Sorde Verità
Loki aveva sempre amato leggere. Durante l'infanzia, mentre Thor portava scompiglio ad Asgard con i suoi amichetti, lui era stato indirizzato da Frigga alla sete di conoscenza e, ben presto, aveva appreso gran parte dei segreti dei nove regni. Sapeva dell'esistenza della Serpe di Midgard, ed anche che avrebbe preso la vita di Thor il giorno del Ragnarok, ma, nonostante ciò, nessun tomo specificava il motivo di quel gesto. Era come se dalle leggende fossero stati strappati interi capitoli. Anche le descrizioni erano molto diverse, parlavano di un mostro terrificante, privo di coscienza e spinto solo da una sete di sangue inestinguibile, tutto l'opposto di ciò che aveva davanti. Il corvino non ne aveva paura, da quando si era risvegliato, la creatura si era dimostrata cordiale, perfino affettuosa nei suoi confronti. Con Thor era stata diffidente al primo impatto, ma non aveva cercato di fargli del male, quindi c'era una sola risposta a quella discrepanza: qualcuno doveva aver manomesso i testi della biblioteca di Asgard.
"Ma per quale motivo?" pensò fra sé e sé.
"Impossibile che Odino non ne sia a conoscenza. Ha Heimdall al suo servizio, niente può sfuggire al suo sguardo, quindi..." La pace che si era creata nella barriera lo aiutò a riflettere.
"Dannato, è coinvolto. Quante cose pensi di nascondermi ancora?" Alzando lo sguardo verso il Dio della Folgore, con l'intenzione di chiedergli se, come attuale re di Asgard, gli era stato rivelato qualcosa a riguardo, notò che era totalmente immobile. Sembrava paralizzato, si limitava a stringere il manico del martello nella mano, stava tremando. Questo spiegava la calma innaturale.
"Che cosa gli prende adesso?" Portandoglisi più vicino, non fu difficile capire la situazione. Era spaventato, ma non intendeva mostrarlo. Comprensibile, quando il tuo fato è già scritto e finisci per trovartici davanti, puoi avere diverse reazioni, ma le prime sono sicuramente "lotta o fuga". Era un bene che non si fosse ancora deciso su quale prendere, difficile scegliere tra la vita e l'orgoglio guerriero, ma così Loki ebbe il tempo di mettersi in mezzo e dire la propria. Il biondo lo aveva aiutato all'accampamento e si era preoccupato per la sua condizione quando erano arrivati lì, era il momento di ripagare il favore. Non c'erano altre ragioni. Con quello sarebbero stati pari.
"Sappi..." disse seriamente intromettendosi tra i due e portandosi davanti all'enorme rettile, faccia a faccia.
"... che non intendo lasciartelo" tenne lo sguardo negli occhi vitrei della serpe. Sapeva che non c'era nulla da temere, ma capì che, per rassicurare il Dio della Folgore, era necessario che si mostrasse più spavaldo ed indomito del solito "Loki..." Sentendosi chiamare, il corvino piegò l'angolo destro delle labbra, si voltò e sorrise, almeno Thor non era più paralizzato come uno stoccafisso.
"Credevo amassi i serpenti. Comunque non preoccuparti, se c'è qualcuno qui che ti ucciderà quello sono io. Non m'importa del Ragnarok, nessun'altro prenderà la tua vita" "Ma..." Dopo aver sibilato qualcosa, il muso della serpe si ritrasse all'istante scomparendo tra le pieghe del suo stesso corpo. Atterrito, l'Ingannatore impiegò qualche secondo per riprendere il controllo, un acuto fischio gli aveva attraversato le orecchie impedendogli di capire cosa l'animale avesse detto. "Loki, ti senti bene?" Appoggiando le mani sulle sue spalle, Thor cominciò a dargli dei lievi scossoni "Perché ti ha chiamato in quel modo?"
"Chiamato? Chi mi ha chiamato?" "Cosa? Come hai fatto a non sentirlo? Eri più vicino di me! Il Serpente di Midgard ti ha chiamato padre! Perché ti ha chiamato padre?" Facendo un passo indietro, Loki guardò l'altro incredulo. Qualcosa non andava, per niente. Non aveva sentito nulla, che se lo stesse inventando? Non c'era motivo per farlo, non sembrava qualcosa su cui scherzare, inoltre perché l'animale era fuggito poco dopo l'inizio del fischio? Che ne sapesse qualcosa? Arrabbiato, il corvino corse verso il corpo del serpente e, giuntovi davanti, provò a darvi qualche colpetto per richiamarne l'attenzione. La pelle squamosa era rigata in bianco e nero, ma al minimo movimento le scaglie si opacizzavano rendendola un tutt'uno con il fondale.
