Il ritorno dell'Erede
La Sala Grande non era mai stata così tetra, nonostante gli stendardi delle Case brillassero come al solito sulla sommità delle pareti. Piton e i Carrow osservarono in piedi l'ingresso degli studenti in fila indiana, a capo chino, mentre si distribuivano in ranghi serrati di fronte alle panche.
−Sappiate che non mi stancherò mai di ripeterlo finché qualcuno di voi non si deciderà a parlare – esordì Piton nel suo solito tono untuoso. – Sappiamo che Harry Potter è stato di recente visto a Diagon Alley e che questa notte i sensori di Hogsmeade hanno rilevato la presenza di un intruso. Per l'ultima volta, se qualcuno di voi sa dove si trova Harry Potter, gli consiglio di farsi avanti e parlare. Non costringetemi a usare le maniere forti.
Nell'intera Sala Grande regnò un silenzio di tomba.
−Nessuno? – abbaiò Amycus Carrow in direzione degli studenti. – E va bene, razza di mocciosi...Se non capite con le buone maniere, allora ci penserò io a sciogliervi la lingua!
Detto questo, afferrò per le orecchie un ragazzino del secondo anno di Grifondoro, gettandolo malamente e terra e facendo per levare la bacchetta.
−Non ce ne sarà bisogno! – gridò Harry, uscendo allo scoperto al seguito di Jane, Edmund, Ron , Hermione, Ginny, Neville, Susan, Peter e Caspian, le bacchette sguainate.
Una serie di Schiantesimi attraversarono la sala, centrando i Carrow. Piton si voltò su se stesso e si Smaterializzò all'istante.
−CODARDO! – gli gridò dietro la McGranitt. – Potter! – esclamò non appena lo vide farsi largo tra gli studenti. – Non sono mai stata così felice di rivedervi, tutti quanti!
I suoi occhi poi caddero su Edmund, che le rivolse un timido cenno di saluto.
−Tutto a posto, è con noi. – la rassicurò Harry.
−Perfetto, allora.
A un solo gesto della bacchetta, funi invisibili si strinsero attorno alle braccia e le gambe dei Carrow, immobilizzandoli.
In quel preciso istante, qualcuno urlò. Un'improvvisa atmosfera di gelo e di terrore era piombata sulla Sala Grande, schiacciando i suoi occupanti come formiche. Harry crollò in ginocchio, le mani premute contro la cicatrice che aveva preso a bruciare a tal punto che in breve fu attraversata da tante piccole gocce di sangue. La voce fredda e stridula di Voldemort era ovunque, come se fuoriuscisse direttamente dal pavimento e le pareti.
−Questo è l'ultimo avvertimento – sibilò, sollevando un coro di urla e gemiti. – So che Harry Potter è a Hogwarts. Avete un'ora per consegnarmelo senza che vi venga fatto alcun male, altrimenti darò battaglia e a quel punto non risparmierò nessun uomo, donna o bambino che oserà frapporsi tra me e lui. Un'ora.
Improvvisamente, così com'era comparso, il gelo svanì. Tutti gli occhi ora erano puntati su Harry.
−Che aspettiamo? – gridò un ragazzo di Serpeverde. – Prendiamolo!
−Chiudi il becco, Zabini! – lo freddò la McGranitt con un'occhiata di fuoco. – La scuola è di nuovo nostra, ma dobbiamo difenderci. Tutti gli studenti seguano i loro Direttori verso le zone più sicure del castello. Grifondoro, con me. Signor Gazza, rinchiuda i Serpeverde nei sotterranei e faccia in modo che non escano. Non voglio che ci causino problemi.
Tutti si voltarono verso Edmund, che aveva fatto un passo avanti.
−Scusami? – lo interpellò la McGranitt, visibilmente contrariata per essere stata interrotta in quel modo.
−Mi perdoni, professoressa, ma così li sta condannando a morte. Saranno i primi a restare intrappolati, se dovessero attaccare la scuola.
