Ferite Aperte

Loki non si sentiva pronto a lasciare la presa su Thor, voleva dimostrargli gratitudine e, allo stesso tempo, nascondergli le proprie lacrime. Aveva ancora la sgradevole sensazione delle manette intorno ai polsi, per un attimo si rivide ad Asgard, rinchiuso in prigione per il resto della vita ed iniziò a tremare. Sentir scorrere la grande mano dell'altro lungo la propria schiena, fece riempire il corpo dell'Ingannatore di uno strano calore, una sensazione così forte da spingerlo a ricomporsi. Asciugandosi le lacrime, sciolse il loro contatto ed incontrò le iridi azzurre del biondo, brillavano di felicità, il suo volto guerriero era rilassato e le sue guance si erano imporporite.
"Scuse accettate" gli diede un paio di pacche sulla spalla e, quel semplice gesto, se possibile, lo illuminò ancora di più "Non mi abbracciavi così da quando eravamo bambini" Rimettendosi sulle spalle la cappa rossa e bruciacchiata del principe asgardiano, il corvino gli diede le spalle e sbuffò.
"L'ho fatto perché te lo sei meritato. Magari, se in questi anni avessi fatto meno lo sbruffone, avrei trovato più motivi per abbracciarti!" Loki strinse i lembi del mantello nelle dita richiudendolo sul davanti, era così grande e rassicurante, non lo avrebbe restituito tanto presto "Allora cercherò di meritarmene altri" divertito dal tono euforico del biondo, il Dio della Menzogna incrociò le braccia al petto e tornò a guardarlo, pronto a rispondergli in modo piccato, ma questi si era già spostato poco distante, preparando il campo per la notte. Per nulla intenzionato ad essergli debitore più del necessario, gli si fece più vicino e lo aiutò. Avevano quasi finito, scambiandosi ogni tanto qualche sorriso, e degli sguardi fugaci, quando Thor gli rivolse nuovamente la parola "Nostro padre sarà felice di sapere che siamo tornati uniti come un tempo. Gli faremo una bella sorpresa quando torneremo a casa" Persa la serenità di un attimo prima, Loki tornò serio e lasciò cadere a terra la legna recuperata attirando l'attenzione del Dio della Folgore "Tutto bene?"
"Ma che cosa mi stavo immaginando?" pensò mesto andando a sedersi davanti al falò ancora spento "Che succede? Ti senti male?"
"Thor... Perché devi rovinare tutto parlando di Odino e di Asgard? Non hai ancora capito che io non potrò tornarci mai più?" Torturando fra loro le mani, il corvino si morse il labbro inferiore stringendolo saldamente tra i denti "M-ma non è vero!" Sedendoglisi davanti, Thor gli portò una mano sulla guancia facendo sì che le loro iridi si incontrassero di nuovo. Fu un gesto davvero inaspettato per l'Ingannatore che si ritrovò a trattenere il respiro "Quando riporterai Sleipnir ad Asgard, io diventerò il legittimo re e tu sarai libero! Non ti lascerò morire in una cella nei sotterranei, starai al mio fianco! Regneremo insieme!" Loki rilasciò lentamente l'aria dai polmoni. Fu tentato, terribilmente tentato di credere a quelle belle promesse, ma sapeva che non sarebbero mai diventate realtà. Scacciate le grandi mani del biondo, l'Ingannatore chiuse le palpebre ed ingobbì le spalle. Era tutta colpa di Odino, anche quando non si trovava ad Asaheimr, l'ombra del Padre degli Dei scendeva sul suo capo oscurando ogni raggio di Sole.
"Forse non sono così simili quanto credevo... L'idea che Thor diventi re non mi sembra più così catastrofica, forse è davvero cambiato" pensò riaprendo gli occhi, ma tenendoli ben fissi sul terreno, non aveva la forza di rialzarli.
"Se la nostra ricerca andrà bene, non sarò più sotto il controllo di Odino. C'è un nuovo re ad Asgard ed ora è qui davanti a me e mi sta offrendo la libertà" accarezzando il tessuto del mantello, fece un piccolo sorriso.
"Viaggiare con lui mi sta facendo diventare sentimentale... Da quando salire al trono non mi interessa più? Mi sto comportando come se avessi smesso di odiarlo del tutto" e, ponendosi quella domanda, Loki comprese come stavano davvero le cose. Tornando a guardare l'altro, il suo volto gentile ed in pena, l'Ingannatore percepì la propria rabbia salire come non mai. Spinse indietro il biondo, ma la propria forza, assai modesta, gli permise solo di farlo vacillare per un istante, ciò lo fece infuriare ancora di più. "Loki, perché tu... " Il corvino si alzò in piedi e strinse i pugni spostandosi di qualche passo, si sentiva soffocare.
"Ho capito... Adesso ho capito perché ti ha permesso di venire con me!" "Ma di cosa stai parlando?" Carico d'ira, l'Ingannatore lo afferrò per la giubba portandoselo faccia a faccia.
"Odino! Lui sa che, per quante cose orribili farò, tu sarai sempre dalla mia parte e mi vorrai bene! Voleva che lo vedessi con i miei occhi così avrei smesso di odiarti! Per questo motivo ti ha lasciato venire con me! Lui sapeva tutto!" E, mentre liberava la propria frustrazione, il corvino capì quanto assurdamente si stesse comportando. Pronunciare i propri veri sentimenti così spontaneamente, direttamente in faccia all'altro, fu una totale perdita di autocontrollo. Comprese troppo tardi la reale entità di ciò che aveva fatto. Il viso di Thor si fece mano a mano più rosso e, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio, si illuminarono di grandi speranze "Quindi..." erano uno contro l'altro, Loki fu incapace di reagire in qualsiasi modo, era in trappola"Non mi odi più?"
"Non... non è questo che intendevo..." non era una domanda facile. Una buona azione non poteva cancellare anni di errori, ma ora per l'Ingannatore era impossibile non apprezzare, almeno in parte, Thor. Su Asgard era sempre stato pieno di difetti, una testa calda, borioso, egocentrico e spaccone che si fidava troppo del prossimo, ma in quel viaggio qualcosa stava cambiando fra loro, in modo innegabilmente folle. "Allora, cosa intendevi?"

