All'ombra di obelischi sfregiati, tra capitelli decapocchiati, riecheggiavano i miei singhiozzi e le mie risate: nella mano sinistra stringevo un pezzo di Storia che aveva dato un senso alla mia storia.

Ciò che ho visto, e vi ho mostrato, accadde prima che le due Lune Artificiali naufragassero oltre i confini di Universo; prima che Vulcano scatarrasse da cento bocche il suo sdegno nei confronti di una Specie Animale che spadroneggiava su Flora e Fauna come se Mondo fosse solo casa sua; e prima che la sua furia spazzasse via impianti elettrici, industrie, grattacieli, veicoli, macchine che raffreddano i cibi e quelle che li cuociono. Qualche rottame se ne trova ancora, solo che nessuno sa più di quale utensile fosse parte. Il certo è che esistettero, così come Felìpen Jayxis e Jurig Biri, di cui ci resta un Monumento, alla Sorgente Primaria del Fiume Proibito.

Di loro si parla ancora. Si narra che si sposarono e accolsero presso il loro focolare la bambina e il bambino che avevano visto creare un pupazzo da un cumulo di neve. Che riportarono alla sua famiglia chi si era perso, e vestirono e tutelarono chi non poteva permetterselo. E che si amarono per una vita intera, fino a che le mani cominciarono a tremare, le gambe a fare giach giach, la memoria a creare buchi sempre più ampi e ciò non era più da imputare alla cancellazione. Come da Voto Solenne che si erano scambiati nello scambiarsi le fedi nuziali, il più lucido dei due prese un misurino di sciroppo al sapore di mandorla, lo mischiò alla minestra, imboccò l'altro e ne mangiò a sua volta. Li trovarono abbracciati nel letto coniugale; neanche la morte era riuscita a separarli. Il loro unico rammarico: non aver trovato i Bunker. Ai posteri lasciarono appunti e coordinate, quelle che avevo davanti a me.

A onor di cronaca, c'è anche chi è convinto di averli visti lungo le sponde di altri fiumi o in altre lande. Aiutano giovani di ogni Stato, dicono, a trovare il loro posto su Mondo, Fanciulle Farfalla a spiccare il volo, Ragazzi Libellula ad attraversare le Sabbie nel Nulla, verso la libertà. Bah! Qui si favoleggia di specie umane estinte da secoli, se mai ci sono state. Chi vuol credere, creda. A me basta quel che so.

Guardai quei nastri di un tempo perduto inglobati in fossili di ossidiana. Grazie a essi, avevo avuto conferma che l'Antica Botola non è solo una leggenda per spaventare i bambini; c'era una via di salvezza anche per me: conoscevo i luoghi, sapevo dove cercare.

Non ero stata educata a gestire il fuoco che avevo dentro, ma avevo imparato a usarlo con parsimonia e per nobili fini. Divenne mia la missione di aprire i portelloni della prigione, e rendere omaggio agli scheletri di coloro che, a torto o a ragione, vi erano stati inumati vivi.

Il mio riscatto non era nella vendetta, ma nella giustizia. L'esercito di Re Oridi mi aspettava.

Compresi, altresì, l'errore di cui fui vittima, insieme a mia madre, condannata con Iniquità.

Ho bevuto l'acqua color cobalto del Fiume Proibito; la Regina non ha tradito Re Baldon.

Troppo affrettato il suo giudizio, e quello del Principe Fallventis! L'amore di marito e padre, e l'amore di fidanzato in pochi attimi dati in stabbio alle ortiche.

Non abbiate prescia nel puntare l'indice! Voci di corsia portano spesso echi falsati, e spero non vi siate fatti impapocchiare da una delle più grandi balle di tutti i tempi: non è punto vero che gli uomini delle Lande Oscure mangiano i loro amanti.

Sono Yo, Signori, una Principessa Maledetta, ma non è sempre stato così. Nacqui la terza alba della Stagione Calda di un ciclo solare di vacche grasse. Non porto iella e non covo più rancore. Non ho colpe e ve l'ho dimostrato. Questa è la Verità.

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Spazio autrice&lettori

Yo è a un buon punto del suo percorso. Noi, invece, siamo giunti al termine di questa avventura. Spero sia stato un piacevole viaggio. Nella prossima pagina, se vorrete, potrete lasciare il vostro commento finale e rispondere a qualche semplice domanda. Vi aspetto!

Grazie infinite per essere giunti sin qui!