Parte 52

Ormai è sera e le persone che erano in spiaggia sono tornate nelle loro proprie case.
Ci sono alcune coppie che si guardano negli occhi come per spogliarsi da tutti se stessi.
Si baciano, si sorridono, si rincorrono, si divertono e lasciano i loro cuori battere forte nei loro petti.

E dire che io ero così, prima del "giorno della distruzione"
Sono ancora seduta sullo scoglio, non da molto perché avevo fatto molti chilometri quando camminavo.
E c'era anche la strada di ritorno.
Non ho il coraggio di andare a casa.
Non ho il coraggio di vederlo.

Ha ragione, sono una fottuta testarda che si ostina a vivere e a fare del male.

L'aria è fresca e questo mi aiuta a calmarmi, perché vorrei prendermi a pugni.
Dopo una mezz'ora seduta su quello scoglio decido di tornare a casa.
Cammino lentamente verso l'entrata ma le luci sono tutte spente, non c'è nessuno in casa.

Da una parte sono rassicurata, ma dall'altra preoccupata, dov'è finito Ian?

Accendo la televisione per guardare qualcosa aspettando il ritorno di Ian.
Ma nulla, non c'è niente di interessante, solo cose stupide, bugie che ormai sono diventate verità.

Sono le undici di sera e Ian non è ancora tornato.
Continuo a fissare fuori dalla finestra della cucina per vedere se vedo la sua chioma spettinata di capelli.
Ma nulla.
Fino a quando una macchina si parcheggia davanti a casa.

Corro ad aprire quando vedo qualcuno scendere.
Apro la porta ed esco, corro verso la figura di quell'uomo che ora è accompagnata da un'altra che non riesce a stare in piedi.

«Buona sera, è qui giusto la casa di Ian?» chiede il ragazzo che sorregge Ian.

Non lo calcolo nemmeno, guardo Ian e quando l'odore dell'alcool mi arriva alle narici, il sento il vomito salire.
E i ricordi di quelle sere in cui mio padre tornava a casa nelle stesse condizioni si impossessano come al solito di me.

«zitta!» grida mio padre tirando i miei capelli per poi darmi un pugno!
L'alcool mi entra nelle narici come aria.
«Per favore papà!» grido io coprendomi il corpo con le braccia.

«Eii! Ragazza ci sei?» l'uomo mi appoggia la sua mano sul braccio ed io sobbalzo sul posto mentre il cuore mi è saltato in gola, inizio a sudare e le gambe mi tremano.

«S-si, grazie» dico trascinando Ian in casa.

Il ragazzo confuso se ne va.
Ed Ian continua a ripetere cose incomprensibili.

«Lasciami stare, tu sei cattiva!» dice Ian spingendomi leggermente per poi lasciarsi cadere sul divano.

Lo so Ian, sono molto cattiva.

«Sdraiati per favore che ti preparo un bel caffè» lui si alza in piedi.
«Non mi dare ordini!» dice a qualche centimetro da me.
Mi guarda negli occhi per qualche secondo e poi si avvicina a me ma lo sposto.
«Cosa stai facendo Ian!» dico stringendo il bordo della mia felpa in un pugno.

«Solo uno, uno piccolo, un semplice bacio per favore» dice lui avvicinandosi di nuovo.
«No!» dico semplicemente.
Lo spingo ancora più forte da me e indietreggio.

Ma lui continua a seguirmi, ho paura.
Mi attira a se prendendomi dal polso, stringo i denti per il dolore.
«Lasciami Ian, mi fai male!» ma lui non mi ascolta.
«No Ian!» grido con le lacrime agli occhi.

Si separa da me e mi lascia di colpo, come se si fosse appena reso conto di quello che stava facendo.

Io sono immobile sul posto con le lacrime e i singhiozzi che mi invadono.

«Moona.. io...» non lo lascio finire che scappo in bagno, mi chiudo dentro con il cuore in gola, il sudore che si mescola con le lacrime.
La paura che mi divora.
Stava succedendo di nuovo.

Ricordi rifanno superficie in me.
Cederic, le sue mani, i miei vestiti al suolo, il sangue, i suoi insulti.
Quei sorrisi malsani.

Ingoio una pillola.
Non funziona.
Un'altra, una ancora.
Tre, quattro, cinque pillole e i miei occhi si fanno pesantissimo, le forze mi mancano.
Una sola immagine.
Il mio corpo nudo steso al suolo.




🍀🍀🍀🍀🌸🍀🍀🍀🍀

Ciao Eccomi di nuovo!❤️

Il capitolo è più lungo perché non so quando aggiornerò.

Alla prossima.❤️

🍃Buon lettura🍃






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