I'm with Rudolph - Clizio Christmas Special!

SPOILER ALERT

Questo speciale natalizio di Claudio e Tiziano si svolge dopo la fine de L'ultimo Desiderio, il 23 dicembre 2016, MA contiene anche dei piccoli spoiler de L'ultimo Evocatore (nel senso che vengono rivelati degli eventi che verranno raccontati e spiegati solo nel corso di quella storia). Quindi leggete a vostro rischio e pericolo. Buone feste a tutti, e ci rileggiamo più sotto, nelle note! :)

***

«Buon Natale!»

Claudio fissò per una manciata di secondi il grosso pacco che Tiziano gli stava porgendo, braccia conserte, occhi sgranati e la bocca tesa in un'espressione serissima. Infine, emise un grugnito e lasciò cadere le braccia ai fianchi. «Ma che cazzo, Tizià! No, no, no!»

«Eddai...»

«Avevamo detto: niente regali de Natale! Io odio i regali de Natale! Nun t'ho preso gnente! E non ho intenzione di prenderti niente!» disse Claudio, sventolando minacciosamente un dito in direzione di Tiziano, che ancora teneva il pacco teso davanti a sé.

«Ma tu me l'hai già fatto il regalo!» Tiziano posò il pacco sul tavolo del salotto, fece un passo verso Claudio e gli afferrò una ciocca dei suoi bellissimi capelli rosa.

Claudio roteò gli occhi. «Questi non sono un regalo pe' te. Questi so' un gesto de protesta!»

«Ma sono bellissimi... È come se fosse un regalo.»

Claudio prese la mano di Tiziano, che stava sistemando un ciuffo rosa dietro le orecchie, e la abbassò delicatamente. «Tizià...  nun voglio regali. Poi magari me piace pure e me sento in debito co' te.»

«Non so se ti piacerà, è una cazzata...» Tiziano prese di nuovo il pacco dal tavolo e lo porse a Claudio. Aveva mentito: era certo che Claudio avrebbe detestato il contenuto, e la prospettiva di vederlo ancora più arrabbiato lo riempiva di divertimento. «E se proprio proprio proprio ti senti in debito, poi puoi sempre farmi un pompino...» 

Claudio accennò un sorrisetto. «Quello sempre molto volentieri...» Sbuffò. «E damme 'sto regalo, vediamo che cacata te sei inventato...»

Claudio scartò il pacco con rozzezza, strappando la carta con fantasia a Babbetti Natale. Conteneva una scatola, una scatola senza scritte e senza marca. «Mmm...» disse soppesandola. «È leggero... che ce sta dentro? Un vestito? Quarcosa da magnà?»

«E apri!»

Claudio finalmente alzò il coperchio, e Tiziano scoppiò a ridere quando sul volto del suo ragazzo si dipinse un'espressione assolutamente oltraggiata. «Ma che cazz...» Claudio estrasse dalla scatola un maglione. Un favoloso maglione rosso, dorato e verde, decorato con fantasie natalizie e un'eloquente scritta sulla schiena: I'm with... e il ricamo di una renna dal naso rosso che indicava con la zampetta verso destra. «No, Tizià... nun me dì che...»

Tiziano afferrò il proprio zaino, che aveva appoggiato ai piedi del divano, lo aprì e ne estrasse un maglione esattamente identico, ma con la direzione della zampa ribaltata.

Claudio lanciò il maglione a Tiziano. «No, no, no! Ma che è 'sta frociata, no! Me rifiuto de indossà i maglioni natalizi combinati!»

Tiziano scoppiò a ridere. Ma la risata fece riemergere il dolore alla costola rotta. «Ah...» esclamò mettendo una mano sulla cassa toracica.

«Ben ti sta!» esclamò Claudio indicandolo. «Vedi che succede a fà i regali der cazzo? Ehi... Tizià?» Claudio si fece improvvisamente preoccupato, si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. «Tizià, stai bene?»

