Capitolo 64

Quello che Fortis, la Pellegrino e l'agente Fontana trovarono l'indomani mattina, fu uno spettacolo che non avrebbero voluto vedere: Claudia Ciarelli era pallida e sorrideva, sembrava che dormisse, Angelo Santocastro pareva abbracciarla.
Volevano stare insieme, e insieme avevano perso la vita.
《Tutto ok, Emanuele?》domandò Alba Pellegrino.
《Per mia figlia sarà uno shock》mormorò il commissario.
《Vuole che ci andiamo insieme a dirglielo?》propose Gabriele.
《Però ti avverto, Fontana. Sarà difficile nonostante tutto l'amore che provi per Ilaria. Dovremo farle delle domande, capire se sa qualcosa che possa aiutarci a cercare gli assassini di questi due poveri disgraziati》rispose Fortis.
《Allora prepariamoci alle occhiatacce dei Di Maggio》intervenne la Pellegrino.
《Forse l'unica conciliante sarà la signora Martini》dedusse il commissario, riferendosi a me.

                                  ***

Fortis aveva fatto una giusta previsione: a Villa Di Maggio la situazione era drammatica.
Ilaria aveva saputo della morte della sua migliore amica dai giornali, e non c'è niente di più tremendo - avevo visto mia sorella scoprire in quel modo l'omicidio di Sara, nel 2011.
L'avevamo consolata, confortata, le avevamo giurato che sarebbe stata fatta giustizia, ma lei era caduta in un silenzio di tomba: era sotto shock.
Quando il maggiordomo vide che erano arrivati Fortis e i suoi a stento cercò di cacciarli - non erano i benvenuti.
《Ilaria!》esclamò il commissario, correndo incontro alla figlia, che piangeva tra le braccia di sua madre, in soggiorno.
《Che vuoi adesso?》lo aggredì Adele.
《Devo fare delle domande a Ilaria, su Claudia...》rispose Fortis.
《Coglione, ti sembra il momento?》sbraitò la Di Maggio.
Ma l'uomo ignorò le parole dell'ex moglie e si rivolse alla figlia.
《Ilaria, se sai qualcosa, qualsiasi cosa che ci possa aiutare a capire chi ha ucciso Claudia...》insistette.
《Adesso basta, Emanuele! La migliore amica di nostra figlia è morta, e tutto quello che sai fare è lo sbirro...》ribattè lei piena di odio.
《Non hai sentito che ha detto? Vattene subito! Stai lontano dalla mia famiglia!》si intromise Ruggero.
Antonio, Alberto, Lucia e io ci precipitammo ad osservare la scena, temendo il peggio.
《Non finisce qui. Scoprirò ogni cosa, e tirerò fuori tutti i tuoi scheletri nell'armadio, Ruggero, se sarà necessario》minacciò Fortis, prima di andarsene.

                                 ***

Nel frattempo Manlio era andato a trovare Elena durante la pausa pranzo dal lavoro: lei si staccò dai colleghi e corse incontro a quello che credeva essere il suo autista, sorridendo.
《Sono contenta che sei qui... Cioè che non mi fai solo da autista... Non voglio che tu ti senta un cane da guardia》esordì lei.
《Ma io non mi sento un cane da guardia》la tranquillizzò lui.
《È che ti considero mio amico, e vorrei che anche tu facessi lo stesso. Abbiamo tutti bisogno di amici, con le cose che si sentono. Gli attentati di Bruxelles da parte dell'Isis, l'omicidio di quei due ragazzi... È spaventoso...》fece sconvolta la Righi.
《Già, è veramente abominevole...》concordò Di Blasio. Avrebbe voluto dirle che il colpevole di quel crimine era Manuel, il fedele braccio destro dello "zio Italo". Avrebbe voluto specificarle che l'aveva fatto perché gli avevano ucciso il fratello.
Avrebbe voluto confidarle che era un infiltrato della polizia, e confessarle i suoi sentimenti.
Ma non poteva. Un bravo infiltrato non trapelava mai le proprie emozioni, glielo aveva detto Fortis. Doveva levarsi la figlia del Conte Bianco dalla testa, e alla svelta.

