Accordo di Pace
L'aria fredda sulla pelle, il fiato a condensarsi caldo contro il viso, l'odore del sangue dei giganti di ghiaccio ad impregnare i suoi sensi, era pronto a captare qualsiasi movimento del nemico. Loki restò immobile, poteva percepire i battiti del proprio cuore fin nei timpani, se voleva tornare dai bambini tutto intero, non poteva sbagliare, in caso contrario quel giorno ci sarebbero stati quattro nuovi orfani a camminare solitari sui rami di Yggdrasill. Giunse un sospiro poco distante, poi uno spostamento nella neve ed infine un tuono proruppe tra le nubi coprendo il movimento dell'asgardiano, veloce quanto una saetta ed altrettanto letale. L'Ingannatore fece leva sulle gambe e si diede un colpetto all'indietro, doveva cadere di schiena proprio quando Mjollnir fosse ormai praticamente a contatto con il suo volto. Ora non gli restava che creare l'illusione, mimare il proprio corpo maciullato sarebbe stato semplice, ma, prima di farlo, aprì le palpebre per assicurarsi di controllare l'angolazione con cui era stato sferrato il colpo, e fu allora che si ritrovò catturato in un profondo bacio. Non era andato come aveva previsto. Era stato molto attento, aveva calcolato che Thor lo avrebbe attaccato lanciandogli il Frantumatore direttamente, invece non era stato così. L'arma leggendaria giaceva nel punto in cui prima stava il suo proprietario, affondata nel manto bianco. Sopra di sé, Loki vide il Dio della Folgore, ancora con le labbra premute contro le sue e le braccia strette intorno al suo busto, per quanto possibile, in un caldo abbraccio. L'aria intorno a loro si fece elettrica, gli fu impossibile restare indifferente a quel contatto, i ricordi del passato riaffiorarono tutti lasciandogli una tristezza così profonda da portarlo al pianto. Staccandosi dal principe, Loki si coprì le labbra scostando lo sguardo a lato, incapace di sostenere quello glaciale dell'altro, così gelido ed intenso, proprio come quello di suo fratello Baldr. Il corpo prese a tremargli mano a mano che le immagini riaffioravano, lasciando interdetto Thor il quale gli appoggiò una mano alla guancia scaldandogliela.
"Avresti schivato il colpo per poi sparire di nuovo da me... Lo sapevo, ma non intendo permettere che accada" Spingendolo via, Loki si rialzò in piedi recuperando il controllo e, anche se faticosamente, gli diede le spalle per non lasciare che vedesse le lacrime sul suo viso evaporare.
"Nella tua stirpe siete tutti uguali. Bestie. Possibile che non possiate evitare di disturbare la mia quiete?" Stava per perdere il controllo, sentiva l'illusione cedere poco a poco. Rivivere ancora una volta le stesse orribili sensazioni del passato lo aveva destabilizzato, ora restava solo una grande rabbia che premeva per uscire e divorare ogni cosa. Il gelo intorno ai suoi piedi cominciò a dissiparsi lasciando intravvedere la roccia sottostante, l'Incendio si stava risvegliando e, con esso, il vento si alzava diventando sempre più impetuoso, sempre più letale, ben presto l'avrebbe consumato ed allora non ci sarebbe stato scampo per nessuno su Niflheimr, o altrove. Ad un tratto, dalle sue spalle, Thor fece il giro e gli si portò davanti, aveva un'espressione confusa, i suoi lunghi capelli ed il mantello scarlatto erano mossi dalle correnti, ma lui non smetteva di incrociare il suo sguardo. Il principe asgardiano abbassò per un secondo la testa e strinse i pungi per poi sollevare gli occhi nei suoi in modo più deciso.
"S-Scu... Scusami!" Balbettò nel pronunciare quella semplice parola, chiaramente non era abituato a retrocedere quando commetteva un errore, ma a Loki bastò come appiglio per riprendere lucidità. I suoi poteri si acquietarono e così la calma tornò nel valico. C'erano solo loro due, l'uno davanti all'altro, immersi nel silenzio.
"Tu controlli aria e fuoco... Chi sei davvero?" Loki si rese conto solo in quel momento che i suoi piedi si erano incendiati sciogliendo la roccia e, sotto di essi, l'illusione si era spezzata. Spegnendosi, emise un profondo sospiro, ora era obbligato a mettere fine alla vita di un altro figlio di Odino, ad essere condannato ad una pena ancora peggiore di quella che già lo attendeva. Fu tentato di cedere a quel suo primo istinto, ma poi ebbe un'altra malsana idea, un'ancora di salvezza per il Dio della Folgore. Forse si sarebbe potuto risparmiare dell'altro sangue reale addosso, in caso fosse finita male, almeno avrebbe abbassato le difese dell'avversario, rendendo lo scontro ancora più impari di quanto già non fosse.