«Sì, sì... uh...» Fece una risatina. «Ho fatto un movimento strano, tutto ok...» Ridacchiò ancora. «La tua faccia... dovevi vedere la tua faccia!»

«Guarda che nun me lo metto, er majone. Manco sotto tortura!» E per sottolineare il proposito, lo lanciò sul tavolino del televisore.

«Eddai... è il mio coming out!»

L'espressione di Claudio cambiò. Era sempre serio, ma non più arrabbiato. Fece una piccola smorfia. «Il tuo coming out con... i tuoi?»

«Sì.» Anche Tiziano era serio, adesso.

Claudio sospirò. Poi prese Tiziano per le spalle. «Tizià, mo' te devo dì 'na cosa che te sconvolgerà.»

La frase non piacque a Tiziano. Aveva un brutto presentimento. Non sembrava che Claudio stesse scherzando come suo solito. 

«I tuoi lo sanno già» sentenziò Claudio.

Tiziano si sentì a disagio, vedendo il suo presentimento realizzarsi. «Gliel'hai detto tu?»

«Sediamoci che ti spiego tutto.» Il tono di Claudio era grave.

I due ragazzi sedettero sul divano, rivolti uno verso l'altro. Si trovavano nel salotto dell'appartamento di Tiziano, e quello era il piccolo divano scalcinato su cui Tiziano aveva detto per la prima volta ti amo a Claudio. La stessa fodera a fiori, il televisore acceso a volume spento, con delle repliche di Champion's League. Il crepuscolo fuori dalla finestra. Una circostanza simile, ma  quello che Claudio stava per dire era qualcosa di molto più spiacevole. I genitori di Tiziano lo sapevano, ma Tiziano non ne era al corrente. Perché Claudio gliel'aveva tenuto nascosto? 

«Allora... da dove posso comincià?» Claudio prese le mani di Tiziano e cominciò a parlare con un tono calmo e comprensivo. «So' quattro mesi che i tuoi me vedono un giorno sì e l'artro pure, quanno non vengo io a casa tua vieni tu a casa mia, e quanno non stamo insieme stamo a messaggià de continuo, e qua'a sera che i pezzi de merda t'hanno menato me so' fiondato dentro l'ospedale che pareva che c'avevo le scarpe che 'e rotelle e i razzi missile, e mancava poco che mi' madre me mannava fori a carci in culo dar reparto perché stavo a fà troppo casino pe' quanto ero preoccupato, e du' giorni dopo me so' presentato a casa tua coi capelli rosa!» Claudio afferrò una ciocca, tirandola con una certa violenza. «Rosa, cazzo! Rosa! No blu, verde, castano... rosa fucsia! Tizia', fidate, i tuoi l'hanno capito da mo' che semo froci e stamo insieme.»

Tiziano rimase in silenzio per qualche secondo, un po' frastornato. Ma allo stesso tempo rassicurato: nessun complotto ai suoi danni, si trattava solo di ipotesi di Claudio.

Si schiarì la voce. «Ok... È vero che ogni tanto sono un po' rincoglionito...»

«Togli ogni tanto e un po'...»

«Ok, è vero che sono rincoglionito...»

«Aggiungi molto...»

Tiziano sospirò. «Mi lasci finire?»

Claudio alzò le mani. «Ok, ok...»

«Dicevo... è vero che sono rincoglionito, ma guarda che la rincoglionitaggine nella mia famiglia è ereditaria.»

Claudio si grattò il mento e guardò il soffitto, come se stesse riflettendo. «Mmm... sì, in effetti tuo padre è rincojonito forte...» Guardò di nuovo Tiziano. «Ma tua madre no. Fidati, lei l'ha capito. E se l'ha capito, forse l'ha detto pure a tuo padre. A' Tizià, ho scritto "fanculo il preside bigotto" su Instagram, quanno ho postato la foto co' 'sti capelli der cazzo!»

«I miei non guardano i social...»

«Va be', pure se non guardano i social, i capelli rosa ce l'ho, nun so' daltonici, l'hanno visti. Più tutto er resto che t'ho detto prima...»

