Capitolo 14
MARCO'S POV
*Ciao Anna, scusa se non ti ho mandato un messaggio. Vorrei chiederti una cosa: ti va di uscire con me?*
Rileggo questo messaggio mille volte, torturandomi mentalmente per l'attesa di un suo messaggio.
-Per l'attesa oppure perché speri che accetti il tuo invito?- Ed ecco il mio carissimo, simpaticissimo subconscio!
-1) Lo sai già, inutile che te lo dica; 2) ne dobbiamo fare una questione di stato?-
-No, solo una domanda a cui far seguire una semplice e veritiera risposta. Non è difficile. O sbaglio?-
-È difficile averti sempre nella mia testa.- Gli rispondo dicendo la verità. Lui ha fatto una domanda e io ho detto "una semplice e veritiera risposta".
-Ogni tanto sei furbo, dai. Lo devo ammettere... ma non ti gonfiare!-
Grr, quanto mi sta antipatico.
Ad interrompere questo litigio con me stesso è il suono di una chiamata del mio cellulare. Automaticamente lo afferro e rispondo, senza guardare il nome di chi mi chiama.
"Pronto?" Dico io.
"Ehi, ciao!" È lei. È mia madre biologica. Perché non ho guardato chi mi chiamava? Ora cosa le dico?
"Cosa vuoi?" Praticamente urlo dalla rabbia e, anche se nascosta, dalla tristezza.
Lei e mio padre mi hanno fatto male e io questo non lo accetterò mai. E non darò loro nemmeno il mio perdono. Da me non avranno niente, solo odio e rancore.
A causa loro sono stato e sono tuttora quelle che ero e che sono: una persona tutt'altro che brava.
"Vorrei parlarti." Mi dice quella persona, con la voce che mi riporta a galla troppi ricordi, troppi dolori, troppe mancanze da parte loro, troppe delusioni... non riesco neppure a chiamarla mamma. Sarebbe troppo!
"Beh, io no. Quindi ciao." Gli dico spietato e proprio nel momento in cui sto per chiudere la chiamata, sento mia madre dire:"Gli voglio bene!"
"Cosa? E perché non me ne hai voluto da piccolo? Pensi che sia rimasto il piccolo ingenuo di una volta? Ma sai che c'è? Tu non mi vuoi bene e proprio per questo motivo non mi chiamare più. Tu non esisti più per me. Tu e l'altro. Entrambi." Chiudo la chiamata immediatamente, per evitare di sentire altre assurdità da questo telefono. O meglio, da quei due.
Dal telefono proviene, dopo un po', un messaggio. Mi precipito prima a vedere chi sia e quando vedo scritto in grassetto il nome di Anna, cambio subito la linea dei pensieri, pensando solo a lei.
Il suo messaggio dice:
*Mi farebbe molto piacere. Quando hai intenzione di andare?"
Se due secondi fa ribollivo di rabbia, ora sprizzo gioia da tutti i pori! Quando andare? Non so... anzi, sì e so anche dove portarla!
*Sei libera per le 20:30? Di stasera, intendo.*
Aspetto due minuti ed ecco la sua risposta.
*Certo! Dove hai intenzione di portarci?"
*Segreto! Anzi, sorpresa!*
Rido come un ebete davanti al cellulare e ora mi rendo conto di non aver sorriso davanti ad esso per nessuna ragione e mai. Sarà l'effetto che emana lei a farmi questo.
*Ed ecco che si inzia! Posso vestirmi come voglio?*
È come glielo dico che la preferirei con un vestito?
-Diglielo e basta! Ti stai facendo troppi casini!- mi consiglia il subconscio e stranamente concordo con lui.
*Se ti mettessi un vestito sarebbe meglio.*
La sua risposta non tarda ad arrivare.
*Sarebbe meglio per te o per il luogo dove mi porterai?*
*Sara meglio...*
Non le do una vera risposta. Sì, la voglio vedere con un vestito, ma non per quello che si potrebbe facilmente intuire.
Non mi importa di nulla, se non di lei e di stasera!
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