L'Unico Avvertimento

"No" secco e perentorio, Loki abbandonò gli occhi azzurri del fratellastro e riprese il cammino. Avere poteri divini per affrontare quella sfida insormontabile era un conto, ma doversi sorbire il "nuovo re" senza niente in cambio? Non se ne parlava. Incrociando le braccia al petto per proteggersi da una folata gelida, il corvino sentì il viso intorpidirsi, così come le punte delle dita, quel fragile corpo gli remava contro.
"Piuttosto che avere la sua compagnia preferirei restare in questa condizione fino a morirne!" pensò scostando un ramo basso, il quale, sferzando l'aria per tornare in posizione, gli graffiò una guancia. Infiammato d'ira, accellerò il passo, intenzionato a mettere quanta più distanza possibile dallo sguardo dell'asgardiano.
"Non ho bisogno di Thor! Nemmeno di Odino! Che se lo cerchino da soli quello stupido cavallo, troverò con le mie forze una cura alla punizione ed avrò delle risposte!" Concentrato sulla corsa, portando il piede troppo vicino ad una radice, l'Ingannatore si sbilanciò e cadde in avanti. Faccia a terra, i pugni stretti, Loki rimase in silenzio contro la neve bianca. Intorno a lui non si sentiva nulla, solo il vento ed un unico e solitario gemito sfuggitogli dalle labbra. Emettendo un profondo respiro, il desiderio di restare immobile in quella posizione ed addormentarsi fu molto forte. Tutta la fatica della fuga in mezzo al bosco gli schiacciò i muscoli, la sua volontà era l'unica cosa ad obbligarlo a mantenersi vigile. Era troppo orgoglioso per lasciarsi andare. Improvvisamente, un soffio di vento caldo contro i capelli lo spinse ad alzare il volto. Mettendosi in piedi di scatto e trovandosi davanti un muso familiare, Loki indietreggiò contro l'albero più vicino. Il magnifico stallone Sleipnir teneva le sue iridi dorate nelle sue seguendolo lentamente.
"Oh no! Cosa ci fai qui?!?" urlò furibondo portandosi subito dopo una mano alle labbra. L'eco iniziò ad espandersi lungo tutta la zona montuosa, doveva agire in fretta. Preso coraggio, il corvino corse verso l'animale e prese a spingerlo nel tentativo di scacciarlo.
"La cavalcatura più veloce dei nove regni e sei rimasto qui ad Asgard!?! Te ne devi andare! Va via!" colpì il destriero lungo il dorso quando, un suono lontano nella boscaglia, presagì l'arrivo di Thor. Logicamente doveva aver sentito il grido di poco prima e, invece di farsi gli affari suoi, lo stava raggiungendo per fare la sua buona azione quotidiana. Se l'avesse trovato lì con Sleipnir la sua punizione sarebbe stata annullata e Odino l'avrebbe rispedito dritto in cella per l'eternità.
"Andiamo! Andiamo! Sparisci! T-ti prego!" Loki fu costretto a supplicare fra le lacrime, la sua libertà non poteva venirgli strappata di nuovo. Anche se da umano, per lui era l'unica occasione di capire il significato del sogno che aveva fatto e la provenienza dell'incantesimo del fuoco che aveva annullato i suoi poteri. Ormai l'arrivo dell"eroe" era prossimo, fu allora che, con un semplice colpetto del muso, lo stallone attirò il suo sguardo. I due si osservarono per qualche secondo e poi, così come era arrivato, l'animale sparì nel vento lasciandolo solo. "Loki! Loki stai bene?!?" Portandoglisi davanti, il biondo gli appoggiò una mano sulla guancia scaldandola "Sei ferito? M-ma stai... piangendo?" Ripreso il controllo, l'Ingannatore notò un lieve rossore sul viso del fratellastro, era così vicino al suo da scaldargli le labbra con il respiro. Seccato, lo scacciò con una spinta. Voltatosi, ed asciugate in fretta le guance, il Dio dell'Inganno finse una risata.
"Io? Piangere? Ti sbagli, è solo... solo neve! Questo stupido corpo umano reagisce per i fatti suoi! Ma tu cosa ci fai qui, eh? Pensavo che il Padre degli Dei ti avesse proibito di aiutarmi! Tornatene ad Asgard e lasciami in pace" Restando a braccia conserte, Loki si sentì avvolgere le spalle da un piacevole tepore e si girò indietro. L'ampio mantello del Dio della Folgore era stato portato sulle sue spalle, con la sua tinta vermiglia fece sentire il corvino protetto e al sicuro, sensazione del tutto opposta a ciò che sapeva di dover provare nei confronti di quel gesto.
