Quella metà

Il mio piccolo punto di partenza, che emozione (sì: potete iniziare a immaginare diversi toni, inclinazioni della testa e bla bla bla)! Ho impiegato una vita per convincer(e questa testa di rapa)mi ad aprire un servizio recensioni. Chi mi conosce sa già quanto io sia logorroica (o chiacchierona, non offendiamo), perciò necessito di lunghi e contorti discorsoni per parlare di ics cosa: me, te, l'elio, il palloncino, ma anche... uh, un passerotto! Dicevo? Ah, sì.

La mia puntigliosità è terribile, forse perché ho due pollici e sono la regina dell'imperfezione.

Mi piace leggere e ho imparato a divorare fino a 277 pagine edite Guanda in dodici ore. Posso assicurarvi che se (e solo se) un libro è scritto bene ci si riesce.

Amo la terza persona con il cosiddetto "focus multiplo" e considero limitante quello singolo. Stimo chi riesce a scrivere in prima e detesto la seconda, perché in automatico sento il vibrare delle corde vocali che sospingere la bocca a muoversi in un volgarissimo: "Ma come te permetti de dimme che cazzo devo pensà e fà, che manco mì madre c'ha provato più dopo c'ha nov'anni me so messa i carsoni neri?".

Dunque, ritrovata la mia calma interiore, posso affermare che non leggo storie scritte in seconda persona.

Tengo molto all'equilibrio psicofisico. Sono una di quei soggetti che cammina un minimo di 11.000 passi al giorno e che è finita con il sostituire la dipendenza da fumo con quella da caffè. Freddolosa tutto l'anno, amante dei cappotti e della cucina quanto un gourmet, mi stanzio spesso sulla sedia accanto ai fornelli subito dopo per leggere e scrivere fino a mezzogiorno.

Ma vogliamo parlare dei personaggi "mai 'na gioia"? Bene, io li adoro per non so quale assurda ragione; e ammettetelo anche voi, suvvia: ne avete creato almeno uno nella vita. Tutti cerchiamo un capro espiatorio e sfoghiamo le nostre frustrazioni su di loro.

Vorrei avvisare che qui dietro è nato il sindacato #savethecharacter e la situazione si è messa un po' male.

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