"Recupera l'arma. Intendo risponderti, ma non qui" Richiamato a sé Mjollnir, l'altro lo seguì in silenzio sino all'ingresso della caverna. Agli occhi del Dio della Folgore, l'entrata era invisibile, nascosta dalla magia, infatti continuava a guardarsi intorno nonostante fosse proprio davanti ai suoi piedi. Loki sperò solo che i bambini fossero ancora dietro la barriera secondaria, altrimenti li avrebbe sicuramente visti. Prendendolo per mano, fece il primo passo all'interno e, quando anche l'altro varcò la soglia, lo sentì trattenere il fiato.
"Ecco perché non riuscivo a trovarti...Eri qui dentro!" Lasciandolo, l'Ingannatore gli si portò davanti fissandolo seriamente.
"Volevi sapere chi sono, Thor, figlio di Odino, ma dovresti già saperlo. Non è la prima volta che ci incontriamo" Un battito di ciglia gli bastò, lasciò scivolare via l'immagine di gigante di ghiaccio e riprese la consueta forma. I capelli corvini tornarono del consueto rossiccio, la pelle azzurra divenne ancora più chiara, come quella di sua madre, l'unica cosa che restò invariata furono i suoi occhi fiammeggianti, nemmeno con tutta la magia che aveva in corpo sarebbe stato in grado di nasconderli.
"L-Lóðurr..." Sussurrò quasi impercettibilmente.
"Preferisco Loki, è più facile da pronunciare" Crollando sulle ginocchia, gli occhi di Thor si fecero lucidi e si coprì le labbra. Lasciò cadere al suolo il martello e rimase a terra per un po', sotto shock. L'Ingannatore non fece nulla per consolarlo, si limitò ad aspettare che si riprendesse da solo. Dati i loro trascorsi, era comprensibile che non sapesse bene come agire ora che gli si era rivelato, probabilmente l'emozione preponderante in lui, come sempre, doveva essere la rabbia, eppure, a differenza di quello che aveva pensato, invece di aggredirlo in cerca di vendetta, era solo crollato. In effetti Thor era sempre stato definito il più umano tra gli dei, era logico che, molti dei suoi comportamenti, fossero incomprensibili, soprattutto per uno come l'Ingannatore che raramente metteva piede su Midgard, e, anche in quelle occasioni, non aveva trovato particolarmente interessanti i suoi abitanti. In parte Loki ne fu dispiaciuto, almeno con la scusa dell'autodifesa uccidere l'altro gli sarebbe sembrato meno complesso.
"Ti cercano tutti... Perché? Perché ti sei rivelato? Perché proprio a me che sono fratello di..."
"Pensavo fossi qui per cercarmi, ma mi sbagliavo. Hai quasi distrutto la mia casa e, se avessi chiamato tutti quei giganti per trovarmi, gli dei si sarebbero insospettiti. Non potevo lasciartelo fare"
"Quindi ora mi ucciderai?"
"Sì, se non mi lasci altra scelta" Abbassandosi all'altezza dell'asgardiano, Loki ne incrociò lo sguardo. Era chiaro che l'altro non si sarebbe mai lasciato uccidere senza contrattaccare, come il resto del suo popolo, puntava al Valhalla più che ad ogni altra cosa.
"C'è un'altra scelta?"
"La tua parola. Giura sul tuo onore che non dirai a nessuno di me, né del mio rifugio. Io so che sei un uomo d'onore e che moriresti piuttosto che infrangere un patto. Dunque prometti e, se dovessi venirne meno, Hel sarà il luogo che ti verrà destinato alla morte. Fallo ed io non ti sarò nemico" L'espressione del Dio della Folgore si rilassò, i suoi muscoli si distesero e, per un po', rimasero a scrutarsi sino a quando Thor non annuì.
"Prometterò, ma ad una condizione"
"Condizione?" Incrociando le braccia, Loki si lasciò sfuggire una breve risata.
"Non sei nella posizione di dettare condizioni. O prometti o ti uccido, non è chiaro?" Ma l'altro non lo ascoltò e gli si fece più vicino, le sue iridi glaciali erano attraversate da un'infuocata determinazione.
