Dovere e Desideri

"Loki... quello era un gemito?"
"No! Hai sentito male! La grotta rimbomba in modo strano!" Scostando la mano del principe asgardiano, Loki si diresse verso l'uscita, non si era mai vergognato così tanto. Per un secondo aveva pensato che l'altro volesse baciarlo, poi era arrivata quell'involontaria strusciatina, era stato un momento di debolezza che non si sarebbe ripetuto in futuro. Doveva essere impazzito, non riusciva più a nascondere quanto il fascino del biondo non lo lasciasse indifferente, in più, grazie all'illusione, proprio perché nata dalla propria mente, lo aveva ancor più idealizzato. 
"Perfino quando appartiene alla mia specie è perfetto... Io invece resto sbagliato, non importa quanto cerchi di celarlo con i miei poteri" Uscì all'aperto e prese una boccata d'aria fresca per cancellare quei tristi pensieri, stava iniziando ad intorpidirsi quando Thor lo raggiunse appoggiandogli le mani sulle spalle, il contatto lo scaldò. "Dove siamo diretti?" 
"Verso le montagne... Cerchiamo una specifica catena montuosa, frastagliata, così alta da raggiungere le nuvole" Riprendendo a camminare, Loki faticò a smaltire la rabbia per l'errore commesso da Thor su Alfheimr, capì che, per evitare che succedesse ancora, era necessario essere sinceri fino in fondo, solo così avrebbe impedito all'altro di mettersi ancora in pericolo. 
"Vuoi sapere il mio piano?" Gli occhi di Thor, nonostante il rosso a nascondere il loro colore naturale, brillarono di gioia "Me lo diresti? Anche... Anche se faccio sempre disastri?" perse rapidamente tono facendosi triste "Vuoi farlo solo perché ora sono un gigante di ghiaccio?" Serrando bene le dita in un pugno, Loki colpì il braccio dell'altro con più forza possibile, ovviamente non fu abbastanza da fargli realmente male, ma almeno obbligò Thor a massaggiarselo. La mano dell'Ingannatore cominciò presto a formicolargli, ma non lo diede a vedere incrociando le braccia e nascondendola subito fra esse.
"Credevo volessi essere trattato in modo paritario! Bene! Non ti dirò nulla, così impari ad accusarmi di una cosa simile!" "I-io pensavo che..."
"Thor, non importa che aspetto tu abbia, resti sempre tu! Inoltre, ricordati che si tratta di una delle mie illusioni, quindi per me non sei cambiato, nemmeno esteriormente!" "Quindi... perché prima hai fatto quel gemito?" Loki si irrigidì all'istante ed accelerò il passo, tenne lo sguardo basso il più possibile per nascondere il viso in fiamme, ovviamente non servì a distanziare l'altro il quale continuava a stare al suo fianco senza fatica. "Credevo avessi reagito così perché ora sono come te. Ma è bello sapere che ti piace quando ti sto vicino, solo perché sono io"
"Smettila o ti trasfiguro in un rospo! Ho fatto quel suono perché mi hai spaventato saltandomi addosso! Credevo volessi picchiarmi a causa del nuovo aspetto!" "Oh, ne sei sicuro? Non sembravi spaventato..." Improvvisamente, Loki sentì la mano del biondo intorno alla vita e, un attimo dopo, era tra le sue braccia, le labbra di nuovo vicinissime. Riuscì a trattenersi a malapena, ma fu abbastanza forte da evitare di produrre altri suoni imbarazzanti. Spostò il viso lateralmente e si fece serio cercando di allontanare l'altro. 
"C-che ti salta in mente?! Hai bevuto dell'altro etere per caso?!" Di nuovo libero, dovette prendersi un momento per calmare il cuore nel petto, batteva così forte da rimbombargli nei timpani. Thor lo aveva lasciato andare, eppure non smetteva di fissarlo, aveva un'espressione confusa quanto la sua, ma poi curvò le labbra leggermente verso il basso e gli sembrò terribilmente sconsolato. 
"Da quando le cose fra noi si sono fatte così strane?" pensò ricordando gli eventi di quegli ultimi giorni e rendendosi conto che, forse lo erano state fin dal principio. Sospirò e riprese la calma trovando la forza di voltarsi "Scusa, non so cosa mi è preso... Sarà meglio proseguire, sta diventando più freddo" Avvolgendosi nel rosso mantello, Loki si rese conto che Thor aveva ragione quindi ripresero insieme il cammino, in silenzio. Procedettero per diversi minuti, l'unica cosa udibile erano i loro passi nella neve e qualche folata gelida di quando in quando. Attraverso le gole e i valichi giungevano echi lontani, a volte voci sottili, altre canti prorompenti, li mettevano all'erta obbligandoli a muoversi con cautela per non essere individuati. Dopo molte ore di viaggio, il Sole calò obbligandoli a trovare rifugio e così si fermarono in una delle numerose fenditure tra le imponenti montagne rocciose, una piccola grotta, così minuta che, anche nel caso in cui uno dei giganti li avesse individuati, non sarebbe riuscito ad entrarvi.
