Frammenti Riuniti

Un battito di ciglia, una luce azzurra ad abbagliarlo, delle scosse elettriche ed un cerchio alla testa. A fatica, Loki riuscì a tirarsi su di poco ed ad intravvedere delle figure poco avanti, nonostante i suoni gli arrivassero attutiti nelle orecchie. "Ora vi incatenerò Lóðurr, imprigionandolo sino al Ragnarok..." Quella voce, era Baldr "Restituirò alla leggenda il mio nome e non c'è niente che tu possa fare per impedirlo" Ora ricordava ogni cosa di lui e, sentirlo parlare, gli trasmise una sensazione spiacevole, un forte disagio al solo pensiero di essergli vicino. Mettendosi a sedere combattendo i capogiri ed il dolore fisico, Loki si appoggiò con la schiena e percepì un morbido calore familiare. "Lo credi davvero? Si vede che non mi conosci bene!" Il corvino si rese conto solo in quel momento che, a rilasciare quel fascio luminoso, non era altri che Thor il quale brillava con ancora maggior intensità del fratello. Roteando Mjollnir nella mano, il Dio della Folgore si preparò a partire all'attacco con un colpo diretto verso lo spettro, un'idea sciocca, vista l'intangibilità del suo avversario eppure l'altro sembrava molto sicuro di sé. Apparentemente divertito dall'ingenuità del minore, Baldr cominciò a camminare nella sua direzione e, improvvisamente, nella sua mano destra, apparve una spada infuocata. "A quanto pare non ci sono più speranze di farti rinsavire, fratellino. Peccato, ma rincuorati del fatto che il mio nome diventerà ancora più grande dopo che avrò preso la tua vita! Dopotutto il tuo destino è la morte mentre il mio è il trono di Asgard!" Preoccupato per la sorte del Dio del Tuono, l'Ingannatore tentò di sollevarsi per andare in suo soccorso, o almeno cercare di distrarre l'avversario, ma, ancora sfinito, fu solo in grado di emettere un sussurro soffocato. "Sono così testardo che nemmeno il destino può nulla contro di me!" Sorridendo spavaldo, Thor caricò il colpo e scagliò il Frantumatore a tutta velocità contro Baldr il quale si limitò ad aprire le braccia con un sorriso beffardo. Come previsto da Loki, l'arma superò il corpo del fantasma lasciandolo indenne, ma, invece di richiamarla a sé per parare il fendente della spada fraterna, l'asgardiano lasciò che Mjollnir s'infrangesse contro le tre rocce al centro della piana. Le pietre si illuminarono sul punto d'impatto e, da esso, si svilupparono decine di crepe, come radici, lungo l'intera superficie, perfino quella metallica del martello, ed infine andarono entrambi in pezzi. L'Ingannatore si sentì sollevare da terra e si ritrovò sorretto delicatamente tra le fauci di Fenrir mentre questi allontanava sia lui che Sleipnir in modo che non venissero colpiti dai detriti. Il grido furibondo di Baldr superò il frastuono. Dai relitti fuoriuscì impetuoso un incredibile quantitativo di magia, una cascata dorata che scorreva verso il cielo per poi disperdersi tra i rami di Yggdrasill. Dal gigantesco flusso, si separarono sei diversi fasci, i quali, uno dopo l'altro, attraversarono il corpo di Thor per poi portarglisi alle spalle prendendo forma e carne divina contro lo sconvolto Dio della Benevolenza. "N-Non può essere... Fratelli miei..." La figura di Baldr prese a dissiparsi nell'aria, pezzo dopo pezzo, Loki vide la protezione di Frigga abbandonarlo e, senza più l'incantesimo della madre, Hel reclamò lo spettro che infine sparì lasciando dietro di sé il nulla. Tremando, l'Ingannatore scoppiò a piangere, principalmente a causa dello spavento e del trauma subito, e fu allora che il Lupo della Brughiera si accorse che si era svegliato e lo mise a terra insieme a Sleipnir. "Mammina! Sei vivo!" Scodinzolò strusciando il muso contro il suo viso scacciando via le lacrime. Loki lo strinse tenendosi saldamente al suo pelo, tutti i simboli sul suo corpo erano illuminati, la cicatrice sul polso compresa, era vicinissimo a cedere il controllo all'Incendio. Aveva temuto che Thor sarebbe finito decapitato, quello stupido stava per farsi ammazzare. Se il piano di Baldr avesse avuto successo avrebbero perso tutto, il Dio della Folgore la vita e lui la libertà. "Loki!" Sentendosi chiamare, l'Ingannatore si voltò verso la distesa d'erba ingiallita e, vedendo l'amato guerriero asgardiano corrergli incontro felice, aprì le braccia, non riuscendo a muoversi di più, e così, pochi istanti dopo, poterono riabbracciarsi. 
