Un Legame
Loki riaprì le palpebre di scatto e si ritrovò a terra, prono, il corpo insensibile. Fece per alzarsi, ma le braccia non risposero, così tentò di ricordare cosa fosse accaduto. Aveva parlato con Thor chiedendogli qualcosa riguardo Jǫrmungandr, il resto era buio. Improvvisamente, un lungo fischio gli attraversò i timpani facendolo contorcere dal dolore e creando diverse immagini nella sua mente.
Il Sole e la Luna, separati da un muro così alto da spaccare il cielo in due, si inseguivano in tre albe e tramonti; il volto di una donna si posò nel suo, capelli neri e lo sguardo deciso, occhi e mento marchiati da segni tribali sconosciuti; sorvolò una distesa di roccia e ghiaccio sempre più frastagliata sino a diventare una catena montuosa, una corona bianca contro nuvole in tempesta; si inoltrò in una grotta gelata, che nascondeva un fuoco caldo ed avvolgente, un abbraccio pieno d'amore, un sentore di casa; due serpenti, visti dall'alto, si muovevano lentamente sino alla propria coda ed, infine, la mordevano, formando degli infiniti sovrapposti.
Un boato fermò le visioni riportandolo alla realtà. L'Ingannatore provò di nuovo a rialzarsi e riuscì a mettersi in piedi senza difficoltà, la sensibilità agli arti era tornata. Compiuto quel movimento, si ritrovò a petto nudo, la parte superiore del suo abito scivolò a terra ridotta a brandelli, la schiena era stata lacerata. Scuotendo la testa per scacciare totalmente il ronzio di poco prima, il corvino si rese conto del baccano intorno a sé e si voltò osservando la battaglia in corso tra Thor e la Serpe di Midgard. Confuso dalla situazione, incrociò le braccia seccato e sospirò.
"Non posso voltarmi un attimo che cominciate ad ammazzarvi a vicenda?!?" disse ad alta voce attirando l'attenzione dei due proprio nell'istante in cui il Dio della Folgore stava per scagliare un nuovo colpo con il martello "Loki!" gridò il biondo abbandonando lo scontro per corrergli incontro. Nemmeno il tempo di ribattere, che Loki si ritrovò stretto dall'altro, tra le sue braccia muscolose ed il petto marmoreo. Rimase immobile, ma ciò non sortì effetto, anzi, Thor lo tenne ancor più saldamente e cominciò a singhiozzare sulla sua spalla bagnandola di lacrime "Loki... Loki... Sei vivo! Non sai quanto sono felice!" Jǫrmungandr scivolò nella loro direzione, leggermente acciaccato a causa dei colpi ricevuti "Era quello che stavo cercando di dirti... sciocco figlio di Odino" sibilò forte per poi incrociare il suo sguardo vacuo in quello del Dio della Menzogna "Padre, come vi sentite?" Loki sorrise, qualsiasi cosa avesse fatto l'animale, gli aveva dato la capacità di ascoltare tutte le sue parole. Sentendo la presa del biondo farsi più decisa, l'Ingannatore cercò di staccarlo, desideroso di ottenere delle risposte.
"Thor! Lasciami! Sono vivo, ma non lo sarò ancora per molto se continui così! Mi stai spezzando le ossa!" "Oh, scusa!" lo liberò subito asciugandosi le lacrime, aveva il viso rosso.
"Fammi indovinare, anche questa volta è la sabbia negli occhi a farti piangere per me?" domandò sornione in modo da pungerlo nell'orgoglio. Non aspettò repliche, lo superò per parlare con la Serpe di Midgard, ma si sentì tirare per il polso e si fermò. Non gli piacque essere afferrato in quel modo. "Loki, la tua schiena"
"Lo so, mi si è rotta la casacca. Non serve che mi dici nulla. Il mio fisico è gracile rispetto agli standard asgardiani, ma non sono un guerriero come te!" "No, non è questo che intendevo..." "Si riferisce al simbolo che è comparso in seguito al mio morso" intromettendosi nel discorso, Jǫrmungandr portò una porzione del proprio corpo alle sue spalle e rese le scaglie riflettenti affinché si potesse specchiare. Scostando i lisci capelli sul davanti, lasciandoli ricadere lungo le scapole, Loki riconobbe il disegno che aveva visto poco prima, gli stessi rettili del sogno, ora formavano sulla sua schiena lo stesso intricato disegno.