Il fuoco crepitava nel piccolo accampamento di fortuna. Il Dio della Folgore ne torturava le braci con un bastone gettando di quando in quando uno sguardo alla figura di Loki, ancora avvolto nel suo mantello, seduto all'altro capo della fiamma. Sopra di loro, una volta stellata brillava tra le cime degli alberi, il clima era tiepido e l'aria leggermente fresca, rispetto all'umidità ed al freddo causato dal Tanais su Vanaheimr era un grande passo avanti. Thor però non riuscì a goderne come avrebbe voluto, attendeva ancora una risposta, ma, in cuor suo, già sentiva di conoscerla. Certo, l'abbraccio ricevuto era stato meraviglioso, ancora gli scaldava il petto ripensarci, ma c'erano ancora troppe crepe nel cuore del corvino, un bel gesto non le avrebbe ricucite tutte.
"Loki" vedendolo irrigidirsi, il biondo corse subito ai ripari. Era preoccupante che il fratello non avesse trovato le parole giuste per rispondergli, dopotutto su Asgard era soprannominato "lingua sciolta" per un motivo.
"Vorrei solo finire il discorso che avevamo iniziato nell'oceano...Sul fatto che io potrei abbandonarti da un momento all'altro per farmi una birra. Ricordi?" "Perché ne vuoi parlare adesso? Tanto non mi rimangerò niente"
"Vorrei solo sapere come mai mi odi. Nostro padre ti ha ingannato sulle tue origini di gigante di ghiaccio, ma io? Io sono sempre stato dalla tua parte! Perfino nel giorno dell'incoronazione avrei voluto averti accanto a me nonostante tutto" D'improvviso al biondo parve che le fiamme del bivacco fossero divenute più calde attraverso lo sguardo del corvino, unendosi al verde e all'azzurro delle sue iridi, divenendone un tutt'uno. Nonostante non fosse stata aggiunta legna, il biondo sentì formicolare la pelle contro il fuoco, fu come ricevere tanti piccoli morsi. "Non capiresti, non sei bravo a metterti nei panni degli altri. Tu sei l'ideale di forza, potere e grandezza su Asgard e lì se un uomo non è un guerriero feroce e valoroso, o non è in grado di combattere, che vita pensi abbia?"
"Ecco... non lo so. Tu sei il primo asgardiano a non comportarsi come gli altri" "Non sono un asgardiano, Thor. Però da bambino non lo sapevo. Per un po' ho tentato di essere come voi, ma non ci sono riuscito. Non ho mai avuto un fisico forte, il desiderio di combattere e di dimostrare il mio valore in battaglia... Ma tu sì" Accecato dal fuoco sempre più alto, il Dio della Folgore si strofinò gli occhi. Loki aveva ragione, lui non aveva mai avuto problemi a casa, tutto ciò che l'altro stava dicendo sembravano preoccupazioni sciocche. Se il fratello si fosse allenato più duramente ed avesse vissuto a stretto contatto con i guerrieri di Asgard, come aveva fatto lui, allora sarebbe diventato uno di loro. Un perfetto Asi come tutti gli altri.
"Anche i giganti di ghiaccio sono guerrieri sanguinari! Lo spirito combattivo deve essere dentro di te per forza! Ma non ti do tutte le colpe, avrei dovuto obbligarti a lottare anche se nostra madre non voleva..." in risposta, il biondo sentì giungere uno sospiro seccato "Sapevo che non avresti capito. Sono felice che Frigga si sia occupata di me, perché mi ha guidato in modo che fossi me stesso. Se mi avesse spinto alla guerra a quest'ora forse sarei un guerriero, ma incatenato in un modo di essere che non è il mio. Comunque tu non sei diverso dagli altri asgardiani, infatti, quando affermi di essere sempre stato dalla mia parte e di avermi voluto bene sin da piccoli... Menti a te stesso" Thor non aveva idea di cosa l'altro stesse parlando, ma era fortemente intenzionato a cambiare discorso. Non solo lo sguardo del fratello attraverso l'alto fuoco si stava facendo sempre meno lucido, ma l'aria si era fatta davvero irrespirabile a causa del calore. Avvicinandosi alla base del bivacco, il biondo cercò con lo sguardo i ciocchi intenzionato a toglierne qualcuno, ma si accorse sconvolto che della legna non vi erano rimaste nemmeno le ceneri. Il fuoco si stava alimentando da solo.
"Deve essere come quello che appare durante il sonno di Loki! Potrebbe consumarlo!" Tentando di raggiungere l'altro per allontanarlo, Thor si rese conto che, nonostante avesse ancora gli occhi aperti, Loki non era più in sé. Stava per afferrarlo quando l'incendio cominciò a muoversi più di prima, come mosso da un forte vento che però non c'era. Il Dio della Folgore afferrò saldamente il martello puntandolo verso il cielo per richiamare a sé la pioggia quando, attraverso le lingue di fuoco, apparirono due figure che conosceva fin troppo bene e fermò il gesto a mezz'aria.

