RACCONTAMI DI UN GIORNO PERFETTO (ALICE)
Avete presente quella sensazione, quando al mattino apri gli occhi e hai la certezza che tutto andrà esattamente nel modo in cui ti aspetti? È così che mi sono svegliata questa mattina, il mio ultimo primo giorno di liceo. Avevo sognato questo momento per anni, lo avevo immaginato in un solo modo ed ero assolutamente sicura che tutto sarebbe andato secondo i miei piani.
Avevo raggiunto il liceo nel centro di Torino insieme a Roberto, il mio migliore amico e candidato insieme a me come rappresentante d'istituto; avevamo parlato del nostro programma, redatto nei minimi dettagli, e delle novità che avremmo introdotto nelle attività scolastiche e che, ne eravamo certi, i nostri compagni avrebbero adorato.
Ero scesa dalla macchina a testa alta e risoluta, consapevole delle mie potenzialità. Avevo varcato il portone in legno a doppio battente dell'edificio di fine ottocento che ospita la mia scuola con il sorriso ancora stampato sulla mia faccia e neanche il volto strafottente di Matteo Terzi, il mio rivale come rappresentante d'istituto, era riuscito a cancellarlo.
Lo aveva fatto la Dirigente scolastica, circa quindici minuti più tardi, nel suo ufficio quasi soffocante, pieno di armadi in legno lucido, comunicandoci una notizia inaspettata e, almeno per la sottoscritta, orribile. Non per Rob però, che in questo momento sta abbracciando Arianna, candidata con Terzi e nostra rivale, perché entrambi hanno vinto una borsa di studio della durata di otto mesi a Londra.
Non fraintendete, sono veramente felice per Rob e Arianna, avevano fatto richiesta mesi fa e sostenuto innumerevoli test per riuscire ad ottenerla; in più è un'occasione unica, che entrambi meritano visto il loro impegno. Il problema è che ora sono da sola e trovare un sostituto valido che mi affianchi come rappresentante in poco tempo, praticamente in un paio di giorni, è un'impresa impossibile. Come è impossibile che la Dirigente mi accordi la possibilità di proseguire da sola, anche se spero vivamente di no, perché la mole di lavoro è decisamente troppa per una persona sola. Potrei provare a chiedere a Melania, la mia migliore amica, ma è così piena di impegni extra scolastici che accetterebbe solo perché mi vuole bene.
La voce della Dirigente mi strappa da quel vortice di pensieri e mi riporta alla realtà, anche se le parole che pronuncia mi lasciano decisamente allibita.
«Purtroppo il tempo non è a nostro favore, le prime riunioni con i rappresentanti dei genitori e i docenti inizieranno tra un paio di settimane e non ho la possibilità di concedervi di trovare un altro candidato, quindi Terzi e Sibona sarete voi i rappresentanti d'istituto per questo anno scolastico.»
Se un'incudine mi fosse caduta in testa, credo che sarebbe stata più delicata.
«Cosa?» rispondiamo all'unisono io e Matteo, che è rosso in volto, noto osservandolo con la coda dell'occhio, con le labbra, già di per sé sottili, ridotte a una linea quasi invisibile.
La Dirigente sospira «So che i vostri rapporti in questi anni non sono stati molto rilassati, ma ho letto i programmi che avete presentato e sono simili. Sono certa che possiate collaborare e ottenere buoni risultati.»
«Professoressa Garino, scusi se mi permetto, ma questo non è democratico. Gli studenti non hanno potuto scegliere e dare la loro preferenza» dico tutto d'un fiato.
Sento una risata soffocata accanto a me «Di questo dovresti essere contenta, Alice, altrimenti avrei vinto a mani basse.»
Sposto il mio sguardo furente su Matteo, incrociando i suoi occhi sprezzanti «È quello che ti racconti per dormire la notte, Terzi?»
Il ragazzo fa per replicare, ma non glielo concedo, voltandomi verso la Dirigente.
«Sarà un disastro! Lei lo sa, io lo so e lo sa anche Matteo. Non possiamo funzionare insieme!»
«Invece credo che lo farete funzionare, signorina Sibona. Siete i due migliori studenti dell'istituto, con una media altissima e un'ottima capacità di adattamento. Sono certa che troverete il modo di affrontare questa sfida, soprattutto per il bene degli studenti.»
Sono sul punto di replicare che no, non possiamo collaborare, siamo troppo incompatibili a livello caratteriale, ma non ne ho il tempo.
