Capitolo 32
In base agli ordini ricevuti da Ida una volante, dopo aver preso tutti i dati e una prima deposizione da Leonardo e dalla ragazzina, aveva accompagnato lei a scuola e lui al lavoro, mentre l'altra volante aveva condotto "il pervertito" in caserma. Ida era rimasta tesa e agitata per tutto il tempo della durata dell'operazione, tanto che perfino il suo vice lo notò.
«Tutto bene?» chiese Vincenzo
«Si, ero solo preoccupata per quello che stava succedendo»
Liquori conosceva abbastanza bene Ida per riuscire ad accontentarsi di quella risposta molto vaga anche se professionale «ti sta molto a cuore quell'uomo?»
Lei lo guardò per qualche secondo, valutando l'idea di dirgli che non erano affari suoi, ma Vincenzo non si meritava questo, era sempre stato affidabile e sincero con lei e quindi decise di confessargli i suoi sentimenti «hai ragione, Leonardo Crespi mi interessa molto»
«Stai uscendo con lui?»
«Si»
Vincenzo sospirò «non sono affari miei, la tua vita privata è solo tua, ma stai attenta Ida quell'uomo è ancora coinvolto in quest'indagine e una relazione con lui, se dovesse venir fuori che sa qualcosa, ti costerebbe l'allontanamento dal caso e la probabile sospensione»
Era vero, Vincenzo aveva ragione «lo so» ammise con riluttanza «ma sinceramente non credo che lui c'entri qualcosa in questa vicenda» era più di una speranza la sua avendolo conosciuto
«Però ha un passato alquanto ambiguo» affermò Liquori sostenendo il suo sguardo
«Già» si accarezzò i capelli in modo nervoso «che devo fare?» sembrò chiedere aiuto all'uomo che aveva di fronte in quel momento
«Non posso dirti io che devi fare, è una faccenda tra te, lui e i tuoi sentimenti, posso però dirti che sei un commissario dannatamente in gamba per mettere a repentaglio la tua carriera in questo modo»
«Non avrei voluto che le cose andassero in questo modo, ma sono capitate e sinceramente quell'uomo mi piace»
Lui non rispose, rimase in silenzio come se non sapesse cosa dire. Anche lei sembrò titubante. Capiva le perplessità di Vincenzo e in parte erano anche le sue, non avrebbe dovuto farsi coinvolgere in quella relazione, non doveva dare ascolto ai suoi sentimenti e a quello che provava per Leonardo, non in quel momento, non con quel caso ancora aperto sul suo tavolo.
Vincenzo sbuffò allontanandola da quei pensieri e attirando nuovamente l'attenzione su di lui
«Posso farti una domanda?» chiese lui con aria pensierosa
«Dimmi»
«È Crespi la persona che ha visto Isabella il giorno della sua scomparsa? Quella con cui è rimasta fino alle quattordici?»
«Si»
«E tu sei sicura che lui non ti stia mentendo?»
«Su quell'episodio dici?»
«Su quello ma anche in generale»
Lei lo guardò perplessa «non ti fidi di lui?»
«Non è questo Ida, io non lo conosco» la guardò in modo intenso «e nemmeno tu nonostante quello che c'è stato tra di voi»
Lei sembrò annuire, Vincenzo aveva ragione anche stavolta: non conosceva Leonardo, non sapeva quasi nulla di lui, aveva solo il suo istinto che la guidava, solo il suo fottutissimo fiuto da poliziotto, oppure era invece il complesso di cenerentola come diceva suo padre che la stava portando nuovamente tra le braccia dell'uomo sbagliato. Ma in quel momento la sua mente le suggerì di ascoltare Vincenzo. Quindi ritornò da lui
«Cosa ti fa dubitare di Leonardo?» chiese a bruciapelo in modo istintivo e viscerale. Si fidava di Vincenzo. Apprezzava la sua meticolosità nelle indagini e la sua affidabilità oltre al fiuto che diverse volte aveva captato la giusta scia per risolvere un caso.
«Lascio da parte per ora l'accusa, il processo e tutto quello che riguarda il suo passato» si soffermò per un istante su di lei «mi concentro solo su questo caso. Conosceva Isabella, e il giorno della scomparsa, per sua stessa ammissione, lei era stata a casa sua»
«Hai detto bene, per sua stessa ammissione, poteva non dirci nulla e non lo avremo mai scoperto» cercava di fare l'avvocato difensore soprattutto per avvalorare quella sua presunta sicurezza sulla sua innocenza
«Ok forse non lo avremo scoperto ma intanto era da lui quel giorno almeno fino alla sua scomparsa» sorrise in modo nervoso «conosceva la prima vittima, la Agresti visto che lavorava nel suo stesso ufficio»
«Anche questo ce lo ha detto lui»
«Anche questo avremmo potuto scoprirlo anche noi se non ce lo avesse detto»
Lei asserì, era vero
«E poi il treno, percorre quella linea tutti i giorni come le vittime» aggiunse Liquori
«Anche il treno è stata una sua idea» ammise Ida
Lui spalancò leggermente gli occhi formando sul volto un sorriso tirato e nervoso, non lo aveva saputo fino a quel momento che era stato Leonardo a dare la dritta sul treno «perfetto, è stato lui?»
«Si»
«Non ti sembra che stia leggermente manovrando le indagini?»
«E quello che è successo oggi?» lei cercò di riportarlo dalla sua parte
«Un modo per depistarci, dimostrare la sua avversità a quelle situazioni. Il difensore delle ragazzine inermi»
«Così mi stai uccidendo lo sai?» era sconfitta e ferita, ma soprattutto il tarlo del dubbio ora corrodeva la sua mente in modo indissolubile
«Mi dispiace non vorrei mai farti del male lo sai, sto solo cercando di essere onesto» era sinceramente triste mentre la guardava «io vorrei potermi fidare della persona che decido di avere accanto per il resto della mia vita» aggiunse in modo schietto
In maniera razionale Ida sapeva che le affermazioni di Vincenzo erano valide, il suo istinto investigativo e il suo intuito le accettavano in pieno, però c'era quella parte irrazionale nel suo inconscio legata ai sentimenti che provava verso Leonardo che non le permettevano di accettarle, le eliminava come si fa nel computer quando si mette un file nel cestino. Erano lì, in quel cestino messo da parte dalla sua mente. Vincenzo aveva ragione, non poteva continuare così, doveva o cancellarle definitivamente o prenderle in considerazione come avrebbe fatto un qualunque poliziotto, o una qualunque donna soprattutto se innamorata
Fece un profondo respiro «scava nel passato di Crespi, vai ad Ancona, se serve parla con la moglie, con la figlia, con chiunque ti possa dare informazioni» era piena di rancore «voglio conoscere tutto del suo passato e del suo presente» ordinò «anche quante volte va al cesso durante la giornata»
Ora la riconosceva, quella era la Ida che aveva imparato ad apprezzare «lo farò Ida, e che tu ci creda o meno, spero davvero per te di non trovare nulla che mi dia ragione» alzandosi e uscendo dalla stanza mentre il volto del commissario Lorenzi si incupì tristemente.
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