Colpa e Perdono

Loki uscì dal bagno privato della propria stanza con in vita solo un asciugamano, aveva cercato di calmare i nervi dopo quanto era successo in biblioteca, ma era stato inutile. Il suo corpo ancora non smetteva di tremare, sul polso ed in vari punti del corpo aveva i segni delle prese di Thor e, nel vederli rimarginarsi con lentezza frustrante, sospirò. Si era salvato per il rotto della  cuffia e non riusciva a smettere di chiedersi altrimenti in che modo sarebbe andata a finire. La prima volta in cui era capitato era stato terribile, ripensarci era troppo doloroso, quindi ricacciò tutto indietro e si voltò verso il letto dove lo sguardo di Thor incontrò il suo, si era svegliato e, dalla faccia che stava facendo, come l'Ingannatore aveva temuto, ricordava ogni cosa. Bastò poco perché il biondo si girasse dal lato opposto, pieno di vergogna, ma non scappò, forse voleva andarsene, ma dopo la forza con cui gli aveva schiacciato le palle ci avrebbe messo ancora un po' a rialzarsi. Tornando dentro il bagno, Loki preparò un asciugamano inumidito con dell'acqua ghiacciata e poi tornò dal Dio della Folgore scostando le coperte del letto e rivelandone il corpo muscoloso ancora nudo. Era stata una fatica non indifferente trascinarlo lì e non aveva voluto rischiare di farlo riprendere cercando di rivestirlo, solo nel caso in cui non avesse ancora smaltito totalmente la sbronza. "C-che cosa fai?" voltandosi di scatto, il biondo si coprì i genitali con le mani, era rosso, un imbarazzo inutile visto quello che aveva cercato di fargli.
"Ti medico, togli le mani" "N-non serve! Io sono un Asi, guarirò in un attimo anche senza aiuto! V-vestiti, Loki... Ho solo bisogno di riposare..."
"Dormi da ore e non ti sei ancora ripreso... Non so come ho fatto, ma per poco non ti ho evirato. Quindi lascia che ti dia del sollievo, oppure preferisci che il nuovo re di Asgard non abbia mai una discendenza?" Anche se con molta reticenza, Thor obbedì e così Loki poté appoggiare il panno bagnato sulla parte lesa. Fatto ciò si alzò in piedi e raggiunse i resti dei propri abiti, lasciò cadere l'asciugamano dalla vita e si rivestì, il tessuto era sbrindellato e strappato in più punti, dovette metterci molta creatività per farlo rimanere integro contro il proprio corpo ed il risultato fu piuttosto deludente.
"Dannazione..." si rivolse a Thor, il quale, anche se tentava in modo impacciato di nasconderlo, tentava in tutti i modi di non incrociare gli sguardi. Probabilmente quell'errore aveva decretato la fine del loro viaggio insieme e del legame che stavano faticosamente ricostruendo, la cosa rendeva l'Ingannatore in qualche modo triste, i nove regni non erano un posto molto accogliente per lui e, con l'altro al proprio fianco, era sembrato tutto meno buio, freddo e solitario. Avrebbe voluto parlarne insieme, ma le gambe gli cedettero e finì a terra, in ginocchio. "Loki! Loki, tutto bene?!" Tentando di riprendere fiato, il corvino scivolò fino al bordo del letto e vi si appoggiò. La notte insonne, la paura e lo sforzo erano stati troppo intensi per il suo fisico, stava per perdere i sensi. Sentì del movimento sul materasso e vide Thor, messosi seduto a fatica, allungare una mano nella sua direzione per poi fermarla a mezz'aria, incerto su come procedere.
"Sei preoccupato...per me?" fece una breve risata e un sorriso, il più sicuro che poté, verso il biondo il quale trovò finalmente il coraggio di toccarlo e, con la sola forza delle braccia, lo issò sul letto. Loki stava combattendo contro ogni centimetro del proprio corpo per non crollare addormentato, doveva stare sveglio, in ogni modo, oppure, quel mattino, si sarebbe ritrovato rinchiuso in una cella di Alfheimr per aver cercato di violentare il nuovo re di Asgard, nonostante fosse accaduto l'esatto contrario. "Loki, dormi un po'. Io, io sto meglio, tra poco mi alzo e... e poi io..."
"Lo so..." chiuse le palpebre e strinse nelle mani un lembo di coperta, arrabbiato per la debolezza fisica a cui la punizione di Odino lo obbligava. Già normalmente non era forte di costituzione, ma quella condizione di fragilità lo faceva sentire come una bolla di sapone, se Thor fosse stato ancora sotto l'effetto dell'etere non avrebbe avuto la forza di respingerlo.
