La Bestia

Piegando le lunghe maniche dell'abito, Loki le arrotolò fin sopra il gomito e poi, utilizzando la fascia della cintura, riuscì a sollevare la gonna in modo da potersi muovere più facilmente. Il tessuto era pesante, sentire la pelle sudata a contatto con l'aria lo fece sentire meglio. Emettendo un profondo respiro, sciolse lo spago elastico dal busto dell'indumento e lo usò per legarsi i capelli, voleva essere il più comodo possibile. Quando aveva posato gli occhi sull'imponente biblioteca di Alfheimr, era stato attraversato da un brivido, così tanta conoscenza nelle mani di un sovrano inetto e sanguinario era proprio uno spreco, fortunatamente, nonostante avesse lasciato il governo al figlio, Njordr sapeva bene quanto il sapere fosse indispensabile. La lettura era una passione che li accomunava, per questo il Dio dei Mari era l'unico, oltre a Frigga, ad apprezzarlo ed a trattarlo come un pari, certo, il suo lato più prorompente tendeva ad essere troppo protettivo, ma tutti nei nove regni avevano dei difetti, lui compreso. Portandosi al bancone principale, l'Ingannatore frugò nell'archivio e si trascrisse alcuni titoli da recuperare poi acchiappò la prima scala a rotelle disponibile e vi salì inoltrandosi nelle profondità della sala. Finalmente solo, Loki si rasserenò prendendosi tutto il tempo necessario per godersi l'esplorazione, sfiorò con le dita sottili i dorsi dei libri, prese avidamente anche quelli che attirarono la sua curiosità grazie al proprio titolo, l'autore o addirittura la rilegatura della copertina. Si ritagliò un angolino nella sezione delle leggende, e lesse per ore ed ore, vorace, allegro e sereno come non era da molto tempo. Le sue ricerche iniziali non portarono a nulla, quindi decise di spostarsi ancora, fino all'ala più antica e polverosa della struttura e, proprio per questa ragione, la più affidabile.
"Chissà da quanto tempo nessuno viene qui... Sembrano scritti molto antichi" Fu proprio uno di essi, aperto dietro una teca in vetro, che, con un'illustrazione fatta a mano, lo spinse a fermarsi. La figura era stata disegnata direttamente sulla pagina, accanto ad un capitolo che trattava del mondo più a sud dei rami dell'Albero Yggdrasill, cioè Muspellsheimr. Loki non lo aveva mai visitato, tendeva a starsene ben lontano da posti così pericolosi, sapeva solo che i suoi abitanti erano giganti, ed avevano la tendenza a starsene per i fatti propri, quindi era la prima volta che vedeva l'aspetto di uno di loro. La spada infuocata che impugnava l'uomo nel disegno faceva pensare si trattasse di un guerriero, aveva braci ardenti fra i capelli e la lunga barba, ma ad infiammare davvero era il suo sguardo. Stranamente, l'individuo dall'aspetto minaccioso, ne stava seduto, intento a leggere un libro, sotto i rami di un albero spoglio.
"Non può essere..." Loki pensò per un secondo che si trattasse della sua immaginazione o di un errore dell'artista, ma, sul ramo più alto, vi era un'unica e solitaria foglia. Appoggiando le mani sulla vetrina, il corvino tentò di mandarla in frantumi, ma si rese conto che non era di un materiale comune, c'era della magia a proteggere quel libro e, senza poteri, non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Avvicinandosi il più possibile, il Dio della Menzogna tentò di capire cosa vi fosse scritto, il capitolo era in caratteri troppo piccoli, solo provarci gli faceva perdere il segno, ma, sotto l'illustrazione, riuscì a leggere un trafiletto.
"Dove il Regno di Mezzo si unisce al Sole... e l'orizzonte si fonde alla sfera celeste... L'Incendio dimora" Vi diede un ultimo sguardo e sorrise ripromettendosi di tornare con Thor, grazie al suo martello avrebbero recuperato il tomo, ma, per il momento, decise di continuare con la propria ricerca. Era sul punto di girare l'angolo di una delle librerie quando una figura gli apparve improvvisamente davanti facendolo sussultare dallo spavento. Gli bastò capire di chi si trattasse e si ritrovò a rilasciare il fiato, scaricandosi in una breve risata.
"Thor, non ti avevo sentito" appoggiandosi una mano al petto, il corvino sentì il cuore battere all'impazzata, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, fu felice che il biondo fosse lì. Era certo che avrebbe passato tutta la notte a festeggiare con il suo amichetto, dopotutto, come previsto, lo aveva lasciato indietro per farsi una birra, ed invece era tornato da lui.