Tiziano si morse un labbro. «Dici che i maglioni sono inutili?»

«Non solo so' inutili, so' pure brutti!»

Tiziano sospirò.

Claudio sospirò con maggiore intensità. «'O sapevo...»

«'O sapevo cosa?» 

Claudio, quando voleva, era parecchio melodrammatico. Fece un secondo sospiro, una smorfia, e per una frazione di secondo un piccolo sorriso. «Te odio quanno fai qua'a faccetta da... da... da cagnolino frocio!»

«Cagnolino frocio?»

«Sì! Così!» Claudio storse la bocca e atteggiò gli occhi in un'espressione pietosa.

«Non stavo facendo quella faccia!» protestò Tiziano.

«Sì che la stavi a fà.» Claudio allungò il braccio verso il tavolino del televisore e afferrò il maglione.

Il cuore di Tiziano fece una capriola dalla gioia. Batté le mani per sfogare un po' l'entusiasmo. «Te lo metti? Davvero? Ce lo mettiamo?»

«Piglia il tuo e mettitelo. Prima che cambio idea...» Claudio si stava già levando la felpa.

Tiziano prese il suo maglione. Prevedendo (sperando) di doverlo indossare, era già in camicia, niente indumenti da togliere. Lo rimboccò e infilò la testa nel collo: le costole rotte gli rendevano difficoltosa qualsiasi operazione di vestizione. 

Claudio, che aveva già finito, se ne accorse. «Ti serve una mano?»

«No, no, ci riesco...»

Ma Claudio lo aiutò lo stesso, gli infilò le braccia nelle maniche, facendo molta attenzione a non muoverlo troppo e infine tirò giù il corpo del maglione, fino in vita.

No. Non fino in vita. Arrivava molto più in giù.

Claudio studiò Tiziano. Poi esaminò se stesso.

Si alzò in piedi. Allargò le braccia e le maniche risalirono fino a metà avambraccio, mentre l'orlo inferiore del maglione arrivava più o meno all'altezza dell'ombelico. 

«Ehm...» tentennò Tiziano.

«Arzete un po'...»

Tiziano si alzò: le maniche gli penzolavano ben oltre le mani e l'orlo del maglione gli arrivava sotto al sedere.  «Credo di aver invertito...»

«Credi?» Claudio scoppiò a ridere, e anche Tiziano si unì alla risata. 

Ridendo, si misero di nuovo a sedere sul divano. Claudio si asciugò una lacrima dagli occhi. «Poi ogni tanto penso...» Fece un'altra risatina, prima di calmarsi. «Penso: perché me so' messo co' 'sto rincojonito fracico? Vedi?» Allargò le braccia, tirò su le maniche. «'Ndo lo trovo 'n artro che me fa ride così?»

Tiziano sentì il cuore riempirsi di tenerezza. «Oh Claudio, ti ho mai detto che...»

«Sì, tipo cento vorte.» E così dicendo mise una mano sulla nuca di Tiziano, lo tirò a sé e lo baciò.

Tiziano chiuse gli occhi, aprì la bocca a quel bacio, lungo, lento, appassionato. Le sue mani si infilarono sotto al maglione troppo corto di Claudio, tirarono su la maglietta, accarezzarono la sua pelle, la sua schiena.

Claudio si allontanò, e le sue mani si diressero alla patta dei jeans di Tiziano, la slacciarono.

«Stai mica per ricambiare il regalo?» chiese Tiziano, col cuore in gola e un'erezione pulsante che spingeva per uscire dalla patta aperta.

«Ah, ma quindi quanno te fa comodo non sei rincoglionito...» Claudio si inginocchiò a terra, davanti a lui.

Tiziano sollevò un po' il bacino, per consentire a Claudio di tirargli giù i pantaloni. Strinse i denti per l'ennesima fitta di dolore alle costole.

«Stai fermo, stupido, ché sennò ti fai male...»

