Diciannove anni dopo

La station wagon metallizzata si fermò sotto la pioggia battente. Una donna minuta dalla fluente chioma di capelli scuri controllò per un attimo il suo riflesso nello specchietto retrovisore, gli occhi verdi che brillavano da dietro le lenti degli occhiali scuri. La radio gracchiava una canzone pop che andava molto di moda nell'ultimo periodo.

In quel momento, una folla di bambini prese a riversarsi sul marciapiede. Jane riconobbe al volo suo figlio: era sempre l'ultimo, con la divisa stropicciata nonostante si assicurasse ogni volta che fosse in ordine prima di uscire e i corti capelli scuri arruffati dal vento. Entrò in macchina con passi pesanti, schiaffando la cartella in mezzo alle gambe.

−Qualcosa non va, David? – domandò Jane dolcemente.

−Ho litigato con Eileen – rispose il bambino in tono imbronciato. – Le ho dato della strega.

Sua madre non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

−Ma no, poverina! Lo sai che nel mondo babbano è un insulto.

−Io ho provato a spiegarle che non è così, che anche mia madre è una strega. Lei l'ha detto alla maestra e io mi ha messo una nota. Che bel regalo di Natale!

−Immagino che Mrs Cheater abbia convocato me e papà per un colloquio.

−Esattamente.

Jane sospirò divertita. Suo figlio era indolente e orgoglioso proprio come lei e Harry, ma aveva anche la stessa lingua biforcuta di Edmund. Sarebbe stato un Serpeverde perfetto, l'anno successivo. In fondo, era l'esatto opposto di Adam, il suo fratello maggiore, ora un perfetto Grifondoro.

−Quando mi arriverà la lettera di Hogwarts? Sono stufo di questi Babbani! – piagnucolò Adam mentre Jane metteva in moto e si dirigeva verso Hogwarts.

−Con calma, David. In fondo, il tuo compleanno è domani.

−Ma io voglio andarci! So già parlare ai serpenti.

Jane scoppiò a ridere.

−Se vuoi, durante le vacanze di Natale andiamo tutti insieme a Diagon Alley, così inizi a sceglierti il manico di scopa. Ma prima devi promettermi che chiederai scusa a Eileen per il tuo comportamento.

−Ma io...

−Non fare il testone con me. So che le vuoi bene.

David sbuffò. I suoi occhi verdi erano velati di dispiacere malcelato.

−E va bene. Quando vado a casa posso telefonarle? Tu però stammi vicina.

−Certo che ti sto vicina.

La pioggia crebbe di intensità mentre madre e figlio si avviavano lungo i binari di King's Cross e oltrepassavano furtivamente il binario nove e tre quarti. Nel fumo della banchina, c'erano Harry e Edmund, entrambi ancora vestiti con le loro divise da Auror. Ginny stava parlottando con Ron e Hermione, anche loro in attesa dei figli di ritorno da Hogwarts per le vacanze di Natale, e i due maggiori dei Pevensie.

Non appena la vide arrivare, Edmund si staccò dal gruppo e corse a salutarla con un rapido bacio sulle labbra. Aveva i capelli di poco più corti rispetto ai tempi della scuola e si era lasciato crescere quel poco di barba che bastava a renderlo ancora più affascinante.

−Come sta il nostro campione? – domandò sollevando David tra le braccia.

−Si è preso una nota per aver dato della strega alla sua migliore amica – rispose Jane ridacchiando.

−Un'altra? Sei proprio il degno nipote di tuo zio! – esclamò Edmund divertito, alludendo a Harry.

−Piccola serpe! – fece lui scompigliando i capelli del bambino.

Al suo fianco, Ginny sorrideva radiosa, tenendo per mano Lily e Albus, i figli minori. In quel momento, l'Espresso di Hogwarts arrivò fischiando. In pochi minuti, una folla di studenti si riversò sulla banchina. Alto, dinoccolato e arruffato, Adam Pevensie li raggiunse a grandi passi sulla banchina, gli occhiali storti sul naso lentigginoso. Al suo seguito c'era James Potter, che si fiondò subito tra le braccia dei genitori. Pochi istanti dopo li raggiunsero anche Evelyn e Igor, rispettivamente i figli di Peter e Susan.

−Sono stato preso anch'io nel Grifondoro! – annunciò Adam in tono orgoglioso. – Sono un Cacciatore!

−Ottimo lavoro, campione! Tu e James gli darete una bella lezione ai Serpeverde, quest'anno!

−HARRY!

−Scusa, sorellina.

−Non date retta a vostro zio. È sempre molto di parte... − intervenne Edmund scherzosamente.

−Cosa vorresti dire con questo, caro collega?

Lui e Harry finsero di guardarsi con aria di sfida, ma smisero subito.

−Allora stasera vi aspettiamo dai miei – disse Jane rivolta a Ginny, Ron, Hermione, Susan e Peter. – Ci saranno anche Dennis e Laura con i figli. Sarà una bellissima festa.