"Mi sono spaventato, non ricordo di averti mai visto in una biblioteca prima" ridacchiando, Loki gli diede un colpetto sulla spalla e fu allora che capì quale caso fortuito fosse quello.
"C'è una cosa che vorrei prendessi per me! Vedi c'è questo libro che..." spostando lo sguardo in quello del biondo, l'Ingannatore sbiancò. Le iridi dell'altro erano vacue, striate d'oro e il suo fiato era chiaramente più pesante e dolciastro, non era in sé e, quel che era peggio, aveva bevuto dell'etere. Indietreggiando di qualche passo, il Dio della Menzogna cercò di pensare ad una possibile via di fuga, si voltò di scatto intenzionato ad allontanarsi il più possibile, ma venne afferrato per il polso da Thor e tirato a forza contro il suo petto. "Loki..." Stringendo i denti, il corvino gli tirò un pungo sul petto il quale non ebbe effetto, tentò di divincolarsi, ma la presa del principe asgardiano era ferrea, non lo avrebbe lasciato scappare e, questa volta, non c'era Frigga a poterlo difendere.
"Lasciami! Lasciami razza di stupido! Ti avevo detto di non bere l'etere! Perché non mi ascolti mai?" Con la mano libera, il Dio della Folgore gli afferrò il mento e, con forza titanica, lo portò ad avvicinare il viso al proprio, per quanta resistenza contraria il corvino opponesse, non riuscì nemmeno a smuoverlo. Loki cercò di scalciare, ma fu inutile, ben presto le loro labbra si unirono e la lingua di Thor fu contro la sua.

A muovere il corpo del Dio della Folgore in quel momento era un desiderio represso da troppo tempo, una bestia affamata e priva di scrupoli che puntava alla propria preda senza pensare alle possibili conseguenze. Ad occhi chiusi, era ancora perso nel bacio, ignorando i colpi dell'altro, obbligandolo al proprio petto sino a sentirne contro i polmoni espandersi per il respiro accelerato. Non era sufficiente, voleva ancora di più e così andò a posare la mano alla fine della schiena del corvino e scese, il tessuto ripiegato del lungo abito gli impediva il contatto pelle contro pelle e così, frustrato, ne afferrò un lembo tentando di strapparlo. Fu allora che, un'aguzza pressione, lo obbligò a ritrarre subito la testa e passare la lingua sensualmente lungo il perimetro del labbro. Un sapore ferroso gli si espanse in tutto il palato, stava sanguinando, Loki lo aveva morso. "Thor! Smettila! Non sei in te!" Aveva il fiatone, i capelli disordinati, alcuni erano ancora legati, mentre altri, a causa dei suoi tentativi di fuga, ora gli ricadevano lungo le spalle o ai lati del viso, li amava. Nonostante le ciocche fossero lunghe quanto le sue, se non di meno, erano molto più morbide al tatto e scure, come l'abisso più profondo, al punto che avrebbe potuto perdercisi dentro, una notte senza Luna o stelle. Abbandonato il progetto di spogliare l'altro, Thor si concentrò sul laccio che teneva legati i capelli del Dio della Menzogna e, con un gesto repentino, li sciolse e vi passò attraverso le dita, lentamente. Gli sguardi di entrambi si incrociarono in quella dolce carezza e, così, il Dio del Tuono, si accorse che le iridi verde azzurro del compagno sembravano essere diventate più luminose e, soprattutto, lucide, si vedeva che era vicino al pianto, ma era troppo orgoglioso per lasciarsi sopraffare da esso. "Thor, mollami! Non te lo ripeterò di nuovo! Comincerò ad urlare e qualcuno..."
"Qualcuno cosa? Sai cosa succederebbe se chiamassi aiuto? Nessuno ti crederebbe, nemmeno davanti all'evidenza. Dopotutto io sono il nuovo re di Asgard e tu... Beh, lo sai. Direbbero che mi hai aggredito saltandomi addosso, infatti nemmeno nostra madre e nostro padre ti hanno creduto la prima volta" Lo schiaffo di Loki gli colpì la guancia, ma non produsse molto effetto e, quando anche il corvino se ne accorse, appoggiò arrendevolmente la fronte al suo petto "A quanto pare ti ricordi di quel giorno quando sei ubriaco d'etere... E sei anche più furbo, buono a sapersi..." Addolcito dall'arrendevolezza dell'altro, lo abbracciò e lo accarezzò teneramente, sapere che si sarebbe concesso lo rendeva felice. Stava per baciarlo di nuovo quando, con uno scatto, Loki scivolò lungo il suo corpo fino a terra e tentò una nuova fuga. Il biondo sorrise, eccitato dalla caccia, e partì all'inseguimento, un secondo dopo si ritrovò bersagliato da libri, ma non desistette.