                                 ***

Intanto Andres aveva lasciato la villa-bunker di Italo e si stava dirigendo a Ponte Milvio, dove Lucia lo aspettava: doveva parlargli di una cosa importante, dato che al telefono era molto scossa.
《È stato Italo ad ordinare l'omicidio di Claudia Ciarelli?》domandò.
《No. È stato Manuel, il suo braccio destro》rispose Gijon. 《E a proposito, devo dirti una cosa. Ricordi quando ci siamo incontrati qui, la prima volta?》continuò poi.
《Sì. Non mi pareva vero che un ragazzo così carino mi corteggiasse non per i soldi di mio padre》ricordò la Di Maggio.
《Allora io ti avevo scritto apposta. Perché sapevo che eri una Di Maggio. Per spiare le tue mosse e scoprire cosa aveva tuo padre contro Italo》confessò il ragazzo. Temeva la reazione della giovane.
《Anch'io avevo fatto lo stesso. Mio padre vuole prendere il posto di Italo. Mi ha chiesto di sedurti e di spillarti informazioni. Ma col tempo mi sono innamorata veramente di te》confidò lei.
《Questo amore è ricambiato. Ti amo anch'io. Ma è un casino adesso. Non potremmo mai essere felici》fece lui.
《Non qui. Ma io ho un amico in Croazia. Si chiama Eros Rinovicz e fa lo skipper. Può aiutarci coi passaporti, darci un lavoro e garantirci una nuova vita, lontano da Italo, da mio padre e da questo mondo di merda a cui appartieniamo》propose la ragazza.
《Chi ti garantisce che ci aiuterà?》chiese giustamente il venezuelano.
《Mi deve diversi favori》lo rassicurò la rampolla di Ruggero Di Maggio.
Sembrava avere la situazione sotto controllo.

                                  ***

Con animo leggero, adrenalina al massimo e un po' di fisiologica paura dell'ignoto, Andres era tornato alla villa-bunker: presto non avrebbe più vissuto quella vita nascosta, con sua madre costretta ad infilarsi nel letto di un latitante per garantirgli un futuro e una promessa sposa che conosceva a malapena.
Fu in quel momento che incontrò Manlio: l'autista di Elena era un tipo a posto, erano diventati amici e oltretutto era una persona leale; a lui avrebbe potuto confidare il suo progetto perché sapeva che non l'avrebbe tradito.
《Ehi》esordì Manlio.
《Sei stato bene a passare la pausa pranzo con Elena?》domandò Andres.
Il ragazzo rimase spiazzato da questa affermazione, e temette che l'amico fosse geloso.
《Andres, guarda che io lo so benissimo quali sono i ruoli e sto cercando di mantenere le distanze...》rispose subito.
《Tranquillo, sono sollevato da quello che mi dici. Sono contento che qualcuno ami per davvero Elena, è una brava ragazza ma non provo per lei quello che provo per Lucia》ribattè Gijon.
《Quindi non stai fingendo più con lei?》chiese Di Blasio.
《No, e nemmeno lei sta più fingendo. Ci siamo innamorati veramente》ammise l'uno.
《Cazzo, è un disastro allora...》replicò l'altro. Andres era il pupillo di Italo e il Conte Bianco non sarebbe stato affatto contento che si innamorasse della figlia del nemico.
《Non più di quanto immagini. Lucia ha un amico, uno skipper croato. Ci aiuterà a scappare, però tu mi devi fare una promessa...》fece il primo.
《Sarò muto come una tomba》giurò il secondo.
《Grazie, sapevo di poter contare su di te》concluse il figlio di Carmen Gijon.

                                  ***

Quella sera Di Blasio tornò a casa più preoccupato del solito: Andres si stava cacciando in un casino di entità esorbitante, e tutto questo per amore di Lucia Di Maggio.
Stava per arrivare al suo appartamento, quando si ritrovò di fronte Laura che lo aspettava, e per poco non gli prese un infarto.
《Signora Santini, ma che mi fa le poste?》esclamò.
《So tutto》disse mia sorella.
Lui la guardò e sospirò, poi la fece entrare in casa e chiuse la porta.
《Come ha fatto a scoprire la verità? È a causa del suo intelletto prodigioso di cui parlano tutti, qui nel Quartiere?》domandò il giovane infiltrato.
《Del mio intelletto prodigioso non è mai fregato un cazzo a nessuno, qui》ribattè Laura, mentre guardava con disapprovazione il disordine dell'appartamento.
《E allora come ha fatto a capire che sono un infiltrato?》chiese lui.
《Sei sempre sul chi va là. E poi solo un poliziotto sotto copertura potrebbe accettare un lavoro da autista di Italo, che in questo momento è latitante, e di sua figlia Elena, per il cui ritorno ci ha rimesso Sara, la mia migliore amica, buonanima》spiegò lei.
《Sara Di Stefano? Quella a cui è intitolata l'attività pulita di copertura del Conte Bianco?》domandò l'uno.
《Che razza di stronzo... Prima l'ammazza, poi gli intitola un'attività...》sbottò l'altra.
《E infine fa richiamare sua figlia dall'Inghilterra e la mette a lavorare nella sua azienda... Tra l'altro neanche dicendogli che è sua figlia...》continuò il primo.
《Elena non avrebbe mai dovuto sapere niente delle sue origini. Avevo organizzato tutto. Roberto e Aurora Righi sarebbero stati i suoi genitori, Sara una sua cugina. E invece cinque anni fa quella cretina aveva deciso di raccontare tutto. Si è data appuntamento con Italo a Madrid per parlare di Elena, ma non era d'accordo sul fatto di usarla come copertura per i suoi traffici, e quindi quel bastardo l'ha uccisa...》raccontò la seconda.
Manlio era sconvolto. 《Come può averla uccisa, dopo averci fatto una figlia insieme?》domandò.
《Sara aveva sedici anni e amava perdutamente Italo, che invece aveva in testa solo me. Mettere incinta la mia migliore amica era un modo per colpirmi, ma io non ho ceduto》rispose mia sorella.
《Adesso che ti ho detto tutto, cosa vuoi in cambio?》chiese il poliziotto dandole del tu, visto che ormai ogni barriera era stata spezzata. 
《Collaborare con te e col commissario Fortis. Incastrare Italo per sempre e rendere giustizia all'anima di Sara》decise Laura.

