Capitolo 18

Anche se il sole splendeva nel cielo, tirava una leggera brezza di freddo pungente. Erano usciti da quella casa con ancora più dubbi di quando ci erano entrati, e nemmeno quel vento sembrava riuscire a portarli via. Ida non si capacitava di come una ragazza avvenente come Isabella potesse scomparire senza lasciare traccia. Eppure, aveva mandato la sua fotografia a tutte le volanti di pattuglia e persino in aeroporto e alla stazione ferroviaria o alle stazioni dei pullman vari. Niente. Era come volatilizzata. Entrarono in auto. Per un momento la frase che aveva detto Losi le aveva fatto pensare che Isabella potesse aver preso una sbandata per Leonardo. Ma era decisamente una ragazza avvenente e poteva aver conosciuto chiunque nelle ultime settimane e Leonardo sembrava sincero quando le aveva detto che tra loro non c'era stato nulla. E poi anche se lei avesse preso una sbandata per lui, questo dove avrebbe portato le indagini? A nulla, persino Ida trovava Leonardo interessante. Decise per il momento di tenersi per sé quel dubbio.

«Cosa pensi?» chiese al suo vice mentre avviava la macchina per tornare al commissariato

«Francamente non lo so, Losi mi sembra sincero nonostante l'ambiente che frequenta e il tipo di personaggio che è. Però qualcuno potrebbe avere dei conti in sospeso con lui»

«Abbiamo sentito sia lui che il padre, secondo te chi dei due ti sembra che nascondi qualcosa?» Si voltò a guardarlo mentre guidava

Sospirò girando il volante ad un incrocio «il padre. La storia dell'assicurazione mi puzza un po'» ammise «e poi sembrava avesse altro da dire»

Ida si sistemò sul sedile «ammettiamo che tu abbia ragione e la ragazza è segregata dal padre, dove potrebbe averla rinchiusa?»

«In uno dei due cantieri aperti che ha, oppure in uno dei container che utilizza come magazzino dei materiali» si girò a guardarla «se ci pensi bene, avrebbe avuto tutto il tempo di portarla anche fuori città dalle prime ore della mattina che è uscita di casa fino a quando è venuto in commissariato a fare la denuncia»

"Già l'orario" pensò Ida "perché non ci aveva pensato?" Aveva involontariamente omesso di raccontare al suo vice quello che gli aveva detto Leonardo: fino a poco dopo le quattordici Isabella era con lui. I genitori della ragazza si erano presentati in commissariato, per fare la denuncia, verso le sedici. Quindi Isabella era sparita in quelle due ore circa.

«E se ti dicessi che Isabella è scomparsa dopo le quattordici?» ritornò a guardarlo

Sul volto di Vincenzo comparve una smorfia di curiosità

«Ho un testimone che era con lei fino a quell'ora» aggiunse

«Questo restringe le ipotesi» rispose Vincenzo

«Decisamente» sospirò «ma soprattutto ammettendo che sia stato il padre in due ore scarse dove avrebbe potuto nasconderla?»

Lui sembrò pensarci qualche secondo «il cantiere più vicino alla sua abitazione è quello che è attualmente fermo per problemi di appalto e permessi vari»

«C'è qualcuno che ci va?»

«Credo solo quelli della sorveglianza, risulta che non ci lavora nessuno da almeno due settimane»

Ida prese il cellulare «chiamo immediatamente il prefetto per un mandato»

***

"«Cosa hai fatto, cosa hai fatto» ascoltava il giornalista che in televisione raccontava gli ultimi sviluppi della ragazza trovata morta vicino ai binari della ferrovia

«Ho fatto quello che andava fatto»

«Dovevi nasconderla, non lasciarla lì»

«Non posso sempre fare tutto da solo» si adirò «sono stanco di mettere a posto i tuoi casini»

«Dovevi nasconderla» continuò

«Non potevo»

«Perché?»

Immaginò il suo viso dolce e il suo corpo perfetto ancora leggermente acerbo «era così bella, sembrava un angelo»

«Cazzo la polizia non smetterà le indagini finché non troverà il colpevole, lo capisci?»

Si sedette sul divano «era così bella» sospirò rivedendo ancora nella mente quel giovane corpo.

***

Ida Lorenzi era seduta nel suo ufficio e aspettava l'autorizzazione dal magistrato per perquisire il cantiere di Bruno. Non sapeva se quell'intuizione avrebbe portato a qualcosa ma non aveva molte piste per cercare di ritrovare Isabella. Sembrava davvero che un ufo avesse preso quella ragazza facendola sparire. Inconsciamente nel pensare a Isabella, la sua mente la portò a Leonardo. Quella voglia di sentirlo la trascinava sopra un ottovolante di luna park, era un continuo su e giù. C'erano momenti dove riusciva a controllare quel desiderio di sentire la sua voce, altri, come invece stava accadendo adesso, la voglia di schiacciare il tasto verde del cellulare era impellente. Sbuffò guardando fuori, dalla finestra, poi, con un senso di frustrazione mista a rassegnazione, prese il cellulare

«Pronto»

«Ciao commissario» la voce di Leonardo sembrava felice

«Ciao Leonardo» si sentiva una ragazzina in quel momento «come stai?» non sapeva esattamente nemmeno perché lo avesse chiamato

«Bene grazie, tu?»

«Bene» sembrava affaticato «ti ho disturbato?»

«No, no ero sdraiato sul divano davanti alla tv»

«Intensa attività» sorrise prendendolo in giro

«Le mie giornate sono tutte così» sospirò «notizie di Isabella?»

Era davvero molto affezionato a quella ragazza «al momento no»

«Spero riuscirai a trovarla»

«Anche io»

Ci fu un attimo di silenzio, poi Ida decise di forzare la situazione «ascolta ti va se ci vediamo ancora?»

Leonardo sorrise al cellulare «certo che mi va, sono stato davvero bene ieri sera»

«Visto che lavori di notte dimmi tu quando sei disponibile»

«Domani notte ho il turno di riposo se per te va bene?» non ci aveva nemmeno pensato un attimo, aveva risposto immediatamente

«Perfetto» sorrise, fanculo a tutte le sue paranoie e al complesso di cenerentola.

«A domani allora»

«A domani» riagganciò mentre sentiva il cuore batterle forte.


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