"Che cosa pensi di fare? Sfidare Odino solo per dimostrare a tutti che magnanimo re tu sia?" "Loki, non puoi farcela da solo! Guarda le tue mani" Non comprendendo a cosa l'altro si riferisse, Loki obbedì rendendosi conto che, la prima falange delle proprie dita, era diventata di un azzurro cristallino. Non era più in grado di sentirle o muoverle. Spaventato, ma per niente intenzionato a darlo a vedere, l'Ingannatore le nascose sotto la cappa rossa. Fu sufficiente che si distraesse un secondo per ritrovarsi stretto tra le braccia del biondo "E scommetto che nemmeno ti sei accorto di star tremando... se continui da solo morirai. Nostro padre ha detto che non posso aiutarti, ma farti sopravvivere, in modo che tu possa terminare la tua punizione, non è un aiuto. Quindi non importa se non vuoi. Io vengo con te!"
"Va bene" Era seccante, ma vero. Per quanto avere la compagnia di Thor non fosse il massimo, e non potesse usare i suoi poteri per avere dei vantaggi, forse avrebbe potuto ricavarne qualcosa. Inoltre, alla fine di tutto, spifferando quel semi-tradimento ad Odino, Loki ne avrebbe riversato l'ira sul biondo. Scacco matto su entrambi, una doppia vittoria con il trono di Asgard pronto ad attenderlo. "Davvero? Hai cambiato idea fratello?"
"Ma certo" finse un sorriso perdendolo subito dopo.
"Ho solo una condizione, fino a quando viaggeremo insieme dovrai chiamarmi solo Loki. Niente "fratello" rivolto nei miei confronti, mai, ci siamo capiti?" "Oh, va bene! Come vuoi, Loki" Fu strano, ma restare in quella posizione ancora di più. Separatosi dall'abbraccio, Loki ricominciò a camminare e diede uno sguardo veloce alle dita. Erano tornate normali. "Dove stiamo andando? Sleipnir è volato dalla parte opposta alla cerimonia"
"Vanaheimr..." "Vanaheimr? Perché nel Mondo della Creazione? Inoltre... non hai problemi con re Njordr?"
"Quante domande! Thor, è la mia missione, so cosa sto facendo, fidati di me" sorrise e, portandosi vicino ad un enorme masso, vi passò attraverso.                        

Il Sole era calato da diverso tempo sulla silenziosa foresta lussureggiante di Vanaheimr, regno della stirpe divina dei Vani. Era tra i più grandi e valorosi alleati di Asgard. Essendo il mondo situato più ad ovest dell'Albero della Vita, Yggdrasill, vi si potevano godere tramonti spettacolari, proprio come quello che ora illuminava i loro volti. Il fuoco schioppettava allegro nel modesto, ma pratico accampamento preparato da Loki. Non aveva voluto aiuti di nessun tipo e la cosa aveva destabilizzato Thor. Un guerriero sempre pronto all'azione come lui con le mani in mano, un vero disonore. Almeno nel preparare la cena aveva potuto collaborare, lavorando la carne di due lepri scioccamente cadute in una trappola dell'Ingannatore. Suo fratello faceva onore alla propria carica.
"Se avessi saputo che eri così bravo ti avrei invitato a caccia qualche volta" "Tu e i tuoi amichetti non lo fate usando l'astuzia... e non sarei venuto ugualmente" A quell'affermazione spocchiosa, il biondo perse il sorriso e cercò di concentrare la propria attenzione su qualcos'altro. Non sopportava quel modo di fare di Loki, doveva sempre atteggiarsi a superiore denigrando lo stile di vita guerriero degli asgardiani.
