Parte 8
La porta si spalanca e io sono a terra.
L'uomo si avvicina a me « Dov'è?» grida guardandosi attorno.
«Di c-cosa stai par-parlando?» chiedo indietreggiando ancora al suolo.
«Non fare la finta tonta, dimmi dov'è il ragazzo dal braccio tatuato!» esclama l'uomo.
«Non lo so, non l'ho più visto dall'ultima volta lo giuro!» chiudo gli occhi, li strizzo mentre le mie unghie si infilano nel palmo della mia mano.
Si mette a cercare dappertutto, distrugge tutto quello che trova sul suo passaggio, il tavolo ribaltato, il divano idem.
Alcuni piatti spaccati.
«Smettetela! Vi prego!» seguo l'uomo che mi spinge facendomi cadere.
«Non è qui! Maledizione!» mi prende per i capelli e mi guarda negli occhi.
«Non ho finito con te, ti conviene dirmi dov'è se non vuoi trovarti una pallottola tra gli occhi» nel frattempo aveva tirato fuori la pistola, sento il metallo freddo sulla mia fronte e deglutisco.
Annuisco «non so dov'é, lo, lo giuro» le lacrime che mi rigano il viso.
«Se dici qualcosa a qualcuno, se solo osi denunciarmi troverò un modo per ucciderti!» annuisco di nuovo e lascia la presa dai mie capelli sparendo dalla mia vista.
Mi alzo e chiudo la porta di entrata scoppiando in un'altro pianto.
Ma da una parte sono rassicurata, quel ragazzo non è morto.
È ancora vivo.
Qualche minuto dopo, la porta si apre e mio padre entra.
Spalanca la bocca per il casino che c'è in casa, lascia cadere la bottiglia di qualche alcolico al suolo frantumandola in mille pezzi.
«che cosa è successo qui?» mio padre si guarda intorno e quando posa il suo sguardo su di me, vedo nei suoi occhi rabbia.
Mi prende per il collo e mi arriva uno schiaffo.
«Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?» un'altro schiaffo.
«Ahh! Papà per favore smettila!» mi solleva per i capelli e avvicina il suo volto al mio, sento il suo alito che puzza di alcool e sigaretta.
«Sei una bastarda!» mi lancia all'indietro e atterro sul muro accanto alla porta.
Non esito un secondo ed esco di casa, corro lontana da lì le lacrime agli occhi.
Tutto quello che è successo è troppo, in una sola sera.
Cado molte volte, ma mi rialzo per correre di nuovo.
Mi fermo chiudendo gli occhi quando una macchina mi arriva addosso, sento il rumore delle ruote che sfregano sul suolo.
Ma sono ancora nella mia posizione.
La Jeep si è fermata in tempo, lascio un sospiro, la strada è deserta.
Qualcuno esce dalla macchina.
«Tu?» chiede il ragazzo dal braccio tatuato.
«cosa ti è successo?» chiede avvicinandosi a me.
Faccio un passo indietro, sono un po' stordita.
In poche ore è successa una catastrofe.
La testa mi gira, le gambe mi tremano e cado sulle ginocchia.
«Oh merda! Ti senti bene?» chiede lui sollevandomi dal suolo e prendendomi in braccio.
Non riesco a rispondere.
Chiudo gli occhi e lascio il mio respiro regolarsi.
«Andrà tutto bene, promesso» la sua voce preoccupata mi tranquillizza.
E poi mi lascio invadere dal nulla sentendo qualcosa in me che mi dice che sono al sicuro.
🍀🍀🍀🍀🌸🍀🍀🍀🍀
Eccomi di nuovo❤️
Tra poco ci sarà un'altra catastrofe nella vita di Moona.
🍃Buona lettura 🍃
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