Pagine di Memoria

Concluso quello che, sicuramente, era stato il momento più dolce ed allo stesso tempo imbarazzante di tutta la sua vita, Loki si voltò verso Fenrir senza rispondere. Non era pronto. Ottenuta la sua attenzione, l'enorme bestione si emozionò facendo tremare la terra con il suo scodinzolio. Dopo quanto aveva detto il Dio della Folgore, e la questione delle fiamme che aveva rilasciato dal proprio corpo, il Lupo della Brughiera gli doveva delle spiegazioni e sarebbero dovute essere molto convincenti. Accarezzando il pelo dell'animale, lo sentì caldissimo sotto le mani, era come fuoco vivo e questo lo incuriosiva aumentando i suoi dubbi. Come mai, un gigante di ghiaccio come lui, aveva generato una creatura in grado di produrre così tanto calore? Che fosse in qualche modo legato alle fiamme che comparivano durante il suo sonno? Era il momento di scoprirlo. 
"Adesso è il tuo turno di parlare. Coraggio, ora che ho il tuo marchio addosso voglio sapere tutto!" il lupo abbassò improvvisamente le orecchie intristendosi "Mamma..." Era chiaro che avesse capito quanto scettico fosse al pensiero che le sue parole potessero avere una spiegazione concreta. Loki non aveva intenzione di ferirlo, ma il suo bisogno di risposte aveva ormai raggiunto il limite, era stanco di accumulare domande. 
"Comincia da qualcosa di semplice, ad esempio dal motivo per cui mi chiami mamma. Anche se Thor l'ha detto con termini poco gentili, razionalmente parlando ha ragione. Io sono un maschio e sono originario di Jotunheimr, come posso essere tua madre? Inoltre, la Serpe di Midgard mi chiamava padre, quindi puoi capirmi se sono piuttosto confuso a riguardo" Fenrir emise un lungo sospiro e si prese qualche minuto per pensare, nonostante il corvino sentisse dentro di sé che non aveva alcuna intenzione di mentirgli, quel silenzio sembrò piuttosto sospetto. Era chiaro che il Lupo della Brughiera avesse un'intelligenza fuori dal comune, doveva tenere la guardia alta se voleva essere certo delle sue parole. Di colpo, la bestia si alzò in piedi e si diresse verso una delle cavità presenti nella grande grotta tornando poco dopo con un libro sgualcito tra le zanne. Nonostante la forza titanica, lo maneggiò con delicatezza, quasi si trattasse di un prezioso tesoro. Glielo appoggiò con cura in grembo e poi tornò a sdraiarsi al suo fianco. "Questo l'hai fatto tu, mamma. Non so se puoi già leggere il contenuto, ma almeno avrai una prova tangibile che, ciò che ti stiamo raccontando, è vero!" Tastando la copertina rovinata, l'Ingannatore vi riconobbe subito il simbolo sopra, era lo stesso che ora marchiava il suo petto, un intricato disegno costruito con i caratteri runici del suo nome. Aprì la copertina e, in prima pagina, vide un'illustrazione molto accurata in cui erano ritratti Jormungand, Fenrir, Sleipnir e, insieme a loro, una bambina con il volto per metà nascosto dietro il pelo del Lupo della Brughiera. Erano ancora piccoli, nel guardarli sentì una dolcezza al cuore. Erano immersi in un fitto bosco, al centro di una radura e, nell'immaginare la scena, l'odore di lacrime riemerse nella sua testa come un flash. Restando paralizzato davanti al disegno, Loki si riprese solo quando Thor gli si portò accanto per dare anche lui uno sguardo, aveva un'espressione perplessa quanto la sua. Superato il momento d'ansia, l'Ingannatore proseguì, come aveva detto Fenrir, ad ogni disegno era accompagnata una serie di scritte che però non riuscì a decifrare, di una cosa però era certo, quella era senza dubbio la propria scrittura. "Ci facevi sempre tanti ritratti, dicevi che così ti saresti sempre ricordato com'eravamo..." Le figure si susseguirono e, in esse, trascorsero gli anni per quella famigliola così bizzarra e mal assortita. Nonostante in apparenza sembrassero dei bei momenti, piacevoli da rivedere, lui non compariva in nessuno di essi e la cosa lo fece sentire sempre più insicuro. Ad un tratto, giunto quasi alla fine, un volto familiare lo spinse a fermarsi. "Oh, quella è Angrboða. Ci hai generati dal suo cuore, glielo strappasti finendolo in tre morsi esatti, per questo siamo stati tre gemelli. Jormungand continua a sostenere che lei sia nostra madre, ma non ci ha nemmeno partoriti! Hai fatto tu tutto da solo" Una gigantessa dai lunghi capelli neri, con il volto coperto di simboli tribali, lo sguardo deciso ed un enorme buco nel petto all'altezza del cuore. Era lei che aveva visto nella sua visione dopo il morso della Serpe di Midgard, ed era sempre lei ad essere apparsa in sogno a Thor. Passando oltre, curioso più che mai, il corvino vide il disegno di un muro altissimo, così imponente da spaccare il cielo in due e, al di sotto di esso, un uomo al lavoro e, al suo fianco, un gigantesco cavallo, li aveva incontrati nelle visioni, ma fu il Dio della Folgore ad intervenire indicando l'animale. "Anche lui era nel mio sogno! Portava una fanciulla che qui non compare..." "Oh, quello è..." ed ecco di nuovo il fischio. 