Come faceva ad accorgersene sempre? Tiziano faceva di tutto per cercare di dissimulare il dolore, ma Claudio lo notava. Sempre. Ogni singola volta.

Claudio, infine, abbassò anche le mutande e leccò l'erezione di Tiziano su tutta la lunghezza, dai testicoli alla punta. Tiziano mugolò. «Bello, eh? Avecce lo schiavo sessuale...» commentò Claudio.

Tiziano rispose con un secondo mugolio e una risatina, mentre Claudio cominciava a far scorrere la propria bocca su e giù. Tiziano infilò le dita tra i capelli rosa del suo ragazzo, per accompagnare i movimenti. Dio, com'era diventato abile! Sapeva alla perfezione come aumentare e diminuire la stimolazione per prolungare al massimo il piacere. Tiziano non doveva fare niente, la sua mano sulla testa di Claudio era inerte. Era Claudio a fare tutto da solo, come se leggesse nella mente di Tiziano e prevedesse i suoi desideri. 

Dopo qualche minuto, Claudio infilò la mano nelle proprie mutande e cominciò a masturbarsi.

«Ehi...» disse Tiziano. «Se vuoi divertirti un po' anche tu, io avrei una mezza idea...»

Claudio interruppe tutte le operazioni. Si tirò su, appoggiò le mani sulle ginocchia di Tiziano e avvicinò il proprio viso al suo. «Se voglio divertirmi? Io?» Alzò un sopracciglio. Le sue labbra erano così rosse e bagnate... Tiziano avrebbe tanto voluto morderle...

Ma allungare il collo verso Claudio gli avrebbe causato l'ennesima fitta di dolore. Quindi rimase fermo e si limitò ad annuire.

«Te ne stai ad approfittà di me.»

«Eddai...» disse Tiziano. «Lo so che ti piace...»

«Te ne stai ad approfittà di me» ripeté Claudio, sillabando la frase più lentamente.

«Se famo in fretta rimane bagnato...» lo provocò Tiziano.

Claudio rise, poi si avvicinò a lui e finalmente lo baciò, Tiziano lo premiò mordendogli le labbra. Si baciarono per qualche istante, poi Claudio si chinò di nuovo sul pube di Tiziano, lo succhiò e lo leccò, si abbassò con un gesto quasi brutale mutande e pantaloni, si girò di spalle e sedette su di lui. Tiziano guidò con la mano la propria erezione dentro Claudio, e di lì in avanti fece tutto Claudio, muovendosi ritmicamente su e giù e accompagnando con degli ansiti ogni affondo. Tiziano vedeva la sua nuca rosa e la sua schiena per metà coperta dal maglione corto, col ricamo "I'm with..." e la renna Rudolph che indicava a destra.

«'Sto majone der cazzo...» esclamò Claudio dopo un po', in tono esasperato. Lo sfilò con gesti rapidi, e si tolse anche la maglietta, restando completamente nudo. «Tu 'un c'hai calla, Tizià?» chiese, girando appena la testa all'indietro, non smettendo un attimo di muoversi.

«No» rispose Tiziano tra un ansito e l'altro. «Stai facendo tu tutta la fatica...»

«Eh, stai comodo, me raccomanno... eh... uh... ah...»

Sentirlo gemere in quel modo gli fece perdere il controllo. Tiziano afferrò Claudio per i fianchi e lo spinse a muoversi più rapidamente, sempre più rapidamente, fino a che non venne dentro di lui.

Ma Claudio non aveva finito. Tiziano allora lo spinse ad alzarsi, lo girò e si tirò su, per incontrare l'erezione con la bocca. Alzare il busto dallo schienale del divano gli causò un lieve dolore, ma era talmente preso dal desiderio di dar piacere a Claudio che quasi non se ne accorse. E Claudio era talmente eccitato che bastarono pochi secondi di stimolazione per far esplodere il suo orgasmo nella bocca di Tiziano.