"Razza di imbecille!" Aggrappandosi alla sua schiena, pianse contro il suo petto e lo sentì fare altrettanto "Loki, il mio Loki..." Guardandolo, Thor gli accarezzò la guancia e lo baciò intensamente, nonostante avessero gli occhi di tutti i presenti addosso. Separandosi per riprendere fiato, fu il corvino a recuperare il controllo delle labbra dell'altro una seconda volta. Il sapore salato delle lacrime ed i singhiozzi si assopirono poco a poco in quel dolce contatto e, alla fine, si ritrovarono faccia a faccia. Nonostante il Dio della Folgore stesse sorridendo, per l'Ingannatore fu impossibile fare altrettanto, tenendo il broncio, lo allontanò, anche se a fatica, e si concentrò sugli altri sei Asi, i quali, dopo essersi salutati euforicamente tra di loro, li avevano raggiunti. Avevano volti familiari, ma non abbastanza perché riuscisse a capire dove si fossero incontrati prima o ad associarli, anche lontanamente, a qualche nome, solo uno era sicuro di averlo già visto, nei ricordi mostratigli da Baldr. Era Höðr, colui che aveva scagliato la freccia con il vischio uccidendo il fratello. "Loki, finalmente ricordo tutto!" Osservando il Dio della Folgore con più attenzione, in effetti, il corvino colse qualcosa di diverso nel suo sguardo, un senso di consapevolezza che invidiò terribilmente. Tenendogli la mano, l'amato gli indicò il gruppetto con l'altra "Beh, visto che è Sleipnir ad avere quella parte di memoria, lascia che ti aiuti io! Sono i miei fratelli! Meili è l'unico ad esserlo totalmente di sangue, è il consigliere di Hoenir, il terzo Asi della triade divina! Poi Hermóðr e Höðr, figli di Frigga, come Baldr, ed infine Víðarr, Vali e Bragi!" Un po' confuso, Loki fece un cenno imbarazzato, non sapeva come comportarsi, non ricordava se, come con Baldr, ci fosse stato dell'astio in passato e, visto quanto accaduto, meglio tenere la guardia alta.
"Piacere di..." Un attimo dopo, era asfissiato in un caloroso abbraccio di gruppo.  

Recuperata la calma, tutti i presenti avevano preso posto formando un cerchio. Thor aveva insistito per stare accanto a Loki, ora che aveva recuperato tutti i ricordi del proprio passato ed ogni tassello era finito al suo posto, non vedeva l'ora che anche al suo amato capitasse altrettanto. Era così strano aver vissuto due vite una dopo l'altra, ma era stato necessario per arrivare a quel punto. Le tre pietre erano distrutte e così anche Mjollinr, aveva avuto l'occasione di incontrare i figli di Loki uno per uno e dimostrargli il proprio cambiamento prima del Ragnarok, quindi il destino di entrambi era stato cambiato, per sempre. L'onniveggenza di Odino era qualcosa di spaventoso, era riuscito a calcolare ogni evento alla perfezione smuovendo le strade del fato, tutto per scusarsi con il fratello. Ora Baldr era stato punito definitivamente e, tutti coloro il cui spirito era stato rinchiuso in quelle rocce, erano di nuovo liberi, e ciò comprendeva anche i suoi figli ed il suo io passato. Guardando Loki accarezzare Sleipnir mentre quest'ultimo andava mano a mano riprendendosi, il Dio della Folgore si sentì sempre più impaziente, avrebbe voluto mettergli fretta, ma era chiaro che l'Ingannatore non fosse nelle condizioni migliori per proseguire. "Thor..." Voltandosi verso di lui, il corvino aveva cominciato a sussurrargli all'orecchio riempiendolo di piacevoli brividi in tutto il corpo "Non sei... un po' troppo vicino?" Tenendolo ancora di più a sé, si voltò a tradimento dandogli un altro bacio, gesto che gli fece ottenere una bella gomitata sul petto. "Thor! Ci sono i tuoi fratelli e i miei figli qui, ti dispiacerebbe darti una controllata?" "Oh, non preoccuparti, zio Lóðurr. Siamo stati abituati a molto peggio quando Baldr era in vita" L'intromissione di Meili fece aumentare istantaneamente il calore di Loki, cosa che obbligò il Dio della Folgore a staccarsi per evitare di restare ustionato. Fortunatamente la reazione dell'Ingannatore ebbe un lato positivo, infatti, percependo l'Incendio, Sleipnir alzò il muso di colpo e, nitrendo innervosito, riprese totalmente i sensi. Guardandosi intorno per un momento, il cavallo agitò la coda chiaramente sorpreso e poi, in cerca di spiegazioni, cominciò a colpire con il muso il petto di Loki. Sopprimendo i poteri, il Dio della Menzogna abbasso il calore ed accarezzò il primogenito passando le dita attraverso la sua criniera sino a quando questi non si sentì meglio "Va tutto bene, Sleipnir... È finita, sei al sicuro" Dai grandi occhi del destriero scesero alcune lacrime che resero le sue iridi dorate ancora più lucenti.
