Fuoco e Folgore
Terminato il proprio compito, Loki, Odino ed Hoenir fecero un trionfale ritorno alle porte di Asgard. La fortezza e le mura erano state riparate, merito dei nani di Svartalfheimr, al ponte del Bifrost aveva pensato Heimdallr riassumendo il proprio ruolo di guardiano. E pensare che aveva dovuto trascorrere tutto quel tempo lontano da casa solo per mettersi alla ricerca di Hoenir in vista del Ragnarok e, nonostante i suoi sensi fossero così acuti da permettergli di sentire l'erba crescere e vedere la fine del mondo, era anche arrivato tardi. Ad accogliere i tre Asi ai cancelli, c'era una folla festante, tra loro l'Ingannatore non riconobbe solo asgardiani, ma anche Vani e perfino giganti, in più erano numerosissimi, più di quelli che aveva immaginato fossero sopravvissuti alla battaglia. Mentre Odino proseguiva con passo sicuro, Hoenir gli stava alle spalle, non aveva mai amato i posti troppo affollati, per quello tendeva ad imboscarsi nei meandri di Yggdrasill facendo perdere le proprie tracce. Per quanto riguardava lui invece, semplicemente non era abituato a ricevere tanti apprezzamenti, e nemmeno era dell'umore giusto. Avrebbe voluto andare subito da Heimdallr e chiedergli di poter utilizzare la sua spada per darsi la morte, ma doveva prima rivedere i propri figli e salutarli nel modo giusto. Sperò che si trovassero ancora tutti lì, altrimenti avrebbe dovuto cercarli di nuovo di regno in regno, ma, una volta messo piede nella sala del trono, ebbe la conferma che aspettava. C'erano tutti, Fenrir, Sleipnir, Hela e perfino Jormungandr il cui lungo corpo stava immerso nel fiume che scorreva attraverso l'intero salone. L'Ingannatore fece per andare loro incontro quando, superata la figura di Odino, proprio davanti al trono di Asgard, vide il Dio della Folgore. Paralizzandosi, sgranò gli occhi e fu costretto a battere le palpebre più volte per asciugarle dalle lacrime. Un'allucinazione, forse uno spettro, proprio come era accaduto con Baldr, ma quando incrociarono gli sguardi, la risposta non ebbe alcuna importanza. Si corsero incontro e si strinsero al centro della sala, sotto una pioggia di petali di rose ed applausi. All'abbraccio seguì un bacio, poi un altro ancora, sino a quando Loki non ne fu totalmente certo, era proprio lui. Impossibile, i morti non potevano tornare alla vita, nel suo caso c'era riuscito solo perché il suo corpo e la sua anima erano stati separati, ma per l'altro era diverso, aveva perso entrambi. Sfiorandogli il viso ed accarezzandogli i capelli ramati e la barba però non ebbe dubbi, quelle iridi azzurre erano inconfondibili, era davvero il suo Thor.
"P-Perdonami!" Affondando il viso sul suo petto vi versò tutte le proprie lacrime, l'immagine del suo cadavere tornò a galla e si ritrovò a stringerlo con ancora più forza allo scopo di percepirne il calore e la vita scorrervi attraverso "Non c'è niente da perdonare... Diciamo che ora siamo pari. Anche se, con tutte le volte che tu sei morto tra le mie braccia, credo di avere ancora qualche punto a mio favore" Alla risata del principe asgardiano, Loki gli diede un colpo secco sul petto che lo lasciò senza fiato.
"Non dire mai più una cosa simile!" Avvolto nelle braccia di Thor, riuscì finalmente a rilassarsi, anche se solo per un istante, c'erano troppe cose che voleva sapere prima.
"Come sei riuscito a tornare in vita?" Appoggiandogli le mani sulle spalle, il Dio della Folgore sembrò improvvisamente agitato e lo condusse a passo svelto dai suoi figli, nonostante le proteste "Non c'è tempo ora per i dettagli! Ovviamente è merito tuo!"
"A-Aspetta! Perché tutta questa fretta? Che sta succedendo?" Con l'aiuto di Hela, Loki venne obbligato a salire sulla groppa di Fenrir e poi allontanato dalla sala del trono senza che nessuno gli rivelasse nulla. Stava accadendo qualcosa di strano, il comportamento di tutti era assurdo, non solo il Dio della Folgore lo aveva cacciato dopo che si erano appena rivisti, con tutte le lacrime che aveva versato per lui al pensiero di averlo perduto per sempre, ma anche i suoi figli stavano chiaramente nascondendo qualcosa. Il Lupo della Brughiera e la Regina dei Morti furono gli unici ad accompagnarlo al piano superiore sino alla sua vecchia stanza dove venne infine fatto scendere e rinchiuso. Confuso, l'Ingannatore provò ad aprire la porta, ma era serrata, per un momento sentì il calore intorno a sé aumentare a causa della frustrazione, ma poi fece un bel respiro e si passò una mano tra i capelli riportandoli al loro posto.
