La Voce della Gelosia

L'atmosfera nella grotta, per dei motivi che Loki faticava a capire, si era fatta improvvisamente tesa dopo quello che aveva detto il lupo. Thor era andato a sedersi vicino all'ingresso ed era sprofondato nel silenzio senza rivolgergli uno sguardo. Lui, dal canto suo, non sapeva cosa pensare, a parte che quel luogo, in passato, fosse stata casa propria, il resto era stato un lungo fischio incomprensibile. Lasciando il fianco dell'animale, provò ad avvicinarsi al biondo, ma questi gli lanciò un'occhiata cupa, era arrabbiato.
"Thor, non so come mai tu stia così, non ho sentito nulla... Cos'ha detto?" Distogliendo lo sguardo, il principe asgardiano non aprì bocca, questo suo atteggiamento era ingiustificato, lo stava mandando su tutte le furie. Accelerando il passo, gli si sedette davanti, e l'altro, colto di sorpresa, non fu abbastanza svelto da spostarsi e così fu obbligato a prestarti attenzione. 
"Thor! Non fare il bambino! Ripetimi le sue parole e poi puoi anche tenermi il muso!" sospirando, il biondo divenne improvvisamente rosso "Ha... detto che questa era casa tua una volta" Loki non riuscì ad immaginare quale terribile rivelazione potesse sconvolgere Thor al punto da dover girare intorno alla sua domanda senza dare una risposta chiara. Era un guerriero valoroso, ne aveva viste di ogni tipo, era difficile credere che nei nove regni qualcosa potesse destabilizzarlo.
"Non fare il furbo! Quello l'ho sentito! Dimmi il resto!" Prendendo un bel respiro, il Dio della Folgore alzò la voce "Che li hai partoriti tu! Che sei loro madre! Contento ora?! Non volevo dirlo perché è una follia! Tu non puoi averlo fatto! Sei un uomo!" L'Ingannatore restò intontito, non poteva essere vero, certo, alcune divinità maggiori erano in grado di generare figli indipendentemente dal genere, ma lui era solo un gigante di ghiaccio, fuori dal comune sotto certi punti di vista, ma non fino a quel punto. La Serpe di Midgard lo aveva chiamato padre e gli aveva detto che tre dei suoi figli erano stati generati con una gigantessa, quindi aveva supposto di essere il padre, se non fosse stato vero, la questione sarebbe sprofondata nell'irrealtà più assurda "Ma è così!" Il ringhio del lupo li raggiunse fragoroso "Permettimi di graffiarti! Posso dimostrarti che non mento! Il Serpente dell'Infinito, colei che regna sui morti ed io, il Lupo della Brughiera siamo stati... sei nostra...!" Premendo le mani contro le orecchie, Loki sentì la testa pulsare, per riuscire a sovrastare gli ululati della bestia il fischio si era fatto insopportabile, al punto che, lungo la mandibola, cominciarono a scendergli rivoli di sangue, i suoi timpani erano sottoposti ad uno sforzo eccessivo "Taci cane rognoso o ci penserò io con Mjollnir a chiuderti quella boccaccia! Finirai per renderlo sordo!" Si senti avvolgere tra le braccia del Dio della Folgore in modo protettivo, lo fece subito sentire meglio, il contatto con il petto del biondo risvegliò il suo cuore che cominciò a battere più velocemente. "Cane rognoso!? Come ti permetti di chiamarmi in questo modo offensivo!? Io sono Fenrir, figlio di Loki! Se tu non ci avessi imposto di attendere ora non dovrei moderare i miei termini! Un asgardiano senza cervello come te non può che limitarsi alla forza bruta per far valere la propria posizione!" Loki si ripulì da sangue e, sentendo parlare il lupo, si lasciò sfuggire un sorriso, riconobbe molto di sé nel suo modo di esprimersi "Accidenti... mi sembra di sentire te" alzando gli occhi su Thor, non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Erano così in sincronia da leggersi nella mente, era inquietante.
"Stavo pensando la stessa cosa... Comunque non serve che vi aggrediate in questo modo. Sto bene" si alzò in piedi e porse la mano al biondo con l'intenzione di accompagnarlo di nuovo verso Fenrir. Voleva mettere pace o almeno tentare di creare una situazione di stallo come aveva fatto con Jormungand, ma Thor lo scacciò "Tu... non credi davvero di aver dato alla luce questi esseri, vero?" Per qualche motivo, quella domanda accese un campanello nella testa dell'Ingannatore, sentiva che si stavano per invischiare in un discorso spiacevole.
