Fragile Incanto
Un odore familiare fu la prima cosa che Loki sentì al risveglio. Strinse le palpebre, si lamentò infastidito e si mise lentamente seduto stirando in avanti le braccia intorpidite. Le sue mani ricaddero sulle coperte che lo avvolgevano e, quando vi strinse le dita attraverso, portandole al viso per cercare di abituarsi alla luce attraverso la finestra, le sue iridi vennero avvolte dal caldo colore rosso. Svegliandosi, riconobbe subito il mantello bruciacchiato e lo avvicinò alle labbra sorridendo, era davvero lui. Dando uno sguardo alla propria stanza si accorse subito che era molto più pulita del giorno prima e, dalle finestre, non solo filtrava la luce del giorno, ma era anche possibile vedere il roseto selvaggio nel chiostro. Mettendosi in piedi, il corvino sentì tirare lungo il corpo l'abito raffazzonato che aveva cercato di ricomporre e se lo tolse sciogliendo i vari nodi per poi avvolgersi nella cappa. Fu in quel momento che, dalla finestra, entrò una figura, spingendolo a retrocedere con la schiena contro la parete. "Loki, buongiorno..." Era solo Thor. Rilassandosi, Loki si avvicinò tenendo il mantello ben chiuso, notò subito quanto l'altro sembrasse impolverato, ma il dubbio che potesse aver pulito personalmente la sua stanza gli parve assurdo.
"Buon..." nemmeno il tempo di salutare che il biondo gli piazzò davanti al viso un mazzo di rose. "P-per te" Era un gesto inaspettato, ed un dono gradevole, avrebbe voluto accettarlo, ma, dopo la notte passata, sentiva di voler far penare un po' il principino. L'aver disobbedito alla sua unica richiesta lo aveva messo in una situazione spiacevole. "T-ti ho portato dei vestiti nuovi!" spostandosi, il biondo recuperò un pacchetto dal tavolino e glielo passò, i suoi occhi erano così pieni di speranza che Loki accettò l'offerta, sicuro che questa volta non ci fosse alcun imbroglio sotto, si trattava di Thor dopotutto. "Loki... avrei bisogno di dirti una cosa..."
"Posso prima vestirmi? O preferisci che discutiamo mentre sono nudo?" il Dio della Folgore arrossì di colpo "N-non sarebbe la prima volta che ti... P-però in effetti sarebbe meglio che andassi a vestirti, potresti prendere freddo" sorridendo, Loki si ritirò nel bagno mentre l'altro restava imbarazzato alle sue spalle. Dopo aver provato gli abiti, l'Ingannatore si sentì meglio, erano comodi, gli calzavano a pennello e non lo facevano sembrare troppo femminile. Ovviamente, quando il biondo faceva delle richieste, anche se per lui, nessuno si permetteva di prenderlo in giro. Tornando in camera, solo dopo aver indossato anche il mantello, Loki trovò Thor seduto sul letto, con il mazzo di rose ancora stretto in mano, era chiaramente scosso e così il corvino decise di spostare la sua punizione in un secondo momento. Prese il regalo tra le braccia e si sedette accanto al Dio della Folgore tranquillamente.
"Accetto i tuoi doni. Ora smettila di torturarti per l'altra notte. Non è successo nulla in fin dei conti, ti ho fermato prima" "Ma non è stato lo stesso la volta scorsa... giusto?" Loki distolse lo sguardo, non voleva parlarne, solo pensarci lo faceva arrabbiare in modo terribile. Le rose, floride un secondo prima, cominciarono a seccarsi dai gambi, se ne accorse solo quando i petali cominciarono a cadergli sulle gambe, marroni ed ormai ridotti in sabbia sottile. Lasciò subito il mazzo spaventato e si alzò in piedi intenzionato ad andarsene e calmarsi, fu la grande mano del biondo saldamente intorno al polso a fermarlo lì dov'era. "Dobbiamo parlarne!" Scansando la presa, Loki si voltò carico di rabbia.
"Non. Afferrarmi!" sibilò a denti stretti.
"E smettila di tirare fuori il passato! Tu non sai cos'è successo davvero..." La stanza divenne improvvisamente più calda, al punto che il corvino sentì il bisogno di uscire per prendere aria. Andò alla finestra, seguito ovviamente a ruota del biondo, il quale non sembrava intenzionato a lasciar perdere l'argomento. "Ti prego, devi ascoltarmi! Se avessi saputo che il tuo odio per me era stato causato da una cosa tanto terribile... mi sarei ucciso pur di porvi rimedio!"
