Brian

All'allontanarsi dell'astronave, il personale residente tirò un respiro di sollievo, riavviandosi alla routine meno frenetica della stazione, in pausa fino all'attracco successivo.

Brian, uno dei responsabili della centrale termica, colse poche ore dopo la partenza della Skyrunner un segnale anomalo in una sala da ballo della città alta, nell'edificio più esclusivo di Acathe, quello con la vista più spettacolare.

Mentre su tutta la città scendeva un inverno artificiale, dopo la temperatura primaverile garantita agli ospiti, in quell'ambiente i sensori segnalavano una piccola fonte di calore di natura ignota.

Brian si accinse, sorpreso, a un'ispezione. Tornò sconvolto al proprio alloggio con un fagotto tra le braccia.

Cinque cicli, pensava, che sono in un astroporto, tre dei quali su Acathe; e non ho mai saputo di una cosa simile. Come è stato possibile?

E continuava a sbirciare sbalordito tra gli stracci in cui era avvolta una cosetta rosea e morbida, tranquillamente addormentata.

Cosa si fa ora, con questo?

Ed evidentemente la sola cosa sensata era recarsi dal comandante, perché si denunciasse l'accaduto e si perseguisse la disgraziata che aveva compiuto un simile atto criminale.

Già, pensava Brian, occorreva denunciarla e farla condannare.

E ancora si chiedeva come fosse stato possibile. Una passeggera aveva nascosto, evidentemente, la sua gravidanza e aveva partorito lì.

Da sola? si chiedeva sbalordito, O aveva avuto dei complici?

Certo non poteva essere, comunque, tra quei passeggeri facoltosi che avevano frequentato la sala da ballo: splendide signore in abito da sera, dal fisico ben in evidenza.

Gli sovvenne allora il gruppo che viaggiava per la Extractive Company. Rabbrividì; si mormorava che la compagnia utilizzasse esseri umani perché la manutenzione delle linee robotizzate era più costosa.

L'eventuale indennizzo per le famiglie delle vittime, in caso di incidente con distruzione di siti estrattivi, risultava più economico rispetto all'acquisto di nuovi componenti androidi!

Un gruppo di duecento persone viaggiava a spese della compagnia sulla Skyrunner, stipato nell'equivalente della terza classe delle preistoriche navi da crociera terrestri.

Ad Acathe, però, non c'erano bassifondi e anche quei poveretti avevano goduto di buoni alloggi, familiari o individuali.

Questo... questo doveva aver permesso di nascondere il parto!

Brian si chiuse la porta alle spalle e depose il fagotto sul letto. Il piccolo aprì gli occhi grigi e sbadigliò di gusto, fissandolo poi intensamente. L'uomo ne sfiorò un pugnetto, confrontando il suo tozzo indice con la minuscola mano, e quella si aprì rapida e si strinse intorno al dito, vigorosa, strappandogli una risata.

Era inverosimile la forza con cui lo stringeva. Allora sfiorò l'altra manina e anche con la sinistra il piccolo afferrò l'altro suo indice, con tanto saldo

vigore che, tirando dolcemente a sé, Brian vide il piccolo sollevarsi.

Ne rise ancora, ma sentì anche qualcosa aggrovigliarsi nello stomaco, giacché in quella presa lesse l'affidarsi completo della creaturina all'adulto che in quel momento lo aveva in suo potere, e cioé a lui. Se lui fosse stato un mostro, il bambino avrebbe potuto subire di tutto. Ma il piccolo inconsapevole gli faceva smorfiette, fiducioso.

Brian si sentì investito della responsabilità di essere stato scelto dalla sorte. Rifiutato dalla sua stessa madre, per quel bimbo il destino aveva scelto lui. Come era possibile?

Come poteva una donna rifiutare una cosa così, si chiese intenerito dal cucciolo che cominciava buffamente ad agitarsi.

È impossibile! E dunque?

- Forse non l'ha rifiutato... forse ha tentato di salvarlo - gli disse una vocina - forse non voleva che fosse stipato nella Skyrunner, che gli fosse impiantato un microchip, che crescesse da schiavo in un posto da bestie.

Chissà come era parsa, ai suoi occhi di donna schiava, la luna Acathe, opulenta e piena di persone benestanti.

Cosa avrà pensato? Che qualcuno avrebbe preso il bambino, come si porta a casa un randagio, e gli avrebbe offerto una vita agiata?

Brian scosse la testa. Gli parve di poter immaginare che fosse andata proprio così. La madre doveva aver pensato di potergli risparmiare un destino infausto.

Ma era evidente che sarebbe bastata una breve indagine per risalire a chi l'aveva partorito e per attribuire al piccolo un'identità.

Brian si sentì male, a immaginarlo. La madre sarebbe stata condannata per l'abbandono. Forse il piccolo sarebbe finito in un orfanotrofio. Forse sarebbe stato adottato, con un po' di fortuna. Oppure, l'avrebbero consegnato al padre.

L'uomo si sentì sconsolato. Non gli pareva che potesse in nessun modo avere una buona sorte, quel cosino. Che infine, dopo un bel po' di movimento, cominciò a piangere.

Certo, era ovvio che dovesse accadere, pensò Brian, preoccupato però che tutti sentissero.

Era così piccolo!

Di certo avrà bisogno di mangiare spesso e sarà a digiuno da parecchio, invece...

Lo prese in braccio e quello volse il viso verso il suo torace, esplorandolo con la boccuccia.

"Spiacente, non sono attrezzato!", rise l'uomo, e il bimbo si staccò perplesso, come quella voce gli risultasse curiosa. Ma anche, pareva, gradita.

Brian stabilì che doveva trovargli qualcosa di adatto da mangiare.

Stranamente, dimenticò che il suo primo dovere era portarlo dal comandante. Lo dimenticò quel giorno, il successivo e il successivo ancora. E prima che se ne ricordasse passò un ciclo, che era l'equivalente del vecchio lustro terrestre.

Ogniqualvolta dei passeggeri in transito lasciavano Acathe, con nostalgia, erano ignari della desolazione che scendeva sulla stazione alla loro partenza, quando sulla luna restava, a presidiare lo spazioporto, solo il personale residente.

Esso veniva sostituito in genere ogni cinque anni, benché vi fosse ormai su Acathe un gruppo di uomini accumunati dal non aver lasciato una famiglia e dunque dal non sentire alcun reale desiderio di tornare su un pianeta.

Erano sul satellite di Chronos da tre cicli, costoro, e condividevano piuttosto il timore di rientrare in una realtà immensa e complessa che li avrebbe 'annullati'. Lì, nella loro piccola comunità, i legami erano invece saldi, ciascuno era qualcuno, aveva un posto, un ruolo, una storia. 

Esisteva.

Fu certo per questi legami così intimi, che nessuno di loro trovò indispensabile informare il comandante della presenza di Brian Junior. 

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