Una Promessa

Alzandosi in piedi, Loki lasciò la mano di Thor e si strinse nel mantello dandogli le spalle, stava congelando e, il silenzio del biondo, rendeva tutto più insopportabile.
"Questo è quello che accadde"  Abbassò la testa sorridendo amaramente e si sentì fragile come non mai, ma riuscì a non crollare del tutto. Continuare a ripetersi che si fosse trattato di un incidente causato da un ragazzino ubriaco non era mai servito, non lo aiutò nemmeno in quel momento.
"Nostra madre ci trovò nel mio letto, nudi e tu non avevi voluto uscire da me... Quindi non riuscii a darle una buona scusa, inoltre fu impossibile svegliarti, cadi in un sonno pesante dopo aver bevuto l'etere" stringendo i pugni, l'Ingannatore riprese fiato, il terreno intorno ai suoi piedi stava diventando uno spesso strato di ghiaccio. Aveva le estremità blu e riusciva a percepire la pelle del viso tirare in vari punti. Non si sottrasse al congelamento, non se ne curò, avrebbe solo voluto una qualche reazione del biondo, una parola, anche di odio, ma nulla.
"Frigga mi portò da Odino ed il resto lo sai... Ti cancellarono i ricordi e mi spedirono a Vanaheimr. Quella notte non era mai accaduta, ma faticai a convivere con quel peso. Non ti odio per questo, non fu colpa tua se non mantenesti le promesse fatte" Fingendo una risata, Loki cominciò a barcollare, aveva perso sensibilità alle articolazioni. Avrebbe voluto voltarsi, aveva la terribile sensazione che l'altro se ne fosse andato, non un sospiro ne tradiva la presenza. Forse era andato via, forse era ancora lì e tratteneva a stento il ribrezzo, sta di fatto che non sarebbe stato in grado di accertarsene, il proprio corpo aveva smesso di funzionare, presto si sarebbe congelato in quel chiostro dimenticato. Si immaginò sciolto dal Sole del pomeriggio, distrutto dai servi di Freyr con disprezzo o mantenuto integro per l'eternità, come scultura senziente, incapace di reagire e, proprio per questo, ancora più divertente da schernire.  
"E... e ora che farai, Thor, figlio di Odino? Pen-pensi ancora di poter mantenere la tua pa...rola? Chiederai la mi-mia mano? R-re...regneremo come compagni per la vi-vita e... ed... io avrò i tu-tuoi..." Le labbra gli tremavano troppo forte, spirando non sarebbe riuscito a mantenere la promessa fatta a Jormungandr, non avrebbe mai trovato Sleipnir e nemmeno scoperto il segreto dietro quella donna che aveva invaso i suoi sogni danzando come una foglia nel vento. Chiuse le palpebre, stava per cadere in avanti,  congelato, frantumandosi così in migliaia di frammenti, quando venne abbracciato da dietro e, come un incendio, il sangue ricominciò a fluirgli nelle vene "Perché... non mi hai scacciato come nella biblioteca? Hai lasciato che ti facessi mio come se... se mi..."
"A quanto pare... le rotelle ti funzionano anche quando non sei ubriaco. Sì, Thor... io ti amavo. Avevo sempre sognato che ti dichiarassi a me... Non appena l'hai fatto ero già tuo, ti avrei permesso di farmi qualsiasi cosa, avrei accettato ogni tua richiesta. Volevo riavere mio fratello, quello che mi voleva bene, mi proteggeva e mi amava per chi ero, indipendentemente se questo significava essere o no un vero asgardiano" Loki cominciò a sentire i polmoni espandersi più facilmente, ancora qualche minuto e, se non per la caduta, sarebbe morto soffocato. La presa di Thor si fece ancora più salda, l'Ingannatore avrebbe voluto girarsi per vederne il viso, ma l'altro era così forte da impedirglielo, quindi rinunciò ed attese con pazienza che il proprio corpo si riprendesse. "E...Ed ora? Ora cosa provi per me? Mi odi?"
"Odio è una parola grossa... Sì, a volte faccio fatica a sopportarti, ad esempio quando non mi ascolti! Guarda in che situazione ci hai messi solo per aver bevuto dell'etere" "Sono felice di averlo fatto! Se ti avessi ascoltato non avrei mai saputo niente di tutto questo!"