"Lo so che mi hai sentito! Vedi di darmi delle spiegazioni o verrò a prendermele!" Non ricevendo risposta, ma scorgendo il muso della Serpe sul punto più alto della cupola, l'Ingannatore si voltò verso Thor.
"Immagino che non ti vada di farlo al posto mio, giusto?" "Se si trattasse di un altro serpente gigante lo farei, ma... ma lui è Quel serpente. Inoltre, per ordine del Padre degli Dei, non mi è permesso usare i miei poteri. Se ci attaccasse con il suo veleno, moriremmo, entrambi"
"Ci ha salvati, entrambi. Se avesse voluto ucciderci l'avrebbe già fatto... comunque non importa, farò da solo, Grande Re di Asgard!" Etichettandolo con scherno, l'Ingannatore iniziò a salire aggrappandosi negli spazi fra le squame, cercando un pertugio dal quale poter raggiungere il muso. Prima Odino, poi Njordr ed ora anche lui, trovava solo muri alle proprie domande, gli stavano nascondendo troppe cose. Si era stufato.
"Ehi! Rispondimi!" urlò a pieni polmoni verso la testa.
"Dimmi perché mi hai chiamato in quel modo! E anche perché non ho sentito nulla! Voglio delle risposte!" voltandosi verso il Dio della Folgore, sperando fosse quantomeno pronto a prenderlo in caso fosse caduto, lo vide imbambolato, immobilizzato a fissare il rettile e la cosa lo irritò ancora di più. Meno male che era lì per dargli una mano, fino a quel momento aveva dovuto salvarlo fin troppe volte per i propri gusti, possibile che fosse del tutto inutile senza i suoi poteri? Sorreggendosi con una mano, Loki diede un pugno alla corazza impenetrabile dell'animale, ferendosi. Era al limite, il suo corpo pulsava, tra la stanchezza e l'ira era in fiamme.
"Stupido corpo umano! Ehi biscione, ti ho fatto una domanda! Ti ho detto di rispondermi!" Un nuovo pugno e, senza spiegarsi come, Loki riuscì a scalfire la pelle della bestia spingendola allo scoperto, ma ad un grosso prezzo. A causa di ciò la presa gli cedette, perse sensibilità alle mani e cominciò a cadere di schiena, dritto verso il suolo.
"Tranquillo, ti ho preso!" Tenendo tra le braccia il corvino a mo' di principessa, Thor indietreggiò fino al bordo della cupola senza mai perdere di vista il Serpente dell'Infinito. Il rettile si agitava in modo frenetico, aveva ricevuto un brutto colpo. Difficile credere che, nonostante fosse privo di poteri, l'Ingannatore fosse stato in grado di ferirlo gravemente. Era un'altra cosa strana da aggiungere alla lista di eventi inspiegabili di quel viaggio, il suo istinto gli diceva che, in compagnia del fratello, si sarebbe presto dovuto abituare all'inaspettato.
"Con te non ci si annoia mai... Non potevi rimanere un topo di biblioteca come quando eravamo piccoli?" "Guarda che ti sento" Vedendo Loki riprendere conoscenza, si sentì subito più leggero e si guardò intorno in cerca di una via di fuga. Non c'era altro modo, se volevano andarsene avrebbe dovuto utilizzare Mjöllnir. Sollevando il Frantumatore verso l'alto, Thor fu sul punto di spiccare il volo, ma la mano dell'altro si appoggiò sulla sua fermandolo "Cosa stai facendo? Non possiamo andarcene! E mettimi giù!" Abbassando il braccio e aiutando Loki a rimettersi in piedi, il biondo si voltò verso la Serpe di Midgard. La bestia aveva smesso di agitarsi e controllava il punto ferito in silenzio, senza prestare loro attenzione.
"Ma è la nostra occasione..." "Tu vai se hai paura, ma io devo sapere che sta succedendo. E comunque, sono umano, ricordi? Uscito dalla cupola morirei per la pressione" Il Dio della Folgore si sentì uno stupido, non ci aveva pensato. Mise Mjollnir alla cintura e sostenne il corvino mentre si avvicinava all'animale ferito. Non era possibile che, un semplice umano, avesse causato un simile danno, lo aveva colpito. A dire la verità Loki si stava rivelando più sorprendente di quanto avesse mai immaginato, sapeva sempre cosa fare, puntava dritto al proprio obiettivo, aveva un'ottima conoscenza dei nove regni, era intelligente e coraggioso. Se gli asgardiani avessero potuto vederlo in azione, avrebbero smesso di disprezzarlo.