Erano due bambini, lui e Loki, in una delle arene di Asgard. Stavano combattendo con delle spade di legno davanti ad un gruppo di coetanei e sudditi. Ben presto l'Ingannatore fu a terra, era l'ennesima sconfitta, ma nei suoi occhi non c'era odio. Loki semplicememte sorrise al fratello ripulendosi il viso sporco di polvere e sudore con il braccio. Ancor prima che Thor prendesse la sua mano per aiutarlo a rialzarsi, vennero raggiunti dagli altri asgardiani i quali circondarono il loro campione.

"Festeggiammo per giorni... Ma Loki non volle partecipare" ricordò tristemente.

L'immagine proseguì sul corvino il quale, rimessosi in piedi e raccolte le spade, cercò di raggiungere il gruppo, ma venne fermato alle porte della sala dei banchetti. Tutto divenne improvvisamente confuso. Due guardie, un'occhiata crudele ed una sola parola "Mostro". Le fiaccole del corridoio sempre più alte, del metallo che fonde lentamente ed, infine, solo un lungo eco di grida nei corridoi.

In un attimo, attraverso il falò, passarono gli anni e Thor percepì una pesantezza aumentare nel proprio petto.

Un Loki già più grandicello, correva nei boschi fuori Asgard. Giunto sotto un albero, dopo essersi guardato intorno, estrasse dalla giacchetta un libro e aprendolo avidamente, cominciò a leggerlo. Un forte colpo, poco sopra la testa, lo spaventò spingendolo a nascondere l'oggetto. Alzando gli occhi lungo il tronco dell'albero, si rese conto che gli avevano tirato contro un'ascia e, poco dopo, giunsero dalla boscaglia dei ragazzetti asgardiani. Mirando poco più in basso, l'avrebbero ucciso. L'erba tutt'intorno al corvino si ingiallì e, da essa, si innalzò una sottile cortina di fumo. Loki, spaventato e confuso, stava per correre via quando, in suo soccorso, arrivò Thor. Brandendo una spada, il biondo spinse gli altri alla fuga e prese amorevolmente la mano del fratello tornando di corsa verso il castello. Il fuoco divampò nella foresta di Asaheimr mentre, al suo limitare, Loki ricompensava il suo eroe con un dolce abbraccio.

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