I due ragazzi rimasero così a guardarsi, Claudio in piedi, Tiziano seduto, per qualche secondo. Poi Claudio prese le mani di Tiziano e lo aiutò ad alzarsi. Insieme andarono in bagno a darsi una rinfrescata.

Tiziano, poco prima, aveva mentito sul fatto di avere caldo, perché non voleva interrompere Claudio, ma ora sentiva il bisogno di cambiarsi perché con maglietta, camicia e maglione aveva sudato parecchio. Claudio fu felice di aiutarlo. Gli accarezzò il torso nudo, dopo averlo spogliato, sfiorando con le dita i lividi violacei. «Pezzi di merda...» sussurrò.

«Dai Cla', non ci pensare» lo rassicurò Tiziano. 

Claudio alzò lo sguardo al suo viso e lo accarezzò sulla gota, dove Tiziano aveva un altro livido. «Ti fa ancora male, questo?»

«No, solo se premo. Veramente... non ci pensare!»

«Come faccio a non pensarci?»

«Pensa che tra cinque minuti ti faccio rimettere quel bellissimo maglione!»

L'espressione di Claudio mutò in un grugno seccato. «Dai, annamo in camera tua che t'aiuto a infilà 'na majetta pulita.»

Tiziano prestò una maglietta anche a Claudio (una delle più larghe che aveva), e dopo che Tiziano si fu rivestito, tornarono in salotto, per consentire anche a Claudio di indossare di nuovo i propri indumenti.

Per ultimo Claudio infilò il maglione. Stavolta quello giusto. «E mo' dovemo solo da aspettà i tuoi per il grande annuncio.»

«Vedrai, ci scommetto cento euro che non l'hanno capito.»

«Scommettiamo il tuo culo?» propose Claudio.

«Daje! Ci sto! E se avevo ragione io mi dai il culo tu!»

«Fatta!»

***

Quando Augusto e Rebecca aprirono la porta di casa, carichi di borse dello shopping natalizio, Tiziano stava cantando a squarciagola con la sua voce stonata e Claudio stava cercando disperatamente di farlo smettere.

«Rudolph, with your nose so bright, won't you guide my... oh ciao ma'! Ciao pa'!»

«Ve giuro, è mezz'ora che sto a cercà de fallo smette» cercò di scusarsi Claudio.

«Ma no, perché? È una bella canzone» commentò Augusto sorridendo. Claudio non cessava mai di stupirsi quanto somigliasse al figlio. Non solo nei lineamenti, anche nei modi di fare, di camminare, di parlare...

«Rudolph the Red-Nosed Reindeeeeer, you'll go down in historyyyy!» 

...ma non di cantare. Claudio non aveva mai udito il padre di Tiziano cantare. A difesa di Tiziano, nemmeno lui era un grande amante del canto, ma quella sera, chissà perché, si era fatto prendere dall'entusiasmo, ed era la terza volta che faceva ripartire quella stupida canzone da YouTube.

«E finiscila...» sbottò la madre spazientita. «Che so' sti majoni teribbili?»

«Sono un regalo di Natale» disse Tiziano. Claudio lo vide deglutire. All'improvviso era emozionato. Visibilmente emozionato. Claudio provò un moto di tenerezza per lui, avrebbe voluto prendergli la mano. Ma era un gesto che avrebbe anticipato il coming out, quindi si trattenne, per non rovinargli il momento.

«Ho sempre trovato i maglioni natalizi adorabilmente kitsch» commentò il padre con un sorrisetto divertito.

Quant'è frocio inconsapevole, quest'omo, pensò Claudio.

«C'è una scritta sulla schiena» disse Tiziano. Rivolse un'occhiata a Claudio, che annuì, e i due ragazzi, coordinati alla perfezione, si girarono e diedero le spalle ai genitori.

Claudio lesse la paura sul volto di Tiziano. Gli sorrise, per tranquillizzarlo. Vedrai che lo sanno già... e me dovrai dà er culo.

«Oh, ma è Rudolph!» esclamò Augusto. «Come la canzone! Ahah, molto divertente.»

