Scambio Reciproco

Di nuovo un Asi, un dio di Asgard. Nonostante le parole della Serpe di Midgard, Loki non sentì alcuna differenza nel proprio corpo, a parte il marchio a cingergli la schiena, era un comune umano. La sua magia non funzionava, l'unico modo per capire se era tornato, almeno fisicamente, alla normalità, era risalire in superficie con Thor. Era un salto nel vuoto, se il suo fisico fosse stato ancora quello di un uomo, si sarebbe disintegrato non appena lasciata la barriera creata da Jǫrmungandr, ma voleva provarci, il suo viaggio doveva continuare. Per quanto il serpente si fosse rivelato utile, non c'era altro che potesse raccontargli, la sua voce restava sorda quando ci provava. Visto che a Vanaheimr, grazie all'intervento del Dio della Folgore, non sarebbe più riuscito ad ottenere nulla, restava un solo luogo in cui recarsi, Alfheimr. Il suo re, Freyr, per quanto fosse da tutti celebrato per la sua bellezza straordinaria, non era molto furbo, riuscire ad ingannarlo sarebbe stato un gioco da ragazzi. Nelle biblioteche del Mondo della Luce era racchiusa la conoscenza dei nove regni, lontano dalle grinfie di Odino, intoccata e pronta ad offrirgli le conferme che cercava. La sua storia doveva essere in uno di quei tomi e, dopo averla ottenuta, avrebbe rintracciato Sleipnir e gli altri fratelli della Serpe di Midgard, il lupo della brughiera e colei che regna sulla morte. Stranamente di loro non aveva mai letto nulla a riguardo, forse comparivano in leggende minori o con nomi differenti e questo avrebbe reso ancora più difficile la ricerca. Oltre a questo c'era da tenere conto di molte altre variabili e, in particolar modo, di un elemento imprevedibile che avrebbe potuto rovinare tutto, Thor. Era troppo fedele al Padre degli Dei, Loki era certo che avrebbe colto qualsiasi occasione per riportarlo ad Asgard una volta conclusa la missione di rintracciare Sleipnir, perciò doveva tenere la guardia alta, per scansare eventuali pugnalate alla schiena. La testa di Jǫrmungandr gli toccò il braccio con dolcezza distraendolo dai suoi progetti. Lo sguardo del rettile era colmo di tristezza, ciò lo spinse ad accarezzarlo lievemente. Era incredibile immaginare che potesse essere davvero suo figlio, e che non fosse nemmeno l'unico. Pensarci faceva sentire l'Ingannatore in un modo strano, in qualche modo era piacevole sapere di non essere totalmente solo al mondo. 
"Mi dispiace che tu non possa lasciare le profondità dell'oceano..." "Questa è la mia condanna, padre, imposta da Odino sino al Ragnarok. Il giorno in cui morirò per mano di Thor, per poi prendere la sua vita" Il destino sapeva essere infausto e terribile, gli remava sempre contro. Loki appoggiò mestamente la fronte su quella del rettile. Non poteva finire in quel modo, non lo avrebbe permesso. Non gli era mai piaciuto che altri scegliessero per lui il suo fato, quindi voleva lottare, con tutte le proprie forze, per impedire che quell'orribile presagio si avverasse.  
"Il nostro destino cambierà, Jǫrmungandr. Lo giuro" "Loki, andiamo!" l'Ingannatore abbandonò il contatto con il figlio "Sarò sempre con voi, padre" e, mentre si scambiavano un ultimo sguardo, Thor gli avvolse la vita con il braccio portandolo a sé. "Se ti senti strano avvisami, va bene?"
"Va bene, ma lascia un po' la presa. Non vado da nessuna parte" Seccato dalla vicinanza forzata, Loki si voltò verso Jǫrmungandr, giusto in tempo per vedere gli anelli creati dal suo enorme corpo separarsi sempre di più permettendo l'ingresso dell'acqua dall'esterno. L'immenso animale creò una spirale verso l'alto dalla cima della quale iniziarono a filtrare accecanti i raggi solari. Thor colse l'occasione e, sollevando Mjöllnir, spiccò il volo verso l'uscita a grande velocità mentre, al suo fianco, il corvino non percepì alcun cambiamento, né dolore. Era la prova che gli serviva, non solo della ritrovata natura di Asi, o gigante di ghiaccio che fosse, ma anche alle parole della Serpe di Midgard. Prima che potessero raggiungere il pelo dell'acqua, il corpo del rettile si ritrasse tornando nelle profondità e così vennero entrambi investiti dall'acqua gelata dell'oceano. Tenendo saldamente la presa sul corpo marmoreo di Thor, Loki trattenne il fiato e chiuse gli occhi, fu l'ultimo riflesso dalla sua perduta natura umana. Pochi istanti dopo erano all'esterno, fuori dai flutti ed avvolti dalla luce calda del Sole, abbracciati saldamente l'uno all'altro. "Loki, come stai?"