"Su Niflheimr le notti sono più lunghe del normale... In certi periodi dell'anno non sorge nemmeno il Sole" A causa del clima rigido, nessun arbusto cresceva in quei luoghi questo significava niente fuoco ed un unico metodo per scaldarsi, il calore reciproco. "Sai sempre un sacco di cose utili..."
"Solo perché leggo molto, è così che sono riuscito a superare di un passo Njordr" Il petto di Thor, nonostante fosse piuttosto massiccio grazie ai duri allenamenti a cui il guerriero si era sempre sottoposto, si rivelò più comodo di quanto Loki avesse immaginato, era capitato che dormissero vicini, ma consapevolmente abbracciati era un'altra storia. "Credevo avesse portato via tutti i libri utili"
"Sbagliato, ha preso solo quelli che pensava fossero utili... Ricordi che, grazie al morso di Jormungard ho avuto delle visioni?" Il Dio della Folgore gli accarezzò lentamente la schiena e ciò lo riempì di brividi spingendolo a stringerglisi di più. "Sì, ma cosa centra?"
"Ho visto delle montagne e, sfogliando delle carte geografiche, ho trovato la descrizione di una catena montuosa di Niflheimr. Sono lo stesso posto, quindi siamo diretti lì" Chiudendo le palpebre, Loki si morse il labbro inferiore.
"T-ti sembra un'idea stupida? Non so nemmeno cosa troveremo. Di solito sono sicuro sulle mie decisioni, ma ora..." "Io mi fido di te. Ovunque deciderai di andare, sarò al tuo fianco"

Fissando il soffitto della grotta, Thor faticava a prendere sonno, il lento respiro di Loki ed il contatto con il suo corpo lo faceva sentire bene, non voleva rischiare di muoversi e rovinarlo, quindi si ritrovò semplicemente a godere di quel bel momento. Il viso addormentato del Dio della Menzogna era pacifico, aveva le sopracciglia rilassate e le labbra impercettibilmente socchiuse. Averlo accanto lo riportava indietro negli anni, a un tempo in cui ancora erano legati e dormire insieme, nello stesso letto, era all'ordine del giorno. Il pensiero di essere stato la causa di quella frattura gli strinse il cuore e lo spinse a tenere l'altro più vicino, nonostante la tinta fredda della pelle, il calore prodotto dai loro corpi insieme era piacevole e così forte da frenare la punizione di Odino. Facendosi coraggio, il Dio della Folgore accarezzò i lunghi capelli di Loki, nel farlo ebbe come un flash, quanto successo nella biblioteca di Alfheimr lo paralizzò. Riportando la propria mano a terra, sospirò e ne osservò il colorito azzurro sbiadire poco a poco, stava tornando normale, probabilmente a causa del sonno dell'Ingannatore.
"Se restassi così non dovrei tornare ad Asgard e saremmo solo noi due, per sempre" Thor si sorprese nel percepire un sorriso sul proprio volto, non poteva aver pensato davvero ad una possibilità del genere. Lui era il re di Asgard, il protettore dei nove regni, era destinato a grandi imprese, al Valhalla, mai nella vita aveva avuto dei dubbi sul proprio futuro, non si era immaginato in nessun altro modo, eppure, per un momento, aveva dimenticato il proprio dovere per una vita insieme a Loki, lontano da tutto e tutti, niente responsabilità, solo loro.  
