Una Cosa Sola
Stare di nuovo stretto tra le braccia di Thor, rivedere i suoi occhi azzurri e il suo sorriso sincero, fece sparire tutta la paura e i dubbi dalla mente di Loki convincendolo che, nonostante la situazione avessero ormai raggiunto l'apice della follia, sarebbe andato tutto bene. Le labbra calde del principe sul viso, contro le proprie, lungo il collo, le mani grandi a portarlo più verso di sé, così bisognose, così forti, solo per lui. L'Ingannatore era certo che, se avesse avuto ancora il proprio corpo, avrebbe potuto sentire l'altro con ancora maggior intensità, ma era un buon inizio per recuperare un po' di coraggio e continuare insieme quel lungo viaggio. Sorridendo al biondo, portò le mani alla base della sua armatura e gliela sfilò lasciandolo a petto nudo così da poterne ammirarne il fisico allenato e attraversarlo con la punta delle dita. Arrossendo, il principe gli si portò sopra ed i lunghi capelli gli scivolarono lungo le spalle contornandone il viso, poi flettè i muscoli delle braccia per mantenerne il corpo sollevato, fece vergognare Loki della propria gracilità. Non era la prima volta che si vedevano nudi, eppure il corvino non riuscì ad evitare di imbarazzarsi, era sempre stato fisicamente delicato, lo considerava un vanto, qualcosa che lo distingueva dal resto della barbarica razza asgardiana, ma, in quel momento, provò solo un senso di inadeguatezza. Perse l'impeto che, poco prima, lo aveva spinto tra le braccia del Dio della Folgore "Loki, ti amo" Inutile, l'altro sapeva sempre cosa dire per pungerlo sul vivo. Accarezzandone il volto perfetto, passando attraverso la barba, si diede una spinta in avanti e tornò a baciarlo mentre questi portava a contatto i loro corpi e si spostava sempre più in basso per poter cogliere un barlume di vita dalla sua anima. Stanco di essere l'unico tra i due già completamente privato dei vestiti, Loki abbassò i pantaloni di Thor ed aprì le gambe in modo che quest'ultimo potesse portarvisi in mezzo ed avvicinare i loro bacini, fino a quel momento tentati da degli sfioramenti involontari. Separando le labbra, più per offrire all'altro la possibilità di respirare, il Dio della Menzogna sorrise e, muovendo lentamente i fianchi, fece strusciare le loro intimità provocando un gemito adorabile nel biondo che si fece improvvisamente rosso e distolse lo sguardo, aveva il fiatone.
"E tu saresti lo stesso guerriero che ha cercato di assalirmi nel lago a Nilfheimr?" Quello con più esperienza era sicuramente lui, dopotutto era il solo a ricordare pienamente la loro prima volta, ma trovò il Thor impacciato cento volte più carino del guerriero strafottente che aveva tentato di violentarlo due volte, una a causa di un'ubriacatura, l'altra per seguire delle stupide tradizioni antiquate. "S-scusa, ma è così difficile... Non voglio combinare disastri" Sorpreso da tanta premura, e così felice nell'aver sentito pronunciare quelle parole dal principe, Loki ne riportò lo sguardo su di sé.
"Te l'ho detto, Thor. Tu non sei me. Pensare troppo non è il tuo forte, così come io fatico a lasciarmi andare. Questo dovrebbe essere piacevole per entrambi, quindi... Fai quello che ti senti. Libera il mio istinto, io manterrò lucido il tuo" Già più rilassato, il viso Dio della Folgore divenne raggiante e, per un istante, Loki ebbe l'impressione di vedere il bagliore di una saetta attraversargli lo sguardo. Passata la paura, per entrambi fu più facile abbandonarsi l'uno all'altro e, dopo tanto tempo, tornare una cosa sola. L'Ingannatore si sentì travolgere, affondò le dita nelle spalle possenti di Thor, la sua carne era bollente, sempre più sudata spinta dopo spinta, i gemiti rochi e profondi nelle orecchie, la sua voce, non più quella di un ragazzo, ma di un uomo, il suo uomo. Era così intenso, lo obbligò ad aggrapparsi con tutte le proprie forze, ma non fu abbastanza, per nessuno dei due. Loki si sentì sollevare e si ritrovò dritto, seduto contro il membro del biondo, ancora più in profondità dentro di sé. Il volto premuto contro l'incavo del collo del principe asgardiano, il corvino si sentì sciogliere dal piacere e, nell'attimo prima che si liberassero, entrambi si ritrovarono avvolti dal proprio elemento. Fuoco e folgore, Loki e Thor, una cosa sola come in passato e così per sempre. Guardando l'altro, l'Ingannatore vide specchiato nei lampi un riflesso diverso. I biondi capelli dell'asgardiano erano diventati rossi, più lunghi, così come la sua barba, era anche invecchiato di qualche anno, ma i tratti e, soprattutto i suoi occhi, rendevano chiaro che fosse sempre lui. "Loki, i tuoi capelli..." Abbassando lo sguardo e scorgendone una ciocca sollevarsi ed ondeggiare attraverso le fiamme, l'Ingannatore si rese conto che erano diventati rossi ed arancioni, praticamente un tutt'uno con il fuoco stesso, dunque anche lui, per qualche motivo, era cambiato. Ritornando con la mente al disegno sul blocco, Loki si toccò la testa in cerca delle corna, ma non ve ne era traccia, dunque non era lo stesso dell'illustrazione, ma qualcosa di differente che però lo fece sentire bene. Essere così era naturale. "Lo sapevo" Sollevandogli il mento con la mano, il Dio della Folgore incrociò i loro sguardi e gli diede un bacio veloce sulle labbra "I tuoi occhi, il rosso è proprio il tuo colore" Spostandosi, l'Ingannatore sentì una fitta di piacere attraversarlo lungo la schiena, fare movimenti troppo bruschi era davvero un grosso rischio.