"Sto bene, sto bene..." tremò
"Raggiungiamo la terra ferma, devo orientarmi per capire dove ci troviamo su Midgard. Spero abbastanza vicini al passaggio per Alfheimr, meno tempo passiamo su questo mondo meglio è" Osservarono i dintorni per diversi minuti, ma, non scorgendo alcuna riva, presero una direzione casuale e, ben presto, videro una spiaggia in lontananza. Erano ormai a poca distanza quando Mjöllnir perse i propri poteri facendo finire entrambi tra le onde. 
"Ehi! Che è successo?" Confuso, Thor ritentò da solo ed il martello lo sollevò senza fatica, Loki capì subito il motivo. Portarlo fino alla terraferma sarebbe stato un aiuto troppo grande, i poteri del biondo gli venivano tolti se proseguivano insieme, quindi doveva cavarsela da solo. Voltandosi verso riva, l'Ingannatore iniziò a dare delle rapide bracciate. Poco dopo l'altro fu al suo fianco nell'acqua "Coraggio Loki, ci sei quasi! Non è così lontano!"
"Sta zitto!" ansimò affaticato senza nemmeno guardarlo, puntando dritto all'obiettivo e ricacciando in profondità la rabbia nel vedere il fratellastro nel pieno delle forze. Nonostante ora fossero entrambi Asi, avevano sempre avuto costituzioni molto diverse. Se solo anche i suoi poteri fossero tornati insieme alla resistenza, sarebbero stati alla pari. Non appena Loki sentì le piante dei piedi sfiorare il fondale sabbioso provò una felicità immensa, tale da permettergli di fare quell'ultimo sforzo con il sorriso sulle labbra. Giunto poco oltre il bagnasciuga si stese al suolo per riprendere fiato, chiuse gli occhi e si godette il Sole contro la pelle chiara. I suoi arti erano diventati rigidi, e dandoci uno sguardo, l'Ingannatore vide le proprie mani ed i piedi diventare azzurri. La punizione di Odino era tornata a funzionare. Stava per avvisare Thor quando, un'ombra gigantesca, scese imperiosa su di loro.        

Non era la prima volta che il Dio della Folgore aveva a che fare con la tecnologia di Midgard, ma, rispetto a quanto aveva visto in passato, niente si poteva equiparare al veicolo volante che ora copriva il cielo sopra le loro teste. Nonostante non fossero dotati di magia, non si poteva negare che gli uomini avessero inventiva, sapevano creare macchinari davvero sorprendenti. Prima che potesse dire la qualsiasi cosa, si sentì afferrare per il mantello e, girandosi, si rese conto che Loki stava tremando di freddo, i suoi piedi erano ormai congelati e lo stesso valeva per i polsi, quasi fino ai gomiti. Togliendo la cappa, vi avvolse subito l'altro e lo sollevò da terra. Aver nuotato nel mare freddo e, per di più, a petto nudo era stato un azzardo. 
"Avrei dovuto provare a portarlo più vicino..." pensò arrabbiato quando, da ogni lato della spiaggia, cominciarono ad arrivare soldati armati. Pochi istanti e furono circondati. 
"Non abbiate paura, abitanti di Midgard. Io sono Thor, figlio di Odino, il Padre degli Dei, e nuovo re di Asgard. Siamo giunti in pace" "Sappiamo chi sei, Thor, figlio di Odino" Dalla formazione, si fece avanti un uomo con abiti distinti, ma dal volto semplice, fronte ampia e capelli castani ben pettinati. Aveva un viso abbastanza comune che però il Dio della Folgore riconobbe immediatamente. Quando era giunto sulla Terra ed aveva tentato di recuperare Mjöllnir, quell'uomo lo aveva interrogato, ma non gli aveva creduto. Come biasimarlo, nessuno su Midgard aveva mai incontrato un asgardiano prima del suo arrivo. 