"Per questo nessuno ti vuole intorno. Devi sempre fare quello diverso" disse ad alta voce senza pensarci attirando su di sé l'occhiataccia del corvino. "Ah, quindi sarebbe colpa del mio atteggiamento adesso?" gli chiese lasciando da parte ciò che stava facendo per avvicinarglisi. Irrigidito da quella reazione, nonostante sapesse bene di non star correndo alcun pericolo, Thor drizzò la schiena e si lasciò spingere a terra, il corpo snello del fratello sul proprio, i volti vicinissimi. "Ripetilo se hai il coraggio. Sarò anche un semplice umano per il momento, ma non sono indifeso come credi" Ma il Dio della Folgore non riuscì a spiccicare parola. Sarebbe stato impossibile in quel momento. "Quello di oggi sarà l'unico avvertimento che avrai da parte mia. La prossima volta non ci andrò così leggero. Spero di essere stato chiaro" Curvando gli angoli delle labbra in un sorriso beffardo, Loki si scostò tornando al fuoco, ma solo dopo qualche secondo il biondo riacquistò lucidità. Nemmeno quando era ancora dotato della propria magia l'Ingannatore gli aveva mai mostrato uno sguardo simile, da gelare il sangue nelle vene. Normalmente il carattere giocoso del corvino non faceva intuire la differenza tra i suoi scherzi e le reali intenzioni che gli passavano per la mente, ma quella di poco prima era stata una minaccia seria. "Se hai finito di sistemare la cena portala qui... questo dannato corpo cederà se non mangio in fretta qualcosa"
"Sì, ho finito" Avvicinandosi al fratello, Thor sistemò le due carcasse sul fuoco e lo ravvivò in modo che si cuocessero più rapidamente, poi calò il silenzio. Oltre il crepitare della legna, tutto Vanaheimr taceva, così lontani dalla capitale era difficile immaginare di trovarsi in uno dei mondi più floridi dei nove regni. Chiudendo gli occhi e concentrandosi, era possibile udire uno scrociare forte e deciso provenire da diverse direzioni, era il letto del fiume Tanais, fonte di vita e ricchezza per lo stesso Albero del Mondo. Era il corso d'acqua più imponente che potesse esistere lungo i rami di Yggdrasill, tanto importante da aver permesso al suo re, Njordr, di ottenere il titolo di Dio dei Mari. Guardando il volto serio di Loki, Thor sentì il silenzio pesare sulle spalle, dovevano risolvere quella discussione per poter continuare il viaggio in armonia.
"Loki, prima non volevo..." "Le scuse non si addicono al re di Asgard" lo fermò così seccamente che non seppe come ribattere. Non voleva parlare della carica con il fratello, doveva virare la discussione.  
"Pensavo... che potrei parlare io con re Njordr quando arriveremo. Non potrà negare aiuto al suo nuovo re e, nel caso lo facesse, allora ci penserà Mjöllnir a fargli cambiare idea" "No, assolutamente no!" Thor non capì. Certo, loro padre gli aveva ordinato di non interferire, ma non sarebbe stata una trattazione semplice per il Dio dell'Inganno. Se c'era una cosa che tutti i sovrani e i valorosi guerrieri avevano in comune era il rispetto dovuto al più forte e Loki non era esattamente il miglior esempio. "Quando arriveremo ti limiterai a fare un inchino e poi terrai la bocca serrata. Non mi servi se ti comporti come una mina vagante ed inizi una guerra per accrescere il tuo ego" Afferrando una delle due lepri, Loki cominciò a mangiarla lentamente portandone piccoli bocconi alle labbra con la punta delle dita "Questa è la mia punizione, sarò io a parlare. Non mi contraddire e non fare di testa tua come al solito" Contrariato al pensiero di doversene stare di nuovo in disparte, il biondo prese la propria razione ed iniziò a mangiare ferocemente strappandone grossi bocconi, addentando profondamente per scacciare la frustrazione.
"Perché prende tutte le mie offerte di aiuto come un attacco personale? Volevo solo rendergli le cose più semplici!" pensò morso dopo morso.
"Se non fossi tornato indietro per aiutarlo sarebbe morto congelato a quest'ora! Non riesce proprio a ringraziare senza dovermi accusare di essere un egocentrico che vuole approfittare della situazione solo per la gloria?" voltandosi verso il fratello, il biondo si rese conto di come la sua pelle, divenuta più rossa a causa del freddo serale, sembrasse bruciare contro il cielo in fiamme del tramonto. Era un effetto del tutto diverso rispetto al suo vero aspetto di gigante di ghiaccio. Concentrandosi attentamente sulla linea minuta del volto del corvino, Thor si rese conto che, nonostante il bivacco, stava tremando e così gli si fece più vicino avvolgendolo meglio nel proprio mantello. "Che stai facendo?"
"Niente, è solo che..." Un suono per niente rassicurante vibrò all'interno dello stomaco del Dio della Folgore, il quale, incredulo, si dovette alzare in piedi di scatto e correre rapidamente al cespuglio più vicino. Piegato in due dai crampi, Thor si sorresse al tronco di un albero.
"C-che sta succedendo?" si chiese fra sé e sé mentre si voltava verso il campo. Il sorridente Ingannatore gli fece un cenno di saluto con la mano.
"L'unico avvertimento... chiaro"

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