Prologo
Circa 25 anni prima
La paura la sta divorando.
Evelyn è distesa sul divano, le contrazioni sono sempre più ravvicinate e lei è costretta ad affrontare tutto questo da sola. Ripensa alla faccia di Mike l'ultima volta che si sono parlati, quando, con lo sguardo carico di risolutezza e tristezza insieme, la implorava per l'ennesima volta di abortire. Con tutta la forza che aveva in corpo, Evy aveva scelto di rinunciare al compagno della sua esistenza, alla sua anima gemella, anziché non mettere al mondo la sua creatura. E ora lui sta nascendo: è sicura sia un lui, nonostante non abbia mai fatto un'ecografia. Evy si è documentata molto a riguardo ed è pronta a fare qualsiasi cosa purché tutto vada bene. Prega il dio nel quale ormai non crede più affinché salvi il suo bambino.
Inizia a fare lunghi respiri e sente che è arrivato il momento: tra sforzi immani e grida di un dolore che niente avrebbe potuto prepararla ad affrontare, dà alla luce suo figlio.
«Benvenuto al mondo, bambino mio», sussurra prima di accasciarsi sul cuscino, stremata.
✽✽✽
La vigilia di Natale di 24 anni prima
È una sensazione che mai avrebbe immaginato di poter provare: stringere quel fagottino tra le braccia, perdersi nei suoi occhi e guardarlo mentre dal biberon ciuccia le ultime gocce di latte. Tra qualche momento farà il ruttino e crollerà addormentato; a quel punto, finalmente, lei potrà concedersi quel bagno caldo e rilassante che sogna dal momento in cui si è svegliata, stamattina. Avvolge il piccolo nelle coperte della culla e gli posa un bacio sulla fronte, prima di lasciarlo.
Se sapesse che quella è l'ultima volta che guarda suo figlio, si soffermerebbe molto di più.
Evy esce dal bagno, poco dopo, e il suo primo pensiero è quello di andare a controllare se il bambino dorme ancora: le sembra di non sentirne il respiro sommesso. Avvicinandosi alla culla, nota che la copertina è a terra e che lui non c'è. Accecata dal terrore, corre per tutta la casa gridando il suo nome, pur sapendo nel suo inconscio che il bambino da solo non sarebbe mai potuto uscire dalla culla, né tantomeno andarsene.
Spalanca la porta per precipitarsi in strada ma prima di arrivare alla fine del vialetto cade a terra, svenuta.
✽✽✽
Un suono si fa strada nella sua testa, una voce che sembra molto lontana.
«Vagava da sola per strada, l'abbiamo trovata...».
Gli occhi si rifiutano di rimanere aperti, facendola cadere di nuovo nell'oscurità.
«Evy! Riesci a sentirmi? Torna da me...».
Quella voce. Lei la conosce, le ricorda qualcuno, una persona importante, forse. Si impone di aprire gli occhi e lo vede: Mike, il suo Mike, è qui. Per lei. I ricordi di ciò che è successo la travolgono come un'onda in piena e, incapace di trattenere le lacrime, Evy scoppia a piangere.
«Lo hanno preso».
Gli occhi neri come la notte di lui, così irriconoscibili adesso, si fissano in quelli di lei. «Shh... Ora sei al sicuro. Raccontami cos'è successo».
Evy non vorrebbe mai rivivere quell'incubo, ma si impone di calmarsi e di riferire tutto a Mike. Lui sistemerà tutto.
Deve farlo.
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