"Thor, ripeti per favore" Il biondo tornò serio "Lui è... il padre di Sleipnir" Loki guardò il cavallo per un secondo e poi accarezzò la schiena del biondo rassicurandolo. Non avrebbe mai pensato di poter dire una cosa del genere, ma lo fece solo per il bene dell'altro.
"Sono sicuro che ci sia un malinteso. Per quanto Odino sia stato un padre discutibile, non ce lo vedo ad obbligarmi a farmi... Insomma, ingravidare. Ci deve essere un'altra spiegazione, la troveremo" Thor si appoggiò alla sua spalla e lo strinse a sé per la vita tornando a sorridere "Mi ami così tanto da difendere il Padre degli Dei pur di sostenermi... Grazie, Loki"  Imbarazzato, il corvino girò pagina e, per poco, non ebbe un mancamento. C'era un ultimo disegno alla fine, talmente inaspettato da fargli perdere un battito, lo stesso accadde al principe asgardiano. Gli occhi del Dio della Menzogna passarono lungo ogni linea, ogni tratto, tentò di guardarlo da un'altra prospettiva, ma non valse a nulla, non c'erano dubbi, quelli erano proprio lui e Thor, stretti l'uno all'altro, nudi nell'amplesso.        

Thor era ancora rapito dall'immagine quando, di colpo, Loki richiuse il libro con un gesto secco e se lo strinse al petto tremando, aveva il viso totalmente rosso e sembrava piuttosto arrabbiato. "B-Bene, finito..." Sospirò tra le sue braccia, era chiaramente scosso, quindi lo tenne più saldamente a sé senza però riuscire a smettere di rivedere quel ritratto nella propria testa. Qualche dettaglio, soprattutto nell'Ingannatore, era diverso da com'erano in quel momento, eppure era impossibile sbagliarsi. Sorridendo, il Dio della folgore ripensò a quando avevano parlato con la Serpe di Midgard, in effetti il serpentone aveva detto loro che, in passato, erano stati molto uniti, ma non avrebbe mai potuto immaginare fino a quel punto. Dunque, se tutta quella storia fosse stata vera, avrebbe significato che, chissà quanto tempo prima, nonostante le proprie differenze e il suo ruolo, erano riusciti a trovare il modo di stare insieme ed amarsi. Pensarci lo riempì di gioia spingendolo a tenere maggiormente a sé il corvino, nonostante molte delle cose che avevano rivelato fossero del tutto illogiche, e l'altra metà lo mandasse su tutte le furie, era chiaro ormai, non potevano più tornare indietro. Nonostante le parole di Njordr, dovevano scoprire il resto, ed in fretta. Stava ancora godendo del contatto con l'Ingannatore quando questi tirò improvvisamente fuori i fogli recuperati dalla biblioteca di Alfheimr, aprì poi il blocco dei disegni e, stando molto attento a non portarsi, nemmeno di sfuggita sull'ultima pagina, confrontò i due tratti. "Questo... è molto simile. L'ho fatto io" concluse riferendosi all'immagine di un grande guerriero intento a leggere un libro sotto la fronda spoglia di un albero. Fenrir avvicinò il muso per dare un'occhiata e, drizzando le orecchie, emise un uggiolato "No! Non sei stato tu, mamma!" Voltandosi, Loki lo guardò confuso "Sicuro? Lo stile è..." "Sicuro, sicurissimo! Anzi, non sembra nemmeno qualcosa di importante! Aspetta, me ne occupo io!" Con un gesto rapido, il lupo strappò le pagine di mano al Dio della Menzogna e si allontanò spingendo così l'altro ad alzarsi a propria volta. "Ehi! Restituiscimeli!" Qualcosa non quadrava, il grosso bestione era evidentemente agitato e, ad ogni tentativo di Loki di farsi ridare il mal tolto, si spostava di nuovo allontanandosi. Non era intenzionato a mollare, eppure, se avesse voluto distruggere quei fogli, avrebbe potuto farlo senza fatica, se non con le zanne affilate, magari con il proprio intenso calore naturale, eppure cercava solo di tenerli lontani.  Mettendosi in piedi, Thor decise di intervenire e, in un attimo di distrazione dell'animale, gli diede un colpo secco alla coda obbligandolo così a mollare la presa. Recuperando da terra la refurtiva, il Dio della Menzogna si voltò nella sua direzione e gli fece un lieve sorriso, arrossì addirittura mentre con il suo sguardo magnetico lo attirava a sé. Rapito dalle iridi rosse dell'altro, Thor percepì qualcosa di strano che lo mise all'erta, ma decise di ignorarlo quando Loki cominciò a farglisi più vicino. Mettendo via i fogli, l'Ingannatore appoggiò le mani sul suo petto percorrendone i pettorali con le dita prima di portarle alle scapole, lungo le spalle ed infine dietro il collo.