"T-Thor... Potresti, cortesemente... aiutarmi a farti uscire..." "Come? Proprio ora che hai assunto quest'aspetto così bello?" Tappandogli le labbra e sospirando, l'Ingannatore cominciò a pentirsi di aver ceduto così facilmente alle proprie pulsioni. Incredibile che, nonostante stessero rilasciando energia fuori dal proprio controllo, l'altro riuscisse ad essere abbastanza tranquillo da proporgli un secondo round in quelle condizioni senza farsi domande di alcuna sorta. Doveva essere impazzito, ma, in fondo, guardando quel suo aspetto più maturo e selvatico, anche Loki pensò di aver perso la ragione. Accettò la sua proposta.
Perfetto, completo, sveglio eppure ancora nel mondo dei sogni, essersi unito con l'altro dopo avervi fantasticato così a lungo, aveva riempito Thor di un'energia nuova, quindi non trovò strano il rilascio di scariche elettriche dal proprio corpo e neppure il nuovo aspetto comparso dal nulla. Tutti questi lati positivi erano già soddisfacenti, ma, in più, c'era un altro magnifico vantaggio dal quale non riusciva a togliere gli occhi di dosso, lo splendido cambiamento avvenuto in Loki. Ne aveva visti di Asi durante quel viaggio, Freyr ad esempio era sempre stato considerato tra gli dei più belli e poi c'era il misterioso guerriero fantasma, ma nessuno dei due con i propri volti perfetti, poteva competere con quello del Dio della Menzogna. Non solo si era fatto più alto, ma i suoi capelli avevano assunto il colore della fiamma, così come le sue iridi, rese ancora più intense e vive dalla tinta rubino, non che il verde azzurro precedente avesse qualcosa che non andava, dopotutto Loki era sempre stato ammaliante. "Potete ripeterlo di nuovo? Credo di aver capito male..." Ormai era già la terza volta che l'Ingannatore stava rispiegando la situazione ai propri figli, ma a Thor non importava, era soddisfatto così, non si sarebbe nemmeno rivestito se l'altro non avesse insistito. Poteva ancora percepire lungo la schiena le dita dell'Ingannatore e le sue unghie scavarvi alla ricerca di un sostegno, il calore di quella carne morbida come burro nell'accettare il suo membro, il proprio nome gridato tra i gemiti di piacere, i sapori, gli odori. Tutto vorticava nella sua testa rendendogli impossibile credere di aver potuto dimenticare emozioni del genere dopo averle vissute in chissà quale passato remoto. "Thor, dammi una mano..." Ed ecco che l'altro tornò a voltarsi verso la sua direzione, grave errore, si ritrovò inghiottito nuovamente nei suoi occhi, innamorato "Non mi stai nemmeno ascoltando, giusto?"