"Mi ricordo di lei" tenendo più saldamente il fratello tra le braccia, il Dio della Folgore avanzò di qualche passo attirando su di sé le armi dei soldati i quali però, grazie ad un cenno del loro superiore, abbassarono le difese. "Devo ammettere che eri l'ultimo che avrei immaginato come causa di un maremoto. Pensavo fossi più tipo da fulmini e tempeste" 
"Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma non ho tempo per discutere" "Temo dovrai trovarlo, il mio capo vuole vederti e non è tipo da accettare un no" Thor fu sul punto di rispondere quando sentì Loki tremare ancora più forte fra le sue braccia, il mantello bagnato non sarebbe riuscito a fermare il progredire del congelamento come in passato, doveva pensare ad una soluzione. "Scusa se mi intrometto, ma tuo fratello non sembra stare molto bene... Nella nostra struttura abbiamo i migliori dottori, potrebbero dargli un'occhiata e, nel frattempo, tu potresti aiutare noi a capire cos'è successo qui" Nonostante l'idea non lo facesse impazzire particolarmente, il Dio della Folgore si vide costretto ad accettare, le condizioni dell'Ingannatore stavano peggiorando molto in fretta. Certo, nessuno su Midgard avrebbe potuto fermare la punizione di Odino, ma almeno sarebbero stati al caldo e Loki avrebbe avrebbe avuto degli abiti asciutti. Seguendo l'agente, Thor ripensò al loro primo incontro e, di colpo, gli si accese una lampadina.
"Coulson, il suo nome era questo" ottenne in risposta un sorriso amichevole "Esatto, è così. Ma dimmi, Thor, come mai di nuovo qui sulla Terra? In più, accompagnato da tuo fratello. Ha causato lui il maremoto?"
"Non lui, ma Jǫrmungandr, il serpente dell'infinito. Egli abita le profondità di Midgard, in attesa del Ragnarok. Ha soccorso me e Loki quando siamo giunti dal regno di Vanaheimr e ci ha aiutati nella missione che mio fratello sta portando a termine per ordine di nostro padre" "Accidenti... si direbbero faccende di famiglia piuttosto complicate. Forse anche più della volta scorsa" Thor non seppe come mai, ma quell'affermazione lo fece divertire, almeno agli inizi il loro viaggio si sarebbe potuto definire in quel modo, ma, arrivati a quel punto, si era trasformato in qualcosa di molto più grande. Nonostante avessero dovuto utilizzare mezzi umani, non ci misero molto per raggiungere la pista di atterraggio della struttura. Certo, avrebbe potuto usare il martello, ma non si sentì sicuro a riguardo, se Mjöllnir avesse smesso di funzionare a mezz'aria, il corvino non sarebbe sopravvissuto a quella caduta. Immediatamente, dall'ingresso più vicino, arrivarono dei medici muniti di barella, scortati da un gruppo di soldati. Anche se con reticenza, il Dio della Folgore stese il fratello sul lettino, era privo di conoscenza, se fosse stato sveglio si sarebbe lasciato morire piuttosto che farsi aiutare dagli umani. 
"Dovete tenerlo al caldo" ordinò perentorio e poi guardò Loki, non poteva lasciarlo solo, non voleva. Accarezzando i capelli del Dio della Menzogna, posò lo sguardo su ciascuno degli uomini che lo avrebbero preso in carico, erano evidentemente tesi, l'agente Coulson doveva averli informati di chi avessero davanti. Rilassando il viso, Thor sorrise loro amichevolmente.    
"Potrebbe essere un po' scontroso al risveglio, ma non ha poteri in questo momento quindi non farà del male a nessuno" Fu difficile mollare la presa, ma, consapevole che fosse per il bene dell'altro, Thor lasciò andare lo staff medico e rimase ad osservarli fino a quando non sparirono. L'ultima cosa che riuscì a scorgere fu il rosso della propria cappa. 
"Coulson, se gli succede qualcosa..." disse a denti stretti "Si rimetterà, ma nel frattempo, dovrai rispettare la tua metà del nostro accordo" Limitandosi ad annuire, il biondo venne accompagnato dall'agente e la sua scorta lungo le stanze ed i corridoi della struttura. I presenti sembravano molto in agitazione, fecero tornare in mente all'asgardiano il fermento causato dalla presenza di Mjöllnir su Midgard, doveva essere capitato qualcosa di grave. Superato l'ennesimo rettilineo e l'apertura di un altro paio di porte automatiche, Thor si ritrovò in quella che aveva tutta l'aria di essere una sala comandi. Vi erano circa una trentina persone al lavoro, alcune discutevano fra loro, altre picchiettavano con le dita su delle schermate luminose, ma, la cosa che più attirò l'attenzione del Dio della Folgore, furono le enormi vetrate. Proprio davanti ad esse, ad osservare il cielo azzurro, stava un uomo composto, vestito totalmente in nero, bastò un'occhiata per capirne il ruolo. Al loro ingresso, lo sconosciuto si voltò e, il suo unico occhio buono, fu solo per lui. "Benvenuto allo SHIELD, Thor"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top