"È il momento! Finalmente puoi aiutare Loki!" Annuendo, il cavallo si rimise in piedi e grattò il terreno con lo zoccolo anteriore. L'Ingannatore, restando a terra, chiuse gli occhi e si sporse, pronto a ricevere il colpo, anche Thor stesso dovette farsi forza al pensiero di vedere l'altro venir attaccato nonostante si trovasse in una condizione di grande debolezza. Il Dio della Folgore ripensò a tutto ciò che avevano passato durante quel viaggio, di mondo in mondo, alla ricerca di risposte, tanta fatica e lacrime di cui lui era l'unico colpevole. Il suo amore lo aveva spinto ad imbrattarsi le mani del sangue di Baldr, obbligando Loki alla fuga per proteggerlo, sempre lui lo aveva ritrovato e riportato ad Asgard cedendo infine all'accordo con Odino ed ottenere il perdono per i crimini commessi. Dimenticare era la sola soluzione e, se ricominciando dal principio, prima del totale risveglio dell'Incendio e di recuperare i reciproci ricordi, fossero tornati ad amarsi sinceramente, allora sarebbero stati liberi. Non aveva dubitato, nemmeno per un secondo, che ce l'avrebbero fatta, ed ora, mentre Sleipnir appoggiava la fronte a quella del genitore decretando la fine del loro viaggio, ne ebbe la conferma tangibile. Ricadendo sul corpo di Fenrir, l'Ingannatore perse i sensi e, sul punto di contatto con il figlio, andò a formarsi un Triskele, il simbolo della triade divina. L'intelletto di Odino, lo spirito di Hoenir ed il calore corporeo di Lóðurr, passato, presente e futuro, creazione, rinascita e distruzione nel loro ciclo infinito. Con uno sbuffo, Sleipnir scosse la testa ed emise un lungo nitrito, sui suoi denti fu possibile vedere le rune brillare "Ho atteso così a lungo nel silenzio, ma non ho mai smesso di starti vicino, mamma" Sollevando le orecchie, il Lupo della Brughiera scodinzolò verso il fratello "Sleipnir! La tua voce!" Portandosi vicino all'altro, il cavallo strusciò il muso sul suo salutandolo calorosamente "Sei cresciuto, Fenrir!" "Anche tu!" Era evidente come il minore stesse cercando di non agitarsi troppo per non disturbare il sonno di Loki, ma non gli riuscì particolarmente bene, tanto che Thor pensò di spostare l'Ingannatore sulle proprie gambe, ma quando provò a toccarlo, per poco non rimase ustionato. Non solo bruciava, era più incandescente della lava. "Attento, Dio del Tuono! Il corpo della mamma non ha ancora ceduto solo per merito del pelo di Fenrir, ma l'Incendio ormai è sveglio" 
"Grazie dell'informazione, Sleipnir, ma l'avevo intuito..." Rivolgendosi ai propri fratelli, il Dio della Folgore si mise in piedi e ne attirò l'attenzione. 
"Tornate pure ad Asgard, avvisate nostro padre del vostro ritorno e che il suo piano è andato a buon fine. Non appena avrò aiutato Loki a riprendere il suo corpo originale torneremo, quindi ricordategli di mantenere fede alla sua parte dell'accordo fino in fondo" Abbracciandoli uno per uno, e dopo aver ricevuto le loro ultime raccomandazioni, soprattutto da Meili, Thor li indirizzò al punto in cui c'era il passaggio verso l'esterno e poi si sedette in silenzio accanto all'Ingannatore attendendo il suo risveglio con trepidazione. Una volta aperti gli occhi, il proprio amato di un tempo sarebbe tornato da lui ed allora avrebbero sorriso insieme della reciproca stupidità durante quel periodo privati della memoria. C'erano infinite azioni di cui non andava fiero, nonostante la seconda possibilità aveva finito per ripetere molti errori del passato. Gli venne il terribile dubbio che l'Ingannatore, non appena sveglio, l'avrebbe potuto odiare a causa delle orribili azioni commesse nell'inconsapevolezza, era stato egocentrico, egoista, borioso e violento nei suoi confronti. Un incubo peggiore di Baldr.       

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