"Sparisco per poco più di una settimana e qui tutti impazziscono..." "Bentornato, figlio mio" Voltandosi verso la finestra, l'Ingannatore vide Laufey ondeggiare i piedi nel vento, poi entrò nella stanza donandogli un ampio sorriso. L'elegante abito da cerimonia colore smeraldo che indossava la madre metteva in risalto ancora di più i suoi capelli rossi, si intonava perfettamente ai suoi occhi. Loki fu felice di vederla, ma non al punto di ricambiare con lei il medesimo affetto e felicità avuti nei confronti di Thor, dopotutto, come tutti i giganti di fuoco, anche i suoi genitori si erano alleati con Njordr fornendogli tutta l'acqua di cui aveva bisogno per sommergere Asgard e tentare di prendere il posto di Odino. Con tranquillità, il fulvo le sorrise per poi andare a sedersi sul proprio letto e sospirare seccato. Era davvero stanco, troppe emozioni per un giorno solo, sperò solo che le sorprese per un po' fossero finite. Invece di mettersi al suo fianco come l'Ingannatore aveva immaginato, Laufey andò al suo vecchio armadio e, aprendone le ante, tirò fuori un abito che Loki non ricordava affatto. Era certo al cento per cento che non fosse suo, eppure, in cuor proprio, sapeva che era così. "Su, preparati, aspettano solo te" Coprendosi gli occhi, Loki sentì le lacrime premere per uscire e, incapace di fermarsi, scoppiò a ridere, tremando per la felicità.
"Oh, Thor..."
Le mani di Jǫrð, Dea della Terra, passarono lente sul suo petto sistemandogli il rosso mantello, un gesto dolce e materno che gli lanciò una fitta di nostalgia direttamente al cuore. Era come rivivere il giorno della sua incoronazione, allora era stata Frigga ad aiutarlo a prepararsi ed accompagnarlo alla sala del trono, ma l'emozione attuale era molto più forte di quella del passato. Avvolto dal tessuto vermiglio, Thor sorrise ricordando il momento in cui, da bambino, lo aveva ricevuto in regalo dall'Ingannatore e sentì il proprio battito premere contro la cassa toracica, imbizzarrito ed incontenibile. Affiancandosi al padre, con tutti gli occhi puntati addosso, provò del disagio, normalmente trovarsi al centro dell'attenzione aumentava la sua sicurezza, ma ora, guardando oltre i volti dei propri sudditi, amici e familiari, e trovarvi solo una porta vuota, lo riempì di paura. "Va tutto bene, non preoccuparti" Odino gli appoggiò una mano sulla spalla, ma ciò non lo alleggerì per niente.
"Tutto si è risolto per il meglio, quindi vedi di mantenere la tua parola" Ad un tratto, il suono dell'arpa di suo fratello minore Bragi, Dio della Musica e della Poesia, risuonò in tutte le sale del palazzo di Asgard e la figura di Loki comparve al centro della stanza sorprendendo ciascuno dei presenti. Era davvero bellissimo, i lunghi capelli rossi gli ricadevano lungo le spalle anche se, alcune delle ciocche sfuggite al suo controllo, avevano cominciato ad alzarsi nell'aria rivelandone l'agitazione. Indossava un abito in tinta smeraldo, lungo fino alle ginocchia, decorato dal busto sino alla base con un tessuto simile a squame di serpente, il colletto dorato, agganciato alla cintura in vita era in tono con i bracciali protettivi dai polsi ai gomiti e con le decorazioni sugli stivali alti sino al ginocchio. La sua cappa leggera, verde chiaro, gli si sollevò alle spalle quando cominciò a camminare per raggiungerlo, era perfetto, ogni cosa era proprio come l'aveva sempre sognata. Thor pensò di essere ancora morto, ma poi la mano di Loki si intrecciò alla sua e tutto divenne così reale da portarlo alle lacrime. Affiancandosi a loro, la dea Jǫrð e il gigante Farbauti porsero loro due spade, il principe riconobbe subito la propria, era quella di Baldr mentre al suo amato venne data quella di re Surtr. L'uno davanti all'altro, si scambiarono reciprocamente le armi, simbolo delle tradizioni familiari e della promessa di continuarne la linea di sangue insieme, e, tenendo ben salde le due