Tiziano resto immobile per qualche secondo. «Ehm... c'è anche una scritta...»

«I'm with... mmm... non capisco.»

«A rincojoniti, ve siete messi ar contrario» disse Rebecca portandosi davanti a loro. Scosse la testa, prese Claudio per le braccia e lo fece spostare alla sinistra di Tiziano. «Da mi fijo m'a aspettavo, ma da te popo no... me sembravi un tipo svejo.»

«E che seconno te me ricordo da che parte stava a indicà Rudolph?» si giustificò Claudio. «Ho visto 'sti majoni orendi per la prima volta in vita mia mezz'ora fa!»

«Continuo a non capire...» disse Augusto alle loro spalle. «È tipo quelle magliette I'm with stupid? Ma non c'è scritto niente dopo i puntini... C'è solo Rudolph. I'm with Rudolph

«Stanno insieme teso'!» Esclamò Rebecca. «Io sto co' lui, lui sta co' me... Non la vedi la zampetta che indica? Maro'... due ce n'ho! Due!» Allargò le braccia e guardò Claudio negli occhi. «Capisci il mio dramma? Prima er marito rincojonito, poi pure er fijo!»

Claudio rise, mentre alle loro spalle il padre stava mormorando un lungo. «Oooooooh...»

I due ragazzi infine si girarono, a fronteggiare nuovamente Augusto. «Cioè, a scanso di equivoci...» disse lui.

«Che con te sono all'ordine del giorno» lo interruppe Rebecca.

«A scanso di equivoci,» ripeté Augusto, «mi state dicendo che siete gay e siete impegnati in una relazione?»

«Sì» disse Tiziano con un filo di voce.

«Sì» ribadì Claudio con fermezza.

Il padre di Tiziano alzò le sopracciglia. «Oh be'...» Si schiarì la voce. «Non posso dire di non essere sorpreso, ma... va bene, ehm...» Guardò la madre. «Cosa dovrei dire? Ma tu lo sapevi?»

«Certo che lo sapevo! So' quattro mesi che stanno a fà i piccioncini. Questo s'è fatto pure i capelli rosa, mancava solo che se tatuasse sono gay in fronte!»

«Mh...» Il padre di Tiziano scosse la testa facendo una smorfia. «Non dire sciocchezze. Ho tanti studenti coi capelli rosa, io... non sono mica tutti gay! È un vezzo di originalità.»

«Tutti froci, dar primo all'ultimo» chiosò Claudio.

«Fro... uh!» Augsto strabuzzò gli occhi come avesse appena udito una bestemmia.

«A papà non piace il linguaggio politicamente scorretto...»

Ecco da chi ha preso er maestrino cacacazzi...

Augusto scosse la testa. «No, no, va bene. Sono favorevole alla riappropriazione del linguaggio politicamente scorretto da parte delle minoranze. Trovo che sia un forte strumento di emancipazione.»

«Daje!» approvò Claudio. Augusto era così simile al figlio...

«Nun te mette a parlà difficile...» gridò la madre, che intanto era andata a portare le buste in un'altra stanza.

«Ma quindi...» disse Tiziano, avvicinandosi un passo al padre. «È tutto... tutto ok per te?»

Il padre si strinse nelle spalle. «Certo, perché non dovrebbe esserlo? Claudio mi sta molto simpatico e tu sembri contento.» Sorrise. «Cioè, te l'ho detto... Sono stupito, non me l'aspettavo... Non stavi con una ragazza qualche anno fa? Ah, aspetta... sei forse... bisessuale?» 

Tiziano scosse la testa, le guance color porpora. «La ragazza è stata un esperimento... E poi ho capito che... mmm, no... e p-poi...»

«Bene, e mo' c'è solo una cosa da organizzà» annunciò la madre tornando da loro e interrompendo i cincischiamenti di Tiziano.

«Che cosa?» chiese Tiziano.

«Dopodomani, venticinque dicembre, ore tredici, pranzo di Natale in famiglia! Voglio conoscere i tuoi genitori!» Rebecca sorrise battendo le mani.