"Sarebbe stato meglio... Dopotutto la mia era solo una stupida infatuazione per qualcuno che nemmeno esiste. Il te ubriaco non è il vero te, crescendo l'ho capito, per questo ti ho rifiutato nella biblioteca. Però fu bello, per una sola notte, riuscire a sognare che il grande, perfetto, infallibile Thor, potesse amare qualcuno come me. Ammettiamolo, non accadrebbe mai altrimenti... giusto?" "Giusto" Una terza voce, proveniente dalla porta che conduceva al chiostro, attirò l'attenzione di Loki il quale sentì la presa del biondo venir meno e, mettendosi dritto, vide Freyr fare il suo ingresso accompagnato da un cospicuo numero di guardie "Non potevi darmi confessione migliore alle tue malefatte, Lingua Sciolta. Come hai osato cercare di fuorviare con i tuoi tranelli Thor?! Io, Freyr, Dio della Fecondità e della Bellezza, Re di Alfheimr, colui che porta le gocce di pioggia ed i raggi del Sole sui raccolti dei nove regni, figlio del re di Vanaheimr, Njordr, Dio dei Mari e delle Terre Fertili lungo le coste, sceglierò per te la punizione più adeguata" Facendo un paio di passi indietro, nel tentativo di fuggire, l'Ingannatore fu circondato e, dopo aver dato uno sguardo nei dintorni alla disperata ricerca di una via di fuga, trovò Thor davanti a sé in propria difesa. In un gesto automatico, si appoggiò all'ampia  schiena dell'altro, terrorizzato al pensiero di quale terribile sorte gli sarebbe stata assegnata. "Thor, amico mio, copri la visuale ai miei soldati. Scostati di poco, così che possano fare il loro dovere. Ripuliremo il tuo onore con il suo sangue, anzi potrai farlo tu stesso se ti fa piacere. Dopotutto non sarebbe il primo gigante di ghiaccio a cadere sotto il tuo martello" 

"Il mio onore è stato macchiato delle mie azioni, non da Loki. Quanto ci siamo detti riguarda solo noi, quindi andatevene" Gli sguardi dei presenti divennero molto più glaciali nei suoi confronti, ma Thor non cedette. Non aveva paura dello scontro, anche se avesse significato la fine dell'alleanza fra due regni, non si sarebbe mai spostato. Sentiva chiaramente il corpo del corvino tremare contro il proprio e, dopo tutto ciò che aveva scoperto quel giorno, voleva mantenere almeno una delle promesse fattegli quella fatidica notte. Non lo avrebbe lasciato solo, mai più.
"Lasciateci passare adesso, recupereremo un libro dalla vostra biblioteca dopodiché ce ne andremo se è questo che volete. E vi avviso, non è una richiesta" "Dunque vuoi davvero difendere questo... questo... Oh, insomma! Noi siamo amici da anni! In più siamo entrambi al governo di due mondi! Davvero metteresti tutto in pericolo per Lingua Sciolta? Lui ti sta ingannando! Nel momento del bisogno, quando le cose si faranno più difficili, ti volterà le spalle!" 
"Accadrà ciò che deve accadere. Ora spostatevi, questo è il mio ordine" Un cenno della testa del Dio della Fecondità fu sufficiente perché le guardie aprissero loro un varco verso la porta. Con sguardo serio, si avviò verso l'uscita, ben attento che Loki fosse al sicuro, ma quando fu sul punto di varcare la porta, gli arrivò una spinta da dietro che lo indirizzò verso Freyr. Il corvino lo superò recuperando la solita sfrontatezza, non tremava più e nascondeva la paura dietro un'espressione imperturbabile. "Io vado avanti... Sei il re di Asgard, non dimenticarlo, non puoi lasciare così la situazione. Risolvila e poi raggiungimi" Mentre il Dio della Menzogna si allontanava in silenzio, Thor si voltò e capì che aveva ragione. Nonostante Freyr sfoggiasse sempre un atteggiamento fiero ed orgoglioso, anche lui, come tutti gli Asi, se ferito emotivamente, causava ripercussioni in tutto il proprio regno. Nell'intero giardino il terreno si era fatto improvvisamente arido, così come il clima, segno del profondo sconvolgimento del sovrano. Avvicinandosi all'amico con il consenso dei soldati, lo abbracciò dandogli un paio di colpetti sulla schiena, gesto che fece sentire subito meglio anche sé stesso. 