"E se anche fosse? Il Serpente dell'Infinito non mentiva, perché dovrebbe farlo lui? Faremo come in passato, ascolteremo la sua versione e poi cercheremo di scoprire la verità, giusto?" provò a sembrare il più rassicurante possibile, ma non sortì alcun effetto, qualcosa in Thor era cambiato dal suo risveglio, ed ora sembrava star peggiorando rapidamente "Non parlarne come se fosse qualcosa di normale! Ti rendi conto cosa significherebbe se fosse vero? Se tu fossi la madre di... di queste creature?" Alle spalle, Loki sentì Fenrir ringhiare, ma, prima che il lupo partisse all'attacco, lo fermò con un gesto secco e deciso.
"No, non lo so, Thor, illuminami" "Proverebbe che le voci su di te sono fondate!" Digrignando i denti, il corvino piegò le labbra in un sorriso sghembo, quasi un ghigno, strinse le mani a pungo e stirò le braccia per rilassarle dalla tensione che stava accumulando in ogni parte del corpo. Alla fine, non riuscendo nel tentativo, si sistemò il mantello sulle spalle ed incrociò le braccia al petto in modo che l'altro non potesse percepire il leggero tremore che lo stava agitando. 
"Girano molte voci su di me e credo di sapere dove tu voglia andare a parare, ma visto che sei così valoroso avrai anche il coraggio di dirmelo in faccia. Vero, Thor, figlio di Odino?" L'altro non disse nulla, i suoi occhi erano sbarrati e la bocca serrata, stava trattenendo il labbro inferiore tra i denti, Loki attese un po', ma non ricevendo risposta, si girò avviandosi verso Fenrir.
"Come pensavo..." "Si dice che tu non faccia lo schizzinoso tra le lenzuola!" Immobilizzandosi, l'Ingannatore non riuscì a credere che l'altro lo stesse accusando di una cosa del genere "Se sei loro madre, significa che ti sei concesso a diversi uomini, e più di una volta! Non è forse vero?"

Thor si pentì subito di averlo detto in modo così diretto, ma, date le parole del Lupo della Brughiera, non era possibile giungere ad una conclusione diversa. Davanti a sé, vide il corpo di Loki sussultare, mosse il mantello per coprirsi il viso, ma non fu abbastanza svelto e così, dalle sue labbra, sfuggì un singhiozzo, stava piangendo. Il Dio della Folgore si alzò subito in piedi per scusarsi, ma non riuscì a fare nemmeno un passo. Fenrir, facendo ricorso a tutte le proprie forze, gli balzò davanti impedendogli di raggiungere l'Ingannatore il quale, un attimo dopo, corse subito verso le profondità della caverna. 
"Loki! Loki, aspetta! Mi dispiace!" Fece un tentativo per superare il bestione, ma questi lo scacciò con una zampata rimandandolo verso il limitare dell'ingresso "Come hai osato offendere mia madre!? Tu non sai un bel niente di lui eppure ti permetti di accusarlo! Sì, lui ci ha generati, ma non giacendo con qualcuno! L'unico di noi con cui è accaduto è stato il padre di Sleipnir e sono stati gli dei a obbligarlo, tra i quali c'era anche Odino!" Sentendo nominare il genitore, Thor si paralizzò, lo sguardo fisso in quello dorato del Lupo della Brughiera, incapace di concepire che anche solo una delle sue parole potesse corrispondere alla realtà. 
"M-menti... Non potrebbe mai..." "Sei libero di credere alle bugie che ti hanno inculcato, ma se tenterai di nuovo di macchiare l'onore di mia madre allora non avrai più bisogno di domandarti nulla. Metterò fine io ai tuoi sciocchi dubbi, definitivamente!" Vibrando la coda nell'aria, Fenrir si voltò zoppicando seguendo l'esempio di Loki e così Thor si ritrovò totalmente solo. L'allontanarsi della bestia rese l'aria circostante improvvisamente più fredda e, l'unica cosa che riuscì a fare per reagire al dolore, fu inginocchiarsi al suolo e gridare, incapace di elaborare quanto in là lo avesse spinto la propria stupidità. Lui e Loki erano stati legati fin da bambini, ma, raggiunta la maturità, qualcosa si era spezzato, aveva lasciato l'altro da parte e, di conseguenza, non si era mai curato dei pettegolezzi sul suo conto. Prima erano arrivati i soprannomi, come "Lingua Sciolta", ma non vi aveva dato peso, poi le lamentele sul comportamento effeminato del fratello, ma pensava fosse dovuto al tempo passato con Frigga, quindi ci era passato sopra, ma poi le cose si erano fatte più pesanti e così si era semplicemente reso sordo ad esse. Solo di recente, viaggiando in compagnia dell'Ingannatore, era venuto a conoscenza di come le voci sui suoi gusti sessuali fossero evolute. Gliene aveva parlato Freyr, ma, nell'ultimo tentativo di sfuggirvi ancora una volta, si era gettato a capofitto nella birra. Immaginare Loki lascivo e libertino con altri, per qualche motivo, lo faceva infuriare. 