"Voglio che accetti di sposarmi!" Perso il sorriso, fu l'Ingannatore quello a restare davvero sorpreso. Si fece subito indietro, ma il principe, notando il movimento, allungò un braccio e si sporse rubandogli un altro bacio, con la mano si appoggiò alla sua nuca tenendolo ben saldamente nel contatto. Loki stava per spingerlo via di nuovo, quando, dalle sue spalle, giunsero delle grida che conosceva molto bene. Un attimo dopo Thor era stato sbilanciato fino a cadere di schiena a terra e, sopra di lui, si erano accalcati i bambini. Assalendolo con testate e morsi, lo avevano colto di sorpresa paralizzandolo sul posto. Terrorizzato, l'Ingannatore li prese uno ad uno e li tirò via indietreggiando con loro abbastanza da poterli proteggere.
"Mammina, lasciami! Adesso ci penso io a cacciare via l'intruso!" Ringhiando, Fenrir teneva le orecchie indietro mostrando i denti al Dio della Folgore con coraggio, nonostante fosse ancora poco più grosso di un cane di taglia comune.
"Vai via, uomo cattivo! Lascia stare nostra madre!" Hela agitava i pugnetti e i piedini facendo forza contro il suo braccio per divincolarsi e tornare all'attacco.
"Lasciaci, padre! Ci pensiamo noi!" Sibilò Jormungandr accanto agli altri flettendo il corpicino nel tentativo di sgusciare fuori dalla sua mano. Sleipnir fu il più difficile da contenere, batteva gli zoccoli a terra sbuffando dalle narici sollevandosi sulle zampe posteriori. Erano stati fin troppo impulsivi, avrebbe dovuto sigillare meglio la barriera per impedire loro di uscire un po' più a lungo.
"Bambini!" Alzò la voce, raramente capitava, ma era necessario. Subito i piccoli si voltarono verso di lui calmandosi e, imbarazzati, si zittirono. Stringendoli con meno forza, Loki sorrise loro, era dispiaciuto di aver dovuto sgridarli così.
"So che non siete abituati a ricevere ospiti, ma non ci si comporta in questo modo. Adesso fate i bravi"
"Avevo sentito che hai dei figli" Mettendosi seduto, Thor si grattò la nuca, in effetti per un giorno solo doveva già aver vissuto fin troppe esperienze sorprendenti, naturale che fosse in profondo disagio.
"Ma, la progenie della distruzione... sarebbero questi... Scriccioli?" Guardandolo torvi, i suoi figli si fecero cupi, anche Loki non poteva credere a quella profezia, inoltre non avrebbe mai permesso che si realizzasse. Nessuno di loro avrebbe mai preso parte al Ragnarok, né in una fazione né nell'altra. Accarezzandoli, l'Ingannatore tornò a prestare all'altro tutta la propria attenzione e, ricordando quanto aveva fatto poco prima, si passò le dita sulle labbra distrattamente.
"Sono i miei figli. Non hanno mai portato alcun tipo di distruzione nei nove regni, quindi non gradisco che vengano definiti in quel modo. Non cambiamo argomento però. Dimmi cos'hai deciso. Terrai il segreto o concluderai la tua vita in uno scontro con me?" Il viso del Dio del Tuono tornò ad illuminarsi in modo radioso, e, proprio come era successo nella grotta, la cosa lo infastidì. Sembrava davvero che Thor fosse incapace di prendere qualsiasi cosa sul serio, era snervante.
"Questo significa che accetti la proposta di matrimonio?" Scuotendo la testa, Loki fece qualche passo nella sua direzione.
"Smettila con questa sciocchezza del matrimonio! Non intendo sposarti solo perché ho dimostrato di essere più forte di te! In più adesso sai chi sono! Sai cos'ho fatto e sai perfino che ho dei figli! Si può sapere perché ancora ti ostini ad insistere con questa storia!"
"Anche perché ora so chi sei io..." Alzandosi in piedi, Thor gli sorrise.
"Pensavo non avrei mai più avuto occasione di incontrarti. Ai tempi, prima di ciò che hai fatto a mio fratello, sapevo di non avere speranze con te, ero troppo piccolo. Con la sua morte, finalmente, avevo una possibilità, ma sei scomparso. Nessuno è come te nei nove regni. Ti prego, Lóðurr... no, Loki. Prometto che terrò il segreto, ma, in cambio, permettimi di starti accanto! Dammi un'occasione!" Non era solo stupido o immotivato, era totalmente fuori dalla sua comprensione, i pensieri di Thor non avevano alcun senso, nemmeno la sua ossessione nei suoi confronti, eppure, se questo avesse significato evitare lo scontro e proteggere i suoi piccoli senza spargimenti di sangue, Loki avrebbe potuto sopportalo.
"Va bene, accetto" Ed eccolo illuminarsi di nuovo.
"Ma fai solo un passo falso e ti consumerò pezzo a pezzo fino a trasformarti in cenere"
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