"No, non accadrà mai... Porteremo a termine la nostra ricerca e poi torneremo su Asgard vittoriosi. Io e Loki staremo insieme, ma a casa, io sul trono e lui al mio fianco, come consigliere magari, ma niente di più... è quello il nostro posto, il nostro destino" "Dunque è questo che desideri? Se è così posso riprenderlo per me" Sbarrando gli occhi, Thor si guardò intorno, quella voce femminile sconosciuta gli aveva parlato direttamente nella mente. All'ingresso non c'era nessuno, inoltre lui e Loki si trovavano sul punto più profondo della grotta, erano soli, nessun altro poteva aver parlato. Per un secondo il Dio della Folgore pensò di aver immaginato tutto, ma non appena ebbe chiuso le palpebre, eccola lì. Davanti a sé, avvolta dal buio, c'era una donna, anzi, una gigantessa, dai lunghi capelli neri, con il volto marchiato da simboli. La cosa che più sconvolse il principe fu il buco che l'altra aveva nel petto all'altezza del cuore dal quale sgorgava una cascata di sangue rosso, l'organo pulsante era stato strappato. Il Dio della Folgore non fece in tempo ad aprire le palpebre che, dalle ombre, uscì un possente cavallo dal manto scuro e le iridi dorate sulla cui groppa stava una fanciulla, umana e ben più giovane della gigantessa. Il terzetto non smetteva di fissarlo mettendolo a disagio. La delicata bellezza scese dal destriero e, nel punto in cui appoggiò i piedi, sorse un albero, sulla cima del quale se ne stava una serpe a fauci aperte, dalle sue aguzze zanne anteriori un rivolo di veleno s'infrangeva al suolo. "Thor, figlio di Odino, se il tuo desiderio nei confronti di Loki è questo, ebbene, rendicelo. Allontanalo e fa sì che il suo destino si compia"
"C-cosa? N-No! Loki... lui starà al mio fianco. Ad Asgard noi saremo felici, ne sono sicuro! Quale futuro migliore potreste offrirgli voi?!?" Si sentì pervadere dalla rabbia, il solo pensiero del corvino stretto tra le braccia di una di quelle donne era impensabile "Se perseguirai i tuoi propositi è questo ciò che lo attende. Solitudine, prigionia, dolore per l'eternità" Avvicinandoglisi sempre di più, quegli orribili spettri continuarono a ripetere la loro cantilena infernale nella sua testa, reclamarono l'Ingannatore, lo vollero per sé mostrandogli immagini terribili che ben presto non fu più in grado di sopportare. Figli strappati, schiavitù, odio, catene sferraglianti ed il sapore di veleno sulle labbra. Avvolto dai fulmini, si ritrovò a spalancare le palpebre di scatto, la luce del Sole lo accecò mentre si ritrovò seduto e tremante ad urlare.  
"No! Mai! Lui è mio! Solo mio!" "Thor! Ehi, che succede?" Raggiungendolo dall'ingresso della grotta, l'Ingannatore gli si portò accanto e, non appena lo ebbe a portata, lo strinse a sé e lo baciò. Quel dolce contatto fece riprendere totalmente il Dio della Folgore, niente di ciò che aveva visto era stato reale, ma la paura scaturita da quell'incubo non smetteva di agitarlo, di farlo tremare al pensiero che una di quelle terribili visioni potesse diventare realtà. Quando liberò le labbra di Loki e ne incrociò lo sguardo non riuscì a trattenersi e gli accarezzò il viso. "Sei... Sei sveglio ora?" La mano del corvino si appoggiò sulla sua guancia "Hai avuto un incubo come nella foresta di Alfheimr?"
"Incubo? Io... forse... Però sembrava così vero..." "Lo so, per questo fanno paura, l'importante è che tu ti sia calmato. Ti sei calmato, giusto? O hai bisogno di... un'altro aiutino?" rise, ma era chiaramente forzato, comprensibile che non sapesse come prendere il suo gesto, nemmeno lui stesso riusciva a spiegarsi cosa lo avesse spinto a farlo. Il suo primo istinto era stato un altro, ben più pericoloso, proibito, ma seguendolo ciecamente avrebbe dimostrato finalmente a tutti la fermezza della propria convinzione, Loki era suo. Non importava chi sarebbe giunto a reclamare il Dio della Menzogna, nessuno lo avrebbe mai fatto sprofondare in uno di quei terribili destini che aveva sognato. 
"Loki, scusa se... Se ti ho..." non fu facile dirlo.
"So che non avrei dovuto... Le cose tra noi sono già difficili senza che le complico ancora di più" Loki scosse la testa e sorrise, sembrava voler dire qualcosa, ma ripiegò su altro. "Sei così strano, forse abbiamo viaggiato troppo. Fermiamoci qui oggi e ripartiamo domani, cosa ne pensi?" Thor fu tentato di accettare l'offerta, una giornata passata da solo con l'Ingannatore a confrontarsi insieme sembrava una bella prospettiva, ma poi pensò a quale effetto avrebbe avuto su Loki restare troppo a lungo in quel mondo ghiacciato e capì che dovevano proseguire.
"No, non serve. Abbiamo una missione da compiere, andiamo!"    

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