Alto tradimento
A Edmund ci volle qualche secondo per accorgersi che la figura ammantata di scuro con i lunghi capelli fradici incollati al volto era proprio Jane. Non appena lo vide, la ragazza fece per dileguarsi su per la scale, ma lui fu più veloce, afferrandola per un polso.
−Che cosa è successo? – le domandò preoccupato.
Solo in quel momento il ragazzo si rese conto che aveva il volto rigato dalle lacrime.
–Niente, niente.
–Riguarda la vostra missione, vero?
Jane scosse il capo.
–Non mi va di parlarne – si schermì.
–Se non ne parli, nessuno potrà aiutarti.
La ragazza lo fissò con tanto d’occhi, poi, inaspettatamente, gli gettò le braccia al collo, prendendo a singhiozzare sommessamente sul suo petto. Il ragazzo sussultò, sorpreso da quella richiesta d’affetto, ma non la lasciò, stringendo dolcemente le braccia intorno alle esili spalle di lei.
–Oh, Edmund! – gemette. – Sapessi quanto mi sento emarginata dal mio stesso mondo, alle volte, come vorrei essere nata Babbana!
–Jane, che succede?
–Harry – singhiozzò lei. – Ho litigato con Harry.
Gli raccontò ogni singola parola che si erano scambiati poco prima, poi, spinta da un sottile desiderio di vendetta, gli rivelò anche la questione degli Horcrux. Nello scoprire la tremenda realtà dell’anima dilaniata di Voldemort, il ragazzo sciolse l’abbraccio, restando a fissare Jane turbato.
–Sette? – mormorò. – Sette pezzi?
L’altra annuì.
–E la profezia – aggiunse. – Quella in cui si parla di un’arma con cui Voldemort può essere sconfitto. Peccato che l’unica persona che conosceva la verità sia morta.
–Chi era?
Jane scosse il capo.
–Non so se è il caso di parlarne – rispose, pentendosi all’istante di aver fatto prendere una simile piega a quel discorso.
–Per favore, voglio sapere.
La ragazza trasse un profondo respiro.
–È la donna da cui ti ho salvato – rispose.
Il volto di Edmund, già di per sé dall’incarnato chiarissimo, divenne cereo.
–L-lei? – gemette terrificato.
Jane annuì.
Il ragazzo incassò la testa fra le spalle, lo sguardo perso nel vuoto.
–E sui miei genitori? – chiese a un certo punto. – Hai scoperto qualcosa su di loro?
La ragazza scosse il capo. Nell’ultimo anno, la strega non aveva fatto altro che spulciare registri su registri nei sotterranei del Ministero, munita di tutti i permessi speciali fornitegli dall’Ordine della Fenice, alla disperata ricerca delle sue vere origini, senza alcun risultato. Nessun bambino chiamato Edmund sembrava sparito negli ultimi diciassette anni. Sembrava quasi che il ragazzo non fosse mai nato.
–Resto della mia tesi sugli Auror, per il momento – rispose alzando le spalle. – Sai, prima della caduta di Voldemort, molti maghi erano entrati in clandestinità. È probabile che lui stesse dando la caccia ai tuoi genitori, quando sei nato. Per questo non sei registrato in nessuna anagrafe: volevano proteggerti.
–Il figlio di un Auror…di Serpeverde?
–Finché non sapremo la storia dei tuoi genitori, non saprò darti una risposta certa. Magari uno di loro era un Mangiamorte pentito. Chi lo sa. Comunque, di una cosa siamo certi: Voldemort ce l’ha con te per qualche motivo, perciò non puoi che essere dei nostri.
Edmund le rivolse un largo sorriso, grato per quelle parole.
–Sono contento che tu mi dica questo – disse. – Sai, alle volte vengo sopraffatto da una terribile sensazione, come se avessi un mostro nascosto dentro di me.
Jane gli sorrise, scuotendo il capo.
–Se fossi stato un mostro, me ne sarei accorta da moltissimo tempo – rispose ponendogli una mano sulla fronte. – Io non avrò cicatrici brucianti o la capacità di parlare ai serpenti come mio fratello, ma in cambio ho un dono meraviglioso: quello di poter leggere l’anima delle persone. E la tua è quanto di più perfetto e puro che abbia mai percepito.
