Decisioni tattiche


 Le due ammazzademoni camminavano lungo la via principale ed ora potevano notare come la città fosse ancora più viva. C'erano più civili di prima, ed alcuni di essi entravano nel locale che avevano appena lasciato.

Avrebbero fatto compagnia al vecchio del risciò, forse. Aveva deciso di buon grado che sarebbe rimasto con loro fino al completamento del caso e per ora aveva intenzione di alloggiare nel locale.

Passeggiarono per molto, per poi fermarsi soltanto quando giunsero all'entrata di un parco. La natura la faceva da padrona in quell'angolo verde ed esteso, ma piccolo in confronto al resto della città. Vi erano numerosi alberi e piante sparse ovunque sul terreno ornato d'erba. C'era una lunga strada che partiva dai cancelli aperti e percorreva tutto il parco, tagliandolo a metà. Da fuori la sua fine non si vedeva, ma le due ragazze potevano notare che non ci fosse quasi nessuno. Per questo entrarono e seguirono il percorso fino a quando non raggiunsero una panchina isolata, sulla quale presero posto. Sul volto di Eriko si formò un piccolo sorriso: "Adesso inizia il lavoro duro, preparati Akiko". Anche se non era seria, il suo sguardo sempre arcigno e la visione di profilo con cui Akiko la vedeva non permisero a quest'ultima di capirlo. Si preparò mentalmente a qualunque tipo di incarico le sarebbe stato affidato, denotando una grande vivacità: di certo non c'erano nemici d'affrontare in pieno giorno, quindi non c'era bisogno di aver paura.

La coppia di ragazze restò seduta per qualche ora su quella panchina, ognuna con una metà del giornale strappato. Ciò che si dilettarono a fare, sotto ordine ed idea di Eriko, fu analizzare scrupolosamente ogni singola pagina e notizia della loro parte in cerca di qualunque cosa che parlasse della serie di sparizioni e dell'ultimo caso. Lessero notizie riguardanti la città, come la futura ristrutturazione del parco stesso in cui loro sostavano. Vi era poi qualcosa di molto più importante, come il racconto di alcuni omicidi misteriosi avvenuti nella vicina capitale qualche giorno. Quando lesse quelle parti, lo sguardo di Eriko si fece torvo e pensieroso.

Nella città di Tokyo, tempo addietro, era stato individuato un demone estremamente potente. Quando si iniziò a vociferare il fatto che potesse trattarsi di una luna crescente era già troppo tardi. Il mostro si era come dileguato, e nessuno l'aveva più visto. Come per celare il suo passaggio e distrarre il corpo degli ammazzademoni, le altre creature di rango inferiore intensificarono i loro attacchi nella metropoli e nelle città e paesi vicini, aumentando il numero delle vittime. Per qualche secondo Eriko pensò che persino la 'Rapitrice di Bambini' potesse far parte della strategia, anche se il suo operato durava da decenni.

L'organizzazione, di contro, aveva allestito numerose spedizione a Tokyo per salvare il salvabile ed uccidere più demoni possibili. Molte erano state un successo, ma altrettante avevano fallito. Kaku, primo spadaccino che Eriko abbia mai incontrato dopo la sua promozione, e da quel momento diventato un punto suo punto d'appoggio, nonostante fosse un idiota, era stato proprio fra coloro che avevano avvistato la luna crescente, assieme ad alcuni suoi conoscenti come Kagezumi ed Hisao, altri due ammazzademoni molto potenti. Successivamente avevano affrontato dei demoni altrettanto forti nei pressi dei quartieri commerciali, ma erano riusciti a trionfare.

Eriko aveva sentito di tante altre operazioni, alcune finite nelle più grandi delle tragedie. L'ultima, in particolare, era diventato il motivo principale per cui il giorno dopo avrebbe combattuto ancora. Un folto gruppo di ammazzademoni ben preparati era stato massacrato come nulla fosse stato: la