−Mi dispiace, ma non posso permettere che ci tradiscano. Ci sono dei Mangiamorte tra loro.
−Allora fermiamo quelli sospetti, ma la prego di risparmiare gli altri. Silente non lo avrebbe mai permesso.
−Come osi nominare Silente, proprio tu?
−Se sono qui a combattere al fianco di Harry Potter un motivo ci sarà.
La McGranitt si voltò verso Harry, che assentì in silenzio.
−Edmund ha ragione, professoressa – disse. – Alcuni Serpeverde potrebbero aiutarci.
−Lo sai che è un grosso rischio, vero? – ribatté lei, perplessa.
−Col tempo ho imparato che non tutti loro sono uguali. A volte ne esistono di diversi, l'Erede compreso. Altrimenti, l'intera Casa avrebbe dovuto essere cancellata da Hogwarts.
−Vorrei sinceramente che lo fosse, dopo questa storia.
−Sono esseri umani, professoressa! Dei ragazzi!
La McGranitt scoccò un'occhiata torva a Edmund.
−Tuo padre sapeva raccattare molto bene i suoi seguaci – gli disse in tono gelido. – Vediamo se sei bravo a fare altrettanto.
Il ragazzo deglutì. Il momento del suo ritorno era arrivato. Improvvisamente, tutta la terribile responsabilità della profezia piovve sulle sue spalle. Tremando da capo a piedi, Edmund si rivolse ai suoi compagni di Casa.
−Sapete tutti chi sono, vero? – domandò, lottando per mantenere fermo il tono di voce.
Dai Serpeverde si levò un coro di fischi e insulti.
−Sei un traditore del tuo sangue!
−Non ti vogliamo qui!
−Catturiamolo e consegniamo anche lui ai Mangiamorte!
−LA VOLETE SMETTERE CON QUESTA STORIA DEL SANGUE PURO? – ruggì Edmund, sovrastando le urla.
Il tono con cui aveva parlato e la terribilità del suo sguardo fecero rabbrividire tutti i presenti al pari dei suoi amici. A parlare non era più Edmund Pevensie. Era l'Erede di Serpeverde.
−Lo so che sembra strano detto proprio da me, che porto sia l'eredità di Voldemort che quella dei Black. Uno come me dovrebbe essere un privilegiato, una specie di principe o non so cos'altro e invece lo sapete che cosa voleva fare di me mio padre, una volta nato il suo degno erede, colui che avrebbe dovuto portare avanti la razza?
Sbranato da un Lupo Mannaro, ecco cosa mi aspettava! Vi sembra un discorso umano, questo? Sensato? Certo, io avrei rovinato i suoi piani, questo lo sapeva. Forse, se mi avesse allevato come suo figlio, sarei venuto su diversamente. Ma, come è accaduto per Harry, anche con me mio padre ha commesso un enorme sbaglio, elevandomi a suo nemico mortale.
Per questo ho vissuto quattordici anni di prigionia, subendo le peggiori torture e assistendo ad atrocità che non sto neanche a raccontarvi. Io ho visto uccidere innocenti senza motivo, solo per soddisfare un ideale assurdo e inconsistente. Lo stesso Voldemort è un Mezzosangue. Lo sapevate? Sua madre (mia nonna!) era una Maganò.
In molti borbottarono, ma nessuno osò interromperlo. La storia delle origini di Voldemort era evidentemente nota a tutti, anche se non volevano darlo a vedere per ovvi motivi.
−Per due anni ho vissuto con voi Serpeverde. Vi conosco, ormai. Molti di voi ostentano il sangue puro, ma non è così. Lo sapete. Avete perlomeno un parente Nato Babbano, nelle vostre famiglie. Inutile nasconderlo. Capita a tutti. Anche alla mia famiglia. E allora perché non vi ribellate? Lo so, avete paura. Anch'io ne ho avuta tanta, quando ero prigioniero.
