sue mani cercano il mio viso.
Ho le guance bagnate ormai, ma lui non ci fa caso.

"Non dare ascolto a quei trogloditi. Non hai nulla di cui vergognarti. Sei una persona fantastica, Vera, e un'amica spettacolare. Non si meritano il tuo dolore. Non piangere per loro, non dargli tutta questa importanza. Mostrati superiore a queste ragazzate, sii forte, sii indifferente, sii cieca e sorda alle loro provocazioni. E devi agire ora o sarai intrappolata nella loro rete per i prossimi cinque anni. Loro sono esseri insignificanti in confronto a te, non dargli il potere di farti del male. Mai!"

Le sue parole mi colpiscono nel profondo, penetrano in me. Vorrei tanto che mi aiutasse a diventare forte, insensibile ai loro insulti.

Nonostante ciò non riesco a smettere di piangere, anzi, piango ancora più forte, come non ho mai fatto per paura di essere scoperta. Con lui, però, posso essere me stessa e sfogarmi. Non mi giudicherebbe mai perché mi vuole bene davvero.

Nicolas mi avvicina a sé e mi stringe tra le braccia esili. Sembra essere dimagrito e potrebbe essere colpa mia. Mi sento così male.

Lo abbraccio forte affondando il viso nel suo petto. Riesco a sentire il suo cuore che batte piano, delicatamente, come una melodia leggera che mi culla, dolce e amorevole.

Piano mi calmo e mi rilasso mentre mi accarezza i capelli in silenzio.

Vorrei non staccarmi mai da lui e lui non mi mette fretta.
Alzo lo sguardo verso il suo volto, vorrei guardarlo negli occhi e dirgli quanto mi fa stare bene ma, come sempre, li tiene chiusi, serrati.

Tiro su col naso e, a bassa voce, chiedo: "Puoi aprire gli occhi?"

Nicolas assume un'espressione confusa e subito mi pento di averglielo chiesto.

"No, nulla" dico staccandomi da lui.

Che scema che sono, come mi è venuto in mente di chiederglielo?

A un tratto, però, sorride attirando la mia attenzione, e alza le palpebre mostrandomi i suoi occhi blu acceso, intenso, meraviglioso.

È come se non fosse cieco.

Istintivamente sorrido e non so nemmeno io il perché.

È strano guardarlo negli occhi sapendo che non mi stia guardando sul serio, ma è altrettanto bello. Lui è bello.

"I tuoi occhi sono bellissimi" dico sussurrando.

Lui sorride ancora di più.

"Purtroppo non posso sapere se mi stai prendendo in giro o meno" dice divertito.
"Non ti prenderei mai in giro" rispondo convinta. Non potrei mai fare qualcosa che io stessa odio. Sarei disonesta nei suoi confronti e non sarebbe giusto.

"Vera, posso farti una domanda?" chiede serio.
Annuisco ma non continua.
"Sì, certo, si tratta della scuola?"
Scuote la testa.

"No, è una cosa che non ho mai potuto chiedere a nessuno se non a mia madre, ma lei non fa testo"

Non so cosa aspettarmi e gli dico di proseguire.

"Come sono?"

Resto in silenzio, immobile. Non credo di aver capito bene la domanda. Che significa?

"Ehm, in che senso?"
"Nel senso, io non posso vedermi e non so come sono. O meglio, conosco i miei colori e tutto il resto ma non so come sono"

Continuo a non capire dove voglia andare a parare e la curiosità sale a mille.

"Insomma, Vera, sono carino? Piacente? Bruttino? Con carattere? Niente di ché? Come sono?"

Resto a bocca aperta. Non può averlo chiesto sul serio. Avvampo inevitabilmente.

"Allora?" chiede ansioso.

E adesso che gli dico? Sei bellissimo e tutte le ragazze ti fissano languide quando ti vedono?

Oddio!

Respiro profondamente cercando le parole giuste.

"Obiettivamente sei carino e piacente, non passi inosservato, insomma" rispondo quasi balbettando.

Ringrazio che non possa vedermi rossa come un pomodoro. Sto quasi sudando, ho troppo caldo.

Afferro l'orlo della maglietta e faccio su e giù per far passare un po' d'aria.

"Obiettivamente? E per te? Per te sono carino? Ti piaccio?" domanda ora, ridacchiando diabolico.

Vuole mettermi in difficoltà. Mi sento avvampare ancora di più se possibile.

Per fortuna qualcuno bussa alla porta salvandomi da quell'imbarazzo.

"Nick, hanno chiamato i nonni, vogliono che passiamo a salutarli" grida Clara da fuori la stanza.

Mi alzo velocemente per allontanarmi da lui e apro la porta sorridendo.
La madre entra e trascina via il figlio dopo avermi salutata.

Richiudo la porta e sospiro. Per un pelo.
Mi siedo sul letto sperando che se ne dimentichi. Nel caso sarà meglio prepararsi una risposta adeguata.

Che faticaccia avere a che fare con questo ragazzo.













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Angolo scrittrice:

Qual è stato il vostro litigio più pesante avuto con una persona molto importante?

Avete qualcuno con cui potervi sfogare ed essere voi stessi?

Fiordaliso 💙

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