"Cos'è? Perché è apparso?" concentrandosi sul colpevole, Loki sentì la presa di Thor farsi più fragile e la scacciò definitivamente con uno strattone. Massaggiandosi il polso, guardò la Serpe di Midgard "Ho risvegliato la tua memoria, padre! Di casa, di me ed i miei fratelli, di mia madre... Non... non ricordi ancora?" Cercando di concentrarsi, il corvino provò a capire a cosa si riferisse, ma a parte le visioni avute poco prima non vi era altro e, perfino quelle, risultavano molto nebulose.
"Ho visto una donna, delle montagne, una grotta... Nient'altro. Mi dispiace" Arrotolandosi su sé stessa, la Serpe di Midgard chiuse gli occhi "Non può essere... Non è giusto!" l'immenso corpo venne percorso da fremiti così forti da far tremare la terra. La sua immensa coda sbatteva violentemente sul fondale mentre la testa si agitava dolorante, afflitta. "Distruggerà Midgard in questo modo!" pronto a lanciarsi all'attacco, Thor sollevò Mjöllnir, ma Loki lo anticipò in velocità. Raggiunse la testa di Jǫrmungandr, quasi sommersa totalmente nella sabbia, e cominciò a scavare.
"Non ricordo, va bene, ma ora posso capirti! Puoi darmi delle spiegazioni!" aprendo gli occhi lucidi di pianto, il serpente allungò il collo e si rilassò strusciandosi sul petto del corvino con delicatezza "Non capisco... Padre mio, avresti dovuto sapere adesso. Con il marchio di Sleipnir ed il mio dovresti riuscirci... Invece non ha funzionato ed ora siamo tutti condannati, tutta la nostra famiglia" Spaventato da quelle parole, Loki appoggiò una mano sulla testa dell'animale e lo accarezzò lentamente per poi guardare verso Thor. Era confuso e preoccupato quanto lui. L'Ingannatore cercò di ricordare se gli fosse mai capitato di sentire qualcosa di strano dal cavallo che potesse essere equiparabile al marchio appena ricevuto e raggiunse una terribile consapevolezza.
"Oh no... nel bosco..." sussurrò rendendosi conto dell'errore commesso. Alla sua partenza da Asgard, Sleipnir era rimasto nei dintorni della capitale per lui. Gli si era avvicinato per restituirgli la prima parte della memoria perduta, rischiando di farsi ricatturare e lui lo aveva cacciato via.
"Ecco perché Odino lo custodiva così gelosamente e non voleva rivelare da dove venisse... Sleipnir è mio figlio!"
Thor non riuscì a crederci, non voleva farlo. Il fratello stava davvero dando ragione alle follie pronunciate da Jǫrmungandr, menzogne su una progenie di cui non poteva in alcun modo essere il capostipite, di luoghi mai visti e cospirazioni ordite da Odino.
"Lo sta ingannando" pensò serio stringendo i pugni.
"Vuole metterlo ancora di più contro il Padre degli Dei, contro Asgard, contro me. Possibile che Loki, nonostante la sua astuzia, non riesca a rendersene conto? Ancora non capisce quanto rischia se dovesse fallire la missione che gli è stata affidata?" continuò a chiedersi portandosi più vicino al corvino, intenzionato a mettere fine al giochino della Serpe di Midgard e riprendere il viaggio. In tutti quegli anni, per ingenuità, aveva permesso che Loki lasciasse la sua mano e sprofondasse nell'odio, ma non sarebbe accaduto di nuovo. Dovevano tornare subito sulle tracce del destriero, catturarlo e riportarlo indietro, così che Odino concedesse la grazia a Loki. Libero dalla punizione, il Dio della Menzogna sarebbe rimasto al suo fianco e divenuto un vero asgardiano.
"Loki" ne attirò lo sguardo e così poté notare quanto sembrasse vivido "Thor, dobbiamo trovare Sleipnir!"
"Era proprio quello che volevo dirti!" sorrise, rasserenato
"Così otterrai il perdono da nostro padre e tutto tornerà alla normalità" Alle sue parole, l'Ingannatore si rintanò tra le spire del corpo di Jǫrmungandr ed i suoi occhi persero la luce di poco prima "Ma che stai dicendo, Thor? Non hai sentito quello di cui abbiamo parlato fin'ora?"
"Certo che l'ho sentito! Stai veramente credendo a queste bugie? Ti sta ingannando, è ovvio!" "Pensi che io sia uno sprovveduto? Che non sappia distinguere la menzogna dalla verità?"
"Non penso questo! Ma so scegliere di chi fidarmi tra l'uomo che mi ha cresciuto e un biscione gigante nato solo per uccidere" Jǫrmungandr sibilò fra i denti nella sua direzione spingendolo ad arretrare di un passo.