"S-scusa Loki" Questi sospirò e, anche se con un po' di fatica, si tirò in piedi, in effetti la sua anima aveva bisogno di riposo già prima del suo arrivo, portarla al limite unendosi in quel modo vorace e carico di bisogno forse non era stata l'idea migliore. Thor però non era affatto pentito. "Tipico tuo, quando mai mi ascolti... Comunque lasciamo perdere la questione del nostro aspetto. Dobbiamo partire immediatamente per Asgard. Spleipnir è lì, inoltre, devo parlare con Odino di una questione importante"
"Ad Asgard? Ma avevi detto che non ci saresti mai tornato! Ti imprigioneranno a vista!" Affiancandoglisi, prese la sua mano nella propria. Non avrebbe permesso a nessuno di rinchiudere Loki di nuovo nelle segrete, soprattutto dopo tutto ciò che avevano vissuto insieme, quel viaggio aveva cambiato molto entrambi, li aveva spogliati, in tutti i sensi, cancellando quella barriera invisibile che sembrava averli divisi da sempre. "Madre, non puoi lasciare Hel in queste condizioni..." S'intromise la regina dei morti e, il suo divieto, rasserenò il cuore di Thor.
"Beh, se è così potrei andare da solo mentre tu resti qui, al sicuro!" L'occhiataccia che l'altro gli lanciò fu più che esaustiva, separò la mano dalla sua e lo afferrò dal mantello sfilandoglielo per poi indossarlo "Smettetela di dire sciocchezze" Sistemandosi la cappa rossa sulle spalle e liberando le ciocche vermiglie rimaste incastrate in essa, il Dio della Menzogna incrociò le braccia al petto ed assunse un'espressione corrucciata "Io vado ad Asgard" Dopo aver perso il corvino, anzi, il fulvo, il solo pensiero di rimetterlo in pericolo lo terrorizzava. Se solo l'Ingannatore fosse stato più ragionevole lo avrebbe obbligato a restare lì in eterno, lontano da qualsiasi rischio, ma Loki aveva ormai preso una decisione, impossibile convincerlo a desistere. "Dicevo solo che devo prima fornirti un nuovo corpo, madre. In più, per farti uscire, avrò bisogno dell'aiuto di Thor, anzi, a dire il vero, di Mjollnir" Sollevando il martello, lo avvicinò alla gigantessa.
"Dai a Loki ciò che gli occorre per poter lasciare questo regno e il Frantumatore sarà al tuo servizio per qualsiasi cosa dovessi aver bisogno" Facendo loro cenno di seguirla, Hela uscì dalla stanza, ma, prima che l'Ingannatore partisse, Thor lo sollevò di peso portandolo sul dorso di Fenrir. L'altro non protestò, semplicemente si strinse nel mantello rosso e guardò davanti a sé. Nonostante il pallore e la luce soffusa a circondare il suo spirito, il biondo riuscì a notare un leggero rossore sulle sue guance. Scendendo verso le profondità della reggia, con gli occhi delle numerosissime serpi addosso, e l'odore del loro veleno letale sprigionarsi dagli scoli ai lati dei corridoi, gli fu difficile credere che presto avrebbe abbandonato quel mondo da incubo per venir riaccolto tra le braccia familiari della sua amata Asgard. Era stato via da casa molto, gli mancava l'aria di Asaheimr, i volti adoranti ed affettuosi dei sudditi, il tempo trascorso con gli amici di tante battaglie, ma, soprattutto, l'amore dei propri genitori. Probabilmente per Loki le emozioni scaturite al pensiero di ritornare erano molto diverse dalle sue, ma non riuscì a smettere di sorridere, nemmeno per essergli solidale, era un sentimento troppo sincero per poter venire nascosto. "Thor..." Voltandosi verso l'Ingannatore, allungò una mano e ne sfiorò la gamba liscia ed il piede delicato con dolcezza.
"Sì?" "Su Asgard... Se le cose dovessero mettersi male..."
"Non accadrà niente di male! Ci sono io con te" Stringendo i lembi della cappa, l'altro chiuse gli occhi e sospirò "Ascoltami, è una cosa importante... Se dovesse accadere il peggio, ti prego... N-Non lasciarmi solo. Resta con me..." Sollevandosi in volo, gli si portò accanto e lo strinse tra le braccia, non appena ne ebbe visto le iridi rosse farsi liquide, non riuscì a trattenersi e lo baciò, cosa che riportò entrambi alla condizione di poco prima. Fuoco e saette si liberarono per un istante, fu un sobbalzo del Lupo della Brughiera a separarli. "Andateci piano! Il calore della mamma posso sopportarlo, ma i fulmini pizzicano!" "Scusa, Fenrir!" Tenendolo Loki al proprio petto, Thor ne accarezzò i lunghi capelli ardenti e sorrise.
"Non ti lascerò mai. Ora che ti ho di nuovo con me, nemmeno il Padre degli Dei in persona potrà strapparti dalle mie braccia. Se avrò voglia di una birra, ce la berremo insieme"
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