"Se solo potessi sapere per certo se sono voci fondate o no..." Si torturò i capelli fra le mani, vari pensieri iniziavano ad affollargli la mente.
"Non so nemmeno perché mi interessi. Da che ricordo, nessuno entrava mai nel palazzo per vedere specificatamente lui, ma magari faceva entrare i propri amanti di nascosto! Mi ha detto che sono stato io, grazie all'etere, a prendere la sua verginità, ma essendo il Dio dell'Inganno potrebbe aver mentito" Scosse la testa ricordando il volto affranto dell'altro mentre gli stava raccontando dell'accaduto, per quanto fosse un bravo attore non avrebbe mai potuto mimare una falsa sofferenza in quel modo. 
"E poi ci sono quelle donne del sogno... Sembravano troppo reali e, se lo fossero, perché mi avrebbero minacciato di riprendersi Loki se non avessero avuto con lui qualche tipo di relazione amorosa!?" Emettendo un lungo lamento, il biondo prese a pugni il terreno gelato, si stava comportando come un perfetto idiota, ma non riusciva a farne a meno. Non aveva mai sentito un'emozione simile prima, era come bile, lo stava corrodendo dell'interno, ogni volta che chiudeva gli occhi riusciva solo a vedere il corpo di Loki stretto tra le braccia di qualche sconosciuto senza volto, uomini, donne, forse entrambi nello stesso momento. Represse a stento la rabbia, per un secondo, ricordò quello che aveva rischiato di fare a Loki nella biblioteca di Alfheimr e, tutte le sensazioni, ritornarono a galla, quasi come se le stesse rivivendo una seconda volta e si sentì meglio. Gli tornò in mente la loro chiacchierata nel chiostro, le parole tremanti pronunciate dall'Ingannatore sul chiedere la sua mano, regnare insieme come compagni per la vita e, soprattutto, sull'avere i suoi bambini e sorrise comprendendo finalmente cosa stava capitando, quale emozione lo stesse attanagliando dall'intera giornata. 
"Io lo voglio solo per me... Non riesco ad immaginarlo al fianco di nessun altro, per questo l'ho reclamato come mio..." Alzandosi in piedi, il biondo cominciò a correre verso le profondità della grotta a perdifiato, aveva bisogno di scusarsi con Loki, di vederlo. 
"Sapere che qualcun altro potrebbe averlo avuto prima di me e che potrebbe un giorno tornare per portarmelo via è così doloroso" gli occhi gli divennero improvvisamente lucidi.
"Sono arrabbiato, non voglio che scopra la verità, non voglio che ricordi il suo passato se questo significherà essere destinato ad essergli solo amico. Se ci fosse un altro nel suo cuore, non lo sopporterei!" Il rimbombo dei propri passi stava diventando insopportabile, la strada sembrava infinita, il pensiero del corvino lo spingeva a correre più in fretta, ma mise effettivamente le ali ai piedi quando udì l'eco delle sue grida. Superato il lungo cunicolo, Thor si ritrovò in un'enorme caverna illuminata da una vasca di lava emersa naturalmente dal sottosuolo. Al centro dello spiazzo, vide Fenrir mentre rilassava i muscoli dalla posizione d'attacco e, davanti al bestione, il corpo dell'Ingannatore cadere a terra a peso morto, il petto nudo, prima candido, era ora coperto da fiotti di sangue, era stato dilaniato dagli artigli del Lupo della Brughiera.
"No! Loki!" Correndo subito al suo fianco, Thor utilizzò il proprio ex mantello per tamponare la ferita e si voltò carico d'odio verso Fenrir.
"La pagherai cara!" "Allontanati, Thor, figlio di Odino ed osserva, se i tuoi occhi te lo consentono" D'improvviso, il corpo dell'Ingannatore venne avvolto da una luce così intensa e calda che il biondo si sentì andare cenere.

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