Capitolo 17

Avevano mangiato un panino in un locale strada facendo e ora si stavano recando a casa di Francesco Losi detto Frenk. Ida in compagnia del suo vice Vincenzo Liquori aveva bisogno di fare qualche altra domanda al ragazzo di Isabella. Spesso però, quasi in modo istintivo, gettava lo sguardo al cellulare come se aspettasse un messaggio da Leonardo. Aveva trascorso una piacevole serata con lui ed era combattuta sul da farsi. C'era una Ida che avrebbe voluto chiamarlo lasciandosi trasportare da ciò che sentiva verso quell'uomo, ma sull'altro piatto della bilancia c'era un'altra Ida che invece non era così sicura di lasciarsi andare, frenava i suoi istinti e pensava razionalmente che, probabilmente, non era il momento quello per impegolarsi in una relazione problematica. Leonardo le piaceva, ma la sua vita era decisamente incasinata. Non che quella di lei fosse tanto rosea, ma almeno non aveva sentenze in cassazione che l'attendevano. Leonardo era testimone di un caso di sparizione e per giunta attendeva una sentenza definitiva dal tribunale, non era decisamente il caso di creare altra confusione nella sua vita. Almeno per il momento. Aveva avuto più di un dubbio su di lui e sul suo coinvolgimento con la sparizione di Isabella. Inizialmente aveva concentrato tutte le sue attenzioni su di lui. Ma si era resa conto che doveva spostare l'indagine verso un altro soggetto ancora misterioso, Leonardo sembrava davvero non essere coinvolto in quella storia se non nel fatto che fosse amico di Isabella.

«Quello è il palazzo» disse Vincenzo distogliendola dai suoi pensieri mentre fermava l'auto sotto casa del ragazzo.

Lei lo guadò «andiamo» rispose scendendo e avviandosi al portone.

***

... Aprì la porta.

La stanza buia e senza finestre era illuminata solo da una debolissima lampadina che scendeva dal soffitto. L'odore forte di disinfettante gli riempì le narici. Nel piccolo cono di flebile luce, lei era lì sdraiata e immobile. I capelli lunghi castani che le cadevano sulle spalle e il viso dolce e rilassato. Era bellissima. Un brivido di piacere gli attraversò il corpo guardandola.

«Tesoro il pranzo è pronto» disse affacciandosi dalla porta e sorridendole con amore.

Distesa sul letto lei sembrò sorridere.

«Ho preparato il tuo piatto preferito» continuò lui avvicinandosi al suo capezzale...

***

«Cosa volete ancora da me?» Francesco Losi li guardava seduto intorno al tavolo della cucina.

«Avremmo bisogno di alcuni chiarimenti sulla tua relazione con Isabella Bruno» rispose Ida sedendosi di fronte al ragazzo

«Avete notizie di Isabella?» chiese in modo quasi automatico, senza trasporto e preoccupazione notò Ida.

«Al momento no»

«Io vi ho già detto tutto» aggiunse Frenk

«Stiamo raccogliendo tutti gli elementi possibili per capire cosa ha fatto nelle ultime ore»

Il ragazzo si passò una mano sul volto sospirando «cosa volete sapere?»

«Quando vi siete visti l'ultima volta?»

«La sera prima. Era venuta qua» si sistemò sulla sedia

«Cosa avete fatto?»

Sorrise «commissario quello che fanno generalmente due ragazzi alla nostra età»

«Siete andati a letto?»

Continuò a sorridere con fare sornione «cosa c'entra questo con le indagini?» chiese con un velo di ironia

«Mi risponda per favore» Ida non sopportava quel suo atteggiamento

«Si abbiamo scopato» disse alla fine

«Poi?»

«Poi cosa?»

Lei lo guardò senza rispondere e lui dopo un attimo rispose in modo rassegnato

«Non so, forse abbiamo fumato una sigaretta e bevuto una birra parlando del più e del meno» stava cominciando a sentirsi a disagio

«Com'era Isabella?» Ida cambiò tono diventando leggermente più accondiscendente e dolce avendo notato la sua reticenza

«In che senso?»

«Ti sembrava tranquilla? Preoccupata?»

«Era tranquilla, almeno quella sera sembrava normale» si stava lasciando andare

«Perché altre sere com'era?» sorrise cercando di mantenere il tono cordiale

«Ultimamente diceva che non mi capiva, che ero diverso, cambiato e il giorno che è scomparsa, la mattina, verso le dieci, mi chiamò al cellulare dicendomi che per un po' non potevamo vederci»

«Perché?»

«Diceva che suo padre aveva scoperto di noi e che era incazzato, ma non mi sembrava sincera»

«In che senso?»

Sospirò come a volersi svuotare del tutto «commissario conosco Isabella da quando avevamo undici anni, si, suo padre poteva anche essere incazzato per noi, ma lei non si sarebbe mai fatta da parte per questo»

«Che vuoi dire?»

«Che per me c'era altro» ammise

«Cosa intendi per altro?»

«Credo che Isabella avesse conosciuto qualcuno e che la lite con suo padre fosse la scusa per non vederci più»

«Aveva chiuso definitivamente con te al telefono?»

«No commissario lei disse per un po', ma io conosco bene Isabella, la sua mente era occupata da qualcosa, o forse è meglio dire da qualcuno»

«Hai idea di chi possa essere?»

«No»

«E questa sensazione, quando hai cominciata a sentirla?»

«Non so. Direi nell'ultimo mese forse nelle ultime settimane»


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