Capitolo 40
Aveva seguito l'auto della polizia fino alla villetta di Pandolfi. Appena sceso si era avvicinato ai due agenti
«Crespi che diavolo ci fa qua? Torni in macchina» disse Bonaiuti piantandosi davanti all'uomo. Leonardo era agitato e teso, durante il tragitto in auto non aveva fatto altro che pensare a tutto quello che era successo. Stava per rispondere quando un colpo di pistola li fece trasalire.
Immediatamente Bonaiuti estrasse l'arma dalla fondina e si girò verso la casa pronto ad entrare
«So dove sono le chiavi» disse Leonardo attirando su di sé l'attenzione del poliziotto
Bonaiuti sembrò riflettere per qualche secondo «chiama i rinforzi e non fare uscire nessuno dalla casa» disse rivolto al collega che era ancora vicino alla volante. Poi girandosi verso Leonardo «apra la porta e mi stia dietro» avviandosi verso l'ingresso. Leonardo prese le chiavi di riserva che Antonio teneva nascoste sotto il vaso di una pianta di gerani vicino all'ingresso e senza fare rumore aprì la porta seguendo l'agente di polizia dentro la casa. Conosceva quelle stanze, diverse volte era stato a casa di Antonio. Seguirono il vociare che arrivava dalla sala: «Sanno chi sei, i miei uomini sanno tutto e verranno ad arrestarti» la voce di Ida gli risuonava nelle tempie. Era spaventata. Continuarono con circospezione lungo il corridoio fino ad arrivare alla sala. Si fermarono alla porta, Bonaiuti stava per intervenire, ma Leonardo, terrorizzato che potesse capitare qualcosa a Ida, gli toccò il braccio "lo distraggo io" sussurrò. In quel momento Ida venne colpita al volto e lui in un impeto di rabbia entrò nella sala.
«E dov'è la tua giustizia ora?»
«La giustizia non lo so, ma io sono qua» disse rivolto a suo fratello.
Federico fu prima sorpreso, poi come colto da un'improvvisa consapevolezza, tirò su Ida dalla poltrona e si trincerò dietro il suo corpo per proteggersi. Guardava Leonardo e la sagoma del poliziotto che era comparsa dietro di lui puntando la pistola in modo alterno su di loro.
«Che piacere rivederti fratellino» il viso tirato traspariva nervosismo. Si era reso conto che le cose si stavano complicando sempre di più
«Lasciala andare, la polizia è qua, sa tutto ormai, non hai via di scampo»
«Dopo tutti questi anni» sussurrò. Il suo sguardo attento, passava dal sorpreso all'elettrizzato «non riesci a dirmi altro?»
«Lasciala andare, prendi me» continuò Leonardo allargando le braccia.
«No, no» scosse la testa deciso «lei resta con me»
«Lasciala» il tono deciso sembrava quasi un ordine
«Tu non mi dici cosa fare» rispose rabbioso «hai sempre avuto tutto dalla vita, sei sempre stato il figlio perfetto mentre io ero considerato un rifiuto, un reietto abbandonato in una clinica di pazzi»
«Non sono perfetto» cercava di tranquillizzarlo «ho commesso molti errori anch'io»
«Non fare questi giochini con me» urlò alzando la pistola contro suo fratello «non li fare»
«Va bene, va bene» alzò le mani in segno di resa «faccio tutto quello che vuoi» disse «ma lascia andare Ida» spostò lo sguardo su di lei. Il volto sanguinante, stanco e gli occhi che si muovevano come a cercare qualcosa. Come a volergli dire qualcosa.
«Voglio quello che mi appartiene e voglio vederti in galera per il resto della tua vita» ringhiò Federico
«Va bene ti darò tutto» rispose mentre la sua attenzione era ancora su Ida che con gli occhi gli faceva segno di spostarsi verso destra.