                                  ***

《Come sarebbe a dire che stanno organizzando la fuga d'amore?》sbraitava Italo al telefono con Igor Alexievitch, il capo di Eros Rinovicz, l'amico skipper di Lucia.
《Esattamente. Eros è un tipo leale e ha ritenuto opportuno raccontarmi tutto, ed è quello che sto facendo io con te》rispose lo spacciatore croato.
《E te ne sono grato. Ma devo prendere provvedimenti alla svelta》affermò il Conte Bianco.
Armando Gijon, il padre di Andres, era un suo socio in affari, e quando era morto, lui stesso si era preso cura della moglie di lui Carmen e del loro bambino, facendoli venire in Italia dal Venezuela insieme a Emilio Vargas e Jorge Velasquez - le guardie del corpo di Gijon padre - e dando loro rifugio nella sua villa-bunker a Fiumicino; Carmen poi, ambiziosa com'era, era prima diventata la sua amante, e in seguito aveva suggerito un matrimonio combinato tra Andres ed Elena, per rinnovare l'alleanza tra le loro famiglie.
Aveva trattato il giovane Gijon come un figlio, e ora lui lo ripagava scappando con Lucia Di Maggio, la figlia di Ruggero, l'uomo che voleva prendere il suo posto su tutte le piazze di spaccio della Capitale.
Con tutto il bene che voleva ai genitori del ragazzo, non poteva tollerare un simile affronto.
Questa volta non ci sarebbe andato per il sottile.

                                  ***

Qualche ora più tardi, Andres e Lucia avevano preparato i bagagli e si erano dati appuntamento poco lontano dalla villa-bunker, poi erano saliti sulla moto di lui e si stavano dirigendo all'aeroporto.
Ma non avevano idea del fatto che qualcuno li stesse seguendo.
《Presto cominceremo una nuova vita, ma ci pensi?》fece Lucia.
《Non vedo l'ora, amore mio!》esclamò Andres felice, ma all'improvviso la moto si fermò.
《Ma hai fatto benzina?》domandò la Di Maggio.
《Mi sono scordato... Ero talmente su di giri...》si giustificò Gijon.
《A quanto pare siete arrivati al capolinea, ragazzi!》fece una terza voce. Era Italo, e veniva verso di loro puntando una pistola.
Andres trasalì, e a Lucia per poco non mancò il fiato.
《Italo... Mi... Mi dispiace... Io non volevo tradirti, ma non chiedermi di rinunciare a lei... Non potrei vivere senza Lucia...》lo pregò il ragazzo.
《Stai calmo... Va tutto bene... Sai, anch'io una volta ero innamorato: lei si chiamava Laura ed era la ragazza più tosta, bella e intelligente che avessi mai conosciuto... Mi faceva andare fuori di testa più della coca... Ma mi ha sempre schifato, ed è grazie al suo rifiuto che ho capito che l'amore è una cosa bellissima, ma ti fa perdere di vista le cose più importanti, come la lealtà, la fedeltà...》rispose Bianchi, ma mentre parlava, teneva sempre la pistola puntata contro i due ragazzi.
Lucia piangeva, Andres s'era buttato in ginocchio. 《Perdonami...》implorava con le lacrime agli occhi.
《Mi dispiace...》replicò Italo, sparando prima a Gijon, poi alla Di Maggio. Si allontanò in silenzio, con la pistola ancora fumante.
Andres e Lucia rimasero lì ad agonizzare, tra la moto e le valigie. Nessuno passava da quelle parti.

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