"...andrai a chiamare le guardie e Freyr, ma ti prego... non bere più etere per oggi, va bene?" "N-No, mai più... Io... Io non lo farò più... " la voce del Dio del Tuono giunse spezzata alle sue orecchie e, quando Loki spostò lo sguardo per vederne il volto, lo trovò pieno di lacrime e preda dei singhiozzi, la cosa lo sorprese "C-cosa ti ho fatto... Come ho potuto..." le punte delle dita del biondo passarono sul suo polso, le sentì a malapena a causa dell'ematoma scuro, ma fu comunque una carezza piacevole ed un gesto dolce "P-perché sono così stupido? Perché non ti ascolto mai? E-ero così arrabbiato perché mi avevi trattato in modo freddo alla festa che ho bevuto quel dannato etere... E.... e ti ho quasi... Perdonami! Ti prego, ti prego, Loki... Perdonami" Raccogliendo a sé le ultime energie rimaste, Loki si mise a sedere, avvicinandosi a Thor, a quel grande eroe che era passato dal tentare di violentarlo al supplicare il suo perdono, e lo strinse in un abbraccio. Era fin troppo stanco per tenerlo saldamente, ma quando l'altro contraccambiò, si sentì intiepidire.
"Non temere, lo so che quello non sei tu... Questa volta sono riuscito a fermarti in tempo, ma dico davvero... non bere più l'etere" Con la voce sempre più flebile, il corvino chiuse gli occhi.
"L'altra volta gli dei si sono limitati a spedirmi in esilio a Vanaheimr per un po', ma se sapessero che stava per succedere di nuovo, soprattutto ora che sei re... verrei ucciso"

"M-ma perché punirono te se fu colpa mia?!? Ehi, Loki?" Thor non ottenne alcuna risposta, ormai l'Ingannatore era sprofondato nel sonno tra le sue braccia. Stringendolo ancora per un secondo, non riuscì più a trattenersi e pianse un po' accoccolato su di lui prima di metterlo per bene a letto coprendolo con cura. Aveva sbagliato tutto da quando erano entrati nella capitale, non si sarebbe mai perdonato per quello che aveva rischiato di fare al corvino, ma, soprattutto, non poteva credere che non fosse stata nemmeno la prima volta. Rimettendosi in piedi ancora claudicante, Thor trovò i propri vestiti sul tavolo nell'angolo della stanza e si sistemò con attenzione. Fece per prendere il mantello, piegato sotto l'armatura, con l'intento di coprire ulteriormente Loki, ma, quando lo aprì davanti a sé, si accorse subito che non era il proprio. Andando alla porta, non prima di aver dato un ultimo sguardo alle proprie spalle, si mise alla ricerca di qualcuno a cui poter chiedere un aiuto, ma si rese conto di non riconoscere per niente quell'ala del castello.
"Lo so che è un rischio, ma devo farlo per forza" Uscendo in silenzio, camminò verso l'ingresso, ma fu dopo diverso tempo che incrociò il primo servitore, il quale, non appena lo vide, lo raggiunse subito di corsa. "Vostra altezza, vi stavamo cerando ovunque. Re Freyr ha..." Piazzandogli la cappa davanti al viso, Thor si fece serio, cosa che mise subito all'erta l'uomo.
"Dov'è il mio mantello?" "Oh, intendete quello vecchio? Io... io credo sia stato buttato ieri sera, come da vostro ordine" Il Dio della Folgore provò a rifletterci un po' su, ma, dopo il bicchiere di etere, nei suoi ricordi tutto era piuttosto confuso fino all'arrivo nella biblioteca e la sua aggressione a Loki.
