Fango e animali
"I bimbi erano uniti l'un l'altro, insieme erano una squadra, e le squadre, si sa, sono molto difficili da battere".
"Quel maestro è veramente cattivo: ci picchia con quel suo stupido bastone sulle mani quando non capiamo!".
"Angelo è così che fanno i maestri".
Angelo si stava lavando le mani dai segni delle bastonate del maestro nella fontanella vicino alla chiesa di San Giorgio.
Sai quante ne ho prese io?.
"Sì, ma potrebbe almeno rispiegarci se non abbiamo capito!, non tutto si capisce al volo!".
Le lezioni che si tenevano nella chiesa erano appena finite e gli allievi giocavano un poco prima di tornare a casa.
Perlomeno tu vai bene in latino!.
"Oh ma guarda!, quello che parla con gli animali e il suo fratellino che si fa bastonare!". Una voce possente dietro di loro li fece voltare.
Apparteneva a Guido, un ragazzo di 14 che frequentava ancora la scuola.
Dietro di lui due ragazzi della medesima età, Giovanni e Lorenzo, ridacchiavano.
"Vieni Angelo andiamo via". Francesco raccolse la cartella e preso per mano il fratello, fece per andarsene.
"Ehi aspetta piccoletto dove hai intenzione di andare?". Guido lo bloccò con la grossa mano.
La piantate di prendermi in giro per la mia statura?, ho solo dieci anni, è normale che non sia altissimo come voi!.
"A casa". Fu la risposta pronta del bambino.
Sul viso di Guido comparve un ghigno.
"Oh ma la tua casa è qui vicino..".
E lo spinse in una pozzanghera di fango.
"Lascialo stare!". Esclamò Angelo che mise a prendere a pugni il petto del ragazzo." Non sai con chi hai a che fare!".
Lui non si mosse di un centimetro.
"Mi fai il solletico pulce".
Francesco, dal fango nel quale era stato gettato poco prima, si rialzò immediatamente, vedendo il fratello chiamato in quel modo.
"Come osi chiamare mio fratello pulce?".
Il ghigno beffardo sul volto di Guido si allargò.
"Oh ma che paura!". Fece finta di avere paura. "Adesso che fai?, mi scateni contro uccellini, coniglietti e agnellini?".
Dietro di lui Giovanni e Lorenzo ridevano a crepapelle.
"No ma te la dovrai vedere con me". Rispose una voce estranea.
Francesco si girò, e vide comparire Chiara molto arrabbiata.
La bambina si mise davanti a lui.
"E con me". Comparvero Caterina, Beatrice, Bona e Pacifica di Guelfuccio.
"E con me". Rufino, Angelo, Pietro, Bernardo e Silvestro.
Poi arrivarono anche Giocondo e Paolo, due bambini che si erano uniti alla banda l'altro giorno.
Tutta la banda!, te la dovrai vedere con tutta la banda!.
Ora era Francesco a avere la meglio.
"E comunque non ti scatenerei mai contro agnellini, uccellini o coniglietti, ma l'animale più feroce di tutti!, sai qual'è?".
"N-no".
"Il lupo". E detto questo imitò l'ululato dell'animale.
Lorenzo e Giovanni fuggirono spaventati.
"Vi lasciate intimorire da un falso ululato e dai un gruppo di bambini?, pappemolli!". Gli gridò contro Guido sentendosi tradito.
Francesco gettò uno sguardo sugli uccellini che avevano fatto il nido sotto il tetto della chiesa.
"Per favore aiutateci". Sussurrò.
Il loro era uno sguardo pieno di comprensione.
Non ti preoccupare piccolo. Sembravano dire. Neanche noi tolleriamo i bulli.
E gli uccellini gettarono i loro escrementi su Guido.
Lui corse urlando ed inseguito dagli uccelli.
"Francesco!". Angelo corse ad abbracciare il fratello.
Lui ricambiò lo sguardo e poi guardò Chiara, che gli sorrise.
"Non ti preoccupare Francesco, siamo un gruppo, e in un gruppo tutti si aiutano l'un l'altro".
Francesco ricambiò il sorriso.
È proprio vero che l'unione fa la forza!.
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