"Mi dispiace Freyr, ma non posso continuare a permettere agli altri di prendersi la colpa dei miei errori, anche se ciò significasse farmi odiare da coloro a cui sono più legato. Che re potrei diventare altrimenti?" L'altro rimase in silenzio qualche secondo e poi rilasciò un sospiro liberatorio rispondendo con affetto "Capisco, però... Nel caso in cui ti tradisse, non dimenticare che avrai sempre la mia amicizia. La spada di ogni abitante di Alfheimr ti appartiene" 
"Come quelle di Asgard appartengono a te. Grazie, almeno per aver cercato di capire" Lasciato l'altro, Thor corse verso la biblioteca, fortunatamente ricordava il percorso dalla notte prima, altrimenti gli sarebbe stato impossibile raggiungerla. Aperte le grandi porte, non c'era Loki ad attenderlo, ma, nell'aria, un olezzo familiare lo mise all'erta, guidandolo attraverso gli scaffali. Quando arrivò alla sua origine, estrasse d'istinto Mjollnir, la puzza di salsedine era fortissima "Figlio di Odino... non posso dire che sia un piacere" Un libro sottobraccio ed il proprio remo stretto nella mano, Njordr in persona lo osservava cupo in volto, ma ancora nella sua forma placida, era evidente che non l'avrebbe mantenuta a lungo. L'Ingannatore lo stava fronteggiando, aveva il corpo teso, gambe e braccia rigide e lo sguardo serio fisso sul tomo in possesso del Re dei Mari.
"Come mai siete qui, Njordr? Freyr ne è informato?" Avrebbe voluto parlargli in modo molto meno rispettoso, ma ricordando la grandezza dei suoi poteri, Thor capì che era meglio non indispettirlo troppo "Non è necessario che lo sappia, devo solo recuperare questo volume. Purtroppo, nonostante l'attenzione con cui avevo scandagliato questa biblioteca, mi era sfuggito" "Ecco perché non c'erano informazioni utili! Hai tolto tutto prima del nostro arrivo!" "Ovviamente. Sapevo che non avresti lasciato perdere ed ho dovuto trovare un altro modo per proteggerti" 
"Non ha bisogno del vostro aiuto! Ci sono qui io!" Thor vide Loki spostare subito la sua attenzione su di sé, sembrava indispettito "Posso anche cavarmela da solo. Non mi serve un cavaliere dall'armatura scintillante" la risata del Dio dei Mari fece vibrare la stanza, era chiaramente una reazione di rabbia più che di ilarità "Proprio tu, Figlio di Odino, parli di proteggerlo? Sei il pericolo più grande che Loki abbia mai dovuto affrontare. Anche ora, dovresti spingerlo a recuperare Sleipnir come ha ordinato il Padre degli Dei, non condannarlo scoperchiando terribili verità che sono state sepolte per il suo bene" E, mentre l'Asi gli si rivolgeva direttamente, Thor vide l'Ingannatore scattare subito in avanti e, con un gesto rapido, cercare di riprendersi il libro, ma fu un tentativo fallimentare e il Dio della Menzogna venne bloccato a terra da Njordr. "Loki, basta, sai che apprezzo la tua forza di volontà ed il tuo carattere indomabile, ma questa è una battaglia che non puoi vincere" "H-hai ragione..." Smettendo di far resistenza, il corvino si accasciò al suolo e fu allora, quando ne vide le mani rilassate, che Thor percepì una distrazione nel Dio dei Mari. Un cenno di Loki ed agì distinto, afferrò il martello e, circondandolo di folgori, lo lanciò contro il Re di Vanaheimr. Il colpo a sorpresa spinse Njordr a qualche metro di distanza facendogli cadere il libro di mano e, non appena fu libero, il Dio della Menzogna lo recuperò e si allontanò a perdifiato. Loki aprì il volume, ne strappò delle pagine e lasciò il resto alle proprie spalle per poi correre tra le sue braccia indicando verso l'alto. "Thor! Via! Verso la cima gemella!" Afferrando Mjollnir, il biondo fece come gli era stato detto e così, dopo aver distrutto il soffitto, entrambi furono all'estero, nel pieno di un feroce monsone. Non si vedeva nulla ed il vento fortissimo li spingeva continuamente indietro, doveva essere opera di Njordr. Opponendo quanta più resistenza possibile, il Dio della Folgore tenne a sé Loki il quale stava rapidamente diventando di ghiaccio a causa del gelo prodotto dal cataclisma. Dopo diverso tempo, il Dio della Folgore, privo di punti per orientarsi, provò a scendere verso terra e fu allora che gli parve di scorgere un bagliore. Nonostante la tempesta, la luce misteriosa gli fece da guida e, ben presto, intravvide il proprio obiettivo, fu allora che il loro salvatore sparì nella pioggia, senza lasciare traccia. Con un ultimo sforzo, Thor calò in picchiata attraversando involontariamente il portale e ritrovandosi così immerso nella neve.

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