loro morte era stata tanto violenta che non vennero riconosciuti immediatamente. L'organizzazione ricevette la notizia del fallimento solo quando qualche civile incappò nell'orribile scena di otto cadaveri martoriati senza faccia ed arti. Da allora la voce si sparse, fino a quando non fu sparsa in tutti quanti i giornali. Perlomeno i kakushi riuscirono ad intervenire prima che fosse troppo tardi e a far passare tutto come massacro di un serial killer. Era la stessa bugia che ora la giovane stava leggendo, mentre rifletteva a cosa sarebbe successo fra ventiquattr'ore. La sua squadra contava decisamente molti meno membri di quelle passati, ma molti dei combattimenti che ne facevano parte erano riusciti a sopravvivere a situazioni peggiori. Kagezumi ed Hisao sarebbero stati con lei, quindi c'erano buone possibilità di vittoria. Qualunque sarebbe stato l'esito, lei era sicura che avrebbe venduto cara la pelle. Inoltre, sapeva che se il suo gruppo avesse fallito, allora avrebbero dovuto mandare un altro team, stavolta di spadaccini con meno esperienza. Akiko avrebbe potuto essere fra questi, contro quelle bestie che di veterani ne avevano ammazzati: lei era diventata da poco una kanoto. Non dovevano assolutamente perdere, a qualunque costo. Per questo, mentre la determinazione e l'energia dentro di lei aumentavano, Eriko Konemoto continuava a sfogliare sempre più velocemente le pagine per stanare oggi la Rapitrice di bambini e domani gli altri demoni di Tokyo.

<<Finalmente>>,esclamò la ragazza più giovane per poi, dopo una breve pausa, proseguire dicendo: <<Ho finito!>> Il suo tono si era fatto molto accesso. Si voltò verso la compagna con uno sguardo acceso. Poco dopo terminò di leggere la sua parte anche Eriko ed allora si misero a fare un riepilogo di tutto quanto quello che riguardava il caso, un po' sparso come pezzi di pane per il giornale intero. C'erano numerosi dettagli sull'ultima sparizione, ma anche su quelle precedenti. Tutto quanto veniva raccontato prendendo in considerazione che non si trattasse di nessuna leggenda e nemmeno di bimbi smarriti, ma di un criminale perverso e pericoloso. L'articolo era estremamente di parte, tanto che le altre due teorie venivano pesantemente screditate.

A grosso modo, ciò che aveva detto Shohei coincideva con ciò che c'era scritto. Nessuno stava indagando sul caso e del bambino scomparso, che di nome faceva Hideaki, non vi era alcuna traccia o pista effettiva da seguire. L'unico particolare utile era la presenza di un testimone oculare. La mattina successiva a quella della scomparsa un anziano signore era stato ritrovato nascosto in un santuario a pregare. Era sporco, coi vestiti strappati ed era estremamente terrorizzato. Continuava a tremare come una foglia, aveva gli occhi sgranati e invocava l'aiuto degli Dei sperando in una sorta di salvezza da qualche cosa. Quando il sacerdote giunse e lo trovò in quello stato provò a capire cosa fosse accaduto, ma il povero vecchio era troppo spaventato e scosso per rispondere. In una sorta di ripresa di coscienza improvvisa spinse via l'uomo che voleva soccorrerlo e scappò via. Corse lungo tutta la città urlando della sparizione del bambino ed affermando di aver assistito al suo rapimento. Descriveva l'aspetto del colpevole proprio come lo facevano le leggende, ma aggiungeva dei particolari.

Gridava della sua agilità e della sua potenza, alla quale era riuscito a sfuggire per miracolo. Tuttavia, gli credettero in pochi, quasi tutti erano scettici. Questi ultimi dicevano che fosse soltanto frutto della sua immaginazione, visto lo stato di follia in cui era stato ritrovato.

Il vecchio testimone sicuramente sapeva qualcosa che sarebbe stato di grande aiuto per le indagini e le stesse probabilità c'erano con la famiglia dell'ultima vittima. Le piste che attualmente si potevano seguire erano due, ma il tempo era poco. Guardando in alto Eriko notò che il sole era già nel punto più alto del cielo, quindi dovevano darsi una mossa se avessero voluto essere pronte per la notte. Decisero immediatamente come agire. La ragazza più grande, che era la migliore fra le due ad investigare e a seguire le tracce demoniache, sarebbe andata dalla famiglia dello scomparso ed avrebbe cercato di capire da loro quale fosse l'ultimo luogo in cui Hideaki era stato avvistato. Successivamente da lì avrebbe cercato di ricostruire il percorso che lui e la sua rapitrice avevano fatto, nell'intento di ricavare qualunque dettaglio essenziale. Akiko invece, la quale era più brava a trattare con le persone, avrebbe dovuto interrogare il testimone e farsi raccontare tutto ciò che aveva visto. Dopodiché avrebbe dovuto fare un sopralluogo lungo tutta la

città per trovare dei buoni punti d'avvistamento e qualche altro particolare che potesse essere rilevante. Alla fine dei loro compiti avrebbero dovuto rincontrarsi al ristorante dove avevano mangiato e là, in base alle informazioni raccolte, avrebbero deciso come agire. Dunque si presero ciascuna una parte del giornale, seppure ora fosse inutile, e si salutarono augurandosi buona fortuna. Uscirono assieme dal parco e quindi proseguirono su strade diverse.

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