Epilogo

Alla fine, anche se la promessa fosse stata fatta, non sarebbe stata mantenuta comunque.

Era passato quasi un anno dalla morte di Eriko. Il suo sacrificio, così come quello di tutti quanti gli altri spadaccini valorosi, non fu vano, perché grazie al loro martirio si riuscì a scoprire cosa architettavano i demoni a Tokyo. I loro piani furono compromessi nella notte che passò alla storia come "La battaglia di Tokyo", anche se quella "storia" rimarrà segreta alla gente comune, che non saprà mai le vite e le storie di coloro che sacrificarono tutto pur di proteggere milioni di innocenti indifesi.

Furono eliminate due Lune Demoniache e gran parte dei demoni che erano con loro. Molti spadaccini della cenere avevano combattuto, persino Akiko aveva partecipato. Molti della sua classe perirono quella notte, assieme ai pochi superstiti della classe di Eriko, nella Capitale luminosa ed angosciante, fra le urla di chi non riuscirono a salvare.

Akiko era ormai diventata quattordicenne, aveva compiuto gli anni durante la sua lunghissima degenza in ospedale, obbligatoria dopo la lama che le aveva attraversato lo stomaco, la ferita più grave fra tutte le altre subite

Uscì solo a febbraio inoltrato, quando la neve ancora cadeva sul dojo di montagna. Tornò proprio la, per far visita alle tombe di Eriko e dei suoi compagni. Mizoku, un suo amico dai capelli neri e scapestrati, aveva insistito per accompagnarla, si erano incontrati a metà strada, proprio di fronte alla Capitale in ricostruzione. Avevano attraversato i cantieri assieme, poi le strade ripide, ed ora stavano con le ginocchia in mezzo alla neve, in quella fredda e quieta serata invernale, a pregare per le anime dei loro predecessori. Ora, dalla fine del loro esame, avrebbero potuto rincontrarsi tutti quanti assieme e sorridere, anche se nell'aldilà. Lo avrebbero fatto sapendo di aver contribuito alla causa ed avrebbero riposato senza alcun rimpianto, come una grandissima famiglia, ed Eriko finalmente avrebbe potuto riabbracciare il suo di mentore.

Un giorno, la ragazza tanto detestabile che lei vedeva come una sorella le raccontò il perché del suo caratteraccio. In gran parte era di sua natura, tuttavia, iniziò a sfruttarlo in quel modo tanto scontroso ed odiabile per due motivi: proteggere sé stessa e gli altri.

Imparò questa lezione dal suo mentore che mori per lei e molti altri suoi compagni durante la prova dell'esame finale. Se le persone gli avessero voluto più bene e si fossero buttati a salvarlo sarebbero stati divorati assieme a lui.

Akiko un leggero cenno a Mizoku, che con sguardo flemmatico osservava le tombe. Anche lui aveva delle figure di riferimento fra loro ed ora erano morte.

I due dopo qualche secondo si guardarono negli occhi, si annuirono a vicenda e dopodiché si alzarono dalla neve e camminarono verso il dojo. Loro erano vivi, ed avevano ancora tanto lavoro da svolgere. La guerra contro i demoni era arrivata al suo parossismo, di lì a poco si sarebbe certamente concluso tutto.

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