"Basta! Non usare quella notte come scusa per il comportamento crudele che mi hai sempre riservato!" Puntando i piedi a terra, l'Ingannatore lo fronteggiò furibondo e, nonostante non fosse alto quanto il Dio della Folgore, gli bastò uno sguardo per intimidirlo e costringerlo al totale silenzio.
"Frigga ed Odino sapevano che, saputa la verità, ti saresti ucciso! Per questo mi hanno obbligato a tacerne e mi hanno cacciato! Io volevo dirti tutto! Volevo accettassi la responsabilità delle promesse che mi facesti!" Si pentì subito, stava rivelando troppo, così si voltò e, con un salto, entrò nel chiostro dalla finestra camminando verso l'uscita a testa bassa "Promesse? Cosa ti avevo promesso? Qualunque cosa sia, lo faro! Hai la mia parola!" Loki strinse i denti, ogni sillaba pronunciata dal biondo era una pugnalata, continuava a sparare idiozie e, ognuna di esse, lo stava uccidendo.
"Nemmeno lo ricordi... Fare promesse a vuoto non è degno di un re! Appena lo saprai ti tirerai indietro, la tua parola perderà il poco valore che ha per me, è questo ciò che vuoi?" Raggiunse la maniglia, ma non la abbassò, attendendo una risposta dall'altro il quale, raggiuntolo di scatto, appoggiò una mano di forza sulla porta tenendola saldamente chiusa. Loki riusciva a sentire il petto del biondo a contatto con la schiena nonostante i vestiti. "Dimmelo, manterrò la mia parola" scuotendo la testa, l'Ingannatore si girò ed incontrò lo sguardo serio dell'altro. "Loki, non posso aiutarti se non ti apri con me. Non devi portare più questo peso da solo"
"Un peso?" Erano stati gli altri a definire il tutto come un errore, a nascondere l'accaduto sotto un tappeto, non per proteggere lui, ma per preservare l'onore di Thor.
"Quella... fu la notte più bella della mia vita"
Stare insieme, seduti l'uno vicino all'altro, sul bordo del pozzo al centro del giardino, faceva sentire Thor felice, ma, nonostante ciò, per quanto sarebbe bastato allungare un dito per sfiorare la mano di Loki, poteva percepire il baratro che li separava. L'ultima frase del corvino lo aveva destabilizzato parecchio, ricordando il modo violento in cui aveva tentato di aggredirlo, non riusciva a capacitarsi che, la volta precedente, potesse essere stata anche un minimo piacevole. Concentrandosi sulle piante intorno a sé, le vide appassire lentamente, Njordr lo aveva avvisato che sarebbe potuto accadere, i poteri dell'Ingannatore stavano riemergendo, così come il gelo andava intensificandosi, segno che la punizione del Padre degli Dei diventava più forte. Il tempo per spezzarla si assottigliava secondo dopo secondo. Proprio in quel momento, il Dio della Menzogna si avvolse di più nel mantello e sospirò rilasciando un nuvola di fiato condensato "Sicuro di voler sapere cosa accadde quella notte? Non è così facile da credere..." riportare alla luce quelle emozioni negative avrebbe potuto mettere Loki in pericolo, era evidente, ma Thor non voleva rinunciare a conoscere la verità. Si trattava di un crimine terribile, una violenza che non poteva più restare nascosta, non lo avrebbe permesso ulteriormente. Incrociò subito lo sguardo dell'Ingannatore ed annuì con sicurezza.
"Ti prego. Io mi fido di te, so che mi dirai la verità" e, anche se l'altro tentò di nasconderlo, Thor vide le sue guance prendere un po' di colore. Stringendo con affetto la mano del corvino, percepì la paura e la tensione nell'aria affievolorsi. "Potrà sembrarti assurdo, ma da ragazzo, dopo anni di soprusi, ricevere le attenzioni dell'amatissimo e straordinario Thor, mi fece sentire la creatura più fortunata dei nove regni"
La Luna era piena, alta nel cielo, ormai prossima ad illuminare la stanza di Loki. Nonostante i suoi occhi stessero scorrendo lungo le pagine di un libro, la sua mente era altrove. Era una notte speciale per i giovani di Asaheimr, un evento attesissimo dell'anno che avrebbe stravolto totalmente le loro vite. Favoriti dalle tenebre, nella fitta boscaglia al limitare del regno, i suoi coetanei stavano affrontando il rito di passaggio all'età adulta, maturando in uomini, divenendo così guerrieri. Tutti quelli che conosceva vi avrebbero preso parte, Thor compreso, ma a lui era stato proibito per ragioni che nessuno era intenzionato a spiegargli. Non avrebbe voluto perdersi quel momento così importante, la sua prima scelta infatti era stata quella di disubbidire e fuggire per andarci lo stesso, ma Frigga si era preparata incantando i suoi alloggi, balconcino incluso, non sarebbe potuto uscire sino all'alba.