"Smettila di lottare, Loki. Questa notte, che tu lo voglia o no, sarai mio" Durante la corsa, la fascia che sorreggava l'abito del corvino cedette, per Thor non era stato difficile indebolirla, e così si spensero le speranze di salvezza del fuggiasco. Dopo la caduta, Loki tentò subito di rialzarsi in piedi, o almeno di recuperare altre munizioni dagli scaffali, ma era troppo tardi, il gioco era finito. Thor gli strappò dalle mani l'ultimo libro e, afferrandolo per l'abito, lo bloccò al suolo, dopodiché, prima che potesse reagire in qualunque modo, gli appoggiò sul petto Mjöllnir, immobilizzandolo definitivamente. "No! Aspetta, aspetta Thor! Non farlo! N-Non c'è qui Frigga a poterti cancellare la memoria questa volta! I-il te sobrio ricorderà tutto!" Inginocchiandoglisi accanto, il Dio della Folgore gli accarezzò il viso e gli lasciò un bacio sulla fronte.
"Lo spero... questa volta voglio poter ricordare ogni istante..." Passò con le dita sul tessuto smeraldino e, centimetro dopo centimetro, lo strappò rivelando il corpo nudo dell'altro, la sua pelle bianca ed invitante coperta di sudore, tutti i punti rosati e sensibili erano a sua disposizione. Era un sogno che si stava avverando.
"Loki, ti amo" Smettendo di far forza sul martello per cercare di sbilanciarlo di lato, l'Ingannatore rinunciò a quell'ultimo, disperato tentativo e lo guardò. Tremava ed i suoi occhi erano colmi di terrore, ma a quella confessione non riuscì a nascondere il rossore sulle proprie guance. Era sincero e lui lo sapeva, non lo stava prendendo in giro, non parlava spinto dall'etere, quelli erano i propri sentimenti e nessuno nei nove regni avrebbe potuto cancellarli. "S-sei ubriaco" scosse la testa, ma era chiaro che lo stesse ripetendo insistentemente a sé stesso, nonostante fosse la verità.
"Te lo prometto, non dimenticherò" rimettendosi in piedi, Thor cominciò a spogliarsi a propria volta, slacciò il mantello, si sfilò l'armatura e si abbassò per rubargli un altro bacio. Non trovò alcuna resistenza e così, portandosi sopra al corvino, allontanò il martello e trattenne Loki solo con le proprie forze. La sensazione delle loro pelli a contatto lo fece subito sentire meglio, più vivo, ma lo stesso non poteva dirsi dell'Ingannatore il quale era come paralizzato, le palpebre chiuse e le lacrime ormai libere sulle guance. "L-lasciami Thor, t-ti prego... N-non posso riviverlo di nuovo!" scuotendo la testa, finalmente il corvino tornò a guardarlo "Domani ti sveglierai ed ai tuoi occhi tutto questo sarà stato solo colpa mia! S-stavamo cominciando a tornare come prima! Tu eri diventato più premuroso, empatico, mi hai anche dato il tuo...." voltandosi verso la cappa rossa, il viso del Dio della Menzogna si intristì ancora di più "D-dov'è il tuo vecchio mantello?"
"L'ho buttato, anzi, il me sobrio l'ha fatto" e, mentre sussurrava queste parole, gli divaricò le gambe con il ginocchio sollevandogli il sottile e longilineo bacino tra le grandi mani, le intimità quasi a contatto.
"Senza l'etere, non m'importa niente di te. Ti ho dimenticato per farmi una birra con Freyr e festeggiare la mia incoronazione. Passeranno diecimila anni prima che riesca ad amarti da sobrio come meriti..." Stava per ottenere quanto aveva a lungo bramato, quando l'Ingannatore si mise seduto avvolgendogli le braccia intorno al collo per sostenersi. Aveva il viso rosso di pianto, ma lo sguardo gelido "Posso aspettare" Il mattino dopo, quando il principe asgardiano si svegliò nudo in una stanza sconosciuta e tentò di alzarsi, un intenso dolore alle palle gli confermò che, quanto aveva visto, non era stato un sogno.

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