«Mi aspetto il programma per le assemblee studentesche in autogestione entro la prossima settimana; ricordate che quella di Gennaio dovrà avere come argomento la giornata della memoria. Ne discuteremo venerdì della prossima settimana, quindi dovrete darvi da fare. Vi invierò una mail con le date delle riunioni già programmate. Avete altro da aggiungere?»
Oh sì, avrei una marea di altre cose da aggiungere, come il fatto che Matteo è la scelta più sbagliata per questo ruolo, che farmi lavorare con lui è quanto di più simile a un girone infernale esista, ma non dico nulla. È palese che la domanda della Garino sia retorica, è stata chiara, anche se non lo ha detto apertamente: o insieme, o nulla. E non posso accontentarmi del nulla: ho lavorato duramente quattro anni per raggiungere questo obiettivo, creando un curriculum di tutto rispetto, non lascerò che un piccolo intoppo mi sbarri la strada.
Scuoto la testa e vedo Matteo fare lo stesso, così veniamo congedati. Appena fuori dall'ufficio abbraccio Rob.
«Sicura di non essere arrabbiata?»
«Sicura, Rob. Sono felice per te, te lo meriti! Anche se mi mancherai tantissimo.»
«Mi mancherai anche tu, Sib.» Stampa un bacio sulla mia fronte, che mi strappa un sorriso, mentre mi volto verso Arianna, ignorando volutamente l'altro ragazzo.
«Sono contentissima anche per te, Ary. Hanno scelto i due studenti migliori.»
Mi avvicino e l'abbraccio, perché posso anche non sopportare Matteo, ma con la ragazza ho sempre avuto un rapporto più che decente e ho molta stima di lei.
«Grazie, Ali. Sono sicura che voi due insieme riuscirete a fare un grande lavoro. Sai, credo che alla fine questa possa essere una cosa positiva, meritate entrambi di essere rappresentanti di istituto!»
Positivo? No, l'unica cosa positiva è che tra nove mesi non dovrò più vedere la faccia arrogante di Matteo. Non perde mai occasione di dimostrare di saperne più di me, soprattutto nelle materie matematiche, ma si sa, le sconfitte bruciano. Non ha mai digerito il fatto che alla prima gara dell'istituto lo abbia battuto, o meglio stracciato, quando non era stato in grado di rispondere alla domanda di latino, così avevo vinto il premio e l'onore di rappresentare la scuola ai campionati cittadini, poi provinciali e infine regionali. Certo, lui non aveva perso tempo e nella gara di matematica mi aveva a dir poco umiliato, cosa che aveva fatto ogni anno, divertendosi a vedermi in difficoltà. Credo che sia stato in quel momento che è iniziato tutto: il nostro astio e la nostra necessità di surclassare l'altro.
Mi volto verso la mia nemesi e lo trovo a fissarmi con uno sguardo scocciato.
«Terzi.» Dico, senza abbassare gli occhi.
«Sibona.» Risponde, con una nota di fastidio nella voce. Prendo un respiro e mi arrendo a quello che è il mio destino, deciso dalla Garino e con cui non sono assolutamente d'accordo.
«Ci vediamo in biblioteca dopo le lezioni?»
«In biblioteca, va bene.»
Passa un braccio attorno alle spalle di Arianna e la trascina verso la loro aula, mentre io indugio ancora per un attimo con gli occhi puntati verso di loro e non posso fare a meno di chiedermi se stiano insieme, oppure se tra di loro ci sia stato qualcosa di più in passato, perché quell'atteggiamento è molto intimo, così diverso da quello che ho io con Roberto. Scuoto la testa, ricordando che Matteo non ha storie serie, si limita ad avere rapporti sessuali con ragazze a caso, senza mai impegnarsi.
«Te la caverai, Sib. Secondo me Ary ha ragione: potreste fare grandi cose! Dovete solo deporre l'ascia di guerra e cercare di non ammazzarvi.»
Riporto gli occhi sul mio migliore amico e cerco di abbozzare un sorriso.
«Cercherò di evitare la galera in tua assenza, ma non posso assicurare di riuscire ad evitare di mandarlo in ospedale.»
Rob alza le sopracciglia «È un bestione di un metro e novanta, molto allenato, cosa pensi di fare?»
«Io e il mio quasi metro e settanta siamo abbastanza in forma da potergli fare male e comunque le palle le ha anche lui, quindi posso sempre evirarlo.»