else, indossarono gli anelli in un giuramento vincolante che nessuno mai avrebbe dovuto osare infrangere. "Possa la mia conoscenza divenire la vostra" Pronunciò Odino "Possa la tua forza, Thor, diventare fonte di coraggio per entrambi. Possa tu donare felicità al tuo compagno ovunque andrete, Loki" Non era semplice trovare le parole giuste, visto che entrambi erano parte dei discorsi cerimoniali per i matrimoni "Possa il vostro tetto essere come gli alberi dei fiordi e proteggere la vostra famiglia. Possa la vostra tavola essere sempre piena di cibo e grida gioiose. In nome della triade divina e della dea Frigga, sia sempre venerata questa unione. Onore a voi!" Il Dio della Folgore era sul punto di sporgersi per baciare l'Ingannatore, ma questi lasciò l'arma e lo afferrò per il mantello, prendendo il controllo della situazione, ed unendo le loro labbra con impeto. Dopo un attimo di sorpresa, anche lui lasciò cadere la spada e strinse l'altro a sé sotto gli applausi dei presenti. Separandosi, Loki lo guardò, aveva il viso rosso ed i capelli ormai completamente sollevati "Non c'era proprio il tempo per dirmi che stavamo per sposarci?" Ridendo, il principe asgardiano sentì sparire tutta la tensione di poco prima.
"Scusa, ma non potevo aspettare un secondo di più, altrimenti chissà cosa sarebbe potuto accadere ancora" Avvicinandosi a loro, Odino porse ad entrambi le armi e, imbarazzati, le infoderarono subito alla vita "Vi assicuro che, a breve, non avrete occasione di annoiarvi, ma per ora, godetevi la vostra festa" Prendendo una mano ciascuno, il Padre degli Dei le sollevò verso il cielo e i presenti li sommersero di rose rosse, Loki ne prese una al volo e se l'appuntò al petto. Lasciando il contatto con il padre, Thor portò l'Ingannatore via con sé per ballare insieme, mentre suo fratello intonava una nuova composizione che mai, prima di allora, orecchio umano o divino aveva udito. "Sei sempre così impetuoso"
"Non ho potuto trattenermi, scusa" Un passo dopo l'altro, l'Ingannatore si appoggiò al suo petto e si rilassarono, lasciandosi cullare dall'armonia "Mi piace questa canzone..."
"Bragi l'ha scritta in nostro onore. L'ha chiamata La Ballata di Fuoco e Folgore" Intorno a loro, Thor vide i propri fratelli danzare con le rispettive mogli e perfino i figli di Loki mescolarsi tra gli altri invitati in una nuova normalità che scaldava il cuore. Il loro amore era stato in grado di fornire una rivalsa a coloro che erano sempre stati reietti ed ora, tutti insieme, avrebbero potuto costruire un nuovo equilibrio nei nove regni. Yggdrasill gli aveva dato una seconda possibilità in modo che Odino potesse mantenere i propri accordi nei loro confronti e non ne avrebbe sprecato nemmeno un secondo.
"Loki, ti amo" Ne incontrò le iridi e sentì le guance accaldarsi. "Ti amo anch'io, Thor" Accarezzandolo, Loki lo baciò di nuovo.
"Stavo pensando alle parole di mio padre. Visto che presto accadrà qualcos'altro a sconvolgere le nostre vite, non possiamo perdere tempo. Quindi ti andrebbe di partire insieme? Ce ne andremo lontano, in luoghi mai visti prima, liberi, senza responsabilità sulle spalle, solo io e te" Coprendosi le labbra, l'Ingannatore scoppiò ridere e affondò il viso nel suo petto "Thor... Non saremo soli"
"Perché no? Se sei preoccupato per i tuoi figli magari potremmo..." Prendendo le mani dell'amato nelle proprie, il Dio della Folgore non riuscì a spiegarsi le sue ragioni sino a quando questi, con dolcezza, portò i suoi palmi contro il proprio ventre. Per un momento non comprese totalmente, ma poi ebbe come un'illuminazione e capì cosa aveva voluto dire Odino.
"D-Davvero?" Loki annuì "L'ultima volta, su Hel, hai fatto centro" Sollevandolo euforico tra le braccia, il Dio della Folgore gridò di gioia ed un tuono fece tremare le mura del castello. Una nuova leggenda poteva iniziare.
FINE
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