Ma ora avete l'opportunità di scegliere. Tra poco si scatenerà una battaglia. Io sono il nuovo Erede. Sono qui, al fianco di Harry Potter, a cui devo tutta la mia gratitudine per avermi salvato la vita e la mia fedeltà per aiutarlo a combattere fino alla fine. Pensateci: se vinceremo, non ci saranno più paura o orrore. Tutto questo finirà. E, forse, riusciremo a dare finalmente l'immagine che la Casa di Salazar Serpeverde merita, dopo secoli di infamia!
Improvvisamente, nella Sala Grande era calato un silenzio irreale. Tutti gli occhi erano puntati verso Edmund. Persino i membri delle altre Case ascoltavano il suo discorso increduli. Mai avrebbero creduto di sentir profferire quelle parole proprio dall'Erede di Serpeverde. In quel preciso istante, il professor Lumacorono si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
−Ciò che hai appena detto è senza precedenti nella storia di Hogwarts, ragazzo mio – disse con gli occhi lucidi per l'emozione. – Hai tutto il mio appoggio in questa lotta.
Adam gli lanciò un'occhiata d'intesa e si mise al suo fianco, scrutando la folla di presenti con aria di sfida. A quel punto, un gruppetto di Serpeverde del primo anno lo raggiunsero timidamente, schierandosi dietro di lui. Uno dopo l'altro, quasi tutti i suoi compagni di dormitorio si unirono a lui. Edmund sorrise loro con gratitudine: non avrebbe mai creduto di riuscire a convincerli con così poco.
Solo Malfoy e la sua gang rimasero fuori, scrutando il ragazzo con aria torva.
−Signor Von Telmar, – disse la McGranitt rivolta a Caspian – si occupi lei di Malfoy, Tiger, Goyle e Parkinson. Faccia però in modo che non corrano rischi durante il combattimento.
−Certamente, professoressa – rispose questi con un cenno del capo. – Avanti, voi, seguitemi!
Non appena i Serpeverde ebbero lasciato la sala, la McGranitt tornò a rivolgersi a Harry.
−Immagino che tu abbia un piano, Potter.
−Sto cercando una cosa appartenuta a Priscilla Corvonero. So che è qui – rispose il ragazzo.
−Allora noi professori ti copriremo. Buona fortuna, Potter.
−Grazie, professoressa.
La McGranitt gli strinse la spalla, gli occhi che luccicavano per le lacrime; poi tornò a rivolgersi ai presenti:
−Preparatevi alla battaglia!
Ho trovato questa fanart, è a dir poco stupenda! (nda)
**** Angolo Autrice ****
Eccomi, sempre più in ritardo! Come state? Io sempre carichissima, infatti, come vedete, l'aggiornamento slitta anche questa settimana di un giorno. Ma non disperate: in questo periodo sto lavorando appositamente per voi, in modo tale da regalarvi presto nuove storie non appena quest'avventura sarà giunta al termine.
Allora, che ne pensate dell'evoluzione di Edmund? E che ne pensate della reazione iniziale della McGranitt? In effetti, al suo posto, chiunque sarebbe stato scettico di fronte all'Erede di Serpeverde, anche se si trattava di uno degli studenti più amati, specie dopo quello che è successo con Piton... E poi volevo una piccola rivincita per i Serpeverde, ho trovato altamente ingiusto nel settimo libro che venissero confinati nei sotterranei, che come ben sapete possono diventare una trappola mortale in caso di attacco. In fondo, non è vero che i Serpeverde sono tutti Mangiamorte, e anche se la Rowling ha giustificato la cosa dicendo che i professori volessero evitare una faida tra padri e figli, mi sembra comunque una forzatura. Voi che ne pensate?
Non mi resta che darvi appuntamento a venerdì con The last passage. Per quanto riguarda gli aggiornamenti, in particolar modo quelli della terza settimana di agosto, potrebbero subentrare delle variazioni causa lavoro; pertanto vi invito caldamente a seguire il mio profilo Instagram le_storie_di_fedra: di solito è lì che scrivo il grosso delle comunicazioni.
Non mi resta che augurarvi una buona settimana e a presto <3
Vostra,
F.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top