Scoppia a ridere e mi spinge verso la nostra aula «Solo Terzi riesce a tirare fuori il tuo lato violento.»
Quando entriamo in aula la prima lezione di storia è già iniziata, ma non me ne preoccupo, in genere le prime ore dell'anno sono dedicate alla presentazione del programma e alla ripresa di quello precedente, su cui sono preparata, visto il ripasso generale che ho affrontato nelle ultime due settimane. Ho la fortuna di memorizzare le informazioni molto velocemente e con poche letture, ma è una dote che deve essere allenata. Non sono una secchiona, o almeno non mi piace ammetterlo, anche se mi rendo conto di essere un po' saccente ogni tanto, ma è solo perché sono preparata e se correggo gli altri lo faccio solo perché così possono imparare qualcosa, anche se a volte vengo fraintesa. Tranne con Terzi: con lui mi diverto a sottolineare quello che non sa.
Prendo posto accanto a Melania, la mia migliore amica, che guarda interrogativa prima me e poi Rob, cercando di carpire informazioni sull'incontro con la preside, ma entrambi le facciamo segno che dopo avremmo spiegato tutto, anche se l'espressione scocciata che mi sento addosso non le sfugge, come quella felice del nostro amico. Infatti, appena suona la campanella del cambio ora, si volta verso di me.
«Allora? Che è successo?»
Indico con la testa Roberto, che non perde tempo e le racconta di Londra e di Arianna. Lei lo abbraccia felice, ma un attimo dopo, in uno sbuffo di riccioli biondi, lunghi e indomabili, torna a guardarmi.
«Farò la rappresentante di istituto con Terzi.» Dico, con tono funereo. Rimuginare sulla novità per un'ora non ha aiutato il mio umore.
«Scherzi?»
«Magari! Questa deve essere una punizione divina per qualcosa che ho fatto!» Piagnucolo, abbandonando la testa sul banco.
«Vi ucciderete.» Afferma con sicurezza.
«È quello che ho tentato di spiegare alla preside, ma secondo lei riusciremo a collaborare. Non so come riuscirò a sopravvivere per un anno.»
«Nove mesi, tesoro mio. Vedila come una gavetta per il tuo futuro.» Dice lei, con intento consolatorio.
Sembrano eterni comunque, ma forse ha ragione: per diventare un avvocato devo avere pazienza e sangue freddo, quindi potrebbe essere un buon banco di prova.
Le lezioni riprendono e io cerco di prendere appunti sui programmi, provando ad intuire quali saranno i punti salienti e quindi essere preparata per interrogazioni e compiti in classe. Mi piace sapere le cose in anticipo, essere preparata sugli avvenimenti futuri, in modo da avere un piano d'azione e un piano di riserva. Odio i fuori programma, mi mettono ansia. Sapere cosa mi aspetta mi aiuta ad affrontare le cose con tranquillità, avere presente quali potrebbero essere gli imprevisti mi aiuta ad essere serena. Non sono una pazza maniaca del controllo, so che non è possibile programmare tutto e ci sono cose che non sono prevedibili, ma per tutto il resto voglio essere preparata.
Forse è per questo che sono così preoccupata per questo anno: Matteo Terzi è imprevedibile e, almeno per me, incomprensibile. Non so mai cosa aspettarmi da lui, cosa deciderà di fare, o di dire. Mi chiedo come faccia ad essere così bravo a scuola, visto che sono certa che non abbia un programma di studi decente, ma è il pupillo dei professori, lo adorano per la sua parlantina fluida e la sua capacità innata di piacere a tutti. Chiarisco un piccolo punto: io piaccio alle persone, anche se qualcuno mi ritiene un po' strana e troppo secchiona, a volte troppo rigida. Problemi loro, comunque. Non ho mai badato molto al giudizio degli altri, soprattutto perché i fatti mi hanno sempre dato ragione, presto o tardi.
Passo l'intervallo a discutere con Rob e Mel, cercando di capire cosa tirerà fuori Terzi durante il nostro incontro, quale sia il suo programma, visto che la preside lo ha definito simile al mio, cosa a cui fatico a credere, visto quanto siamo diversi. Non vengo a capo di nulla, quindi, quando suona la campanella che segnala la fine delle lezioni, raduno libri e appunti e mi dirigo verso l'uscita. Mi prenderò un panino da mangiare in fretta, poi mi rinchiuderó in biblioteca con Matteo, spero per il minor tempo possibile.
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