Faccia a Faccia

Alzandosi a sedere di scatto, Loki contrastò l'intenso dolore che percorse il suo corpo da parte a parte e cercò di mettersi in piedi, il risultato fu a dir poco rovinoso, se non vi fosse stata Hela a sostenerlo, sarebbe svenuto per le fitte. Non poteva restare lì a perdere tempo, dopo ciò che l'altra gli aveva detto, doveva ricongiungersi subito con Thor e tornare su Asgard il prima possibile. L'altra non aveva potuto spiegargli ogni cosa nei minimi particolari a causa della mancanza dei frammenti di Sleipnir, ma era stato più che abbastanza per aprirgli gli occhi. Non si trattava più solo di ricordare il proprio passato e i figli, c'era qualcos'altro sotto di cui ancora non conosceva i dettagli, doveva parlare con il Padre degli Dei. Standosene lì sdraiato non avrebbe risolto nulla, inoltre, questione particolarmente importante, sentiva il bisogno di rivedere il Dio della Folgore, subito. Trattenendolo, la regina dei morti lo obbligò a stendersi nonostante le lamentele. "Madre, sei troppo debole! Per favore, oltre ad essere morto ti ho anche marchiato restituendoti i ricordi! Se in questo momento di fragilità ti spingerai troppo oltre finirai per causare danni al tuo spirito!"
"N-non c'è tempo! T-Thor, devo trovarlo!" "Non temere, su Nilfheimr ho avvisato Fenrir di raggiungerci, ormai non dovrebbero essere lontani. Basta solo che non agiscano in modo impulsivo con i miei sottoposti e tutto andrà bene" Dall'esterno del castello, giunse un forte boato e, per un sesto senso affinatosi in quel viaggio, Loki capì subito chi ne fosse la causa. Andando verso la parete, Hela fece aprire nuovamente i corpi dei serpenti creando in questo modo una grande finestra dalla quale le divenne possibile vedere l'esterno del proprio regno. Era l'occasione giusta, Loki fece un nuovo tentativo di rialzarsi e fu in grado di mettersi almeno seduto. A causa della figura imponente dell'altra non riuscì a scorgere nulla in particolare, ma, alla prima saetta che vide sollevarsi dal basso, ebbe la conferma che cercava. "Accidenti... Non è cambiato nemmeno di una virgola" Scivolando fuori dal letto, il corvino finì in ginocchio, ma la gigantessa era troppo presa dallo scontro per rendersene conto, così ebbe il tempo di spostarsi verso il punto in cui, poco prima, era comparsa la porta. Le teste dei serpenti sibilavano eccitate dalla battaglia quindi i loro corpi facevano vibrare l'intero palazzo, era impossibile aprirsi un varco a mani nude, sarebbe finito scorticato dalle squame o inghiottito nelle spire "Ma in fondo a te è sempre piaciuto l'ardore del suo carattere, giusto, madre? Madre?" Girandosi, Hela si accorse del suo tentativo di fuga e, preoccupata, lo raggiunse prendendolo tra le braccia e sollevandolo. "Perché non ascolti mai? Sei davvero testardo!"
"Portami sul luogo dello scontro!" "Madre..." Sospirando, la figlia lo accompagnò fino alla finestra e così Loki poté finalmente vedere di persona il Regno dei Morti di cui aveva tanto letto in passato. Il Dio della Folgore stava lottando sul ponte dorato a parecchia distanza da loro, ma fu impossibile non riconoscerlo, non solo per i fulmini di cui era avvolto il suo corpo, infatti, nonostante fosse lontano, il colore vermiglio della sua cappa richiamò a sé l'Ingannatore. Il suo avversario era così veloce che il corvino non riuscì a riconoscerlo, fu rassicurato che non si trattasse di Njordr, le acque del fiume di lame restavano pacate sotto i due contendenti, il Dio dei Mari le avrebbe sicuramente utilizzate a proprio vantaggio. Poco distante c'era anche Fenrir, la sua mole non passava inosservata, fu felice di vederlo in salute, ed infine, accanto a quest'ultimo, notò una luce intensa e, nonostante non riuscisse a capirne l'origine, né percepì lo sguardo su di sé. Quel contatto gli restituì una strana sensazione che lo spinse a massaggiarsi istintivamente i polsi, non fu per niente piacevole, lo fece rabbrividire. All'ennesimo impatto, scacciò via quel cupo pensiero, era messo malaccio, doveva essere stato un momento di fragilità causato dal troppo movimento. 