Edmund le sorrise dolcemente.
–Quindi non pensi che io sia un mostro?– le chiese.
Lei scosse il capo. Il suo volto si avvicinò impercettibilmente a quello del ragazzo.
–Anche se lo fossi, io ti prometto che resterò sempre al tuo fianco, qualunque cosa accada. Solo tu mi hai sempre accettata per quella che sono, senza giudicare mai. Anche tu sei un emarginato come me. Io mi fido di te.
A quelle parole, Edmund avrebbe tanto voluto mettersi a gridare per la felicità. Nessuno sapeva mettere in fuga i fantasmi del suo oscuro passato quanto Jane.
−E cosa faresti se scoprissi una verità diversa da quella che ci aspettavamo? – le chiese trepidante.
−Mi basta quello che sei, non da dove vieni – rispose Jane decisa, sfiorandogli le labbra con le sue.
Improvvisamente, il sorriso di sempre era tornato a brillare sul suo viso. Non riusciva a essere triste per troppo tempo, quando si trovava con Edmund.
−Ti va se stiamo insieme, stasera? – le chiese lui. – Perlomeno ti distrai un po’, in attesa del ritorno di Harry.
Jane parve pensarci un attimo, poi annuì piano.
−D’accordo.
In quel momento, Edmund parve notare qualcuno oltre la spalla della ragazza.
−Ehi, un momento! Ma quello non è Caspian?
Anche Jane si girò, scostandosi una ciocca di capelli scuri che le era scivolata sul volto. Un giovane di poco più di vent’anni era appena entrato nella Sala d’Ingresso, asciugandosi gli abiti intrisi di pioggia con un colpo di bacchetta. Al suo passaggio, più di una ragazza gli lanciò un’occhiata furtiva per poi fuggire via ridacchiando. Nell’ultimo anno, Caspian era cambiato moltissimo. I capelli erano più lunghi e i tratti esotici sembravano più marcati, come se il ragazzo portasse il segno delle lunghe ore di ronda insieme ai colleghi Auror. Gli occhi neri erano solcati da aloni scuri e sul mento spuntava una rada barba non curata.
−Ciao, Caspian! – lo salutò Jane correndogli incontro. – Come mai qui?
−Silente aveva bisogno di rinforzi per stanotte – rispose lui scostandosi i capelli dal volto con un gesto stanco. – Avete visto Susan, per caso?
−Quando siamo usciti, era ancora in biblioteca a studiare. Pare sia decisa a giocarsi la salute, per questi G.U.F.O.
Caspian si lasciò sfuggire una risata divertita.
−Vedrò di distrarla un attimo, allora – commentò.
−Attento: sai quanto può essere pericolosa quando si trova sotto esame.
−Come se non lo sapessi! Ci vediamo dopo, ragazzi!
−Ciao!
−Stanotte – osservò Jane qualche minuto dopo, ripensando a ciò che avevano appena udito. – Che Silente si aspetti qualcosa in particolare?
Edmund scrollò le spalle con falsa spavalderia.
−Precauzioni – rispose, più che altro per tranquillizzare se stesso. – Semplici precauzioni.
***
Draco Malfoy spalancò l’anta dell’Armadio Svanitore. Uno spiffero d’aria fredda si scaturì dal suo interno buio, senza fondo. Con un brivido di eccitazione, il ragazzo vi saltò dentro, gli occhi serrati. Gli sembrò di precipitare nel vuoto per un tempo interminabile, fino a quando i suoi piedi non toccarono qualcosa di solido. Quando riaprì gli occhi, si ritrovò circondato da alte figure incappucciate. L’unica ad avere il volto scoperto era una donna di una bellezza selvaggia, i grandi occhi neri pervasi da un’espressione di perversa euforia.
−Ben fatto, Draco – sussurrò pizzicandogli la guancia. – Il Signore Oscuro ti ricompenserà lautamente, se stasera porterai a termine la tua missione.
Il ragazzo non disse nulla, limitandosi a scrutare gli incappucciati con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto pallido.
−Tuttavia, egli vuole che tu faccia un altro piccolo sforzo per lui – proseguì Bellatrix Lestrange.
−Non crede che uccidere un uomo sia già abbastanza? – rispose Malfoy, diventando sempre più cereo di attimo in attimo.