Fece un passo dove lei gli aveva detto. Aveva capito che era sulla linea di tiro di Bonaiuti e Ida gli stava facendo segno di spostarsi
«Resta fermo dove sei» urlò Federico
Ma ormai Leonardo si sera già spostato liberando la visuale al poliziotto dietro di lui.
Tutto si svolse in una frazione di secondo, in modo quasi irreale agli occhi di Leonardo. Ida dette un pestone al piede di Federico che la cingeva con il braccio e piegandosi leggermente per prendere la rincorsa si tirò su con violenza fino a colpire con la nuca il setto nasale dell'uomo che si era piegato per il colpo ricevuto sul piede. Questo lo destabilizzò quel tanto che servì alla donna per gettarsi di lato nel momento che Bonaiuti sparò.
***
Quando Vincenzo arrivò alla villa i suoi uomini avevano già delimitato l'area. Il patologo era già sceso nello scantinato dopo che gli agenti avevano arrestato l'avvocato Pandolfi e stava visionando il corpo di Isabella Bruno. Una bella ragazza solare e spensierata la cui unica colpa era stata quella di interessarsi a Leonardo. Non sarebbe stato facile spiegare le dinamiche della sua morte ai genitori, pensò in quel momento mentre con lo sguardo cercava Ida. La vide seduta dentro un'ambulanza mentre un medico le prestava soccorso. Appoggiato al veicolo, davanti al portellone posteriore aperto, Leonardo la guardava dandogli le spalle. Sembrava distrutto. Quasi curvo nelle spalle. Per la prima volta Vincenzo percepì come una forma di tristezza mista a rispetto verso quell'uomo. Ormai doveva aver capito che anche se involontariamente era stato lui la causa delle morti di Federica, Giulia e Isabella. Si avvicinò all'uomo, non sarebbe stato facile dimenticare ne era convinto. Leonardo si voltò leggermente alzando gli occhi tristi sull'uomo appena lo vide e si spostò per farlo salire sull'ambulanza.
«Come stai?» chiese rivolto a Ida
Lei alzò gli occhi sul suo vice «dito rotto, mano sinistra gonfia, naso rotto ed ecchimosi varie» si sforzò di sorridere «tutto sommato bene» i tamponi nelle narici avevano modificato il suo tono di voce rendendolo leggermente stridulo
«Ho avuto paura di non fare in tempo» sussurrò Vincenzo «ero terrorizzato all'idea che potesse esserti successo qualcosa»
Lei spostò lo sguardo indicando Leonardo fermo davanti alla porta «mi ha salvato la vita» disse «lui e Bonaiuti» aggiunse mentre la tensione accumulata lasciava il passo ad un tremore sempre maggiore
«È l'adrenalina che ha in circolo» si intromise il medico, nel tentativo di tranquillizzarla, vedendo il tremito
Ida asserì tentando un sorriso rivolto al suo vice «chiama Manfredi, in fin dei conti il caso era il suo» cercò di cambiare discorso e non pensare a cosa aveva rischiato
Anche Vincenzo, passata la paura, si rilassò «sarà incazzato come una vipera» ora che tutto era andato bene, la faccia di Ida conciata in quel modo era quasi comica «gli abbiamo fregato le prime pagini dei giornali» rise
Ida ridendo tossì nel tentativo di rispondere
Lui le posò una mano sulla spalla «lo chiamo subito» disse «tu riposati» aggiunse stringendo con affetto il suo braccio e scendendo dal veicolo. Fece segno a Leonardo fermandosi di fronte a lui.
I due si guardarono per un brevissimo momento negli occhi con una forma di rispetto reciproco. Leonardo rispose con un sorriso leggero e salì sull'ambulanza sedendosi accanto a Ida.
Lei puntò i suoi occhi in quelli di lui sussurrando un grazie, lui le accarezzo delicatamente il viso. Forse questa volta poteva davvero voltare pagina, magari con lei accanto sarebbe riuscito a riempire quel vuoto che lo corrodeva da dentro. E chissà che questa volta davvero, non sarebbe riuscito a ritornare a vivere.
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