"Bisogna fermarli! Combattere non serve a niente in questo caso!" Sporgendosi, fece un tentativo di trasformarsi utilizzando la magia, ma questa non rispose al suo comando, i suoi poteri erano in condizioni peggiori del suo corpo, era frustrante "Móðguðr non attacca mai senza motivo"
"Ti credo, so per certo che è stato Thor ad iniziare. Portami lì e lo convincerò a scusarsi!" Sorridendo, la gigantessa lo strinse a sé più forte per poi condurlo fuori dalla stanza, diretta ai livelli inferiori della propria reggia. "Anche se il tuo aspetto è diverso, nemmeno tu sei cambiato, madre... Sei sempre così forte ed indomabile" Arrossendo, Loki si girò dall'altra parte per nascondere il viso. Giusto, Hela era sua figlia, anche se, viste le dimensioni raggiunte, ben più grandi di quelle di un Asi, sembrava impossibile, ma dopo tutto ciò che aveva visto da quando aveva lasciato Asgard era la più credibile della sua progenie. Non era stato molto cortese o materno da quando si erano incontrati, con Jormungandr e Fenrir aveva avuto il tempo di parlare, persino di passare dei momenti insieme e dare loro qualche coccola. Essere stato così freddo con la figlia lo fece sentire in colpa.
"Come... come stai?" Una domanda banale, con la propria intelligenza avrebbe potuto pensare a qualcosa di meglio, ma era stanco e terribilmente agitato per la situazione e per Thor, forse l'altro aveva davvero finito per influenzarlo, anche se in negativo. "Non serve che cerchi di fare conversazione con me. Anche se sono nata da te, non hai più quei ricordi, quindi non sei davvero il genitore che mi ha cresciuta. Ti ringrazio comunque per il tentativo. Spero solo che non ti dispiaccia se comunque ti chiamo madre"
"No! Figurati! Ormai sono entrato nell'ottica di essere un genitore" Gli sfuggì una risata, ma in realtà provò solo una profonda tristezza.
"M-mi dispiace di non essere più quel Loki" "Non importa, quando incontrerai Sleipnir tornerai ad esserlo. Intanto sono felice di poter stare di nuovo con te come quando ero una bambina. Mi sei mancato molto, madre"

Era stanco, sarebbe potuto crollare a terra addormentato da un momento all'altro. Aveva fame, così tanta da spingere il proprio corpo solo grazie alla volontà. In condizioni normali avrebbe atterrato l'avversaria in poco tempo, ma era deconcentrato, perfino Mjollnir gli sembrava più pesante del solito. Alle sue spalle sentiva aumentare il calore del Lupo della Brughiera e, intorno a sé, il tuonare delle saette, lo disorientavano, in più si aggiungeva il pensiero dello scorrere del fiume letale al di sotto del ponte. "Ti sei calmato adesso, figlio di Odino?" La guardiana aveva ormai il fiato corto, nonostante le pessime condizioni in cui versava, era riuscito a metterla in ginocchio, ma volle esserne sicuro. Roteando il Frantumatore nella mano, fece un paio di passi avanti verso di lei, ma si ritrovò la strada sbarrata dal corpo di Fenrir "Thor, che ti prende? Ha detto che ci lascerà passare, abbassa il martello!" Non ci credeva, qualcosa, come un sussurro nell'orecchio, gli diceva che non doveva farlo, che l'unico modo in cui sarebbe finalmente potuto tornare dall'Ingannatore, era passando oltre il cadavere di quella donna. 
"Spostati Fenrir, non vuoi trovare Loki? Lui è lì..." Indicando la reggia lontana, il Dio della Folgore sentì le lacrime premere contro gli occhi gonfi di sonno, ma le scacciò strofinandole via con il braccio, gesto che fece abbassare coda ed orecchie al Lupo della Brughiera.