"Forse, una volta conclusa la punizione di Odino, quando torneremo a casa e salirò al trono, potrei chiedergli di restare al mio fianco" pensò mentre guardava il corvino accarezzare il Serpente dell'Infinito. Gli ricordava la loro infanzia, quando i gesti di gentilezza dell'altro non apparivano strani ai suoi occhi. Qualcosa lo aveva cambiato e, la possibilità che non sarebbe più tornato quello di prima, era la sua più grande paura. "Thor, ho bisogno di te"
"Cosa?" pensò di aver sentito male, ma poi vide il fratello cadere a terra tenendosi l'orecchio. Lungo il polso, un rivolo di sangue rosso ne tinse la pelle chiara mettendolo in allarme.
"Loki!" gli si affiancò, ma quando cercò di controllare le sue condizioni, venne scacciato.
"Stai sanguinando, lasciami vedere! Sono un guerriero di Asgard, ho visto molte ferite e posso aiutarti" "Smettila di dire idiozie! Non sei mai stato ferito gravemente... E non ti ho chiamato per questo" Tornando in piedi e stringendo nella mano le gocce vermiglie, l'Ingannatore incrociò il suo sguardo, gelandolo con il verde e l'azzurro delle sue iridi. Ne ottenne la totale attenzione.
"Come posso aiutarti?" "Lui ti dirà quello che voglio sapere e poi me lo riferirai parola per parola" Superandolo faticosamente, il corvino si spostò sul lato opposto della cupola e si tappò le orecchie dando loro le spalle. Thor non riuscì a capire perché gli fosse stata fatta una richiesta tanto strana, ma decise di fidarsi e si voltò verso Jormungand, giusto in tempo per vedere la sua ferita rigenerarsi. Era una terribile bruciatura, era impossibile per il corvino produrre un calore abbastanza forte. "Non posso dirgli tutto" sibilò il rettile.
"Ma devi farlo! Le cose che accadono a Loki sono sempre più strane! Prima le fiamme, poi mio padre e il Dio dei Mari con i loro segreti ed ora tu che lo chiami padre!" "Non mi è possibile" "Dimmi quello che puoi! Il resto lo scopriremo da soli!" Avvolgendo il corpo intorno a Thor, l'animale sospirò senza togliergli gli occhi di dosso. Il biondo era nervoso, combatteva tra l'ammirazione e la paura di venir attaccato da un momento all'altro. Era sul punto di chiedere spiegazioni quando, i riflessi sulle squame tutt'intorno, cominciarono a muoversi creando delle immagini sulle quali la voce di Jormungand cominciò a raccontare. "In un tempo ormai perduto, Loki, Dio dell'Inganno, si unì con la gigantessa Angrboða. Da lei ebbe tre figli, il serpente marino, il lupo della brughiera ed colei che ora regna sulla morte "
"Cosa? No!" alzando la voce, Thor cercò con lo sguardo la testa della Serpe di Midgard, ma non ci riuscì, era circondato dal ventre su ogni lato. Martello alla mano, pensò di crearsi una via di fuga, ma poi ricordò la richiesta fattagli dal corvino. Doveva ascoltare, per quanto folle fosse quella storia, doveva sentirla fino alla fine e riportarla a Loki. "Non mi sorprende che anche a tu ne abbia perso il ricordo. Eri e resti tutt'ora molto legato a mio padre, lo dimostra il fatto che sei al suo fianco ora che per lui è giunto il momento di seguire il suo destino"
"Io lo so chi è Loki! È mio fratello! Siamo cresciuti insieme! Non c'è altro! Stai mentendo! Vuoi solo confonderci e non lo permetterò!" Le varie parti di Jormungand strusciarono fra loro più velocemente, le immagini proseguirono rapide e cominciò a crearsi una forte corrente d'aria. Il sibilo divenne uno stridio metallico sempre più intenso, Thor si rese presto conto che lo spazio si stava facendo molto più ristretto. Sarebbe finito schiacciato dalle spire. "Sei più sciocco di quanto pensassi! Come preferisci, ignora le mie parole se vuoi, ma ricorda, noi siamo la progenie della disgrazia, neppure Odino è stato abbastanza forte da neutralizzarci. Siamo vissuti nella paura, abbiamo visto nostro padre soccombere per noi, ma gli restituiremo ogni cosa. Nessuno potrà impedircelo! Né Odino, né tu, nemmeno Loki stesso!" Il Dio della Folgore vide finalmente la testa della Serpe di Midgard, essa scese davanti a lui e cominciò a ripiegarsi all'indietro. "Non puoi niente contro di me, io sono l'eterno, sono l'immortalità" Esposte le zanne, l'animale scattò in avanti per colpire, Thor fu abbastanza rapido da scivolare a lato e scansarlo. Il pericolo fu scampato, o almeno così credette. Aprendo i giri del proprio corpo, Jormungand vi passò in mezzo e puntò dritto verso Loki, ancora girato di spalle. Per il biondo fu impossibile reagire in tempo, l'Ingannatore venne perforato dalle zanne avvelenate lungo la schiena e cadde a terra, privo di vita.
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