L'Uomo Che è Sopravvissuto
La guerra era ripresa, più rabbiosa di prima.
La mole dei giganti, assieme alla loro prepotenza, costrinse entrambi gli schieramenti a ripiegare nel castello.
E la Sala Grande divenne il campo di battaglia.
Avevano perso.
Questo lo sapevano. Nessuno aveva voglia di illudersi.
Avevano perso, perché per quante perdite potessero infliggere a quel nemico così potente, il suo capo sarebbe rimasto invincibile.
Avevano perso, ma nessuno desiderò più la resa.
Piuttosto, avrebbero preferito la morte.
Eppure, incredibilmente, inspiegabilmente, qualcosa stava cambiando.
Stavano avendo la meglio.
I Mangiamorte erano poco più che topi in trappola sommersi da un ardore indicibile.
Quella notte, ognuno di quei combattenti sarebbe stato capace di estrarre la spada ornata di rubini dal Cappello Parlante.
Quella notte, ognuno sarebbe stato un degno erede di Godric Grifondoro.
**
Ginny era assetata.
Non sapeva come descrivere altrimenti le emozioni che le devastavano corpo e mente.
Era assetata di vendetta.
Assetata di fervore.
Assetata di speranza.
Ed era disperata.
D'una disperazione sorda, gonfia, che colmava ogni briciola del suo essere e traboccava senza freno.
Una disperazione che animava la sua bacchetta, facendola muovere rapida ed implacabile.
Si trovarono vicine quasi per caso.
I grandi occhi di Luna la guardarono dolcemente.
L'incantesimo con cui aveva tramortito Carrow, nella Casa dei Corvonero, era stato il suo primo schiantesimo.
Adesso, non le sarebbero bastate tutte le dita delle mani per tenere il conto.
Ginny non aveva mai visto un simile sguardo sul volto di Hermione.
Uno sguardo assassino.
Qualcun altro si trovò vicino a loro per caso.
Rise freddamente, spietata.
Le fronteggiò, tracotante e spavalda.
Non sapeva cosa volesse dire sfidarle, perché non sapeva cosa fosse l'amore di una madre.
Nella sua ignoranza, non poteva immaginare che sarebbe riuscito là dove tre giovani streghe stavano fallendo.
Ginny vide un fiotto di luce verde sfiorarle il viso bagnato di lacrime e sudore.
Pensò ad Harry. Pensò a Fred.
Il sapore della morte divenne quasi dolce, e smise di temerla.
Guardò sua madre duellare come mai avrebbe immaginato fosse capace.
Capì che Bellatrix non avrebbe potuto nulla, contro di lei.
La sentì ridere di un riso senza calore.
La vide cadere al suolo, cadavere.
Fu questione di pochi attimi, ma sembrarono infiniti.
Poi, il fruscio di un Mantello.
E finalmente, la Luce tornò a splendere, inondandoli, illuminandoli.
Ricordò le parole che aveva pronunciato nemmeno un'ora prima, quella notte.
Io mi fido di lui. Ce la farà. Deve.
Ce l'aveva fatta. Ce l'aveva fatta per davvero.
Il bambino era diventato uomo.
L'-Uomo-Che-È-Sopravvissuto.
Il mostro era tornato uomo.
Semplicemente, Tom Riddle.
Colui-che-non-deve-essere-nominato non esisteva più.
Il Signore Oscuro non esisteva più.
Lord Voldemort era tornato ad essere un bambino scoperto a rubare giocattoli ai compagni dell'orfanotrofio.
Un bambino spaventato, nulla di più.
Che non riusciva a capire dove avesse fallito, che sputava parole nel tentativo di darsi forza.
Ma era solo, oramai.
E lo sapeva, pur non riuscendo ad ammetterlo.
Solo, davanti all'uomo che gli stava offrendo la possibilità di redimersi.
Ma il piccolo bambino mai più sarebbe stato capace di restituire il giocattolo rubato con la forza.
Ginny scalpitò, quando la fredda voce pronunciò quelle parole.
Ron la trattenne fermamente e le mise una mano sulle labbra, serrandogliele.
Scalciò per allontanare il fratello.
Cercò di urlare al mondo, di urlare ad Harry che non era vero.
Voldemort mentiva ancora.
O forse, nella sua cupa ignoranza, credeva veramente in ciò che diceva.
Ma Ginny sapeva che le sue parole erano maledettamente false.
Tentava di divincolarsi, per gridare che lei sarebbe morta per dargli la vita.
Per dire ad Harry che era una menzogna: lei era disposta a sacrificarsi per lui, proprio come sua madre fece una notte di tanti anni prima.
Sarebbe stata lei il suo legame con la vita.
"Ginny, basta" la supplicò Hermione, mentre Ron ancora la tratteneva e Charlie cercava di domarla.
"Hai detto che ci dovevamo fidare di lui. Avevi ragione. Dobbiamo lasciarlo fare, Ginny, lo capisci? Solo lui può riuscirci. Non possiamo interferire.
Credi che io e Ron non daremmo la vita per lui? Non credi che stiamo morendo dalla voglia di frapporci tra loro, facendogli scudo? Ma deve essere lui. E deve essere ora."
Ginny comprese le parole di Hermione.
Smise di far agitare il suo corpo convulsamente, e cercò di riprendere il controllo della sua mente.
Dovevano lasciarlo fare.
Doveva fidarsi di lui, ancora una volta.
Annuì, tranquilla. Ron la lasciò andare con prudenza, e quando fu libera, Hermione la strinse tra le braccia, in un gesto carico di tensione ed affetto, cercando al tempo stesso di non perdere un istante di quell'ultimo duello fatale.
Ginny strinse le mani dei migliori amici dell'uomo che amava.
Attese che la sua Luce brillasse, colmandoli di profonda gioia e autentica felicità.
E cominciò di nuovo a temere la Morte, perché ora aveva finalmente tutto da perdere.
*******
Ed ecco l'ultimo capitolo di questa breve storia... spero di esservi riuscita a trasmettere qualche emozione ^^
Isidar
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