"È stata la mia debolezza ad ucciderlo! Avrei dovuto proteggerlo, ma ora, con la mia forza, rimedierò all'errore e lo riporterò alla vita!" Abbassando la testa, cadde sulle ginocchia stremato, poco dopo, accanto al viso, percepì il caldo respiro dell'animale tra i capelli e il suo naso umido contro la fronte "Capisco come ti senti, ma non c'è motivo di continuare. Riponi Mjollnir, sono sicuro che la mamma sarà felice di sapere che ti sei battuto per difenderlo" "A dire il vero non lo sono per niente!" Le nubi si dissiparono, le saette sparirono nell'aria scaricandosi al suolo mentre le sue palpebre si aprivano e il suo volto si sollevava alla ricerca della provenienza di quella specifica voce. Thor avrebbe voluto alzarsi, ma gli mancò il supporto di gambe e braccia, provò a spostare la testa per vedere oltre il manto del grosso lupo ad occultargli la vista, ma nulla, dovette attendere che quest'ultimo si scostasse per rendersi conto di non aver immaginato tutto. Dall'altra parte del ponte dorato, sostenendosi ad un'alta figura per riuscire a mantenersi in piedi, stava il suo Loki. Il solito sguardo serio e di sufficienza, gli stessi capelli corvini, un po' più lunghi di come li ricordava, le iridi verde azzurro brillanti contro la sua pelle chiara, quasi trasparente, all'apparenza intangibile. Era proprio lui. Sfinito, il Dio della Folgore non poté fare altro che sorridergli e lasciare che lente lacrime liberatorie gli scendessero lungo le guance, avrebbe voluto correre ad abbracciarlo e baciarlo, anche solo provare a chiamarne il nome, ma non ci riuscì. Pensò all'inizio che fosse dovuto all'emozione, ma poi si rese conto che gli era davvero impossibile, così come mollare la presa dal martello. "È passato così tanto tempo..." Dal proprio fianco, il principe asgardiano vide farsi avanti il luminoso spettro del guerriero, rimasto fino a quel momento alle loro spalle. Invece di percepire sincera felicità dal tono della misteriosa figura, vi colse qualcos'altro, che non gli piacque per niente. "Chi sei?" Tornando a concentrarsi su Loki, Thor prestò finalmente attenzione alla sua accompagnatrice e, come risvegliato da un sogno, ricordò di averla già incontrata prima di allora. Nonostante quella notte avesse avuto dimensioni ben più umane, non vi era dubbio che fosse la stessa fanciulla, il lato in decomposizione del volto era inconfondibile, era Hela, la regina dei morti. Portandosi sulla strada del fantasma, Fenrir ne bloccò l'avanzata, ma quello, per nulla preoccupato, tornò indietro e, approfittando della sua debolezza, snodò il nastro dal manico di Mjollnir e si girò verso il Lupo della Brughiera. "Non obbligarmi ad usarlo. Io e la tua mamma abbiamo molte cose da dirci e non lascerò che nessuno rovini questo momento" Nonostante l'animale cercasse di mantenere la posizione, era chiaro quanto fosse spaventato, infatti, poco dopo, la guardiana del ponte gli si mise accanto per dargli manforte "Non so chi tu sia, defunto. Rivelati e dichiara le tue intenzioni o non lascerò che tu faccia un passo in più verso la mia regina" Portandosi una mano al petto, lo spirito scostò il lungo velo che lo avvolgeva, ma purtroppo, a causa della posizione, Thor non fu in grado di vedere che cosa avesse rivelato. Gli sguardi che ottenne in risposta furono piuttosto neutri, eccetto quello di Loki, il quale cadde in ginocchio tenendosi la testa tra le mani, la sua anima si fece meno visibile. "Ancora non ti ricordi di me, eppure sembra che qualche rimasuglio stia venendo a galla" Il Dio della Folgore, stanco di restare a terra inerte, soprattutto dopo aver visto la reazione del corvino, fece forza sulle ginocchia e così fu in grado di rimettersi faticosamente in piedi. 
"Non so... chi tu sia..." Preso un bel respiro, Thor sbloccò la voce ed ottenne l'attenzione del guerriero, il quale, prima di voltarsi, si premunì di coprirsi nuovamente. 
"Ma Loki non... vuole avere a che fare con te. Lascialo stare" L'altro gli concesse un semplice sorriso dopodiché gli restituì il nastro porgendoglielo direttamente nella mano con gentilezza. Sembrava essere tornato affabile, in più, nel suo sguardo, colse una strana dolcezza familiare che lo fece sentire al sicuro, anche se non ne comprese bene la ragione. "Giusto, dopotutto, se prima non tornate ad Asgard per riprendere i ricordi Sleipnir, parlare con Loki non ha senso. Comunque sono stato felice di rivedervi e continuerò a vegliare sul vostro viaggio sino a quando non arriverà il momento di riprendermi ciò che mi appartiene" Irradiandolo con una luce sempre più intensa, l'altro lo strinse in un abbraccio sostenendo il suo corpo stanco. Subito Thor sentì tornare le forze, quasi avesse fatto una bella dormita rigenerante. "A presto" Detto questo, sparì.    

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