"Loki, ma cosa..." l'altro portò il viso verso il suo, quasi labbra contro labbra, chiusero insieme le palpebre e fu in quel momento che il principe asgardiano ricevette una bella tirata di capelli. Riaperti gli occhi di scatto, vide l'espressione seria del corvino il quale si staccò dal loro contatto e si allontanò velocemente verso il lupo uggiolante, ancora occupato a leccarsi delicatamente la coda.
"M-ma perché?" Massaggiandosi la nuca, il biondo stette a guardare Loki mentre accarezzava il pelo di Fenrir assicurandosi delle sue condizioni e lo immaginò fare lo stesso in passato o, addirittura, in futuro, circondato da bambini, magari i suoi. Thor sentì il viso scaldarsi, stava perdendo lucidità, quello era un comportamento del tutto insensato per un guerriero come lui. I sentimenti per l'altro erano così forti, non riusciva ad evitare di lasciarsi travolgere da essi. "Thor, scusati con Fenrir" 
"Cosa? Perché dovrei scusarmi con lui? Stavo cercando di aiutarti!" l'Ingannatore gli fece cenno di avvicinarsi e, anche se a malincuore, obbedì e, una volta arrivato davanti al Lupo della Brughiera, sospirò seccato sedendosi. 
"Scusa... per la coda" L'animale cominciò subito a scodinzolare, ma, non appena sentì il corvino schiarirsi la voce, abbassò le orecchie e incrociò il suo sguardo "Chiedo... scusa anch'io" Riportata la calma, Loki si rilassò portandosi contro la sua spalla, lo stomaco di Thor si riempì di farfalle "Bene, ora che pace è stata fatta, Fenrir, spiegati. Chi è il guerriero dell'illustrazione e cosa hanno a che fare lui e la foglia con me? Non provare a mentire, li ho sognati, quindi capirò se cerchi di ingannarmi" Aprendo le fauci, il lupo cercò di dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola, tentò più volte, ma non ebbe alcun risultato. Era accaduta la stessa cosa con la Serpe di Midgard, ad un certo punto delle sue spiegazioni, semplicemente, aveva perso la capacità di proseguire obbligandoli a riprendere il viaggio per scoprire il seguito. Nemmeno Thor era in grado di sentirlo e Loki non riceveva fischi nelle orecchie, semplicemente c'era qualcosa o qualcuno a fermarli. "M-mi dispiace tanto, mamma... F-Forse è perché quei frammenti li ha mia sorella. Vorrei tanto spiegarti, ma non posso..." "Non importa" lo rincuorò l'Ingannatore  accarezzandolo mentre, nell'altra mano, stringeva gelosamente la raccolta di ritratti "Hai già fatto abbastanza" Thor si sentì sollevato al pensiero di dover ripartire, presto lui e Loki sarebbero tornati soli e questo gli avrebbe permesso di utilizzare le infallibili tecniche di corteggiamento asgardiane per far evolvere la loro attuale relazione, ancora non del tutto definita. 
"Beh, questo è tutto. Grazie dell'aiuto Fenrir. Ora abbiamo una nuova meta e non possiamo perdere troppo tempo, giusto, Loki? Hai già un'idea di dove dobbiamo andare?" Per nulla contagiato dalla sua euforia, il corvino parve farsi improvvisamente agitato "Beh, sì, lo so, però..."
"Allora? Dove si va?" "Hel" Thor pensò di aver capito male, ma quando realizzò la situazione, ebbe un mancamento.        

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