"Ho cambiato idea, lo rivoglio. Trovatelo e riportatemelo, inoltre mi servono anche dei vestiti per Loki, ma più pratici di quelli che gli sono già stati forniti. Mi sono spiegato bene?" "A-agli ordini, vostra altezza! Informerò il resto della servitù delle vostre richieste, ma nel frattempo, re Freyr vi aspetta nella sala dei banchetti" Lasciando la cappa al servo, il principe asgardiano si voltò e fece per tornare sui propri passi, non aveva per niente voglia di far festa, non dopo l'accaduto, ma poi ripensò al motivo per cui erano andati lì e si fermò. Loki sapeva che, grazie alla sua amicizia con il Dio della Bellezza e della Fecondità, avrebbe ottenuto il permesso di accedere alla biblioteca, ma se ora Thor avesse indispettito Freyr, avrebbe rovinato tutto, e così, anche se a malincuore, raggiunse il padrone di casa. Lo trovò circondato dalla nobiltà e dai guerrieri di Alfheimr, stavano ancora festeggiando e, alla sua vista, tutti lo accolsero con gioia e rispetto. Il suo nome venne inneggiato, ricevette pacche sulle spalle e felicitazioni, ma niente di tutto ciò lo fece sentire meglio, aveva fatto una cosa orribile e non meritava elogi, di nessun tipo. Sedendosi vicino a Freyr, Thor si ritrovò stretto dall'amico e riempito d'affetto, non aiutò "Ehi, com'è andata la nottata?" ridendo, si portò con le labbra al suo orecchio "Loki era ancora nella biblioteca come ti avevo detto?" Carico di rabbia, il biondo scostò l'altro con l'avambraccio, lo afferrò per il peplo e lo sbatté con la schiena contro il tavolo, era accecato d'odio. Nella stanza calò il silenzio.
"Tu... che cosa mi hai fatto ieri?" "Io non ti ho fatto niente! Tu mi hai chiesto dove fosse, io ho solo ipotizzato..." Lasciando la presa, il biondo abbassò le braccia lungo il corpo, era inutile che cercasse di incolpare l'altro per il proprio crimine. Si era ubriacato consapevolmente perdendo il controllo e, sempre da solo, aveva tentato di violentare l'Ingannatore, se Freyr aveva una colpa era stata solo quella di rispondergli.
"S-scusa, scusami..." alzandosi, il Dio della Fecondità gli appoggiò una mano sulla spalla e lo condusse fuori, sorridendo ai propri sudditi in modo tranquillo e rassicurandoli. Quando furono usciti, il sovrano di Alfheimr gli accarezzò la schiena conducendolo verso i propri alloggi "Thor, che ti è preso?" Aveva un bisogno fortissimo di sfogarsi a riguardo, chiunque sarebbe andato bene, in più Freyr era suo amico fin dall'infanzia, ma, per la promessa fatta al corvino, decise di restare sul vago, giusto per stare tranquillo.
"Ho... ho fatto una cosa imperdonabile..." "Solo perché hai lasciato prima la festa? Non è mica la fine del mondo!" rise l'altro, ma quando vide che non otteneva neppure un sorriso in risposta, si fece più serio "Oppure... centra Loki? Guarda che lui non è come noi, è un gigante di ghiaccio! Anzi, perfino loro lo volevano lasciar morire, quindi nessuno te ne farà una colpa se, a causa della sbronza, gli hai fatto del male! Nemmeno se lo hai ucciso! Forse i tuoi si arrabbieranno un po', ed anche mio padre, ma poi gli passerà" Staccandosi dall'amico, Thor strinse i pugni arrabbiato, ma poi sollevò lo sguardo verso di lui, aveva appena avuto un'illuminazione.
"Già, tuo padre... Tuo padre è Njordr, il Dio dei Mari. Come mai conosce Loki?" "Ah, non lo so. Anni fa, più di una decina, il tuo strambo fratellino passò del tempo a Vanaheimr e, da allora, sono amici. Penso sia l'unico nei nove regni ad apprezzare Lingua Sciolta... Che vergogna" Poco prima che giungessero alla camera del sovrano, il duo venne intercettato da una delle guardie del palazzo, la quale, con il fiatone, consegnò a Thor quanto aveva richiesto. Il suo vecchio mantello rosso, era proprio lui, con tutte le bruciature al posto giusto. Indossandolo, il Dio della Folgore si sentì meglio, ripensò a quante volte, dalla partenza, vi aveva avvolto il corvino e guardò Freyr.
"Potresti riuscire a mettermi in contatto con tuo padre?" "Ehm, certo, ma come mai?" Prendendo anche i nuovi abiti dell'Ingannatore, Thor sentì il corpo alleggerito, perfino il dolore era svanito.
"Ho bisogno di discuterci, è importante, ma prima c'è una cosa che devo fare. Per favore, fammi venire a chiamare quando posso parlargli!" Girandosi di scatto, Thor corse verso il limitare del palazzo e, rientrato nella stanza dalla quale era partito, trovò Loki ancora addormentato e lo coprì con il mantello.
"Risolverò tutto, lo prometto"

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