La strega scoppiò in una risata stridula.
−Oh, a quello ci penserà lui stesso, ma di certo non può introdursi a Hogwarts di persona per fare giustizia – proseguì. – Vedi, caro, ciò che il Signore Oscuro cerca è qualcuno del tuo stesso dormitorio. Un ragazzo senza famiglia, di cui nessuno conosce le origini.
−Stai per caso parlando di quello sporco filo-Babbano di Pevensie? – esclamò Malfoy, pronunciando il cognome di Edmund come se avesse appena detto una parolaccia particolarmente volgare.
−Ha tradito il suo sangue insudiciando con la sua sola presenza il nome stesso di Salazar Serpeverde. Il Signore Oscuro vuole eseguire lui stesso la condanna, dal momento che gli è già sfuggito una volta.
A quelle parole, Malfoy rabbrividì per l’orrore. Pochi mesi prima, quando Voldemort in persona era venuto da lui per incaricarlo della sua terribile missione, il ragazzo aveva assistito con i suoi occhi a quello che accadeva a coloro che venivano considerati traditori del proprio sangue. Smembrati un pezzo alla volta, davanti a una folla di Mangiamorte che li deridevano e li insultavano. Una tortura lenta e agghiacciante, che terminava nel momento in cui quei miseri resti divenivano il pasto di Nagini, il serpente di Voldemort. Quella era la fine che spettava a Edmund.
−Pevensie è solo un impiccione, nulla di veramente pericoloso – si lasciò sfuggire Malfoy, inorridendo al solo pensiero di essere costretto a vedere un suo compagno di Casa fare una fine così orrenda.
Bellatrix si lasciò sfuggire una risata che gli fece rizzare tutti i capelli sulla testa.
−Tu credi? – domandò in tono zuccheroso. – Ciò che ti chiede il Signore Oscuro non è un prigioniero qualunque. Ti ricordi la tua adorata zia Alhena? Lei è morta per portarlo in salvo, disobbedendo al Signore Oscuro. Quel ragazzo non è un mago come tutti gli altri. È quanto di più pericoloso possa esistere nel mondo magico.
−Ma non era Harry Potter, quello pericoloso? – protestò Malfoy.
−Non è il solo, purtroppo. E capisci che un’amicizia così profonda tra Potter e questo ragazzo potrebbe significare la fine di tutti noi. Forse lo Sfregiato sarà dotato di buon cuore, ma il suo amico è pur sempre un Serpeverde e vorrà la sua vendetta, quando gli si presenterà l’occasione.
−Lui non si darà pace finché non lo avrà catturato, vero?
−Esattamente. Ma non temere: stanotte siamo qui per aiutarti a non fallire.
Malfoy deglutì. Non poteva tirarsi indietro in nessun modo. Edmund Pevensie era ufficialmente condannato a morte.
−Allora, − incalzò Bellatrix passandosi la lingua sui denti in modo osceno – da che parte si entra a Hogwarts?
**** Angolo Autrice****
Eccoci qua, iniziamo ad alzare il velo dark su questa storia! - io vi avevo avvisati, comunque -
Spero di non essere stata troppo macabra, sappiate che Voldy non ci andrà per niente leggero con Edmund quando si troveranno facciaa faccia, ma sarà Bellatrix quella a dare il peggio di sé. Per fortuna c'è Jane, insieme a un vero e proprio esercito di persone pronte a difenderlo anche in una circostanza del genere.
A proposito, finalmente sono riuscita a trovare il coraggio di disegnare quei due: vi è piaciuta la fanart? ;) conto di farne altre, sono davvero adorabili insieme XD
Grazie ancora a tutti voi che mi state dando un sostegno pazzesco con questa fic. Spero che continui a puacervi e che nonvi deluda mai. Vi giuro, essere tornata a lavorarci sopra mi sta dando un entusiasmo che mi ero dimenticata di avere e vi sono immensamente grata per questo: mi state restituendo la pura gioia di scrivere che avevo ai tempi di Efp e che purtroppo avevo perduto per una serie di cose.
Se avete voglia di fangirleggiare senza ritegno insieme a me, vi ricordo il mio profilo Instagram le_storie_di_fedra
Un abbraccio grande <3
F.
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