−Caspian mi ha appena mandato un gufo. Stasera verrà con anche lui – rispose Susan raggiante.

Da quando era stato assunto a Hogwarts come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, stare dietro a tutti gli impegni del marito era diventata un'impresa, soprattutto per non creare disagi a Igor, il loro unico figlio. Susan, che nel mentre aveva iniziato a lavorare come avvocato in uno studio babbano, faceva continuamente la spola tra la scuola e Londra, anche se era ormai in cantiere il progetto di chiedere il trasferimento in posto più vicino alla sede lavorativa del marito.

−Allora ci vediamo stasera – salutò Jane baciando gli amici sulle guance. – A dopo!

I Pevensie e i Potter si allontanarono sulla banchina, David che aveva già preso a tempestare Adam di domande su tutto quello che era accaduto negli ultimi mesi di assenza. Jane ed Edmund si presero per mano con un sorriso mentre avanzavano di nuovo verso la barriera, pronti a confondersi ancora per poche ore nel mondo dei Babbani completamente ignari della meraviglia che si nascondeva proprio davanti ai loro occhi.

−Tuo fratello Dennis mi ha già fatto recapitare il suo regalo di Natale – disse Edmund mentre tornavano alla stazione.

−Che cos'è? – domandò Jane.

−Dovrebbe essere una torcia. L'avrò smontata e rimontata una ventina di volte, ma non sono ancora riuscito a capire come diavolo funziona!

Jane scoppiò a ridere.

−Appena arriviamo a casa, te lo spiego – rispose scuotendo il capo.

Non appena accostarono con l'automobile il vialetto della piccola villetta di periferia, Jane non poté fare a meno di notare un gufo appollaiato sul tetto. Aveva una lettera vergata di verde stretta attorno alla zampa. La strega sorrise. Sicuramente, David non avrebbe mai dimenticato quel giorno.





**** Ringraziamenti ****


Credo che questa sia la parte più difficile da scrivere di questo viaggio. 

Un viaggio iniziato alla fine del 2001, quando ho trovato la primissima edizione di Harry Potter e la Pietra Filosofale incartata sotto l'albero di Natale, con la promessa da parte di mia zia che quello sarebbe stato un libro magico.

Un viaggio che sarebbe proseguito nel 2005, quando avrei conosciuto Le Cronache di Narnia, e la me adolescente avrebbe letteralmente perso la testa per due occhioni neri un po' scontrosi che in qualche modo si specchiavano nei miei.

Un viaggio che avrebbe ripreso vita nel 2012, nel momento in cui quella che per tutto quel tempo non era stata nient'altro che un'idea si sarebbe posata per la prima volta sulla carta.

Un viaggio che sarebbe stato percorso ancora una volta lo scorso anno - parliamo del 2020 - arrivando a toccare il pubblico di Wattpad e facendo nascere ancora una volta tutta la magia nascosta in queste pagine, restituendo vita a personaggi che in qualche modo resteranno per sempre parte di me, e toccando grazie a loro le emozioni di tanti nuovi vicini e lontani, fatto nascere nuove amicizie e permesso a molti di noi di tornare a Hogwarts ancora una volta. 

Come Edmund e Jane, l'autrice di questa storia è stata un tempo una timida bambina diventata una donna, forse un po' "strega" anche lei, ma intimamente legata a loro, alle loro avventure, e anche al loro modo di essere. 

Per questo, arrivata al momento dei saluti, quella che molti di voi conoscono come Fedra ci tiene a ringraziare di cuore tutti voi per esserci stati - davvero - fino alla fine. Tutte le persone, ciascuno di voi, che hanno incontrato questa storia e hanno deciso di leggerla e talvolta commentarla fino all'ultimo capitolo. Tutti coloro che hanno amato i suoi personaggi e hanno permesso loro di rivivere ancora una volta. In questo anno complicato abbiamo spesso riso insieme, condiviso emozioni, talvolta anche qualche lacrima. 

Ripercorrere questo viaggio insieme a voi è stata una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto fino a questo momento. Mi avete aiutata a ritrovare la gioia di scrivere, di aprirmi agli altri, di superare quello che non vi nascondo è stato il momento più difficile e oscuro della mia vita, proprio come è avvenuto dieci anni fa, quando ho deciso di iniziare a scrivere questa storia.

Voi lettori siete veramente il dono più prezioso che la vita potesse donarmi, e proprio a voi va tutta la mia più sincera gratitudine. Speriamo di poter continuare a sognare insieme, nelle prossime avventure, e - chissà - magari un giorno potrò conoscervi davvero uno per uno.

Perché, in fondo, questo non è un addio, ma un arrivederci.

Grazie di tutto, grazie per la vostra luce <3

Vi voglio bene.

Vostra,

Fedra





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"La felicità la si può trovare anche negli angoli più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce."

(J. K. Rowling, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban)

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