"Visto? Ho ragione a sospettare di lui! Loki, ti prego, cerca di ragionare!" "Lo faccio sempre, Thor. Ed anch'io so di chi fidarmi. Tra colui che ha in programma di tenermi prigioniero per sempre una volta tornato a "casa", e una creatura gentile che mi ha salvato e dato continue prove alle sue parole, secondo te, a chi devo la mia fiducia?"
"Le prove che ti ha mostrato potrebbero essere solo l'effetto del veleno del suo morso!" "Infatti intendo andare a cercare conferma di tutto nel regno di Alfheimr! E lo farò, con o senza di te!" Sempre più arrabbiato per la ritrosità dell'altro, al Dio della Folgore parve di scorgere delle scintille ai lati del proprio viso. Nessuno aveva mai avuto prima il coraggio di parlargli in quel modo, stava tirando troppo la corda. Sbattendo un piede a terra, il biondo vi provocò un piccolo cratere che si vetrificò in un istante.
"Perché non vuoi ascoltarmi?! Prendi queste decisioni improvvise, senza nemmeno consultarmi prima! Hai idea di quanto fossi preoccupato per te quando quel mostro..." tuonò puntando il martello contro la Serpe di Midgard
"... ti ha attaccato?!? Pensavo fossi morto! Nessuno può resistere al suo veleno!" "Nessuno tranne me a quanto pare. Quindi, o sono immune, oppure non ha mai avuto alcuna intenzione di ferirmi!" gli rispose l'Ingannatore sospirando frustrato "Senti, lo sapevamo fin dall'inizio che non siamo compatibili. Tu vuoi che io obbedisca ad Odino a tutti i costi e non sei disposto a fidarti di me anche se ti ho dimostrato più volte di sapere quello che faccio"
"M-ma io mi fido di te! So che sai cosa fare, ma tutta questa situazione..." strinse i denti abbassando il braccio e cercando di mantenere la calma, per quanto fosse difficile
"Non può essere vera. È troppo assurda, inoltre... Se lo fosse, significherebbe che io e te... Non siamo niente" alzando il volto in quello del corvino lo vide abbandonare il fianco della Serpe di Midgard accarezzandone le squame. Pochi passi e furono uno davanti all'altro "Noi non siamo mai stati qualcosa, Thor" A quelle parole, il biondo sentì come una fitta al petto, era sul punto di rispondere, ma venne fermato e zittito sul nascere "Né fratelli, né amici e nemmeno compagni d'armi. Non ci unisce niente. Il fatto che tu mi stia aiutando solo perché senti ancora un legame di sangue con me, mi da ragione. Significa che è solo senso del dovere, non affetto o fiducia, ma l'ennesimo modo per dimostrarti superiore" dandogli le spalle, Loki incrociò le braccia al petto e, in quel gesto, il Dio della Folgore poté giurare di aver visto il marchio sulla sua schiena muoversi, producendo calore. "Torna ad Asgard e trovati un altro caso disperato di cui occuparti. Me la caverò da solo, come ho sempre fatto" E, detto ciò, tornò verso il rettile. Thor fu incapace di trovare le parole giuste per convincerlo di star sbagliando. Sembravano non esistere. Stava pensando seriamente di andarsene per fare ritorno a casa, ma, inaspettatamente, Jǫrmungandr scivolò fra loro chiudendoli fra le proprie spire ed attirandone l'attenzione "Ve lo avevo già detto e, se preferite, potete anche non credermi, ma, in passato, eravate molto uniti" "Impossibile" affermò Loki seguendo la creatura con lo sguardo "Era così, padre! Nonostante le vostre grandi diferenze! Vorrei dimostrarlo, ma è Sleipnir a conservare quei ricordi..."
"Quindi..." pensò il biondo sentendo rinascere dentro di sé un barlume di speranza.
"Se li recuperassimo, potremmo capire che cosa ci unisce!" Avvicinandosi al fratellastro, Thor prese la sua mano nella propria e gli sorrise "Questo non cambia proprio niente!" lo scacciò Loki
"Invece sì! A quanto pare qualcosa ci legava in passato e può farlo anche oggi!" "Hai detto di non credere nemmeno ad una parola di Jǫrmungandr..."
"Infatti non ci credo, ma voglio provarci, per noi" L'Ingannatore non parve soddisfatto della risposta, ma Thor non cedette.
"Ti prego, non voglio che affronti tutto da solo" tentennò alla ricerca di una buona scusa.
"Sei un fragile umano! Non ce la faresti da solo!" alle sue parole, il rettile sibilò soddisfatto "Non lo è più adesso" ottenendo la loro attenzione.
"Che intendi dire?" "Beh, grazie al mio morso, è tornato un Asi"
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