"Cos'ho di diverso?" Affondando il viso tra le coperte, Loki scacciò il tomo a terra e finì per addormentarsi tra le lacrime, sperando che, grazie al sonno, quella nottataccia passasse il prima possibile. Fu il rumore della serratura a faro svegliare, ancora non era giorno, ma la Luna si era spostata ed ora illuminava bene l'intera camera, doveva essere trascorsa qualche ora. Strofinando gli occhi, per scacciare le lacrime secche, ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la figura all'entrata, la quale ebbe così il tempo di fare qualche passo in avanti e richiudersi la porta alle spalle.
"Thor?" Spostandosi sul bordo del letto, Loki incrociò le braccia al petto.
"C-chi ti ha dato il permesso di entrare?! Se vuoi vantarti di aver superato quella stupida cerimonia, sappi che non m'importa! Non ho bisogno di fare giochetti senza cervello per sapere che sono un adulto!"
"Lo so" La tranquillità con cui gli rispose lo lasciò spiazzato, niente battutine o dimostrazioni di superiorità fisica. Osservò il fratello farglisi più vicino ed ebbe il primo istinto di indietreggiare sul materasso, intimorito al pensiero di venir preso a mazzate, ma, quando furono faccia a faccia, vide nel volto di Thor un'espressione insolita. Il sorriso dell'altro era dolce, ma, nei suoi occhi azzurri, splendeva un bagliore dorato che sembrava volerlo consumare lentamente. Aveva la faccia pitturata in più punti, Loki li riconobbe come il segno evidente che l'altro avesse superato il rito di passaggio e si sentì ferito, se gli fosse stata concessa l'occasione, sarebbe riuscito ad ottenerli a propria volta, ne era sicuro. Abbassò lo sguardo amaramente.
"Bene, ti sei fatto vedere. Adesso puoi anche andare... Avranno sicuramente preparato un banchetto in tuo onore. Nostro padre e nostra madre saranno molto orgogliosi e ti faranno sicuramente un grande dono" Strinse i denti, riuscì a non far tremare la voce, ma dovette comunque concedersi delle pause e, quando ebbe finito, riuscì a voltarsi nuovamente verso Thor.
"A Freyr il padre regalò un regno a suo tempo, al perfetto principe asgardiano concederanno qualsiasi cosa il tuo cuore desideri... congratulazioni" In quel momento, il fratello si sporse verso di lui ed appoggiò le labbra sulle sue improvvisamente. Lo lasciò fare, non fu in grado di opporre resistenza, la sua mente si era svuotata, per una volta era stato il biondo a togliergli le parole di bocca. Le forti mani del guerriero gli si strinsero lungo le braccia accompagnandolo con dolcezza a stendersi sul letto, poco dopo ebbe il suo corpo sopra il proprio. Loki chiuse le palpebre e si godette il contatto con le labbra di Thor, l'amore che vi percepì lo commosse. Quando l'altro si separò e si guardarono di nuovo, sentì mancare l'aria nei polmoni, un odore dolce gli riempì le narici mentre percepiva il cuore battere all'impazzata.
"Ciò che il mio cuore desidera, solo tu puoi concedermelo, Loki. Non siamo più bambini, ma uomini, ora posso reclamarti come mio"
"T-Thor, ma i-io credevo che..." fu scosso dai singhiozzi mentre si lasciava spogliare, inerme.
"Pe-Pensavo mi... odiassi" soffocò un gemito contro la spalla nuda dell'altro, ne percepì la carne calda entrare nella propria centimetro dopo centimetro. Da un'unione inizialmente dolorosa, divenne sempre più intima ed intensa.
"Ti amo Loki... sarò per sempre tuo. Saremo compagni in questa vita e nella prossima, regneremo insieme su Asgard e darai alla luce i nostri figli. Non sarai solo, mai più" Sfogandosi in una risata liberatoria, Loki versò lacrime su lacrime, sentiva che, ogni parola pronunciata dal fratello, era vera e ciò lo riempì di gioia. Si scambiarono lunghi, lenti gesti d'amore immaginando quella vita felice, ma, il mattino dopo, le grida di disgusto della madre distrussero quella fragile illusione, cancellandola per sempre.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top