Capitolo 2
Shouji passeggiava tra la natura del suo villaggio, mentre canticchiava qualcosina inventata sul momento.
Quel giorno il sole alto nel cielo, che maestoso ergeva tra quei fitti e alti alberi stecchi. Si stava dirigendo verso la casetta, che da due anni condivideva con suo marito. Come lui, anche l’altro era un puro Alpha. A entrambi piaceva dominare e odiavano essere sottomessi, per questo quasi ogni notte si reputava un dibattito acceso. Shouji, non voleva essere quello che stava sotto. Voleva anche lui stare sopra e possedere il corpo del compagno. Ma, come ogni volta, l’altro non glielo permetteva e finiva sempre per quello che, veniva inchiodato di pancia al materasso e con le mani sopra la testa, strette tra la forza possente del suo dominatore, inginocchiato e con il sedere a ponte puntato verso l’addome marmoreo. In attesa di essere preso e torturato in tutti i modi possibili e immaginabili.
Sbuffò ad un certo punto e corrugò le sopracciglia, scalciando via un sassolino, ringhiando come un Cana rabbioso.
« ARG! MA STANOTTE NON ANDRÀ COSÌ. OOOH SE VEDRAI ALPHA SENZA CERVELLO » .
Battè con il naso su qualcosa di duro, alzando lo sguardo più su, sino a incontrare due occhi chiari, che lo guardavano a loro volta divertiti.
« Un’altra volta a ringhiare tu vedo ? » lo prese in giro il più alto, mettendo una mano in tasca e utilizzando l’altra per fargli un cenno di saluto.
« E A TE CHE IMPORTA? SPOSTATI CHE DEVO PASSARE » ruggì in cagnesco Shouji, cercando di sorpassarlo.
Una risata di scherna lo destò, bloccandolo. Lo sfidò negli occhi, carico di puro odio e rabbia. Mostrò i due canini appuntiti.
Il Sensei non poté che esserne solo più divertito e si rassegnò, spostandosi gentilmente da un lato in modo che potesse pure passare.
« Alla buon’ora razza di un ritardato » sussurrò quello poco più basso, guardandolo con la coda dell’occhio.
***
« Sono a casa ».
Strano che fosse tutto buio e che lì, nel loro caldo chalet sembrava non esserci alcuna traccia di suo marito. Eppure a quell’ora del pomeriggio…
Presto qualcuno da dietro, gli tappò la bocca e le mani, facendolo cozzare di petto a un muro vicino al caminetto spento. La paura in un primo momento lo invase, facendogli pensare il peggio. Ma poi, presto, quel odore familiare e forte lo calmò.
« Sh. Bravo bambino. Adesso ci divertiremo un poco. Mmh, che ne dici ? » sussurrò la voce carica di lussuria, leccandogli poi il lobo.
A quel contatto shouji sussultò, gemendo appena e spingendosi verso quel bacino voglioso. Si sentiva arrendevole. Senza forze deve era finita tutta quella voglia di riprendersi ciò lo aspettava ? Ma la verità era che, la voglia di accoppiarsi era mille volte più ampliata. Più di tutti i desideri a cui aspirava. Anche quel giorno non sarebbe stato lui a dominare, ma bensì il bottom.Si voltò verso le labbra del suo amante e il bacio ardente arrivò subito, mischiando i loro respiri pesanti e i loro battiti unisoni. Le lingue umide e bagnate danzavano tra loro e i denti cozzavano.
« Credo ci voglia un buon caldo bagno, che ne dici ? » gli chiese il più grande a pochi millimetri di quelle labbra che, a malincuore aveva dovuto lasciare.
Shouji non disse nulla. Non ci riuscì. Il respiro impazzito non glielo permetteva. Si lasciò solo prendere dalle braccia dell’amato, circondandogli il collo con le braccia. Esausto, si lasciò andare con il viso arrossato e accaldato contro quel ampio petto e si lasciò trasportare in una piccola pausa di riposo, nel dolce silenzio che era appena sceso.
***
Mike si lasciò cullare dalla dolce melodia, che nella stanza regnava attraverso le casse e sdraiato a letto con le braccia dietro la testa e una gamba su l'altra. Chiuse gli occhi.
Voleva solo a non ripensare al suo vecchio passato, per non dover liberare i scheletri rinchiusi. Ma il passato era sempre pronto per ritornare. Non avrebbe importato quanto tu cercarssi di ignorarlo e passargli avanti. Ciò non era mai possibile e se non eri tu ad andargli incontro, un giorno comunque, a venirti davanti sarebbe stato lui. Il destino beffardo.
Si girò su un fianco, regalando al muro il suo bellissimo sguardo di ghiaccio, deciso che avrebbe affrontato il problema a viso, viso. Non sarebbe più scappato. Non avrebbe più evitato l'impossibile. Ma lo avrebbe reso possibile solo andando per la sua strada.
Il suo cuore gli diceva ciò, ma le ferite che, aveva sul corpo e nella mente, gli dicevano che tutto ciò non sarebbe potuto finire bene.
Il fuoco si sarebbe riacceso, inghiottendolo del tutto tra le sue fiamme infernali. Ma avrebbe provato a superarle. A uscirne indenne. Qualunque cosa fosse successa.
Nota Autrice: dovrei mettere in chiaro due punti...
- Il conto per la fine di questa storia è di massimo 10 capitoli.
Sempre se, la mia testa non faccia di cosa sua 🤣🤣🤣
- E che, nella storia originale, Iriko ( compagno di Shouji - Kun ) non c'è. Quindi... questo personaggio è di mia pura invenzione. Diciamo, che serviva più alla storia e allo svolgimento. Non dico altro 🤭🤭🤭
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