Claudio si sentì sprofondare in un terrificante sconforto. «No...»

«No, mamma, senti...»

«È un'ottima idea!» esclamò Augusto.

«È un po' presto...» cercò di farla ragionare Tiziano.

Ma Rebecca sembrava aver già deciso. «Dai, che Laura l'abbiamo già conosciuta in ospedale, ti ricordi?»

«Ah sì! L'infermiera!»

Claudio e Tiziano cercarono disperatamente di convincere i genitori di Tiziano a desistere da quello che entrambi sembravano reputare un programma agghiacciante, ma loro non vollero sentir ragioni.

«E quindi, pranzo coi suoceri» concluse mestamente Tiziano, mentre i due ragazzi si rintanavano in camera dopo mezz'ora di discussione.

«Tu e le tue idee der cazzo... se aspettavi de fà er coming out dopo le feste...»

«Avrebbero organizzato una cena random. Conosco mia madre.»

Claudio sbuffò. Tiziano probabilmente aveva ragione.

«Come ci regoliamo con la scommessa?» chiese Tiziano.

«Ah già, er culo. Mmm... su tua madre c'avevo ragione io, su tuo padre tu...»

«Facile! Cinquanta e cinquanta! Io a te e tu a me, uno per uno. Se vuoi puoi andare per primo.»

«Oh, mi concede questo onore, milord top?»

Tiziano rise. Aprì la porta ed entrarono in camera. «Eddai... parli come se stessi sempre sopra io...»

Claudio lo guardò, cercando di esprimere disappunto e riprovazione. «Me fa ancora male er culo pe' prima» sussurrò.

«Be', però tipo...»

«E pe' ieri.»

«Però...»

«E pe' tre giorni fa...»

«Quattro giorni fa però ero stato sotto io!»

«E cinque giorni fa?»

«Mmmh...» Tiziano si grattò il mento. «Ma è perché in questo periodo sto poco bene e...»

«Sì, sì...» Claudio gli diede un buffetto sulla spalla, facendo attenzione a far piano. «Dai, levati quei pantaloni che er bijetto top class mo'o pijo subito, prima che milord cambi idea...»

«Che tu ci creda o no, lo faccio con molto piacere!»

Claudio non disse altro. Prese il viso di Tiziano tra le mani e lo baciò, pregustando di trascorrere una piacevole serata dell'antivigilia insieme al suo ragazzo.

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Note di Natale (La canzone di Rudolph va bene?)(Io la adoro)(Guilty pleasure)

https://youtu.be/44bL90HP0Ys

Buone feste a tutti! Piaciuto il regalino natalizio? 

Se sì, dovete ringraziare tutti in coro crustysava che mi ha fatto questa richiesta pubblicamente su un Secret Santa pubblicato dagli Ambassadors di Wattpad... e niente, ho deciso di interrompere per un attimo la revisione della mia nuova storia, Play, per dedicare un po' di tempo ai nostri vecchi amici!

Sappiate che in questi giorni ho anche finito di stilare tutta, ma proprio TUTTA nel dettaglio, la trama del terzo sequel de L'Ultimo Desiderio. Ebbe sì! Comincerò a breve a scriverla, contenti?

Quanto alla nuova storia, Play, è in mano ai miei fidi beta, che approfitto per ringraziare per l'ennesima volta: Floricienta94Eilandreafailla94 e Juiceissweet. Tanti cuoricini a voi, e scusate se vi ho lasciato appesi per una giornata, ma volevo dedicarmi completamente a questo piccolo regalo.

La pubblicazione di Play  slitta ovviamente al prossimo anno, ma siamo vicini! Non demordete! E ricordate che potete aggiungerla già alla vostra biblioteca, per ricevere la notifica quando comincerò a pubblicare: in caso non l'abbiate visto, ho già messo online un capitolo di presentazione dei personaggi!

A presto, e se lo specialuccio vi è piaciuto non dimenticate di lasciarmi una stellina :)

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